Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest di lotta

Medea Euripide

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Eccoci arrivate…
Mi guardo immediatamente incontro, di fronte noto i Reali inconfondibili con le loro armature, alla nostra sinistra ci sono i Reietti.
Faccio appena in tempo a finire le mie considerazioni che ecco un Reietto correre verso Keyra. Una volta vicino palesa la sua arma puntandola allo stomaco della mia compagna.
Mi concentro quindi sull’ambiente circostante cercando in particolare una roccia, alle spalle del Reietto, che faccia al caso mio, ossia quella più pesante che riesca a sollevare, individuata la scaglio appellandomi alla mia telecinesi mirando alla testa del Reietto che dovrebbe essere distratto dalla mia compagna e che comunque non dovrebbe vederla arrivando da dietro.
Poi, qualunque sia l’esito della mia azione, mi allontanerò da lui almeno 10 metri mettendomi in posizione di difesa.

Scuola di magie e incantesimi: Telecinesi - spostare oggetti o lanciarli con la forza della mente

Esperto - Nel raggio di 5 metri, può sollevare fino a 250 kg di peso

Aiden Urthadar

inizia qui

L'aria gelida dell'Adamantem colpisce il mio viso appena varco il Glados. La valle in sé non è granché: vi sono molto alberi, rocce, un mano erboso che ricopre il terreno e un cascata, decisamente meno spettacolare di quella dell'Auspex, ma che comunque dà quel qualcosa in più a un territorio altrimenti dimenticabile. La vera punta di diamante, in tutti i senti, della valle è ciò che si vede da essa. L'Adamantem in tutto il suo inquietante splendore si staglia a poca distanza da noi. La chiave della guerra, ciò che ha segnato il nostro perenne svantaggio da quando Tywin Leithien ha deciso di morire lasciandola così al caro figlio, che ovviamente ha colto la palla al balzo. Non lo biasimo, lo avremmo fatto tutti. Dopo aver studiato più o meno la valle mi concentro su chi ci ha preceduto: sono i reietti, li riconosco dall'armatura. E sono due volti conosciuti. Dahmer Gray e... piego il collo, stringo gli occhi per mettere a fuoco il viso della donna. La Waters. È Alinor Waters. Un piccolo, minuscolo ghigno si fa strada sul mio viso. È un movimento naturale, come se le mie labbra non fossero più sotto il mio controllo. Il Glados si illumina, i ribelli giungono e completano l'allegro sestetto: hanno i visi coperti, non le riconosco. Ma, anche se non avessero quei cappucci, la mia attenzione sarebbe comunque dedicata solo ed esclusivamente alla Waters. Da quanto tempo? Da quanto tempo urlavo "al lupo, al lupo"? Da quanto tempo non sono stato ascoltato? Ma da quanto, da quanto tempo aspettavo l'occasione giusta per ucciderla? Dahmer è il primo a muoversi, preferisce dedicarsi alle ribelli e ciò va a mio vantaggio perché non interferisce con quello che ho in mente. Non c'è tempo da perdere. <<La Waters deve morire>>, sussurro a Gildas ancora al mio fianco, penso che anche lui si divertirà molto. Poi evoco la mia spada, che compare da una cascata di saette, e scatto. Ma non mi abbandono alla furia cieca, sto calcolando tutto nei minimi dettagli. Io ed Alinor siamo collegati dal lato di un perfetto triangolo, ma un attacco frontale sarebbe troppo prevedibile, perciò non corro calpestando questa linea retta immaginaria, bensì dirigendomi verso la mia destra e descrivendo una curva che avrà fine proprio con Alinor. Questa deviazione non ha solo un fine strategico, ma mi permette anche di tenere d'occhio Dahmer e le ribelli, che continuo ad osservare con la coda dell'occhio. Ho piani anche per loro. Infatti, mentre continuo a correre, attendo che si trovino tutti e tre il più vicino possibile. Quando giunge il momento, sempre senza fermarmi, alzo la mano sinistra al cielo ed evoco il Fulmine sopra le loro teste: ho intenzione di scagliarlo contro una delle due ribelli (Medea), ma spero che l'impatto e l'energia coinvolgano e scaglino lontano anche la sua compagna e Dahmer. Dopo essermi occupato di loro dedico nuovamente la mia totale attenzione ad Alinor. Quando ci distanzierà circa un metro, porterò anche la mano sinistra sull'elsa di Ammazzadraghi e, dopo aver caricato il colpo, senza fermarmi nella corsa piegherò di poco la schiena e tenterò di tagliarle di netto entrambe le gambe poco sopra alle ginocchia, così anche se dovesse saltare dovrei riuscire nel mio intento. La mia forza dovrebbe permettermelo. Anche dopo l'attacco continuerò a correre e mi fermerò solo quando più di dieci metri mi separeranno da tutti gli altri combattenti.

