Sage, i tuoi passi rimbombano per l’enorme sala dei saggi e rompono il silenzio quasi opprimenti che aleggia attorno a te. I tuoi occhi si fermano davanti i tre troni dei Saggi e ti inchini al loro cospetto fornendo la tua richiesta. Dopo le tue parole un bagliore candido illumina la sala ed è la voce dell’antico Mago Daeron a rompere il silenzio «alzate il capo e benvenuto giovane Bloodborne.» attende che tu l’abbia guardato prima di continuare «poche sono le anime che hanno arrecato noia o fastidio in questo luogo e al contrario loro, la vostra presenza è ben accetta.» con un gesto della mano ti indica la figura alata e androgina di Mercur che compare al tuo fianco «lasciate pure la vostra missiva nelle mani del nostro Messaggero Mercur, penserà lui a farla arrivare nelle mani giuste.» terminato di parlare, l’uomo assieme agli altri due saggi rimasti in silenzio, svanisce lasciandoti solo con il Messaggero che lentamente tende la mano per accogliere la tua lettera…
Pochi secondi ed ecco la voce del saggio Daeron che con dolcezza e gentilezza accoglie subito la mia richiesta. Mi chiede di alzare la testa e faccio come mi comanda, restando incantato ad osservare quelle figure eteree e il candore abbagliante che emanano.
Dopo avermi accolto, Daeron indica la figura alata che è apparsa accanto a me senza far rumore. La guardo un pò timoroso, prima di accorgermi che i saggi stanno scomparendo: "Grazie" - mi affretto a dire sperando che abbiano udito - "Vi devo molto".
Mercur tende la mano, io mi alzo lentamente e gli porgo la lettera: "Grazie anche a te" - o devo dargli del voi? - "a voi" - mi correggo subito.
Posso andare, adesso? E' finito?
Suppongo di sì, mi avvio deglutendo verso l'uscita e, ripensando all'accampamento dei reietti, attraverso il Glados per abbandonare questo luogo di pace e ritornare dai miei compagni.
Mi avvio verso la stanza pregna di oscurità, in cui brillano nitidi solo i tre troni dei Saggi. "Sommi Saggi, sono Dahmer Gray... voi conoscete cosa si agita nella mia anima" dico con rispetto e inquietudine "e quindi sapete perchè mi accingo a fare questo passo. Ho necessità di mandare una lettera a mio cugino, Lord Vicent Dreth di Aeglos". Attendo una risposta, mentre fisso la pergamena tra le mani... sì, è la cosa giusta da fare.
"Vicent, dalla scrittura avrai già capito che sono Dahmer. Non strappare questa lettera, sto per dirti qualcosa di importante su Caligus. L'ho incontrato al Valmorghuli e lui si è presentato con un documento... assurdo. Controlla negli archivi di Aeglos, controlla nelle sue camere, controlla ovunque possa aver nascosto documenti che possano dimostrare la sua malafede. Perchè vuole Aeglos, questo è chiaro, me l'ha detto chiaramente. Me l'ha dimostrato anche, dandomi con uno di quei documenti il cognome dei Dreth. Ho rifiutato. Ero così arrabbiato che non ricordo se l'ho strappato o gliel'ho solo buttato in faccia. Sono Dahmer Gray, nessun altro. Caligus è colui che ha manipolato le mie azioni e i miei sentimenti... Ho nutrito da piccolo un odio straordinario e vorace per i Dreth. Ad Aeglos sono cresciuto nella completa solitudine, la tua gentilezza non è servita per placare quelle tenebre che solo Ripper, solo gli occhi di quel lupo erano riusciti a diradare. Eri troppo preso dall'essere degno di Ulfric e io pure. Non è colpa tua quel che sono diventato e non è colpa tua quel che è successo ai nostri lupi. Avrei potuto fare molte scelte diverse. Stando qui con Kalisi ho capito molte cose. Caligus non mi ha mai considerato come un figlio. Ha usato il mio odio per i suoi loschi intenti, ha pianificato tutto, ha voluto che io uccidessi tutti gli eredi di Aeglos per fargli prendere il potere. Te lo consegno con questa confessione e alla fine di questa guerra, consegnerò anche me stesso. Sei Lord di Aeglos e a te spetta fare giustizia. Soprattutto per Selene, anche se il mio castigo è ben più terribile della morte. La colpa che pende sulla mia anima mi perseguiterà sempre. C'è stato un momento nella mia infanzia in cui ti ho voluto bene e il mio odio per Ulfric, nonostante tutto, è ancora vivo e tremendo anche per questo. I tuoi genitori... volevo umiliarli come loro hanno umiliato me, come loro hanno sempre ignorato le mie ferite e i miei occhi che cercavano comprensione. Avrei dovuto parlarti, invece sono sprofondato sempre di più nell'odio. Ulfric si sbagliava: sono proprio un caprone del Nord. Il mio odio per i Dreth mi ha strappato ogni cosa: Ripper, una famiglia, il tuo affetto, quello di Selene. Se sono qui con Kalisi è perchè sto cercando di fare qualcosa di buono. So che non può esserci perdono per me, ho i miei motivi per cui ti dico queste cose, motivi che capirai presto.
