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  1. #251
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    La pesante porta in legno si apre ed Efrem entra nella stanza osservandomi perplesso, impiega qualche istante a riconoscermi con questi abiti e con i capelli corti ma noto che lo ha fatto quando quell'espressione ironica e strafottente torna a fare capolino sul suo viso e mi rivolge un inchino palesemente falso «mia cara principessa Esperin…» mi dice sorridendo, alzando nuovamente gli occhi su di me «sono desolato, ma il persiano che mi avete richiesto mesi fa non è più arrivato» ritorno con la mente a quella richiesta che gli feci al termine di uno dei tanti allenamenti, ci ritrovammo non so come a parlare di gatti, beh...ammetto che coglievo facilmente l'occasione per farlo, ed acconsentì quando gli chiesi di farmi arrivare da Sandover un bel persiano bianco con gli occhi chiari, forse conosceva qualcuno che ne aveva...non ricordo esattamente, ma so che non arrivò mai e neanche ricordavo più quell'episodio. "Me ne farò una ragione, Targaryus" gli rispondo ironica, mantenendo il suo sguardo "o preferisci essere chiamato Gran Maestro degli Elfi, adesso" continuo poi, con lo stesso tono e con un sorriso, alludendo a quanto sia pazzesca questa scelta degli Dei "ma preferirei Efrem, senza questi formalismi che ormai da tempo non appartengono né a me né a te." E' da tanto che non ho modo di parlare con lui, probabilmente se non fosse per il mio schieramento in questa guerra penserebbe a me semplicemente come alla principessina dagli occhi ingenui che aveva modo di allenare alla torre, o forse lo pensa ugualmente, magari pensa che io sia stata manovrata nelle mie scelte e dubito darebbe molta credibilità alle mie parole in quel caso ma spero si renda conto già dalle mie parole che sono molto cambiata da quei giorni e che sono qui per un motivo preciso, per chiarire una questione importante che indirettamente coinvolge entrambi perchè è giusto che sappia come sono andate le cose ed il motivo che ha scatenato tutto, un motivo che in ogni caso non giustifica quello che è successo. "Non sono qui per parlarti di questa guerra, arrivati a questo punto sarebbe inutile e non ascolteresti le mie parole come non hai ascoltato Drako" come io non ascolterei le sue, dopotutto. Decido di andare subito al dunque, senza tanti giri di parole che dato l'orario e la difficoltà dell'argomento sono totalmente fuori luogo "Sono qui perchè sono a conoscenza di cosa è successo a tua madre e a tua sorella, so probabilmente molto più di quanto sappia tu e trovo giusto parlartene" faccio un respiro profondo, non so come affrontare il discorso, non so neanche se preferirà andarsene prima di farlo dato che certamente è un tasto molto dolente per lui, potrebbe anche pensare che io voglia dirgli determinate cose solo per destabilizzarlo o comunque per secondi fini legati alla guerra, ma non è assolutamente così "ma voglio essere certa di avere la tua attenzione, senza ironia e senza collegare la questione alla nostra divergenza di opinioni in merito a questa guerra" mantengo ancora il suo sguardo in attesa di una reazione prima di continuare il discorso.

