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  1. #241
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Andreus De Lagun

    «Proteggerti... come tu e papà avete voluto proteggere me... hai visto com'è andata, no?»
    abbasso lo sguardo e il capo cominciando a giocare con le mie dita mentre rimugino su quelle parole. Proteggermi… anche Daphne ha detto la stessa cosa. Mi gratto la testa cercando di fare ordine nei miei pensieri ma più ci provo più quei pensieri si ingarbugliano accartocciandosi su loro stessi. «Una persona che ti ama non ha timore di mostrarti anche le sue debolezze, perché sa che non le userai contro come armi. Sei un uomo Andreus... io stessa ho fatto l'errore di Efrem nel volerti salvare, proteggere... senza considerare appunto questo importante elemento. Sei un uomo adulto, sei un guerriero. Chi ti ama dovrebbe avere abbastanza fiducia in te da non avere questo tipo di atteggiamenti. Lo dici tu stesso: non sei un bambino alla prima cotta» annuisco serio sentendo la voce di mia sorella farsi un po’ più aspra e dura. Ha ragione. Efrem vuole cercare di proteggermi… e dove si trova ora la nostra relazione? Sospiro pesantemente, amareggiato e contrariato da questa situazione. Devo risolvere questa cosa con lui. In un modo o… nell’altro. «Prego i Siamesi che vi aiutino a chiarire e vivere sereni» mi sorride addolcendo lo sguardo e io non posso fare a meno di calmarmi. Grazie Cassandra… grazie sorellina. Davvero. Dalla tasca tiro fuori il cornetto salato che mi era avanzato e lo divido a metà porgendole la parte più grande mentre lei continua a parlare. «Ma sei un De Lagun, sei il figlio dello Scoglio di Gaearmir, sei un elfo guaritore di Beslim Akosh... non permettergli di mancarti di rispetto» a queste parole il mio viso si indurisce e smetto di blocco di mangiucchiare la mia metà del cornetto. La ragazza mi posa il pugno sul petto sopra il tatuaggio della mia famiglia. Il tatuaggio del primogenito. Quella macchia di inchiostro che mi lega a mio padre, alla mia terra… alla mia casata. Mi scosto appena di primo acchito, sento il tatuaggio bruciare come un marchio a fuoco sulla mia pelle. Ancora ricordo le storie che mia madre mi raccontava su di esso. Lo scelse lei… la prima donna nella storia dei De Lagun a scegliere l’animale che avrebbe improntato suo figlio. Il lupo mi avrebbe guidato nella mia vita, come il lupo che lei aveva dovuto uccidere per salvarmi la vita e come… quella lupa apparsa nei miei sogni. Mamma… resto fermo lasciando che Cassandra posi la sua mano «a proposito di parentele... nonostante io non l'abbia mai conosciuta... grazie per tutto quello che mi hai sempre raccontato di nostra madre. L'ho pensata spesso ultimamente e... ho il teletrasporto... era un suo potere, vero?» sgrano gli occhi e spalanco la bocca in un sorriso. Non ci credo. Non ci credo. Non ci credo. NON CI CREDO. Finisco il mio cornetto in fretta ma devo avere in questo momento una faccia troppo ebete. Non riesco a realizzare quello che ho sentito. Cioè sì. Io e lei, lo stesso potere. Questo significa che anche lei è diventata Maestra. Questo significa che… URLEREI. Il mio momento di esaltazione si affievolisce quando vedo il suo volto incupirsi mentre mi parla di ciò che è successo al ballo. Mi parla di Lantis, di come l’abbia trattata durante la cerimonia. Non dice molto ma dai suoi occhi riesco a comprendere il dolore di quella notte. Non deve essere stato facile. Mi parla di amici, di persone che le sono state accanto in quell’istante. Prendo la sua mano libera stringendola e carezzandola con i pollici. «Niente è folle, hai creduto e ceduto a quell’attimo con il Re e lui non ha saputo coglierti, non ti merita… Cassandra.» mi rendo conto che potrebbe esserci rimasta male «scusami… so che forse non vuoi sentire una cosa simile, ma sono tuo fratello… merito di vederti felice allo stesso modo in cui tu meriti di vedere felice me.» le sorrido addolcendo il tono della voce e le carezzo il viso dolcemente «sappi che io resterò al tuo fianco, qualsiasi sia la tua scelta.» incrocio poi le braccia la petto, fiero «e poi posso raggiungerti dove mi pare adesso. Anche io ho il tuo stesso potere… vedessi la figuraccia che ho fatto la prima volta.» le sorriso chiudendo poi gli occhi e portandomi le mani dietro la testa felice. Felice per tutto. La guardo negli occhi un’ultima volta, vorrei che questo momento durasse per sempre, che non potesse mai terminare… e invece, come ogni cosa bella… «Cassandra… devo fare ritorno in fazione… gli altri potrebbero cominciare a preoccuparsi…» abbasso lo sguardo cercando poi di abbracciarla, di stringerla un ultima volta con la sicurezza però, di poter tornare al monastero con il cuore più leggero…


