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Secondo te lo ammazzeranno davvero?>>
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No per finta, dopo avergli tagliato la testa gli diranno che era solo uno scherzo. Razza di idiota!>>
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Ma...è Kalisi. Non è possibile che abbia tradito...>>
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Vuoi chiudere quella boccaccia? O vuoi vedere anche la tua di testa su quelle picche oltre alla sua?>>
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Hai ragione, non sono fatti nostri. Però...>>
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Cazzo...hai visto anche tu quell'ombra?>>
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Esci fuori, chiunque tu sia! Fatti vedere se hai coraggio!>>
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Guarda, è di là!>>
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No, di là!>>
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Dobbiamo prenderli, sbrighiamoci! Controlla l'altra uscita, io controllo questa>>
Finalmente, pensai. Continuare a materializzare i cloni per attirare altrove la loro attenzione mi stava sfiancando, attingere così a lungo al mio potere necessitava di una forte concentrazione, ed iniziava a scoppiarmi la testa. Ma per fortuna ero riuscita nel mio intento, avevo liberato l'entrata...
Sapevo che stavo rischiando molto, ma non potevo non farlo, non potevo non vederlo.
Ed era lì, seduto per terra. Imprigionato come se fosse un animale, come il peggiore dei criminali. Il mio Drako, condannato a morte. Dovevo fare qualcosa, aiutarlo...farlo fuggire! Non potevo accettare che lo giustiziassero. Non poteva aver fatto quelle cose, lui era innocente, lo sentivo. Mio fratello si stava sbagliando.
Mi avvicinai ancora un pò senza far rumore, fino a vedere il suo viso triste e rassegnato. La paura, il dolore mi invasero all'istante, come se fino a quel momento avessi considerato tutto solo un sogno, mentre ora tutto diveniva reale.
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Drako... >> riuscii soltanto a dire con la voce strozzata.
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Esperin... come hai fatto a...>> rispose lui, alzandosi e lasciando la frase in sospeso per qualche istante, mentre mi osservava ed afferrava con le mani le sbarre che ci separavano <<
Non devono trovarti qui, devi andare via subito!>> aggiunse poi, preoccupato.
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Sono stata attenta, non mi ha visto nessuno. Dovevo vederti... dovevo fare qualcosa. Non posso accettare quello che hanno deciso, so che si sbagliano. Io posso aiutarti...posso farti uscire. Potresti farlo anche da solo lo so, come so che non vuoi. Sono qui per farti ragionare, non hai motivo di sacrificarti, io so che sei innocente e da vivo potresti dimostrarlo. Ti prego, non morire... non lasciarmi sola>>
Mi avvicinai a lui, stringendo forte le sbarre con le mani, mentre una lacrima cominciava a scendere giù lungo la mia guancia. Non poteva morire, non lui. Non senza che io avessi fatto tutto il possibile per evitarlo.
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Esperin...non schierarti contro tuo fratello, ti scongiuro. Sei forte, ti ho vista crescere in tutti questi anni, ce la farai anche senza di me>> mi disse lui, asciugandomi con una mano la lacrima sulla guancia <<
ma promettimi di restare accanto a tuo Padre e...a Lantis. Anche se sta agendo in questo modo io so che non lo fa a cuor leggero>>
Poggiai la mia mano sulla sua, ancora sulla mia guancia, per mantenere ancora un pò il contatto con lui, col suo corpo, in una dolce carezza, e lui non si oppose, ricambiando il gesto con dolcezza. Un contatto tanto agognato, che purtroppo era il preludio di un addio.
Poco dopo lasciai la sua mano, abbassando lo sguardo, non serviva a niente insistere, lo conoscevo troppo bene.
<<
Sei uno stupido! Uno stupido testardo>> dissi, imbronciata, per poi distendere il viso e tornare a guardarlo <<
Te lo prometto, gli starò accanto>>.
Poi mi voltai, col cuore a pezzi, non volevo farmi vedere in lacrime, ed aggiunsi <<
Ti prometto però un'altra cosa, farò di tutto per scoprire chi o cosa ha portato a tutto questo dolore>> lo giurai a me stessa.
<<
Siete stati la mia famiglia per tutto questo tempo, tutto questo...tutto questo è solo colpa mia!>> rispose lui, e mi voltai di scatto nell'udire le sue parole.
<<
Non ci credo!>> replicai, ma un rumore di passi veloci mi interruppe, stava arrivando qualcuno.
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Ora va...>> aggiunse, preoccupato <<
...un pezzo del mio cuore resta con te>>
Sentii mancarmi il fiato per quelle parole, ma dovevo scappare, non potevo farmi trovare lì con lui. Incurante della sua reazione mi avvicinai velocemente e lo abbracciai, per quanto possibile a causa delle sbarre, sussurrandogli che non lo avrei mai dimenticato.
E poi andai via, lasciando lì anch'io un pezzo di me, il pezzo probabilmente più importante.