  2. #252
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Efrem Targaryus

    Incrocio le braccia al petto osservando la ragazza che mi sta di fronte, totalmente diversa da quella che ricordavo. A cominciare dagli abiti. Ero abituato a quei sontuosi vestiti colorati e costosi e ora, vederla indossare degli straccetti come tutti noi. Beh… è parecchio strano. La ragazza sembra ricordare la sua richiesta, la guardo ironico mentre risponde «me ne farò una ragione, Targaryus» dice fissando i miei occhi per poi continuare «o preferisci essere chiamato Gran Maestro degli Elfi, adesso» piego le labbra in un sorriso, a quanto pare le notizie girano molto più velocemente di quanto pensassi. I Saggi sanno sempre come farsi i fatti degli altri… chissà come l’avrà presa Drako. «Ma preferirei Efrem, senza questi formalismi che ormai da tempo non appartengono né a me né a te.» sciolgo le braccia e vado a sedermi sotto alla statua degli Occhi dei Saggi allargando le braccia come a volerla invitare a parlare anche se la cosa mi sembra piuttosto assurda. Lei. La principessina dagli occhioni blu. La più ingenua ma… tutto sommato, la migliore allieva che io abbia mai avuto. Ne ho allenati parecchi nell’uso della telecinesi, ma poche volte mi sono divertito come con lei. «Non sono qui per parlarti di questa guerra, arrivati a questo punto sarebbe inutile e non ascolteresti le mie parole come non hai ascoltato Drako» benissimo allora, almeno questo lo sa. Avanti allora, Esperin, parliamo. Lei non ha alcuna intenzione di convincermi, così come io non voglio sottrarla alle file di Drako. «Sono qui perché sono a conoscenza di cosa è successo a tua madre e a tua sorella, so probabilmente molto più di quanto sappia tu e trovo giusto parlartene» sento un macigno piombarmi sulle spalle ad ogni sua parola e sento quel peso farsi sempre più pesante. Il mio viso muta mentre la osservo e sento la rabbia aumentare istante dopo istante. Stringo involontariamente la presa sul basamento della statua mentre lei fa un respiro come se stesse cercando di raccogliere le idee. Chi le dà il diritto di intromettersi così nella mia vita? Cosa le importa di cosa è successo alla mia famiglia? Lei che in tutta la sua vita non ha dovuto mai alzare un dito e che ha sempre ottenuto ogni cosa. Con che coraggio viene a dirmi ciò? «Ma voglio essere certa di avere la tua attenzione, senza ironia e senza collegare la questione alla nostra divergenza di opinioni in merito a questa guerra» continua a fissarmi negli occhi ostentando una sicurezza di cui non ho bisogno «dunque hai capito perché quel porco del tuo amato marito ha fatto a pezzi la mia famiglia?» chiedo con rabbia, «per quale motivo dovrei crederti o darti il minimo ascolto? Le tue parole non riporteranno indietro quelle persone, rispondimi Esperin… cosa me ne dovrei fare delle tue stronzate?» vorrei andarmene… ma non ci riesco…

  3. #253
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    Ero pronta alla sua reazione, o almeno credevo di esserlo quando ho deciso di varcare quella soglia e parlargli in modo così diretto. So che non è un argomento facile per lui e che non avrei alcun diritto di toccarlo se non fosse per quello che ho scoperto ma mi sento in dovere di raccontargli come sono andate le cose anche se fa male sia a lui che a me. Ammettere cosa ha fatto mia madre non è facile, non sono riuscita a dirlo neanche a Drako e forse non riuscirei a farlo neanche con Lantis ma lui...erano sua madre e sua sorella, non posso comportarmi da vigliacca e cancellare tutto, è giusto che sappia. In pochi istanti il suo sguardo da ironico diviene perplesso e poi carico di rabbia e disprezzo, non mi aspettavo diversamente anche se le sue parole fanno ugualmente male «dunque hai capito perché quel porco del tuo amato marito ha fatto a pezzi la mia famiglia?» male probabilmente per i motivi sbagliati, perchè non son riuscita ad essere obiettiva neanche davanti a questo e mi sento talmente stupida che per un momento abbasso lo sguardo non riuscendo a mantenere il suo «per quale motivo dovrei crederti o darti il minimo ascolto? Le tue parole non riporteranno indietro quelle persone, rispondimi Esperin… cosa me ne dovrei fare delle tue stronzate?» torno a guardarlo mentre attende una mia risposta, una motivazione che non ho e che non ho intenzione di inventare "Niente" gli dico sinceramente, non ha senso girare intorno alla questione "le mie parole non cambieranno niente, sapere la verità non le riporterà indietro. Probabilmente sono io ad essere egoista perchè da quando ho saputo cosa è successo sento un peso sulla coscienza che mi ha spinto a venirti a parlare, a dirti tutto. Forse perchè anche io sono rimasta per anni all'oscuro della merda che ruotava attorno alla mia famiglia ed avrei voluto che qualcuno lo avesse fatto con me" prima che la situazione precipitasse, prima che mio padre venisse avvelenato, prima che lo facesse Ryuk. Faccio un altro respiro profondo, poggiandomi con la schiena alla parete di roccia alla sua destra "Quando ami una persona non riesci ad accettare che possa sbagliare o compiere azioni ingiustificabili come questa e vorresti solo negare tutto...ma non potevo farlo, non in questo caso, anche se ammetto di averlo pensato" e mi sento in colpa per questo. Torno a guardarlo per un attimo, poi incrocio le braccia al petto "Ok..." devo dirlo, devo raccontargli tutto anche perchè non so cosa sappia effettivamente. Inizio a parlare come un fiume in piena, prestando attenzione a non dimenticare nulla "Prima di sposare mia madre per rispettare l'accordo con i Blackfire stipulato prima della morte di mio zio Joseph, mio padre amava un'altra donna. Il loro era un amore sincero e sarebbero presto convolati a nozze, me ne parlò qualche anno fa anche se non ho mai saputo il suo nome fino ad ora. Dopo quella tragedia dovettero lasciarsi, lei abbandonò le guardie reali e si allontanò dal Castello... quella donna era tua madre, Ysotta" gli spiego tutto d'un fiato, cercando di mantenere ferma la voce che sento già tremare leggermente. "Qualche mese dopo... ebbe una bambina, tua sorella, quando ancora non era sposata con tuo padre. Una bambina che quindi poteva essere frutto dell'amore con mio padre, della quale lui non seppe mai nulla altrimenti le avrebbe dato immediatamente il suo nome, su questo non ho il minimo dubbio" resto qualche istante in silenzio, poi torno a mantenere il suo sguardo "Lui no... Ma mia madre si." L'ho detto, l'ho ammesso davanti a qualcun altro... mia madre era un'assassina, aveva la sua famiglia sulla coscienza "Mi dispiace tanto Efrem, so che non serve a niente ma sentivo il bisogno di chiederti perdono per ciò che ti è stato fatto, per questo orrore che è stato compiuto ingiustamente ai danni della tua famiglia. È stata mia madre a dare a Ryuk l'ordine di uccidere tua madre e tua sorella, probabilmente per assicurarsi che non potesse un giorno reclamare il trono" resto in silenzio, dandogli il giusto tempo per elaborare tutte queste notizie mentre sento la gola secca ed il battito del cuore alterato, non so se riuscirò mai ad accettare tutto questo ma so di aver fatto la cosa giusta rivelandolo ad Efrem.