A quel giorno Vicent.
Dahmer, alla tua invocazione i saggi appaiono dinanzi a te preceduti da un intenso bagliore bianco che ti acceca per un attimo. Tutti e tre ti fissano impassibili ma è la Saggia Strega Elanor a parlarti «sappiamo benissimo cosa si annida nel vostro animo, giovane Gray e noi saggi accettiamo la vostra decisione.» un lieve spostamento d’aria si manifesta al tuo fianco e non appena ti volti a guardare, la figura a te familiare di Mercur si mostra tendendoti una mano mentre l’antica strega continua a parlare «lasciate pure nelle mani di Mercur la vostra missiva, provvederà lui a farla ricevere a vostro cugino.» terminato di parlare, la donna scompare alla tua vista assieme agli altri due saggi lasciandoti da solo col messaggero…
I tre Saggi appaiono dal nulla e la strega Elanor mi dice di lasciare la mia missiva a Mercur. Eseguo prontamente, la guardo come per volerle chiedere altro per quella sua risposta. Chino il capo: "Grazie" mi limito a dire, sono certo che potrà leggere bene cosa provo. Tocco il Glados, così da fare ritorno al Lacrima mundi.
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Non sono una gran frequentatrice di questo posto, nemmeno mi piace venirci e leccare il sedere di questi vecchi imbalsamati, ma non potevo fare diversamente.
Appena attraverso il Glados, però, la maestosità del Valmorguli mi colpisce improvvisa come un lampo, il vuoto e il nulla riempiono questo luogo in maniera perfetta, sarà anche una noia mortale ma è bellissimo.
Giungo davanti ai tre saggi e mi inchino, come mi è stato insegnato e inizio a parlare: “Chiedo udienza, signori. Ho motivo di credere che un’alleata di Efrem Targaryus sia una …" - prostituta? Beh quello è risaputo – “sia qualcuno legato alla famiglia Feralys e abbia rubato un oggetto che non le appartiene” – forse non l’ha rubato proprio lei con le sue manine, ma non è questo ciò che importa – “Il suo nome è Shayla Bolton” - diretta e senza preamboli, non ho altro tempo da perdere - "vorrei tanto parlare con questa persona."
Adamantia avanzi a passo deciso nel salone dei saggi e ti inginocchi invocando la loro presenza che si manifesta a te dopo un intenso bagliore biancastro. I saggi compaiono tutti e tre seduti sui loro troni ed è l’antica Strega Elanor a parlarti «alzatevi in piedi giovane Frealys.» ti dice con voce seria e ferma che rimbomba per la sala «Mercur è già in viaggio presso la sede dei ribelli, al cospetto di colei che desiderate.» con un chiaro ed elegante gesto della mano ti indica la porta al tuo fianco «potete attenderla oltre quella porta, all’interno della Zona Neutra.» terminato di parlare, la donna svanisce accompagnata dagli altri due saggi che fino a quel momento sono rimasti in silenzio…
Varco la soglia che Elanor mi ha indicato e attendo impaziente di vedere se Shayla avrà il coraggio di presentarsi. Non so ancora bene cosa aspettarmi dall'incontro con questa donna, ma qualunque cosa ne verrà ho già imparato qualcosa per il futuro: mai e poi mai essere magnanimi con un traditore, quello che ne otterrai sarà un nuovo tradimento quando meno te lo aspetti!
Dopo il fastidio e l'agitazione avvertiti nel monastero la calma piatta ed immutabile che avvolge il Valmorguli è un vero toccasana, respiro a pieni polmoni il nulla che mi avvolge ed ascolto in silenzio il calpestio delle foglie secche sotto i miei stivali, foglie che se osservate un istante dopo appaiono intatte come prima del mio passaggio. E' tutto così reale ed al contempo illusorio che riuscire a comprenderne l'essenza e la potenza è qualcosa che non è concesso alle nostre deboli menti mortali, non che sprecherei il mio tempo prezioso nel cercare di coglierlo, in effetti. Raggiungo la sala dei troni e mi inchino al cospetto dei tre Saggi in attesa della loro comparsa "Antichi Saggi, non è mia intenzione rubare troppo del vostro prezioso tempo. Spero che a chiamarmi non sia qualcuno che richiede i servigi di una vita che ormai non è più la mia" in tal caso potrei dargli qualche nome, la lista è lunga a Dohaeris.
Shayla, avanzi e alle tue parole i tre saggi si manifestano a te osservandoti e scrutandoti dentro, impassibili come gli occhi di un dipinto. Colei che ti è affine per razza, l’antica Elanor ti guarda prima di parlarti, la voce calma e a tratti seria e dura. «Alzati in piedi giovane Bolton. Noi saggi vediamo cosa si agita nel vostro animo, le vostre scelte ci appaiono chiare e limpide ai nostri occhi.» dopo un lieve cenno con capo, ti indica con un gesto della mano il pesante portone di legno alla tua sinistra «colei che ha richiesto la vostra presenza si trova aldilà di quella porta.» terminato di parlare, la donna svanisce assieme agli altri due saggi rimasti in silenzio e nella sala risuona di nuovo il silenzio rotto per un istante dal tintinnio delle urne dietro i troni…