Keyra
Isyl Tinnuviel
La chiara voce di Irith, irrompe nell’aria, resto sempre sorpresa dalla sua evanescente figura, quanto dalla loro infinita saggezza. Loro vedono tutto, valutano tutto, conoscono ogni segreto…chissà cosa provano o sentono loro davanti all’orrore di questa guerra. Forse un giorno quando tutto sarà finito, potrei persino chiederglielo.
Abbasso il capo in cenno di ringraziamento per poi dirigermi verso la porta.
Appena varco l’ingresso indicatomi dal sommo Irith che mi conduce al cospetto della statua dei Saggi, alzo il viso e ciò che incontro è un volto che non mi sarei aspettata di vedere, il volto abbronzato e stanco di mio padre incorniciato dai capelli color del fuoco, il colore dei miei. Mi guarda, mi fissa, non un sorriso, non un saluto, solo i suoi occhi blu che mi guardano , occhi in cui non vedo luce, solo ombre a velarne ciò che un tempo era un bel colore brillante, il colore del cielo che si specchiava nel mare nei mesi del sole. Ricambio il suo sguardo, sono visibilmente sorpresa e al contempo scossa nel rivedere dopo tanto tempo la sua imperiosa figura, il suo viso sembra più stanco di quando lo vidi l’ultima volta, un anno fa, ma la sua espressione è la stessa, fredda scostante, inverno imprigionato in una morsa di trasparente e impenetrabile cristallo.
Ha accettato di vedermi? Eppure…perchè Thalion non ha risposto alla mia lettera?
Faccio qualche passo in sua direzione ma non voglio avvicinarmi troppo, siamo stati sempre troppo distanti in tutti i sensi, ed ora non è diverso da allora.
A sua volta si avvicina, ma la sua espressione seria non cambia, nemmeno un accenno di calore, nemmeno una parvenza d’abbraccio. Solo indifferenza.
<< Isyl…>> mormora con tono distaccato, mentre una strana sensazione mi pervade sentendo ancora quel nome fuoriuscire dalle sue labbra.
<< Padre…>> biascico restando ferma dove sono cercando i suoi occhi.
<< Allora è vero… i manifesti affissi per il regno non mentono …>> noto un sospiro come di sollievo. Stranamente questa sua reazione mi strappa un delicato sorriso. Annuisco senza dire niente.
<< Nessuno sapeva dove fossi prima di vedere il tuo viso tappezzare con quello di altri i muri di Dohaeris …così ora appartieni alla feccia ribelle …>> mi squadra da capo a piedi torcendo le labbra in un sorriso piuttosto disgustato, forse non apprezza il mio modo di vestire, oppure si è accorto degli occhi arrossati.
<< in un certo senso…>> ironizzo sulla mia posizioneportandomi una mano su un avambraccio reggendo il suo sguardo in attesa di sapere le sue intenzioni a proposito della mia lettera.
<<Ho ricevuto la tua lettera, per questo sono qui…>> mi osserva di sottecchi con uno strano sorrisetto sul viso << Thalion lo sapeva ancor prima dei manifesti? Non mi ha mai detto nulla, ho letto anche la lettera indirizzata a lui…belle parole, non c’è che dire…>>
-Thalion? Lettera? – sgranogli occhi, mentre un moto d’imbarazzo mi coglie, ma chino il capo cercando di essere il più indifferente possibile, ma non credo di riuscirci.
<<Ti è sempre stato particolarmente fedele sai? E dopo aver letto…capisco anche il perché.. >> conclude fissandomi maligno e serio con quegli occhi così penetranti che un tempo hanno anche saputo accogliere le mie lacrime, probabilmente ha capito che in quella lettera vi era un qualcosa di più di una semplice fiducia reciproca, almeno da parte di Thalion.Vorrei a questo punto spiegargli il mio punto di vista sulla faccenda, ma le parole non escono, d’istinto mi mordo un labbro per sopprimere il disappunto per la sua velata provocazione, sono faccende che non dovrebbero interessargli e poi, non voglio che Thalion venga coinvolto più di quanto già non sia , ma sono in apprensione per lui i modi intimidatori di mio padre li conosco bene e non sono per niente teneri, non lo sono mai stati, nemmeno verso sua figlia. Taccio.