  4. #254
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Efrem Targaryus

    «Niente»
    secco. Sento quella parola piombarmi addosso aggravando il peso di ciò che mi ha detto. Niente. Io non posso fare niente. La mia famiglia non tornerà più e ho convissuto una vita intera con questa convinzione. Ma allora… perché adesso fa così male? Perché adesso questa consapevolezza mi sta divorando dall’interno? La guardo impassibile aspettando le sue parole. «Le mie parole non cambieranno niente, sapere la verità non le riporterà indietro. Probabilmente sono io ad essere egoista perché da quando ho saputo cosa è successo sento un peso sulla coscienza che mi ha spinto a venirti a parlare, a dirti tutto. Forse perché anche io sono rimasta per anni all'oscuro della merda che ruotava attorno alla mia famiglia ed avrei voluto che qualcuno lo avesse fatto con me» dunque adesso inizi a comprendere le mie battute durante gli allenamenti, eh Esperin? Ti serviva questa guerra per capire il marcio che c’era intorno a te. Si posa alla parete parlandomi di amore, di perdono. Non ci può essere perdono in un gesto simile, non si può perdonare il carnefice della tua famiglia con una semplice stretta di mano o un boccale di birra. No… quell’essere, così come chiunque sia stato coinvolto dietro questa assurdità merita solo la morte. Il mio sguardo è ancora fisso su di lei, glaciale e non attendo altro che le sue parole. Voglio sentire, voglio vedere questa verità che mi è stata nascosta per anni. «Ok...» dice facendo una piccola pausa e mi sembra di trattenere il respiro fin quando non inizia a parlare. Inizia a raccontarmi di suo padre, del Re innamorato di un’altra donna prima della regina e di una storia nata prima della morte del fratello del sovrano. «Lei abbandonò le guardie reali e si allontanò dal Castello... quella donna era tua madre, Ysotta» resto pietrificato e sento le mie mani tremare mentre lei parla… mia madre… mia madre fu la prima donna di Rickard. «Qualche mese dopo... ebbe una bambina, tua sorella, quando ancora non era sposata con tuo padre. Una bambina che quindi poteva essere frutto dell'amore con mio padre, della quale lui non seppe mai nulla altrimenti le avrebbe dato immediatamente il suo nome, su questo non ho il minimo dubbio» scatto in piedi stringendo i pungi «no! È impossibile!» sibilo a denti stretti mentre sento crollarmi ogni certezza. Reneè non è mai stata figlia di Benor… e ne abbiamo sempre ignorato l’origine. Non m’importava, per me lei era mia sorella e mi bastava questo, non volevo sapere altro. Una famiglia non esiste solo per il sangue che li lega. Ma adesso… sapere che mia sorella fosse la bastarda di Rickard. No. Abbasso gli occhi stringendo ancora di più i pugni mentre Esperin sospira «lui no... Ma mia madre sì… mi dispiace tanto Efrem, so che non serve a niente ma sentivo il bisogno di chiederti perdono per ciò che ti è stato fatto, per questo orrore che è stato compiuto ingiustamente ai danni della tua famiglia. È stata mia madre a dare a Ryuk l'ordine di uccidere tua madre e tua sorella, probabilmente per assicurarsi che non potesse un giorno reclamare il trono» il silenzio piomba nella sala, fisso il terreno sotto di noi mentre sento la rabbia crescere sempre più violenta «la mia famiglia è stata fatta a pezzi, la casa in cui vivevo data alle fiamme e tutto ciò che mi legava a loro, i miei ricordi… il mio occhio. Tutto distrutto, solo perché quella miserabile di tua madre aveva paura di far cadere il suo culo dal trono…» alzo lo sguardo incrociando i suoi occhi «come puoi perdonare un essere simile?» sento dopo tanti anni gli occhi bruciare, come quel giorno, come quando ripresi coscienza dei miei ricordi «sono morte per questo… solo perché mia sorella era… tua sorella…» mi risiedo sotto la statua reggendomi la testa tra le mani. Il silenzio ripiomba nella sala confermando ogni mio pensiero…