Arma - Spadone in forma dormiente
Great Sword - Ammazzadraghi

Distruzione: Maestro - Ira di Zeus
Si è in grado di generare un fulmine che piomba dal cielo di grandi dimensioni, il quale travolge il nemico, fulminandolo e provocando ingenti danni da folgorazione (130 volt)

Alinor Waters

Io e Dahmer calpestiamo per primi l'erba del nuovo campo di battaglia, Candonga. Mi guardo subito attorno per studiare il territorio, ma sono nervosa, molto nervosa. Devo concentrarmi..
Devo essere al massimo per poter vincere. Non possiamo permetterci di perdere questa preziosa landa.
Dopo qualche istante, arrivano i nostri avversari. I miei occhi si soffermano immediatamente su quelle armature...uguali a quella che ho indossato a Franthalia. Sono loro, i Reali. Mi ci vuole un po' per riconoscere Gildas e...Aiden.
Con la coda dell'occhio intravedo giungere anche i Ribelli, ma torno poi su quelli che erano i miei compagni. Sono...sono pietrificata. Sento lo sguardo prepotente del Comandante su di me, posso persino vederlo sogghignare da qui.
So di non avere molte speranze contro di lui e so anche che non esiterà a colpirmi. D'altronde da quello che mi ha detto Esperin di lui, è da un po' di tempo che voleva farlo. ..Beh, cosa ti aspettavi Alinor? Neanche Cassandra mi avrebbe risparmiata, per non parlare di Vicent.
Non ho neanche il tempo di finire di sospirare che proprio Aiden si abbatte su di me, non prima di aver squarciato il cielo sereno con una delle sue saette.
Sguaina la spada e nell'istante dopo un dolore acuto alle ginocchia mi fa urlare a squarciagola. Stringo gli occhi con forza mentre mi lascio cadere a terra. Li riapro con fatica e quello che vedo è solo sangue, tanto sangue.
Non è finita Alinor, non sei ancora morta. Serro i denti e sollevo lo sguardo verso l'altro Reale, Gildas. Devo dimenticare le sue scuse, il suo regalo per farsi perdonare...devo solo agire. Rischiare il tutto per tutto.
Con tutta la forza che mi è rimasta, rotolo verso di lui e quando gli sono praticamente davanti, lo chiamo: "...Gildas!". "..Attacca Aiden!" continuo subito dopo cercando il suo sguardo, fissandolo dritto negli occhi senza nessuna esitazione.
Dopodichè, striscerò lontano una decina di metri, ma non mi nasconderò. Devo ancora lottare.

Charme - capacità di ammaliare e soggiogare la mente dell’avversario impartendogli un ordine (Non lo si può indurre a colpirsi da solo). Necessita di contatto visivo.
- Esperto – Contatto visivo entro 5 metri.

Keyra
Isyl Tinnuviel

Inizia qui.