  2. #242
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    CASSANDRA DE LAGUN

    Si scosta quando parlo dell'orgoglio di famiglia: non deve essere facile per lui, sono stata una sciocca a non pensarci ma deve superare tutto questo, me l'ha promesso e sono fiduciosa che si risolverà tutto. Quel segno sul suo petto è la testimonianza di dove viene, del sangue da cui discende, dell'amore di nostra madre quando l'ha protetto da quel lupo. Poi sorrido con tutta la gioia che mi esplode nel petto: anche Andreus ha il potere del teletrasporto! Finisco la mia parte di cornetto salato, la più grande, me l'ha porta come quando eravamo piccoli... come abbiamo potuto solo pensare che questa guerra ci potesse dividere? Sono felice, il cuore leggero dopo tanto tempo, inizio a vedere tutto con più positività, come se le pieghe della mia vita vanno man mano stese, come se la stoffa che cucio con le mie azioni e le mie scelte stia diventando di seta liscia e brillante. Annuisco quando mi parla di Lantis, anche se lui invero non ha proprio fatto nulla di male, le sue parole al ballo sono state di stima e questo è raro da lui. Sono io che avevo girato una recita tutta mia, ma giustamente è arrivato il tempo della realtà. Andrò avanti, il mio ruolo mi impone determinati sacrifici e questa guerra, Dohaeris ha bisogno di un Primo Cavaliere che la protegga dalla notte di Raiden. Devo essere quel cavaliere in cui ogni cittadino del regno è orgoglioso di riconoscersi. Quando tutto finirà non so cosa ne sarà di me, ma saprò di aver fatto il mio dovere per il bene della gente, per il bene della mia famiglia. Sì, io ed Andreus torneremo insieme a Gaearmir, nostro padre supererà i suoi dubbi e i suoi conflitti... il futuro sarà radioso perchè noi ci impegneremo a farlo così. Tutti, a modo proprio, stiamo lottando per questo. Persino Targaryus, Drako, Esperin. Gli Dei ci proteggano e ci aiutino a vedere la fine di questa tragedia e io confido in loro. Andreus mi guarda dritto negli occhi, ha ragione, è ora di tornare. Lo abbraccio prima di prendere la via del Glados, sussurrandogli: "Ti voglio bene, sarà sempre così, ricordalo". Cerco di imprimere bene nella mente il suo odore, il calore delle sue braccia, quell'emozione di trovarmi a casa, al sicuro, protetta da mio fratello come è sempre stato. Rivedremo ancora insieme lo scintillio del mare di Gaearmir, te lo prometto Andreus, ci metterò tutte le mie forze! La luce blu mi invade le membra e una lacrima scende di malinconia: rivederlo e parlargli mi ha dato nuova energia e avrei tanto voluto restare con lui per sempre!

  3. #243
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Andreus De Lagun

    «Ti voglio bene, sarà sempre così, ricordalo»
    mi sussurra mentre mi stringe a sé e io sento il battito del suo cuore che si sincronizza col mio. Sorrido felice, perché so che è così. Sono al sicuro adesso. Sento di aver ritrovato il mio porto sicuro, il mio faro… la mia Gaearmir personale. La stringo a mia volta «non ti abbandonerò mai, qualunque cosa accada.» rispondo in un sussurro. Restiamo così qualche minuto interminabile fin quando non è Cassandra stessa a sciogliere l’abbraccio. Le sorrido e dopo averle fatto cenno di andare la seguo fino al Glados non prima di aver rivolto un sentito ringraziamento ai Saggi. Dovrei anche porgere loro delle scuse… credo che abbiamo allagato la Zona Neutra con le nostre lacrime. Rivolgo un ultimo sguardo al cielo stellato del Valmorguli e dopo aver atteso che Cassandra l’abbia attraversato prima di me. Ne sfioro la superficie col dorso della mano visualizzando nella mia mente la mia meta. Il monastero e quando la luce blu del portale si fa più intensa, lo attraverso accogliendo quella familiare sensazione di trasporto…