  5. #255
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    Non riesco a decifrare esattamente le numerose espressioni che vedo alternarsi sul viso di Efrem mentre gli parlo, rabbia, incredulità, perplessità, rancore, tristezza. Sono consapevole che avergli rivelato queste cose gli ha provocato una sofferenza atroce ma non sapere nulla e continuare a chiedersi perchè sia stato compiuto un gesto del genere credo sia ancora peggio, forse dipende dal mio percorso personale ma ritengo che sapere la verità, anche nel caso in cui faccia male, sia sempre la cosa migliore. Mi urla che non crede alle mie parole, che quello che sto dicendo è impossibile, ma credo basti il mio tono ed il modo in cui continuo a parlargli dell'accaduto a convincerlo del contrario, ed infatti alla fine rimane a fissare il terreno mentre vedo nei suoi occhi una rabbia sempre più incontrollabile «la mia famiglia è stata fatta a pezzi, la casa in cui vivevo data alle fiamme e tutto ciò che mi legava a loro, i miei ricordi… il mio occhio. Tutto distrutto, solo perché quella miserabile di tua madre aveva paura di far cadere il suo culo dal trono…» alza lo sguardo ed incrocia il mio, non so come reagire alle sue parole perchè so che ha ragione, so che l'unica motivazione che può aver spinto mia madre a fare una cosa del genere era assicurare il trono a Lantis, a suo figlio. Non può averlo fatto per gelosia, non era il tipo e mio padre l'amava con tutto se stesso, non può esserci stato alcun tipo di astio tra le due, a malapena ho sentito nominare la loro casata in questi anni e solo per la loro storia, nei tomi delle casate. E' stato semplicemente interesse, profitto, politica forse... non lo so, non ho le forze di pensarci ancora. Mantiene gli occhi fissi nei miei e lo guardo rattristata, vorrei potergli dire che non è così ma non posso. «come puoi perdonare un essere simile?» come posso perdonarla, come posso superare tutto questo... non lo so. Non so come separare la figura della madre amorevole che mi ha cresciuta da quella di una donna senza scrupoli capace di uccidere pur di mantenere la propria posizione. Eppure... è lei, è sempre la stessa donna. L'amore che provo per lei, i ricordi che ho con lei, il dolore quando l'ho persa, di quando ho dovuto rinunciare ai suoi abbracci ed alla sua voce...è tutto qui, al centro del petto, e ci resterà sempre "è mia madre, non smetterò mai di amarla" mi limito a rispondergli abbassando poi lo sguardo, credo che questo racchiuda tutto ciò che penso e che provo, senza bisogno di aggiungere altro, non può giudicarmi per questo. Guardo ancora i suoi occhi arrossati, vorrei poter dire qualcosa ma so che al momento non ci sono parole adatte «sono morte per questo… solo perché mia sorella era… tua sorella…» torna a sedersi sotto la statua e poggia la testa tra le mani, ha l'aria sconvolta e sofferente, non avrei mai voluto essere la causa di tutto questo. Mi avvicino lentamente e mi siedo accanto a lui "mi dispiace" ripeto ancora, quasi sussurrando, ormai non so neanche quanto senso abbia dirlo. Sua sorella era...mia sorella, e non so neanche il suo nome, non so com'era...il suo carattere, magari era come mio padre, magari somigliava a lui. Sento di nuovo una stretta al petto per l'ingiustizia che mia madre ha commesso ed alla fine le parole escono da sole "ti va di...parlarmi di lei?" di lei... della sorella che non ho avuto modo di conoscere.