Varco il Glados, Medea è al mio fianco.
L’aria gelida che sferza dall'ancora pallido orizzonte dell’Adamantem mi colpisce in pieno viso, un leggero sbuffo di grigio calore, esce dalle mie labbra mentre faccio un respiro e , mi tiro meglio il cappuccio sul capo, davanti a noi vi sono le scintillanti armature reali. Lancio uno sguardo alle silenziose rovine sulla sinistra dietro i reietti , pietre silenti che si ergono sull'Occhio dell’ Adamantem dalla quale si può scorgere la più alta vetta della montagna che definirei maledetta.
Scorgo i visi dei presenti, volti conosciuti direi…con sorpresa noto che, oltre al tizio belloccio con il potere della Terra che, ho già avuto modo di affrontare all’Auspex e che ho quasi ucciso , tra le file dei reietti vi è una donna, un volto che con sorpresa non inganna, Lady Waters la promessa del principe Lantis prima che divenisse re, credevo combattesse per i reali invece a quanto pare qualcosa è accaduto.
Tra i reali invece riconosco i due combattenti. Uno è il dominatore del fulmine che ho affrontato nella prima battaglia, allora accanto a lui vi era la sorella di Andreus mentre ora, vi è quel giullare strambo e un po’ particolare sceso in compagnia della principessa Esperin ancora all’Auspex, tale Gildas Demonar se non erro il nome…fuoco è il suo elemento ed è decisamente il più pericoloso per me .

- Altro che preghiere agli Siamesi…avrei dovuto recitare loro un intero sermone per farmi uscire per lo meno sulle mie gambe da questo campo…avversari temibili e pericolosi devo stare attenta, molto.-

Subito vedo che il reietto della terra sta correndo zigzagando velocemente in nostra direzione…forse mi ha riconosciuto e potrei essere proprio io il suo bersaglio preferito in questo momento,…senza pensarci due volte, evoco immediatamente in un turbinio di piume il mio stiletto,mentre mi sembra di percepire l’aria fredda dell’luogo sibilare tra le leggere piume del mio potere.
Il ragazzo è molto veloce lo vedo evocare la sua arma, una lunga spada che sembra essere nata dalle viscere della terra affonda il suo colpo di punta mentre cerco di schivare la sua lama spostandomi con un balzo sulla mia destra , ma un bruciore mi coglie all'altezza dello stomaco, il ragazzo è comunque parzialmente davanti alla mia visuale i miei occhi si fanno di fuoco mentre dalla parte opposta alla mia, noto prima una pietra venuta chissà dove e poi il reale scattare…poco dopo ecco che dal cielo si scatena un bagliore, poi un rombo, mi sembra di sentire l’elettricità permeare nell'aria, non indugio, evoco il mio scudo di Eolo; dalla lama del reietto non sarà in grado di proteggermi, ma spero che al fulmine regga.
Con lo scudo attivo e lo stiletto nella mano destra nell'eventualità che la spada si sfili da me, con tutta la forza e destrezza che possiedo correrò verso il ragazzo ( Dahmer) e affonderò il mio stiletto nel suo fianco, avendo lo scudo attivo riuscirò magari ad infondergli un danno maggiore se riuscirò ad infilare il mio stiletto nelle sue carni.
Qualunque piega prenderà l’esito, mi allontanerò il più velocemente possibile dal reietto sfilando la mia arma ( se questa è affondata ) prima che quella grossa pietra che sta arrivando prenda anche me; portandomi sulla mia destra ad una distanza di circa sette /otto metri di presenti avendo modo di vedere tutto il campo ed eventualmente difendermi da ulteriori attacchi.