    Continua qui

  4. #244
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Shayla Bolton


    Ed eccomi qua, in questo luogo immobile ed etereo sospeso nello spazio e nel tempo, immerso nel nulla e bla bla bla. Mi sono sempre chiesta cosa facciano i Saggi durante la loro eterna vita qui... non si annoiano? Giocano a carte? Non possono neanche interferire nelle nostre vite, non come fa Raiden. Lui si che ha senso dell'umorismo non come Elanor, sempre rigida ed austera, si sarà mai fatta una risata? Scommetto di si, è una furbona quella lì! Se non sbaglio l'elfo è il più simpatico... almeno visivamente mi da quell'impressione, ma fammi stare zitta altrimenti stanotte finisco fulminata. Eppure, nonostante questi discorsi stupidi, devo ammettere che mi sento in parte intimorita e messa in soggezione dalla maestosità di questo luogo e da cosa rappresenta, oltre che da quelle tre figure che in un modo o nell'altro hanno dato vita alla Dohaeris per cui adesso sto lottando anche io. Raggiungo la sala dei tre troni e mi inginocchio mostrando il dovuto rispetto "Signori, questa volta non sono qui per adescare clienti, lo giuro" esclamo con ironia, in fondo mi conoscono anche loro, ma subito dopo il tono diviene molto più serio "ma per chiedere umilmente il vostro aiuto per incontrare Gregory Bolton" resto in attesa della loro risposta, anche se di questa scelta non sono ancora tanto convinta.

  5. #245
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Antichi saggi

    Shayla i tuoi passi riecheggiano nell’enorme sala dei saggi e il silenzio sacro e sovrano diviene quasi opprimente alle tue orecchie, conosci ormai bene il luogo ma ad ogni passo il senso di soggezione si fa più presente. Osservi e ti inginocchi dinanzi al cospetto di coloro che hanno fondato il Regno e invochi la loro presenza. «Alzate il capo e bentornata giovane Bolton.» è Elanor, l’antica strega che ti è affine per razza che ti parla. Compare alta e fiera sul suo seggio assieme agli altri due che restano in silenzio «nella vostra giovane mente non dovrebbe essere presente la preoccupazione di come noi Saggi passiamo il nostro sacro tempo in questo luogo.» ti dice calma e con lieve sorriso accennato sulle labbra «Mercur è già in viaggio verso la residenza dei Bolton, potete attendere oltre quella porta.» ti risponde infine indicandoti con un chiaro gesto della mano il portone di legno alla tua sinistra. La luce dei saggi svanisce così come le loro figure e resti da sola avvolta nuovamente dal silenzio…

  6. #246
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Shayla Bolton


    «Alzate il capo e bentornata giovane Bolton.» è Elanor a parlarmi per prima, compare con la sua solita fierezza e compostezza assieme agli altri due saggi che però restano in silenzio. Alzo il capo e resto in ascolto mentre inizio ad avvertire un pò d'ansia per quello che ho deciso di fare «nella vostra giovane mente non dovrebbe essere presente la preoccupazione di come noi Saggi passiamo il nostro sacro tempo in questo luogo.» mi dice poi calma e con un lieve sorriso sulle labbra, un momento... ha sorriso? Forse me lo sono solo immaginata, o forse leggendo nella mia mente ha avuto qualche idea...eh Elanor? Ti ho capita! «Mercur è già in viaggio verso la residenza dei Bolton, potete attendere oltre quella porta.» mi indica la porta in legno mentre io li ringrazio per il loro aiuto, prima di svanire nel nulla assieme agli altri. Entro così titubante nella stanza richiudendo la porta alle mie spalle e liberando un respiro profondo, spero che questa cosa finisca presto. I miei passi riecheggiano nella zona Neutra man mano che avanzo, davanti a me l'imponente statua tramite cui i saggi si impicciano di questi nostri incontri, chissà quante ne hanno viste qui dentro. Mi è capitato varie volte di essere invitata qui quando il mio nome ha cominciato a circolare a Capo Tempesta ma mi sono sempre rifiutata di andare avanti, anche solo per guardare ho sempre richiesto un compenso e dubito che quei tre sarebbero stati disposti a concedermelo, ho quindi sempre spostato il discorso altrove. Mi sento strana, non saprei neanche definire come, sento un misto d'ansia ed aspettativa o forse semplicemente desiderio che tutto questo finisca presto e nel modo che ho pensato. Ho tolto il ciondolo e l'ho messo in tasca, non ho intenzione di rivelare il mio legame con lui, voglio solo informarlo del pericolo a cui vanno incontro perchè non voglio averli sulla coscienza, tutto qui. Quasi non mi sono resa conto di aver iniziato a camminare avanti e indietro, lo faccio spesso quando sono nervosa ma non ho motivo di esserlo ora, così mi impongo di restare ferma con lo sguardo fisso sulla porta in legno fin quando questa non si schiude lentamente annunciando l'arrivo del mio interlocutore. L'uomo ha un aspetto rispettabile e severo, vestito di tutto punto con i colori della casata e con lo sguardo perplesso davanti alla figura che si trova davanti, non ha ovviamente la minima idea di chi io sia ed è meglio così.