  6. #256
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Efrem Targaryus

    Mi sento precipitare e tutto ciò che credevo chiaro, ogni cosa certa, si oscura fino a scomparire o a divenire sfocata. Per il trono… la mia famiglia è stata massacrata per il trono, un trono che nemmeno volevamo, un trono che non ci importava di avere. Sospiro pesantemente, nervoso ma soprattutto sconvolto da tutto ciò. Anni… a chiedermi che cosa avesse fatto la mia famiglia per meritare un destino tanto atroce, anni a chiedermi il perché di tutto questo. Domande inutili visto che la risposta è così semplice. Alzo la testa guardando dritto verso Esperin… mi guarda e il suo sguardo sembra triste, confuso. Venire a scoprire di avere una sorella e di non averla mai conosciuta, forse posso solo intuire come si senta ora. Sospiro amareggiato quando la sento dire «è mia madre, non smetterò mai di amarla» e resto in silenzio, non so che dire e ogni parola mi muore in gola poco prima di uscire. Niente. Non c’è assolutamente niente da dire, le parole non cambieranno nulla ma le sono grato… forse è la sofferenza a parlare per me, ma sono grato a Esperin per non avermi nascosto questa verità ancora. Mi reggo la testa con le mani e chiudo gli occhi rivivendo per un attimo quella notte, «mi dispiace» dice sedendomisi accanto, alzo il capo osservandola e rendendomi conto di avere gli occhi velati. Mi passo una mano sul viso cercando di darmi un contegno e sento la ragazza rivolgermi una semplice domanda «ti va di...parlarmi di lei?» prendo un respiro profondo raddrizzando le spalle e scuotendo il capo appena «Reneè? Era una persona meravigliosa, la sorella perfetta… nonostante non ci legasse quasi alcun legame di sangue.» dico sospirando mentre cerco di rielaborare i ricordi che ho di lei «mi manca. Mi manca il suo sorriso, la sua voce e i nostri continui battibecchi.» la guardo per un attimo, un sorriso a incresparmi il viso nel rivivere quello di mia sorella «odiava quando papà la chiamava “Fragolina” per via dei capelli rossi e quella voglia sul fianco destro.» torno a guardarla stavolta un po’ più tranquillo «a volte la prendevo in giro per quei due piccoli nei nell'iride, dicevo che una mosca le aveva fatto i “bisogni” nell'occhio mentre dormiva...» dico rimarcando con le dita quella parola che da piccolo mi sembrava così “brutta” «cose da bambini, ma le ricordo come fossero accadute pochi istanti fa…» sorrido a quel ricordo che subito dopo ricaccio indietro. Non dovrei… non dovrei parlare di queste cose. Mi faccio serio di colpo «scusami… mi sono perso in stronzate.» dico dopo qualche istante tirando un profondo respiro per calmarmi, non li perdonerò mai per avermi portato via quanto di più caro avevo al mondo…