<< Non dici nulla? Strano, credevo ti importasse qualcosa del tuo fratellino acquisito, come amavi definirlo…anzi no…forse provavi qualcosa a tua volta per lui?>> mi provoca ulteriormente, vuole sapere di me e di Thalion, vuole che io confessi di aver intrattenuto legami con lui e non solo di amicizia anche dopo la mia fuga, non è così come potrebbe pensare, tra me e lui non vi è mai stato niente, Thalion sapeva certo , ma non dico nulla, non posso. Vorrei avvicinarmi a mio padre, colpirlo in pieno viso, ma resisto, non credo i Saggi sarebbero molto comprensivi se lo facessi, soprattutto dopo quello che l’ultima volta abbiamo combinato qui io e Ryuk Leithien.
<< Non siamo qui per parlare di Lui… padre…>> mi altero pronunciando con disprezzo l’ultima parola ritrovando poi una compostezza che stavo perdendo, cercando almeno di rispettare la sua figura.
<< Invece si..è per rispetto nei suoi confronti che sono qui, non per altro…ma al momento sono qui anche per rispondere alle tue domande, il resto verrà dopo>> esordisce chiaro in tono fermo, mentre non comprendo bene le sue parole..per rispetto nei suoi confronti che sono qui…?
<< Parlate, vi ascolto, ma evitate giri di parole e andate subito al sodo se potete, io non sono una di quei burattini che Voi amate comandare e che vi ascoltano in silenzio senza fiatare…>> Sono parole dure le mie che esprimono tutto il mio disprezzo nei suoi confronti per ciò che è diventato.
Si tocca distrattamente con una mano il mento dove un accenno di barba è sempre stato presente, sta pensando, sta riflettendo sulle mie parole poi sposta la mano, fissandomi indagatore assottigliando gli occhi rivolgendomi un sorriso di circostanza:
<< Quei burattini mia cara, sono coloro che possono esser sacrificabili per una buona causa, vengono profumatamente pagati per svolgere il loro lavoro quindi… conoscono i rischi del mestiere e del lavorare per un commerciante di Diamanti … >>
<< Sacrificabili? >> rabbia è quella che monta dentro crescendo a dismisura per poi esplodere verbalmente mentre stringo fortemente i pugniper non riversargli contro tutto il risentimento , sostengo i suoi occhi mentre i miei si fanno umidi, ma non piango,<< Tutti per te sono sacrificabili vero? Persino mia Madre ed io lo siamo state! Padre, siete solo un mostro avido e senza cuore!>> urlo in tono greve, sforzato, incurante del luogo in cui ci troviamo.
Che i Saggi mi fulmino se vogliono, ma ciò non mi farà stare zitta e non cambierà il mio cuore di pietra nei confronti del mio stesso padre.
<< Quel che è accaduto a tua madre è accaduto per un errore… e per onor di cronaca anche io sono sacrificabile, non sono immune dalla mia condanna>> il suo tono in risposta al mio si fa più pacato e meno acido, abbassa il capo fissando un punto a terra dinanzi a lui, sembra distante, fuori da questo mondo, la mia rabbia un po’ si sopisce a questa dimostrazione di fragilità lasciando salire in superficie una struggente nostalgia che si tramuta in mancanza e , avverto anche nell’animo di mio padre questo senso di vuoto .
<< Isyl…>> mi chiama, pronuncia nuovamente il mio nome e lo fa questa volta senza guardarmi, senza rialzare lo sguardo, si avvicina estraendo dalla tasca un qualcosa, sembra un foglio e, allunga una mano verso di me << Leggi..>> conclude.
