Raheed T'Keelah
“Varcata quella soglia, dovrai attendere qualche istante prima di ricongiungerti con tua madre. Mercur è già in viaggio verso la tua terra”
Esordisce Daeron, mentre gli altri due restano in religioso silenzio. Alla destra dei saggi vi è una porta, quella porta mi ricongiungerà con la mia famiglia, anche se solo per pochi attimi. Dalle fessure filtra una flebile luce, la luce della speranza, la speranza che non tutto sia perduto, che ancora qualcuno si possa salvare. Mi inchino nuovamente:
-"Grazie per aver ascoltato le mie parole, e per aver riservato per me un po' della vostra sconfinata saggezza."- dico sinceramente riconoscente agli anziani. Detto questo mi alzo e mi dirigo alla porta. La apro, senza esitazioni, temo riceverò brutte notizie da mia madre, forse le peggiori che mi siano mai giunte, ma devo farlo, devo sapere, se l'animo non è in pace, il corpo non può essere fermo, non può essere certo di scagliare un colpo mortale sul campo di battaglia e, vista la situazione, questo non posso permettermelo. Chiudo la porta alle mie spalle. Lo scenario che si apre davanti a me sembra dipinto direttamente dagli Dei: un vasto spazio delimitato da imponenti rocce si espande a poca distanza da me, il cielo è coperto da una cupola rocciosa, la quale lascia intravedere pochi sprazzi dell'eterno cielo stellato del Valmorguli.
Mi posiziono al centro e attendo, attendo l'arrivo di mia madre. Aspetto pochissima attimi, prima che la sua esile e sciupata figura faccia la sua comparsa nella stanza, se così si può chiamare questo posto fuori dal mondo.
-"Raheed ..."- grida lei con voce spezzata mentre mi corre incontro. Io faccio lo stesso. Stiamo per ricongiungerci, quando lei ha un mancamento, lo vedi chiaramente, è come se le forze l'avessero abbandonata all'improvviso, lasciando solo un corpo debole di una donna che, decisamente, non merita la sfortuna di aver conosciuto un male simile. Mi affretto ad afferrarla, prima che possa toccare il terreno
-"Madre!"- dico preoccupato quando constato che il suo corpo è molto più smagrito di quando l'ho lasciata.
-"Raheed ... "- sussurra in una specie di lamento soffocato, mentre mi accarezza la barba incolta.
-"Il mio piccolino ..."-
-"Cosa ti succede?"- le chiedo.
-"Non preoccuparti piccolo mio."- dice mentre si libera dalla mia presa e si rimette sulle proprie gambe. Le forze sembrano esserle tornate improvvisamente.
-"Troppe emozioni tutte insieme."- dice accennando un sorriso. La abbraccio forte. Sento il suo profumo, il suo profumo di buono, ma c'è qualcosa di strano, qualcosa di diverso, un odore che ricorda ... la morte. La guardo negli occhi:
-"Madre ... devo sapere: la malattia, i miei fratelli, le mie sorelle ..."- il sorriso di mia madre si spegne subito, e lo sguardo cade automaticamente sul terreno, lontano dal mio. Quello che temevo.
-"Madre."- dico in un sussurro. Prima solo un singhiozzo, poi un pianto disperato:
-"Oh, Raheed, le cose nella nostra terra non sono mai andate così male, non ricordo tempi così duri dalle Grandi Guerre, lì almeno la gente si aiutava a vicenda, ma ora, ci stiamo trasformando in mostri, a nessuno non importa più nulla se non della propria futile esistenza."- dice asciugandosi le lacrime che le rigano le guance scavate.
-"Io e tuo fratello Mogh tentiamo di tirare avanti, ma è difficile, siamo gli unici della famiglia a essere ancora in forze, e sinceramente non so fino a che punto resisteremo."-
-"Vedrai che supereremo anche questa."- dico guardandola negli occhi.
-"Che gli Spiriti misericordiosi possano perdonarmi per quello che sto per dire al mio bambino: Raheed, non so come andrà a finire, vorrei poter sperare ancora, ma i cadaveri abbandonati ai cani randagi per strada e l'indifferenza della gente mi portano a sperare che la Morte prenda prima me che la mia famiglia."-
-"No!"- esclamo prendendola per le spalle.
-"Non devi dire così! Sai che non è vero!"-
-"Devi promettermi una cosa: promettimi che non farai mai ritorno a casa."-
-"Cosa?"-
-"Per noi non c'è più speranza, mai tu sei qui, sei in piene forze e queste mi solleva l'animo più di qualsiasi cura miracolosa."-
-"Sono qui per trovare un rimedio ..."-
-"Un rimedio che forse non esiste. Ho fatto cose in passato di cui non vado fiera, ma i miei figli sono la cosa più bella che questo mondo crudele mi abbia donato. Non riuscirò a salvarvi tutti, lo so, ma almeno tu, Raheed, tu che puoi, ti prego, salvati. Non tornare."-
Non riesco a trattenere una lacrima.
-"Porterò i tuoi saluti a tuo fratello Mogh, ti pensa di continuo."-
Mi stringe forte a sè.
-"Forse questa è l'ultima volta che ci vediamo piccolo mio. Che i Saggi siano lodati per la loro sconfinata misericordia. Ti voglio bene e ti amo più della mia stessa vita."-
Poi mi allontana. Ha gli occhi lucidi.
-"Addio piccolo mio."-
...
Il Glados mi riporta all'accampamento. Il cielo è dipinto dei colori dell'alba, ma il mio cuore ha i colori più scuri che abbia mai visto.