  7. #257
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    Non posso neanche immaginare la sofferenza che mia madre ha causato ad Efrem ed alla sua famiglia, vivere quella tragedia l'ha certamente segnato in maniera profonda ed irrimediabile per tutta la vita. Vedo i suoi occhi velarsi di lacrime prima che con un gesto della mano cerchi di ridarsi contegno ed abbasso nuovamente lo sguardo non riuscendo a sopportare le conseguenze di un errore che non avrebbe mai dovuto sussistere. Se solo mio padre avesse saputo sicuramente le cose sarebbero andate diversamente ma posso anche comprendere la scelta di Ysotta di non dirgli nulla, se è arrivata ad accettare di rinunciare a lui e di allontanarsi dal Castello pur di non vederlo con un'altra donna non gli avrebbe mai rivelato una cosa del genere, sapendo che mio padre avrebbe in quel caso rotto qualsiasi patto con la casata di mia madre pur di sposarla e riconoscere sua figlia, mia sorella. «Reneè?» torno a voltarmi di scatto nel sentire pronunciare quel nome che prende a rimbombarmi nella testa, Reneè... come la Reneè che ha rubato il cuore di mio fratello, la donna che lo ha fatto innamorare per poi sparire nel nulla lasciandolo precipitare nel baratro dal quale non è più riuscito ad uscire, la donna ai cui occhi sono rimasta incatenata quel giorno al tempio delle vestali tanto da sceglierla per quella maledetta cerimonia dove è iniziato tutto. Non... non devo pensare a lei, non devo pensare a cosa ha causato né addossarmi colpe che non ho, è una coincidenza, l'ennesimo scherzo degli Dei. «Era una persona meravigliosa, la sorella perfetta… nonostante non ci legasse quasi alcun legame di sangue» sospira ripensando a lei mentre io resto in silenzio cercando di celare la sorpresa provata nel sentire quel nome, cerco di calmarmi e di limitarmi ad ascoltarlo, ad immaginarla «mi manca. Mi manca il suo sorriso, la sua voce e i nostri continui battibecchi» mi guarda ancora per un attimo e mi sorride, un sorriso triste e malinconico che esprime tutto l'amore che prova per lei. Ricambio appena il suo gesto lasciando che continui il suo discorso «odiava quando papà la chiamava “Fragolina” per via dei capelli rossi e quella voglia sul fianco destro» ed ancora sento i pensieri tornare a vorticare per il particolare dei suoi capelli, gli stessi che tormentano i sogni di mio fratello, gli stessi che ho visto anch'io quel giorno danzare ai piedi del vulcano. Non è possibile, non posso realmente associare le due cose eppure mi viene istintivo farlo...mi sento stupida ma non riesco a farne a meno. Se solo ci fosse la minima possibilità che fossero la stessa persona...io forse dovrei dirglielo, ma cosa vado a pensare...non posso parlargli di una cosa del genere per stupide supposizioni, sarebbe come illuderlo e se poi si rivelasse tutta una fantasia come probabilmente è non potrei mai perdonarmelo, gli avrei fatto ancora più male. Sorride ancora, forse ripensando ad altri ricordi belli legati a lei, alla loro infanzia «a volte la prendevo in giro per quei due piccoli nei nell'iride, dicevo che una mosca le aveva fatto i “bisogni” nell'occhio mentre dormiva...cose da bambini, ma le ricordo come fossero accadute pochi istanti fa. Scusami… mi sono perso in stronzate» torna serio e distoglie lo sguardo dal mio mentre sento anche i miei occhi iniziare a bruciare per il particolare di cui mi ha parlato, un particolare che conosco molto bene "No... non scusarti. Io..." sento la voce strozzata ed una stretta al petto quasi impedirmi di continuare a parlare "... avrei voluto conoscerla, vederla. Mio...mio padre aveva due nei nell'occhio, proprio come lei" sorrido in modo un pò forzato, cercando di darmi contegno, questa è la conferma di tutte le mie ipotesi, la conferma del fatto che fosse mia sorella, una sorella che non potrò mai conoscere, una figlia che mio padre non ha potuto veder crescere o stringere in un abbraccio "sono felice che tu mi abbia parlato di lei, non posso minimamente comprendere il dolore che hai provato davanti a... quelle atrocità, quindi grazie di avermi ascoltata e raccontato di voi, nonostante il mio nome"