Leggo e rileggo quelle righe, incredula…mio padre è stato sollevato dal suo incarico…alzo gli occhi alternando il suo viso al bianco del foglio, non so chi dei due sia più pallido in questo momento.Lord Galador, perdonatemi se non mi dilungo in formalismi. Nonostante mi sia sempre disinteressato degli affari dell’Adamantem, mi è ben chiaro chi siano le personalità affidabili e quali no, mio Padre, e Vi ringrazio per le condoglianze, aveva l’abitudine di imprecare alcuni nomi, per affidarli alla volontà di Raiden, tra i quali figurava anche il vostro. Pertanto, ritenetevi sollevato dal vostro incarico con effetto immediato, i diamanti Leithien non rientrano più nelle vostre competenze. Provvederò ad informare le mie guardie, affinché le porte del Castello Nero vi vengano negate.
I miei omaggi
In fede
Lord Ryuk Leithien
P.s. salutatemi vostra figlia, anche lei, come voi, si è chinata al mio cospetto, ma non in maniera figurata
Mi soffermo poi sul Post Scritto finale che non avevo ancora visto…
Avvampo. Il pensiero delle sue labbra sulle mie come le sensazioni vissute be, non le ho di certo dimenticate, è rude ma non si può dire che non abbia il suo stile e il suo fascino, ma da quello ad arrivare a scrivere tali parole proprio a mio padre…anche se di me non gli e ne è importato niente, devo dire che almeno si è ricordato il mio casato.
<< Visto? Anche io sono sacrificabile. E te l’ho dimostrato>>
Ecco che ritorna il carattere acido e poco incline a manifestare il suo affetto, si nasconde nuovamente dietro il suo scudo, dietro il suo elemento, la Terra, chiudendo il suo cuore.
<< Spero vivamente che questo suo rifiuto nei miei confronti non sia dovuto anche a te… >> insinua che la colpa di questo suo sollevamento d’incarico si colpa mia,riferendosi probabilmente all’ultima riga della lettera.
<<Come potete pensare questo?>> strabuzzo gli occhi, non posso credere che pensi che sia stata colpa mia, se solo sapesse il perché l’ho fatto…nemmeno si preoccupa di chiederlo…
<<Pensavo non ti piacessero i Leithien, eppure a quanto scritto…pare che il rampollo in qualche modo ti abbia colpito… avrei dovuto venderti a quel casato invece che ai Lagorfild Aster , tu saresti stata più collaborativa magari, di sicuro avrei ricevuto in cambio un cospicuo numero di territori ed ora avrei forse anche L’Adamantem..>> continua con il suo monologo, vorrei non ascoltarlo, vorrei che queste parole non vengano pronunciate proprio da lui, dalle labbra di mio padre! <<Ti sei presentata così davanti a lui ?… sembri una prostituta d’ alto borgo …>> nuovamente il suo volto si inombra, i suoi occhi mi scrutano e mi giudicano con malcelato disgusto, ma questa volta non posso tacere, non posso permettergli di trattarmi come fossi un oggetto.
<< Ho sempre odiato quel casato di cui andavate fiero servitore! Ciò che è accaduto tra me e tale Ryuk, non sono faccende che dovrebbero riguardarvi! Se ho fatto quel che ho fatto, l’ho fatto solo per cercare informazioni che mi servivano, informazioni che mai mi sarei sognata di chiedere a voi, visto il modo in cui mi avete sempre trattato. Un oggetto ecco cosa ero per voi, non vostra figlia, solo una bambolina da mostrare al miglior offerente! Odio i Leithien e odio i loro diamanti maledetti, per quello che vi hanno fatto padre! I diamanti vi hanno cambiato, vi hanno corrotto! Mia madre… tua moglie …. È morta per mano di un Leithien! E l’unica cosa a cui pensate in questo momento dopo che da un anno non avete mie notizie è , che potevate vendermi ai Leithien? >>
Sono furente, troppo.
Devo calmarmi, qui è vietata la violenza, rispetto il luogo, rispetto i saggi ma Lui…ma questo essere qui dinanzi no, non posso rispettarlo, non ci riesco.
