Per Abigail è come atterrare su un suolo nuovo, di consistenza diversa. L'aria è più acre, il bruciore intenso. C'è rumore: al centro della stanza le iridi gialle di Kara sono incollate su di lei, superate in perfidia solo dal moto ritmico delle sue dita, che delineano spirali sul corpo di Kai – il vero Kai, esanime, che sua madre circonda con le sue gambe.
«Kai!» lo chiama Abigail terrorizzata, e prima ancora di strutturare i pensieri si lancia su di lui e scaccia sua madre con una spinta.
Lei rotola all'indietro, divertita.
«K-Kai! K-Kai!» ripete con un verso strozzato, prima di arrampicarsi sul divanetto dove Kai ha provato a baciarla e dove Abigail non è più sicura che l'abbia fatto per davvero.
Zachary si avvicina divertito, pulendo la lama da un'ombra porpora. La sua piccola fuggitiva non è molto sveglia, ma ormai deve esserci arrivata: sono le loro lingue che si sono amalgamate così avidamente.
«Cos'è, mia cara, ti ho spezzato il cuore?» la deride ridacchiando.
Abigail stringe Kai a sé, violata in sentimenti profondi, intimi.
Gli accarezza i capelli, ne accudisce la fronte livida per aggrapparsi a lui, suo unico punto fermo in un resto che le sta sfuggendo di mano.
Intravedere Kara non la aiuta a dissipare il turbamento. Quando ha scoperto che sua madre era viva si era chiesta se dovesse esserne felice. Aveva l’occasione di vederla, conoscerla, sperimentare qualcosa che aveva sempre sognato da bambina.
In realtà la sola sensazione che aveva provato è anche l’unica che ha effettivamente senso. Paura. Paura della vuota follia di quella creatura.
Le mani le iniziano a formicolarle e deve concentrarsi su Kai per mantenere la calma, soprattutto quando il Viandante riprende a ridere.
Ha una gran voglia di piangere ma forse vorrebbe più colpire Zachary e fargli sparire quel sorrisetto strafottente.
«Suvvia, ti ho solo evitato una delusione» sospira lui con la certezza di chi sa che non ci sarà un lieto fine. Come potrebbe esserci?
«Lui è un Alpha, tu un abominio» illustra bonariamente, con parole calibrate per far male, trafiggere le sue debolezze.
Le braccia di Abigail cedono; l'impulso di piangere è però interrotto da un’improvvisa pressione sul polso.
Riesce a malapena a trattenere un sussulto.
Kai ha ancora gli occhi chiusi, finge di essere svenuto, ma ha portato la propria mano alla sua, per esortarla a resistere.
Zachary, di spalle, non se ne accorge.
«Non fraintendere» continua a infierire «La storia che ti ho raccontato è vera. Tu e Kai sareste stati una coppia così affiatata! Peccato che tu sia già stata rimpiazzata...»
La voce del Viandante inizia davvero a darle alla testa, nonostante Kai provi a contenerla con un’ulteriore stretta.
Abigail si sforza di ispezionare la stanza alla ricerca di una via di fuga, ma impatta solo contro il muso annoiato di sua madre, che giocherella con le proprie dita.
Zachary sospira teatralmente. «Fossi in te non la prenderei sul personale. I Douchen devono aver passato anni a chiedersi perché Dominic sia stato esiliato; e le voci che Tatiana lo tenesse prigioniero di una Viandante devono essere arrivate anche a loro. Non mi stupisce che Kai ti abbia seguito. Sai, per spiarti.»
Stavolta è Kai a irrigidirsi, Abigail se ne accorge dal tremolio della sua mano. Dapprima pensa che sia quella bugia a infamarlo, ma di colpo realizza.
È stato lui ad accompagnarla dalla Viandante.
È stato lui a proporle di entrare nella mente di Dominic.
È stato lui a scoprire i suoi segreti.
Kai è davvero lì per spiarla.
Zachary ride. «Te l’ho detto che ti avrei evitato una delusione.»
Abigail scaccia la mano da Kai, ferita.
Ormai non dovrebbe stupirsi di quell’ennesimo inganno, ma il tradimento di Kai fa più male degli altri.
Non che lui le avesse promesso niente ma i suoi gesti… la sua premura… facevano intendere qualcosa di più. Ed è inutile negarlo, lei aveva sperato in quel qualcosa di più.
“Sei così ingenua” la beffeggia la voce di Kai e non importa che sia solo nella sua testa, ha ragione.
Abigail conficca le unghie nel legno, raschiandolo con rabbia. In realtà sono artigli, neri e affilati come quelli di Kai.
È la prima volta che compaiono ma non è spaventata, anzi.
Cos’ha da perdere?
È sola -completamente sola- non sa se rivedrà mai più la sua famiglia e nella sua mente c'è solo il bisogno martellante di avventarsi su Zachary e colpire quel parassita, fargli più male possibile. «Stai zitto» ringhia con gli occhi che si infiammano.
Si alza o forse sono semplicemente le sue ossa che si allungano, che scricchiolano mentre la sua pelle si fa più forte, scura, solida.
È doloroso, ma non le importa. Accoglie con gusto quelle sensazioni che la percorrono, quelle cui lo zio Gabe le ha fatto promettere di non abbandonarsi mai. Perché, poi? E' come chiedere a un passerotto di non usare le ali, il suo corpo è stato fatto apposta per contenere quell’odio.
Spalanca la mandibola e emette un roco ululato di rabbia, che cresce finché il suo aspetto non è completamente diverso.
![]()