  8. #258
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Efrem Targaryus

    Guardo Esperin e d’un tratto anche lei appare sconvolta dalle mie parole, non posso immaginare come si senta in questo momento, con la consapevolezza di non poter conoscere una sorella. Una sorella che forse sarebbe stata meglio del pavone che adesso è seduto sul trono a giocare con le sue penne. Sospiro amareggiato e cerco di ricacciare indietro i pensieri di quelle giornate con Reneè, giornate che non riavrò mai. «No... non scusarti. Io...» sembra quasi in difficoltà nel parlare. La voce strozzata e gli occhi arrossati fanno intendere che forse ho mosso qualcosa anche in lei. «... avrei voluto conoscerla, vederla. Mio... mio padre aveva due nei nell'occhio, proprio come lei» sgrano gli occhi e la guardo confuso e soprattutto sorpreso. Quelle parole fanno piombare su di me l’ennesimo macigno confermando ogni ipotesi e togliendo di mezzo il dubbio che avevo su questa parentela che tutto sembrava tranne che sensata. Esperin mi sorride, un sorriso spento che non fa altro che bruciarmi dentro. La consapevolezza di avere un mostro nella propria casa e non esserne al corrente, la verità venuta a galla all’ultimo secondo e tutto ciò che mi ha detto… Esperin non è più quella bambinetta viziata che credevo. È cambiata… abbasso lo sguardo a quel sorriso e ascolto in silenzio le sue ultime parole «sono felice che tu mi abbia parlato di lei, non posso minimamente comprendere il dolore che hai provato davanti a... quelle atrocità, quindi grazie di avermi ascoltata e raccontato di voi, nonostante il mio nome» la guardo con una espressione amara, triste «credo che il destino peggiore sia andato proprio a lei, a Reneè… mio padre non ne trovò mai il corpo, cercò per mesi prima di darsi per vinto. Ciò che mi è rimasto di lei… è solo il ricordo assieme a una tomba vuota.» mi mordo un labbro imponendomi di non cedere, non voglio. «Ti sono riconoscente, Esperin. Adesso sento di aver capito tante cose che prima mi erano impossibili e… per quanto io odi la tua famiglia per ciò che mi è stato fatto e tolto, non posso fare altro che ringraziarti…» mi alzo dalla statua sospirando e mi volto verso di lei guardandole gli occhi mentre unisco pollice e medio che faccio scattare sulla sua fronte come quando finivamo un allenamento «vostra Altezza… se non c’è altro, direi che il nostro tempo è terminato.» ripeto le esatte parole di quei giorni sperando di riuscire così a smorzare la tensione che si è creata e, se davvero non ci saranno altre sorprese, farò ritorno al glados… la mia nuova famiglia mi attende…

  9. #259
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Drako Kalisi


    Non vengo da troppi giorni in questo posto, Shen ce l’avrà a morte con me, anche se quel bambino è la calma fatta persona, mi domando da chi dei due abbia mai potuto prendere. Mi ritrovo con un sorriso a tirarmi il volto mentre penso al piccolo bambino dalla chioma color del fuoco, sorriso che muore immediatamente quando realizzo di trovarmi avanti una persona. Sgrano gli occhi e per un istante il fiato si smorza, come se avessi ricevuto un colpo in pieno stomaco al solo vederlo, non sembra più lui, quell’aura… non sembra più la sua “Efrem…” l’unica cosa che riesco a pronunciare, è la prima volta che lo rivedo dopo il giudizio, dopo quella notte in cui fuggimmo e che segnò la nascita della guerra “Tu lo sapevi” risponde furioso, con gli occhi che brillano animati da una strana scintilla “Cosa?” So tante cose Efrem, so troppe cose, più di quante ne vorrei conoscere, più di quante avrei mai pensato di poter sopportare. “Di Margarete e mia madre, tu… sapevi” Abbasso lo sguardo istintivamente, come può mai saperlo? Non ho detto nulla, ho promesso che avrei tenuto il segreto della Regina per me, mai e poi mai mi sarei sognato di svelare una cosa del genere, a meno che… Ryuk. Alzo lo sguardo e questa volta riacquisto lucidità, lo fisso negli occhi ed avanzo di un passo verso lui “Sì, lo sapevo, me l’ha confessato poco prima di morire” I suoi occhi si arrossano, così come le guance, mi osserva come se avessi confessato di essere stato io il vero assassino, come se avessi ucciso io Ysotta con le mie mani “Tu eri la mia famiglia, tu hai pianto quando ti ho raccontato di lei, tu… mi hai fatto vivere tutto quel tempo servendo quella donna, perché? PERCHE’?” urla con tutto il fiato che ha in corpo e per un istante ho voglia di andarmene, perché nonostante tutto non sopporto di vederlo così, ma la mia volontà è più forte, resto con i piedi piantati in terra e lo sguardo ancora alto, anche se gli occhi tradiscono la commozione “Perché anche loro erano la mia famiglia”