Nel pronunciare queste amare parole , sento un qualcosa dentro di me rompersi, come un cuore di fragile cristallo che è stato stretto troppo forte da mani troppi rudi e grandi per poter resistere. Guardo il volto di mio padre, tutto attorno a me si azzera, vorrei usare la simbiosi su di lui per riversagli addosso tutto ma, non posso. Morirei inutilmente .
In questo spazio che improvvisamente si è fatto troppo stretto per entrambe, ora ci siamo solo io e lui, padre e figlia, nessun’altro, nessun luogo…
Lui mi osserva ma un qualcosa ora brilla all’angolo dei suoi occhi, una lacrima, o forse è solo illusione di un sogno?
<< Dopo che ho perso tutto, a cosa dovrei pensare?>>
-Per gli Siamesi…mio padre sta mostrando emozioni umane….-
Mi rivedo io, un anno fa circa quando decisi di andarmene e porre fine alla mia vita gettandomi da quello scoglio…allora fu Thalion a salvarmi ma…chi salverà mio padre?
<<Tua madre Isyl, è morta per un mio errore, un mio grave errore…non per colpa di un Leithien, colui che l’ha uccisa l’ha fatto in conseguenza di ciò che ho fatto io…se ci fossi stata tu quel giorno, forse ora sarebbe tua madre ad odiarmi come ora mi odi tu, te lo leggo negli occhi, il suo odio sarebbe stato ancor più grande del tuo, o forse si sarebbe sacrificata per salvarti la vita…>> le sue parole mi spiazzano, mi colpiscono. Dove vuole arrivare? Sento la sua corazza andare in pezzi e, sotto , ritrovo il volto di colui che un tempo era mio padre. Inconsciamente mi avvicino a lui con l’intento di posargli una mano sulla spalla, comprensiva, come solo una figlia potrebbe essere, ma lui la scosta malamente indietreggiando continuando a guardarmi freddamente. Solo allora chiedo:
<<.. l’avete amata?>> chiedo con tono duro cercando una risposta ad una domanda che mi sono sempre posta, mentre gli occhi si fanno lucidi.
<< … non guardarmi con occhi compassionevoli …non fare come lei, Tu me la ricordi molto ecco perché dopo la sua morte, non ho voluto vederti ne cercarti. Ogni volta era il senso di colpa a impedirmi ti ritrovarti, eppure sarebbe stato semplice…>>
Come un fiume che sciaborda i suoi argini, il ricordo di lei torna prepotente ad insinuarsi in me, non posso fare a meno di essere fiera di queste sue parole…le stesse che mi aveva rivolto Ryuk quando ci siamo visti qui… parole tanto preziose per me ma che feriscono ancor più ne profondo
<< Se è così, ne sono fiera…era un donna straordinaria. >> Concludo cercando il suo sguardo ed un assenso.
<< Lo era si…su questo non posso non darti ragione e..>>
Questa volta e lui che cerca il mio viso, si avvicina con fare titubante, alza una mano, una fredda carezza ma che mi riscalda più di ogni sua parola << …per rispondere alla tua precedente domanda si, l’amavo. >>
Sostiene il mio sguardo e per un attimo nei suoi occhi vedo un piccolo barlume, una piccola luce risplendere nel profondo delle sue iridi, così blu e profonde da essere impenetrabili,non ha mai parlato così apertamente di lei, non con me. Si scosta resosi conto da ciò che in questo momento attraversa il suo cuore, ritorna ad essere freddo, scostante ma qualcosa si è smosso.
<< Se davvero l’amavi e dici che è stata colpa tua, perché hai lasciato che morisse?>> chiedo piegando la testa di lato sfuggendo il suo viso per paura di leggervi dolore, un dolore che mai avrei pensato di vedere attraversare il suo volto.
<<Il perché lo sai anche tu, meglio di me, sono stato avido e stupido, non ci sono giustificazioni …ho permesso ai diamanti di accecarmi di anteporsi a tutto…>>
<< Padre…>> mormoro in un sibilo portandomi una mano sul cuore mentre ascolto la sua confessione, mentre lo vedo appoggiarsi con la schiena ad un vicino sperone di roccia, la testa chissà dove, ma imprigionata a quel giorno in cui vidi la mia vita cambiare radicalmente.
