Capitolo 22: "Fianco a fianco"
Convinta dei propri sospetti riguardo al suo ex commilitone, il generale Hisoku, e senz'altro guidata da quelle spiacevoli visioni che ormai la perseguitavano ogni notte da quando era scomparsa Loth, Nava aveva organizzato un piano per poter entrare di soppiatto all'interno della base militare, di cui, così credeva, conosceva ogni anfratto, per poter investigare da vicino e cercare qualche indizio sulla scomparsa dei ragazzi e di Ryu.
Dopo aver lucidamente analizzato la situazione, aveva dovuto cedere anche alle insistenze di Atarie e Beren, i quali per nessuna ragione sarebbero rimasti a guardare la madre scomparire nel nulla come il fratello: Nava si rendeva conto infatti, che malgrado la missione fosse ad alto rischio, non avrebbe potuto concludere nulla senza la presenza dei due fratelli, i quali avrebbero potuto avvertire la presenza di Cano e scovare il nascondiglio dove erano tenuti prigionieri i ragazzi.
Giunta la notte decisiva, col favore dell'oscurità, Nava, Atarie e Beren si introdussero nella base militare.
Una volte entrati, Nava spiegò ai figli di eseguire esattamente le istruzioni date loro, poiché per evitare il sistema di sorveglianza era necessario muoversi con estrema cautela.
Nava era stata un ottimo soldato e una brillante stratega, e, conoscendo alla perfezione il territorio in cui si muoveva, non ebbe particolari difficoltà a superare i diversi punti di controllo, utilizzando anche il suo pass e i codici di accesso fornitegli in quanto militare.
Atarie e Beren invece, appena varcata la soglia della base, iniziarono ad avvertire la particolare sensazione che li assaliva quando uno di loro era nelle vicinanze: sfruttando esperienza e sesto senso, esplorando i diversi settori della base, si ritrovarono in un luogo che Nava non aveva mai visto prima, giù nei sotterranei.
Lo stanzino sembrava una strada senza uscita, poiché l'unica porta presente poteva essere aperta solo tramite un pannello di accesso con un codice: mentre Nava cercava segni o impronte sul panello per provare a indovinare il codice, Atarie e Beren tentavano di entrare nel computer installato lì accanto per sbloccare la serratura.
Questa volta non furono forse né esperienza né sesto senso, ma una buona dose di fortuna, che portarono i due fratelli all'accesso in alcuni file riservati criptati con una basso sistema di protezione, attraverso i quali riuscirono a sbloccare l'apertura del cancello.
Una volta passati, una lunga e affannosa corsa attraverso uno stretto corridoio li porto davanti a un ascensore. Giunti a quel punto, entrambi i fratelli sapevano che qualche piano sotto di loro di trovava Cano, ormai la sensazione era diventata fortissima e non potevano sbagliarsi.
Mentre l'ascensore scendeva lentamente piano per piano, Nava guardò i suoi figli, così giovani e così coraggiosi, e le si strinse il cuore per l'irresponsabilità con cui li aveva condotti in quel luogo, senza sapere cosa sarebbe potuto accadere loro, e il pensiero che quella potesse essere l'ultima volta che avrebbero visto la luce del Sole, la portò a domandarsi se tutto ciò fosse giusto.
Ma le bastò guardare negli occhi Atarie e Beren, che preparavano una strategia per affrontare quello che si sarebbero trovati davanti all'apertura delle porte, per farle capire che non avrebbe potuto agire altrimenti, e che se non fossero stati loro a ritrovare Cano e gli altri, sarebbero stati questi utlimi a non vedere mai più la luce del Sole.
L'ascensore rallentò sibilando e si livellò al piano: Nava e i due figli si prepararono in fase offensiva nel caso avessero trovato guardie al'apertura delle porte, ma ad accoglierli trovarono solo un nuovo corridoio ammuffito e qualche insetto.
Questa volta con estrema cautela, attraversarono il corridoio, seguendo dei rumori che provenivano da una porta laterale: Nava silenziosamente strisciò verso di essa e si sporse per controllare la situazione all'interno.
Quello che vide, non la fece desistere un secondo: Nava si gettò contro il maniglione con tutta la sua forza, facendo irruzione nella stanza.
Il generale Hisoku stava maldestramente cercando di trascinare Loth verso uno stanzino, quando il fragore della porta lo interruppe e, voltandosi in direzione dell'entrata, sentì gelarsi il sangue alla vista di Nava la quale, vedendo la piccola Loth viva e tutto sommato in buona salute, non potè trattenere un delicato sorriso, guardando "la sua bambina" con lo sguardo tenero di una madre che rivede la propria figlia dopo un lungo periodo di distacco.
Improvvisamente il tempo sembrò fermarsi: i due schieramenti restarono immobili per un istante che sembrò eterno.
Capitolo 23: "Sole in Terra"