    *frasi concordate

  10. #260
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Zona Neutra

    Esperin Raeghar


    Sono sollevata nel vedere che Efrem non abbia riversato su di me l'odio che sente per quello che è successo alla sua famiglia come sono contenta di aver deciso di parlargli e di raccontargli tutto, probabilmente se ne avessi parlato prima con Drako o con Lantis avrebbero cercato di farmi cambiare idea o di convincermi che Ryuk avesse mentito ed in realtà, considerato quello che è successo oggi, l'ho più volte pensato ma qualcosa mi diceva il contrario e le parole di Efrem su di lei hanno chiarito ogni dubbio. Reneè, anche se questo nome ed i suoi capelli rossi ancora mi straniscono, era davvero mia sorella. Il ragazzo mi guarda con un'espressione triste e rassegnata che posso ben comprendere, si è dimostrato maturo e uomo nell'ascoltare le mie parole e nell'evitare forse per me, perchè consapevole di quanto sia stato difficile parlare di mia madre in questi termini e di quanto in fin dei conti io sia stata fino a ieri estranea a tutto, o forse per i saggi e per i limiti che regolano questo posto, di esprimere a parole la mole di insulti che certamente avrà associato al nome di mia madre in questo tempo che abbiamo passato insieme, non so se in quel caso sarei riuscita a giungere fino al termine dell'incontro, tutta questa storia è ancora un nervo scoperto per me e credo lo sarà sempre. Insultare è facile, è la difesa più semplice da utilizzare, urlare, negare, come feci io quando morì mia madre... trovare la forza di mantenere contegno e di accettare la verità è molto più difficile e richiede coraggio e forza, lui ha dimostrato di possederli entrambi. E' diverso l'uomo che ho davanti ora dal ragazzo ironico e sfrontato che mi allenava alla Torre, lo stesso che mi era sembrato di veder entrare da quella porta e rivolgermi quell'inchino a presa in giro, mi sono ricreduta molto su di lui nel corso della conversazione... questa guerra, il suo ruolo nei Ribelli, forse anche la scelta dei Siamesi, le scelte che ognuno di noi ha preso pensando di essere nel giusto e di agire per il meglio, hanno cambiato tutti noi compreso lui. «Credo che il destino peggiore sia andato proprio a lei, a Reneè… mio padre non ne trovò mai il corpo, cercò per mesi prima di darsi per vinto. Ciò che mi è rimasto di lei… è solo il ricordo assieme a una tomba vuota» lo guardo sgranando gli occhi mentre i sospetti di poco prima tornano ad affollarmi la mente. Non ne hanno trovato il corpo, anche Ryuk mi ha detto di non averlo visto... se si fosse salvata? Se fosse riuscita a scappare ed il soldato avesse mentito raccontando di averla pugnalata al cuore solo per non incorrere nelle ire di Ryuk? Era solo un'adolescente...ma non vuol dire nulla, Elen è poco più grande ed è già molto potente. Ma se fosse davvero così...perchè lasciar credere a suo fratello ed a suo padre di essere morta, perchè sparire e nascondersi dalle vestali dove l'ho incontrata, perchè abbandonare la propria famiglia e farli soffrire in questo modo? E' assurdo, fuori da ogni logica... solo una persona potrebbe chiarirmi questo atroce dubbio, l'unica con cui probabilmente non avrò più forza e modo di parlare, mio Fratello. Guardo ancora Efrem e sento l'impulso di metterlo al corrente dei miei dubbi ma ancora una volta mi blocco, non posso farlo finchè resteranno solo teorie basate sul nulla, sarebbe un gesto orribile da parte mia se mi stessi sbagliando su tutto. «Ti sono riconoscente, Esperin. Adesso sento di aver capito tante cose che prima mi erano impossibili e… per quanto io odi la tua famiglia per ciò che mi è stato fatto e tolto, non posso fare altro che ringraziarti…» dopo un altro lungo sospiro si alza e torna a guardarmi, annuisco alle sue parole senza aggiungere altro, so che sarebbe inutile dire qualsiasi altra cosa su questo episodio del nostro passato. Lo vedo unire con una mano pollice e medio ed istintivamente già sorrido riconoscendo quel solito gesto che mi rivolgeva al termine degli allenamenti, un gesto che mi ricorda quei momenti spensierati vissuti ignorando tante cose che sicuramente mi sono state nascoste per il mio bene ma che sarebbe stato meglio sapere «vostra Altezza… se non c’è altro, direi che il nostro tempo è terminato» sorrido ancora alle sue parole, mi sento meglio...so di aver fatto la cosa giusta e spero che sapere la verità possa aiutare anche lui a trovare il giusto posto per tutto questo dentro di sé, riuscendo ad andare avanti "Ciao Efrem... grazie di avermi ascoltata" lo vedo andare via richiudendo la porta alle sue spalle e mi lascio andare nuovamente ad un lungo respiro, tornando a sedermi accanto alla statua. Porto una mano agli occhi e li stropiccio per scacciare quel bruciore che ancora sento, devo riprendere contegno... non è ancora il momento di andare via da questo luogo.

 

 
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