<<Era un guadagno facile,una sostanziosa partita di diamanti ben tagliati e luccicanti, erano molti, più del solito; mi sono detto, perché non tenerne qualcuno per me, potrebbero diventare un buon investimento sicuro, quindi… ho falsificato alcune carte, modificato i numeri delle estrazioni minerarie, firmato qualche permesso prima di consegnare la partita di preziosi a Lord Tywin Leithien, pensavo di fare il furbo, pensavo non si accorgesse, invece così non è stato… Quella sera si è presentato a casa nostra con una scusa, voleva controllare di persona l’andazzo del commercio, ha guardato carte, letto registri, … inizialmente non ha detto nulla, pensavo la cosa nel mucchio, fosse passata inosservata, invece se ne era accorto eccome … me l’ha fatta pagare in modo indiretto…Tywin ha ordinato l’uccisione, Gordon Leithien ha eseguito …e io mi sono ritrovato impaurito ed inerme davanti allo scempio..ecco, ora sai la verità, sai in che modo ho condannato tua madre a morte certa… ora giudicami…>> il suo viso ritorna su di me, chiede di innalzarmi a giudice delle sue azioni.
<< Ciò che hai fatto è stata una cosa completamente sbagliata, anche se i Leithien meriterebbero di peggio, a mio avviso, con questo gesto ti sei giocato probabilmente la fiducia di Lord Tywin l’ex Gran Maestro degli Stregoni e, il sommo Raiden ti ha punito per mano sua, portandoti via ciò che di più caro avevi al mondo,prima mia madre poi…me…ed ora anche i Diamanti che tanto adoravi..>> il mio sguardo e fisso su di lui, i miei occhi lo stanno inchiodando, seri, duri, freddi.
<<.. ognuno è responsabile delle proprie azioni questo me l’hai sempre insegnato tu in uno dei tuoi rari momenti di padre comprensivo, senza l’utilizzo del potere della clonazione per mettermi in testa dei concetti basilari di educazione e buone maniere …>>
Un sorriso amaro prende forma agli angoli della mia bocca, ricordo bene il tempo che pareva eterno e che passavo in compagnia dei suoi cloni nella biblioteca del palazzo, per un attimo ritorno a quei giorni, poi continuo:
<< In questo momento non me la sento di giudicarti, Raiden l’ha già fatto ed ora ti presenta il saldo al suo conto…>> concludo con il volto stanco e provato dalla conversazione con mio padre mentre scosto una ciocca di capelli scivolata sul volto..
<< Forse hai ragione Isyl…io ho sbagliato ed ora pago, nessuno più deve pagare al mio posto…forse hai sempre avuto ragione tu, sei sempre stata tu quella più forte.. >> mi guarda, alzando finalmente i suoi occhi per scrutare i miei.
<< Ricorda padre, ciò che non distrugge fortifica, l’ho provato e lo sto provando tutt’oggi sulla mia pelle >> il mio tono è serio, sicuro, ciò che sto dicendo è ciò che realmente provo.
<< Me ne sono andata perché non sopportavo di vedere la tua resa ai Leithien e ai diamanti, eri cambiato e mia madre era morta, trucidata in casa propria da coloro che servivi e, non hai fatto nulla, anzi sei andato avanti a fare lo zerbino dei sovrani dell’Adamantem, senza batter ciglio. Ecco la cosa che più mi ha infastidito e ha fomentato il mio disprezzo>> parlo come se non avessi mai realmente parlato con lui, le parole mi escono fluide mentre il fuoco della vendetta divampa nel petto rischiando di scottarmi. Se dovrò bruciarmi lo farò, ma non voglio più vedere persone soffrire per i Leithien. Il loro dominio dovrà finire. Ora l’Adamantem è in mano a Ryuk, lui mi aveva detto che non si reputava più un Leithien , la sua fama mi fa dubitare delle sue parole, ma quel giorno ho voluto credergli, quel giorno mi è sembrato di vedere un qualcosa di diverso in lui, un qualcosa di diverso e ai Leithien sconosciuto:
Un qualcosa chiamato umanità.