Menelmir ---> Arma in forma dormiente

Scudo di Eolo – Protegge integralmente

Nikah Demonar

Arriviamo in questa distesa erbosa e subito il freddo mi attanaglia facendomi condensare il respiro in piccole nuvolette bianche che mi diverto a far uscire una dopo l’altra. Mi guardo intorno emettendo un lungo fischio di stupore osservando il paesaggio che ci circonda fino a incrociare lo sguardo dei due reietti arrivati prima di noi e… che piacevolissima sorpresa, la Waters si è persa in una delle sue passeggiate e deve essere inciampata nel rifugio dei reietti… forse Drako deve averla scambiata per una dei suoi e l’ha mandata in battaglia senza cerimonie. E poi al suo fianco il mio vecchio compagno di giochi, Dahmer… quindi è sopravvissuto all’Elysium. Poco dopo il glados si illumina una terza volta rivelando la presenza dei, cioè delle ribelli a giudicare dalla loro divisa… a meno che il fratello di Cassandra non abbia deciso volontariamente di vestirsi da donna. Tempo qualche istante e la battaglia ha inizio, Dahmer si lancia all’attacco delle ribelli puntandole entrambe, osservo i suoi colpi andare a segno e poco dopo ecco che anche le attaccate reagiscono e vedo volare un sasso e poi un fulmine precipita sulla testa di una delle due e FRITTO MISTO AL TAVOLO DUE, osservo il resto dei tizi in campo mentre nessuno sembra essersi accorto della mia presenza, un grosso e rumoroso sbadiglio mi coglie fin quando non vedo Aiden lanciarsi contro Alinor tranciandole entrambe le gambe, mi volto un attimo per vedere cosa accade all’altra parte e sento qualcuno chiamarmi dal basso… ma non col mio nome. «...Gildas!» è morto «attacca Aiden!» subito e rapida compare nella mia mano mamma totalmente avvolta da quelle fiamme nere e stringo la sua mano prima di correre all’inseguimento del Comandante «Aiden!» lo chiamo con un sorriso aperto e quando sarò abbastanza vicino proverò a prendermi gioco di lui con una finta sferrandogli un fendente laterale per poi deviare immediatamente la mia traiettoria verso il suo petto dopodiché, sia che sarò riuscito a colpirlo, sia no… correrò rapidamente verso la mia seconda meta. Dahmer. Non appena gli sarò arrivato di fronte proverò a tranciargli il braccio sinistro con un fendente obliquo bruciando contemporaneamente le sue carni. Sia che io l’abbia preso, sia no mi allontanerò di circa sei o sette metri dall’uomo ridendo sguaiatamente e tenendomi pronto a evitare altri eventuali colpi…

Chrysanta ---> Forma attiva

Alinor Waters

Il dolore che sento all'altezza delle gambe è fortissimo, ma devo resistere. Cerco di guardare con la coda dell'occhio e tutto ciò che vedo è sangue, tanto sangue. I miei occhi quindi ritornano su Gildas, il quale dopo aver cercato invano di attaccare Aiden si precipita verso Dahmer. Lo posso vedere da qui, il mio compagno sembra ferito...non come però. ..Stai sveglia Ally, non abbandonarti al dolore. Resisti!!
Serro i denti sempre più forte e cerco di muovermi facendo leva sui gomiti. cerco quindi di rotolare sempre verso Demonar e di accorciare sempre più la distanza che ci separa. Giunta con fatica a due, tre metri da lui, cerco di concentrarmi anche se il dolore me lo rende assai difficoltoso. Nella mia mano destra compare subito Purifier, la mia daga fidata. Dopodichè prendo di mira il giullare di corte e lo lancio nella direzione della sua testa con tutta la forza che mi rimane. Senza attendere un istante di più, allargo le braccia, cercando di mantenermi eretta col busto e richiamo a me il potere dell'acqua, potere che prende subito la forma di due sfere roteanti sui palmi delle mie mani. Le lancio in direzioni opposte, in modo da farle compiere due identiche semiellisse che si incontreranno solo su Gildas. In questo modo il giullare di Lantis si dovrebbe ritrovare il mio pugnale lanciato di fronte, una sfera d'acqua a destra e una a sinistra. Si vedrà braccato e non potrà schivare tutti i colpi.
Se riuscirò o meno nell'intento di colpirlo, mi porterò lontano almeno una decina di metri se non più, serrando i denti per il dolore atroce, ma restando sempre in guardia.

