Ricordo bene quell’allenamento risalente ad uno degli ultimi giorni prima del Giudizio, quando ancora la situazione alla Torre ed al Castello sembrava tranquilla e stabile, almeno ai miei occhi velati di ingenuità. In armeria non eravamo soli, erano presenti altre guardie reali intente ad allenarsi, ma la mia attenzione era focalizzata esclusivamente su Efrem e sulle due spade che stavamo facendo scontrare in aria con l’ausilio della Telecinesi. Lui era un insegnante diverso da Drako, ma entrambi hanno a modo loro contribuito al miglioramento delle mie abilità di combattente. Drako mi insegnava principalmente la tecnica, ha sempre evitato di andare fino in fondo negli scontri, almeno con me, atteggiamento di cui ora sto risentendo. In un corpo a corpo nello sferrarmi un pugno si fermava a fino a pochi centimetri dal mio viso col semplice intento di dimostrarmi di aver sbagliato o di aver abbassato troppo le difese esponendomi così a quel tipo di contrattacco, ad esempio. Non mi ha mai provocato danni consistenti, dubito sarebbe capace di farlo ancora ora nonostante sia diventata più forte, ed è anche per questo che ora al campo non mi sono ancora allenata con lui, sento di aver bisogno di combattere contro avversari che non si limitano nei miei confronti. Efrem era molto più imparziale negli allenamenti, utilizzava un tono severo ma allo stesso tempo beffardo, mi ha sempre portato rispetto per il ruolo che ricoprivo, ma quando ero la sua allieva si prendeva più libertà, non era raro sentirmi apostrofare come testarda, cocciuta o imbranata, ovviamente non in pubblico. Tutto sommato apprezzavo anche i suoi metodi, molto spesso riuscivo anche a divertirmi, sebbene odiassi non riuscire mai a batterlo dato che non mi lasciava mai tale soddisfazione, ma raramente si andava oltre ad un allenamento mentale, appunto per migliorare il nostro potere comune, quindi nel corpo a corpo sono rimasta molto inesperta a favore di una maggiore crescita della mia magia. Nell’ultimo periodo, quando ormai ero abbastanza abile nel gestire il mio potere, i nostri allenamenti si erano ridotti al far scontrare armi varie con semplicemente l’ausilio della nostra mente, non ci spostavamo dalla nostra posizione, non parlavamo, le spade si sollevavano in aria ed i rispettivi colpi iniziavano a riecheggiare nella stanza, fin quando uno dei due non cedeva o perdeva il controllo della propria arma, ed ovviamente ero sempre io dato che la mia forza e la mia capacità di concentrazione non erano minimamente comparabili alle sue.
Quel giorno invece le cose andarono diversamente e fino a pochi giorni fa non avrei mai potuto capirne il motivo, che ora invece mi appare così chiaro. La sua spada colpì con forza la mia facendomi tentennare per un attimo ma con un enorme sforzo riuscii a non farla cadere mantenendola in equilibrio, mentre con la coda dell’occhio vidi distrattamente altre persone raggiungere l’armeria. Tra queste persone scorsi Lumen, in quel periodo non la odiavo, sebbene non fossi mai stata felice di vederla sposata a mio Padre e seduta su quel trono una volta occupato dalla grande donna che era stata mia Madre, ma comprendevo la necessità di quella unione e cercavo mi mostrarmi gentile con lei, ignorando quando poco lo meritasse.
La Regina entrò nella stanza scortata da credo almeno dieci ancelle, non ricordo neanche per quale motivo fosse lì, non era certo solita frequentare determinati ambienti. Risposi all’attacco scagliando la mia spada contro la sua e rimasi stupita nel vedere il mio colpo andare a segno e la sua spada cadere a terra “
non dovete farlo, non voglio favoritismi!”
gli dissi infastidita, credendo che l’avesse fatto di proposito per concedermi la soddisfazione di batterlo almeno una volta dopo anni di allenamenti, mentre ora posso facilmente collegare quella sua distrazione come anche lo sguardo irritato che rivolse prima a lei e poi a me all'ingresso di Lumen nella stanza.
"
Mi credete così rammollito da lasciarvi vincere?" mi disse lui in risposta, tornando a concentrarsi su di me, e riuscii appena ad alzare lo sguardo che l'elsa della sua spada mi colpì in piena fronte "
in guardia, continuiamo!".
La delicatezza non era di certo tra le sue prerogative, almeno come insegnante, decisamente no.