Mio padre mi guarda, mi fissa mentre un sorriso stanco si delinea sulle sue labbra.
<< Sei come lei..>> bisbiglia scuotendo il capo con decisione, non dico nulla, so a chi si riferisce <<Capisco il tuo punto di vista e …non ti chiedo di perdonarmi, non lo faresti e, non ne saresti capace… ti chiedo solo di comprendere la natura del mio gesto. Quando è la paura a guidare le tue azioni, molte cose che non avresti voluto fare, le faresti purtroppo e, si cade in insidiose trappole dalla quale è difficile uscire senza una cicatrice a segnarti il cuore>>
L’espressione sul suo volto cambia, muta, come mutano le stagioni <<…senti Isyl… Sir Dorian Alister-Lagorfield è stato trovato morto nei pressi della casa in cui alloggiava Lady Keyra…, è stato dapprima avvicinato, non era uno sprovveduto, sicuramente qualcuno che conosceva, poi è stato colpito con un colpo diretto al cuore , arma appuntita e sottile, di certo non appartenente ad un soldato, si presume donna e poi gli è stato spezzato l’osso del collo… Le ultime notizie dicevano che in zona da diverso tempo si avvistavano dei ladruncoli in cerca di gloria, lui era li per difendere le Terre che avrebbe amministrato dopo il suo matrimonio con te…non ne sai nulla per caso?>> mi guarda, mi scruta serio fissandomi con rammarico.
Deglutisco nel sentire queste parole uscire dalla bocca di mio padre.
<< …perché dovrei saperne qualcosa?>> chiedo con un filo di voce fingendomi sorpresa e stupita.
Mi sorride ironico :
<< Sicura? Non mi sembri affatto dispiaciuta o sorpesa, mi sbaglio? . Quando sono stato avvisato del reato, mi sono subito precipitato a verificare ciò che una guardia mi ha riportato, ho ben altri interessi in ballo con quel casato, non solo il tuo matrimonio…matrimonio che ora è saltato… conoscevo Dorian… e stento a crede che si sia fatto uccidere senza combattere, se non ha combattuto è perché si fidava ciecamente di chi aveva accanto…e di te si fidava, credeva di averti in pugno.>> mi guarda, un espressione trionfante sul viso, occhi di brace colmi però di risentimento di chi sa, di aver ragione. Si scosta dalla sua posizione, si avvicina a me , mi posa una mano sulla spalla mentre con l’altra cerca di alzarmi il viso, vuole che lo guardi negli occhi.
<< Senti, qualunque cosa sia accaduta, non posso cancellare ciò che hai fatto, sai che per questo se dovessero prenderti saresti condannata ed io non potrei oppormi, cerca solo di non farti catturare, il saperti viva seppur altrove, seppur lontano mi darà la forza di continuare la mia vita, mi darà la forza di capire i miei errori e cercare di cambiare il passato, forse era proprio questo scontro con te che io cercavo, forse il congedo dalle dipendenze Laithien, mi farà bene..>>
Lo guardo , le mie labbra si schiudono in un misto tra stupore e titubanza.
<< Come posso crederti…>> piego la testa di lato, sfuggo i suoi occhi ma la sua mano mi riporta il viso su di lui
<< Guardami! Per questa volta, almeno per questa unica volta, credimi! Non tradirò la tua fiducia, sei l’unica persona rimasta alla quale tenga.>>
<< Questa è già una bugia, hai Thalion…l' hai sempre preferito lui come figlio...>> sospiro
<< Thalion è stata una luce nelle tenebre, ma mai come lo sei stata tu. Nonostante i miei sbagli non ho mai smesso di pensare a te oppure a tua madre, mai una volta non mi sia pentito di ciò che vi ho fatto, ma purtroppo ero in un labirinto nella quale non vedevo uscita… non so se potrai mai perdonarmi, ma ora perdonami per l’ennesimo dolore che ti sto arrecando: Thalion non c’è più, Thalion è… morto …>>
Una pugnalata di ghiaccio bollente è quella che mi colpisce mentre il vuoto prende a divorarmi una delle ultime parti ancora calde del mio cuore…ma…perché? Troppo dolore accumulato per un unico cuore. Mi sento mancare ma mio padre prontamente mi sostiene prima di adagiarmi a terra facendomi posare la schiena alla vicina roccia.