    Mi saluta in modo formale come se fossi una nobildonna a cui portare rispetto, non sa quanto il suo pensiero sia distante dalla realtà...ma non sono qui per questo. "Gregory Bolton" parlo in modo freddo e distaccato, non sento nulla, probabilmente quel bisogno di famiglia che sentivo un tempo è morto assieme a mia madre "sono qui per lasciarvi un messaggio da parte di Efrem Targaryus, sono un'esponente della sua fazione.



    "Efrem vi ringrazia per il vostro appoggio ma preferirebbe che vi allontanaste da Asshai per la vostra sicurezza. Stanno circolando informazioni e restare a contatto con casate fedeli ai Reali sta diventando estremamente pericoloso
    " concludo a fatica il discorso perchè l'uomo continua a scrutarmi in un modo strano quasi senza badare alle mie parole, mi fissa negli occhi e sembra perplesso, incuriosito, prego Raiden che non sia un vecchio viscido come tanti. "I Feralys non sono al corrente del nostro schieramento, Efrem sa che abbiamo tenuto riservata questa nostra scelta per motivi personali. Cos'è cambiato?" mi chiede impassibile mentre muove qualche passo verso di me, distolgo lo sguardo e mi sento tremendamente nervosa per questo suo atteggiamento oltre che per il dovergli dare una spiegazione credibile senza coinvolgere me stessa ed il mio nome, stupidamente pensavo che avrebbe accettato il consiglio di buon grado "Una... fuga di informazioni, purtroppo. Non siete più al sicuro" "Efrem mi aveva assicurato massima riservatezza" ribatte ancora quando ormai ci separa solo un metro scarso, non capisco perchè mi senta così in soggezione, non è nessuno per me.



    "Capisco il vostro disappunto, ma credo che al momento la cosa più urgente sia mettere al sicuro voi e vostra moglie" "Come vi chiamate?" alzo lo sguardo perplessa, non capisco cosa c'entri ora il mio nome con tutto questo, inizia davvero ad infastidirmi questo suo modo di fare "Non credo abbia importanza come io mi chiami" alzo un sopracciglio contrariata mentre l'idea che mi stia guardando nel modo in cui mi hanno sempre guardata tutti inizia a darmi il voltastomaco, avrei fatto meglio a lasciarli al loro destino, sto diventando troppo sentimentale in questo periodo e non è certamente da me. "Hai i capelli neri, li ricordavo rossi... ma i tuoi occhi non sono cambiati negli anni, sono i suoi ed i miei...Shayla" resto a bocca aperta nel sentire le sue parole mentre il panico inizia ad impossessarsi di me, non dovrebbe sapere della mia esistenza, qualcuno che mi vuole male mi sta giocando un brutto scherzo. Lo fisso negli occhi, occhi identici ai miei per forma e colore, occhi identici a quelli che sua figlia ha ereditato da lui ed ha trasmesso a me, ma non riesco a dire nulla. "Credi che non sappia chi sei? Credi davvero che non abbia cercato mia figlia dopo la sua fuga?" continua a parlare mentre il suo viso si incupisce, tristezza e senso di colpa sono facilmente percepibili ma continuo a non capire. "L'ho ritrovata quando avevi appena quattro anni, avrei voluto riportarvi a casa ma vedere cosa era diventata..." inizia a parlare con più difficoltà, come se gli costasse uno sforzo enorme ripensare a quei momenti "vedere a cosa si era abbassata invece di chiedere l'aiuto di suo padre, un padre forse troppo autoritario e tradizionalista che però avrebbe cercato di rimediare al disonore di una gravidanza fuori dal matrimonio. Ma davanti a...quello... non ce l'ho fatta" torna a guardarmi negli occhi, sono lucidi come sento che stanno diventando anche i miei mentre sento un nodo alla gola sempre più forte "mi sono vergognato di lei, ho abbandonato mia figlia al proprio destino e l'ho considerata morta" abbassa lo sguardo e si porta una mano alla fronte, massaggiandosi le tempie mentre io resto pietrificata dalle sue parole.