Purifier - Arma in forma inattiva

Tempesta acquatica – Ogni mano genera una sfera di acqua dal diametro di un metro, le quali roteano in sensi opposti. Vengono lanciate contemporaneamente e quando colpiscono, stringono l’avversario in una morsa schiacciandolo e strisciandoci contro con forza. Provoca escoriazioni, danni da urto e contusioni.

Keyra
Isyl Tinnuviel

Sento ancora sul mio corpo il vibrante sfolgorio del fulmine strappato al cielo, il mio scudo mi ha difeso per fortuna , ha retto all’impatto anche se non ha totalmente assorbito la potenza del fulmine del reale, era un energia molto forte, direi che siamo su due piani differenti la sua forza è da maestro, devo stare attenta. Mentre cerco di riprendermi dallo stordimento dovuto al colpo del reale, mi accorgo man mano che l’elettricità si dissipa, che un dolore acuto mi prende all’altezza dello stomaco, vi porto una mano, sangue, la mia divisa si macchia di cremisi, la ferita è profonda ma posso ancora combattere. Il suo affondo è andato a buon fine, così come il mio colpo a quanto pare. Un sorriso ironico prende forma sul mio viso. Lo so che il combattimento è ancora nel vivo, ma almeno sono riuscita a combinare qualcosa di giusto.
Cerco con lo sguardo Medea per vedere come sta, è ferita e presenta diverse bruciature… che tu sia dannato reale del Fulmine!
Cerco il maestro del fulmine, lo trovo, è a circa dieci metri dalla postazione originale dei reietti. Tra le mani stringe la sua spada…così oscura e così pericolosa. Non importa. Lo fisso con decisione.
Raccolgo tutto il mio coraggio e tutta la mia forza e destrezza, comprendo bene che è più forte di me su tutti i fronti, ma devo tentare.
Corro diretta verso di lui, non sembra avere ferite, vediamo se riesco almeno a scalfire il suo bel visetto d’angelo…un angelo che sembra avere ali nere e oscure attorno a se a quel che so della sua nobile famiglia…gli Urthadar.
Quando sono a circa quattro metri dalla sua posizione allungo un braccio, lo stendo dinanzi a me stando attenta ad essere fuori dalla portata della sua arma, faccio quindi appello alla forza del vento di cui sono custode, il mio potere si manifesta in tutta la sua leggiadra pericolosità, il mio intento è quello di distrarlo puntando con il vento principalmente sterno e volto, a quel che ne so il vento se andrà a buon fine , dovrebbe istintivamente portarlo a chiudere gli occhi oppure a coprirsi il viso regalandomi secondi preziosi. Subito dopo aver scatenato il mio potere, sfrutterò il leggero vantaggio datomi dal tornado aiutata anche dall'imbrunire che avanza , la luminosità affievolita e il vento dovrebbero confondere i miei movimenti , scatterò quindi velocemente alla mia destra allargandomi correndo per puntare poi il suo fianco sinistro; il mio obbiettivo è conficcare il mio pugnale proprio nel suo fianco, lo prenderei in controtempo e, qualora dovesse girarsi per cercare di colpirmi a sua volta , vista la vicinanza potrei inevitabilmente finire per colpirlo allo stomaco , nella mano stringo Menelmir, il mio coraggio, la mia speranza…forza.

Se riuscirò o meno nell’intento, mi allontanerò da lui almeno dodici metri correndo più veloce che posso sfilando la mia arma dal suo fianco, così dovrebbe perdere molto sangue…che gli siamesi me la mandino buona!
Assumerò quindi una posizione di difesa, stando attenta a schivare eventuali attacchi nemici.

Tornado – Si genera un vento impetuoso che sbalza via il nemico per cinque metri, causandone danni da impatto di media entità

Menelmir ---> Arma in forma dormiente