<< Isyl, non potevo non dirtelo, non so in che rapporti voi eravate, posso solo commentare da esterno, ma questa cosa non potevo tacerla…perdonami…>>
Mi sento soffocare, annegare nel dispiacere mentre vedo per la prima volta mio padre abbracciarmi spontaneamente stringendomi fortemente. Mie sono le lacrime che bagnano la sua veste, sue sono quelle che bagnano la mia schiena e il mio vestito…
Restiamo così per un tempo indefinito, nessuno dice nulla, nessuno spezza il silenzioso dolore che attraversa il nostro animo, fino a quando gli occhi ormai asciutti, si rifiutano di cedere.. Thalion non era mio fratello , ma lo consideravo come tale, come posso sopprimere anche il dolore per lui…non posso…
<< Grazie per avermelo detto, grazie per le vostre parole…>> sciolgo l’abbraccio paterno anche se non vorrei.
Al rifugio forse mi staranno cercando, anzi…per Efrem ed Andreus credo sia meglio che io non vi sia… ma devo rientrare, è l’unico posto alla quale posso dare il nome di casa al momento.
<< Isyl, sii forte. Combatti il dolore e trova la tua strada, so benissimo che la strada che hai scelto ti porterà lontano da me e forse non so se mai più ci rivedremo viste le circostanze e una guerra che sta mettendo a ferro e fuoco il Regno. Cerca di vivere la tua vita lontana da ciò che rifiuti ma ricordati di una cosa…puoi essere ribelle fin che vuoi Isyl ma nel tatuaggio che porti sulla schiena sono racchiuse le tue origini, non dimenticarlo mai. Quel tatuaggio è il simbolo del lignaggio antico di tua madre del suo potere, domini il vento, proprio come lei, ed ora sei tu l’unica erede vivente dei suoi territori vicino all’Adamantem e…del suo ricordo.>>
Mi rialzo piano cercando di non crollare nuovamente .
Queste ultime parole pronunciate con commozione e fierezza da mio padre, mi hanno dato il coraggio che cercavo.
<< Mi spiace che la nostra famiglia abbia avuto un così triste epilogo, ora ci siamo davvero solo io e te , padre.. promettimi una cosa, sii forte anche tu, vivi e non dimenticarti di me, sappi che nonostante tutto…io ti voglio bene…>>
Annuisce. Mi sorride gentile stringendomi ancora a se.
<< Vai, compi il tuo dovere, se vorrai saprai sempre dove trovarmi. Sempre hai capito?>>
Annuisco a mia volta mentre un nodo mi stringe la gola. Non gli ho detto del mio piano, della mia vendetta, ha già sofferto abbastanza, è meglio che continui a credere che io sia viva da qualche parte piuttosto di sapere che potrei morire a breve cercando una vendetta che lui non ha avuto il coraggio di cercare. E’ finito il tempo dei rimpianti e del dolore, nessuno mai riporterà indietro coloro che ci hanno lasciato, l’importante è non lasciare morire il loro ricordo. Mi allontano così, dopo essermi voltata un’ultima volta e avergli sorriso. Un sorriso che ha contraccambiato con calore, un calore che da troppo tempo mancava.
Ora il Glados mi attende.
Esco dalla stanza passando nuovamente davanti ai Troni, ora mi sento più leggera, più libera, forse era davvero questo che cercavo.
Lancio uno sguardo verso i seggi, non so perchè ma una parola raggiunge le mie labbra...
<< Grazie...>>