    "Quando poi sono tornato a cercarla anni dopo volevo chiederle scusa ma... era troppo tardi ed una parte di me è morta con lei. Tu avevi quasi dodici anni, eri parte di quel mondo, portavi al collo il suo ciondolo ed eri così simile a lei, seppure con i colori di tuo padre, un padre che non so nemmeno chi sia. Mi vergognai profondamente di me stesso, di che mostro di genitore io fossi stato. Non ebbi il coraggio di avvicinarti e poi...poi dieci anni fa hai lasciato quello squallido posto ed ho perso le tue tracce, fino ad ora" punta lo sguardo a terra senza aggiungere altro mentre io resto ancora in silenzio, scossa dalle sue parole, e con una mano prendo il ciondolo dalla tasca osservandolo per qualche istante. Torno a guardarlo e lo sta fissando anche lui, ha le lacrime agli occhi e si aspetta forse qualcosa, un cenno da parte mia, qualcosa che non ho la forza e la voglia di dargli. "Mia madre ha sofferto fino all'ultimo per la sua scelta, pensava di non avere altra possibilità" parlo con tono freddo, arrabbiato, forse per lei sarebbe andata diversamente se non si fosse vergognato di accogliere una meretrice in casa, lei che era così dolce...e così convinta che suo padre l'avesse ripudiata "Io no" rimetto il ciondolo in tasca e mi schiarisco la voce prima di parlare "Sono cresciuta per ventisei anni da sola, non sono qui per riallacciare rapporti di cui non ho mai sentito la necessità"



    "Lo so..." risponde interrompendo le mie parole, ancora però con lo sguardo basso "il mio nome è arrivato ai Reali, impiegheranno poco a collegarmi a voi, volevo solo avvisarvi di questo pericolo imminente" "Ti ringrazio...ci allontaneremo da Asshai questa notte stessa" la voce tradisce un forte rammarico ed una forte delusione, ma non sento di dirgli altro. "Bene... quindi posso andare" annuisce soltanto alle mie parole e muovo qualche passo verso la porta, fermandomi poi prima di aprirla quando mi rivolge di nuovo la parola "Vieni con noi. Non ho fatto in tempo con tua madre, permettiti di esserci per te" stringo i pugni ma non mi volto, non ho bisogno di loro e tanto meno loro hanno bisogno di una come me, appartengo ad un mondo diverso, non sono quello che pensano "Il mio posto è con i Ribelli, non con voi" rispondo duramente, forse troppo, e riprendo ad avanzare intenzionata ad uscire quando però le parole escono da sole, al contrario di ciò che la mia mente si era imposta "Forse... dopo la guerra, quando tutto sarà finito...non lo so, sto rivalutando tante cose, ma ho bisogno di tempo" mi volto verso di lui e noto un sorriso sulle sue labbra, un sorriso che ricambio incerta prima di uscire dalla stanza con una tremenda confusione in testa ed un forte turbamento.



    A passi veloci raggiungo il Glados per poi attraversarlo per tornare al rifugio... ho bisogno di riposare.

    FINE OTTAVA TURNAZIONE

  7. #247
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    L'atmosfera eterea ed immutabile del Valmorghuli mi accoglie attraversato il Glados, affretto i passi osservandomi intorno e come speravo sono in tempo, temevo di non riuscire a portare a termine l'incontro con Efrem prima di occuparmi del resto. Percorro i metri che mi separano dalla sala dei troni continuando a pensare a cosa dirgli, a come parlargli di un argomento che anch'io non sono ancora riuscita ad accettare e ad elaborare. Forse non crederà alle mie parole oppure si rifiuterà di toccare l'argomento o di ascoltarmi, forse sto sbagliando a parlargliene...forse dovrei lasciar stare e concentrarmi soltanto sul resto ma non ci riesco. Raggiungo i troni vuoti, sento già l'occhio vigile dei saggi su di me, scrutano nella mia mente, nel mio animo, sanno ciascuna motivazione che mi ha portata qui questa sera e sono certa che sia stata la cosa giusta da fare "Antichi Saggi, torno a chiedere il vostro aiuto per i motivi che nella vostra onniscienza già conoscete. Ho bisogno di parlare con Efrem Targaryus" resto in silenzio in attesa della loro risposta.

  8. #248
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Antichi Saggi

    Esperin, lo spirito dell'antico Saggio Daeron si palesa a te immediatamente, la sua aura è ancora persistente nonostante il trapasso, così come ogni mago potente, la sua aura instilla calma e serenità. "Giovane Raeghar, il tuo animo è nobile, la tua volontà ferrea, ma il cuore è provato. Alza il Capo e lotta per ciò che ritieni sia giusto. Mercur è stato inviato da Efrem Targaryus, puoi attenderlo al di là di quella porta" Ti osserva e solo dopo qualche istante si dissolve nel nulla

  9. #249
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    Il mago Daeron appare quasi istantaneamente avanti a me accompagnato da quella sensazione di calma e serenità che lo caratterizza, ne subisco volentieri gli effetti e l'incertezza di aver preso la decisione sbagliata venendo qui svanisce nel nulla, ho fatto quello che andava fatto, ho agito seguendo i miei ideali e la mia indole come sto cercando di fare sempre da quando ho deciso di schierarmi con Drako. Chiamare Efrem, portare avanti un mio piano, sfruttare ogni possibile vantaggio derivato dalla mia posizione...è stato tutto giusto e non ho alcun dubbio. "Giovane Raeghar, il tuo animo è nobile, la tua volontà ferrea, ma il cuore è provato." ascolto le sue parole rispecchiandomi in esse, anche se vorrei che non fosse vero, vorrei essere più forte anche in questo "Alza il Capo e lotta per ciò che ritieni sia giusto. Mercur è stato inviato da Efrem Targaryus, puoi attenderlo al di là di quella porta" alzo il capo ed annuisco con determinazione per poi ringraziarlo prima di vederlo svanire nel nulla. Apro la pesante porta di legno e mi ritrovo nuovamente nella zona neutra pronta ad affrontare Efrem ed il suo odio nei confronti dei Raeghar.

  10. #250
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Efrem Targaryus

    Avanzo a passo spedito all’interno della Valmorguli e quella sensazione familiare di disagio e soggezione si fanno sempre più presenti man mano che varco l’entrata della sala. I troni sono vuoti ma i Saggi mi osservano, loro sono già qui anche se io non riesco a vederli. Mi inchino davanti ai loro troni mentre la consapevolezza di poter rivedere Drako dietro quella porta si fa sempre più presente è opprimente. Che cosa vorrà da me? Possibile che abbia alzato il suo culo solo per andare a salutare mio padre? È impensabile. «Perdonate se disturbo il vostro sonno venerabili Saggi. Ma il vostro messaggero mi ha riferito che la mia presenza era richiesta in questo luogo.» dico in tono rispettoso e solenne mentre con un bagliore le tre imponenti figure si palesano a me sui loro seggi, l’Elfo antico Irith mi osserva, scruta i miei occhi prima di parlarmi «giovane Targaryus, colei che richiede della vostra presenza si trova aldilà di quella porta, all’interno della Zona Neutra. Potete andare.» l’uomo mi indica serio il pesante portone di legno prima di svanire nel nulla. Chino il capo in un inchino mentre tutti e tre scompaiono e attraverso l’uscio. Arrivato nella stanza noto una ragazza con abiti umili osservarmi per un attimo, la guardo scrutandola fin quando sotto quella massa disordinata di capelli non riconosco la principessa Esperin in persona. Oh… ma guarda un po’. Le rivolgo un inchino palesemente falso «mia cara principessa Esperin…» dico con un sorriso ironico stampato sul viso «sono desolato, ma il persiano che mi avete richiesto mesi fa non è più arrivato.» ancora ricordo quegli occhioni che mi fece quando me lo chiese, un persiano bianco e dagli occhi chiari. La bambina a cui lo regalai fu molto felice di averlo…

 

 
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