CAPITOLO 2 - Avrà mai fine questa giornata?
Una giornata schifosa finisce sempre troppo tardi.
« Ops, a quanto pare questo posto è già occupato. »
Mi asciugai le lacrime alla bene-meglio con un fazzolettino sgualcito e mi voltai in direzione della voce.
Un ragazzo biondo dal viso familiare mi guardava dall'alto in basso con un mezzo sorriso sulla faccia.
Mi ci vollero 5 secondi netti per riconoscerlo, ed evidentemente lui mi aveva già riconosciuto, perchè aprì le braccia in segno di saluto.
« David Cooper? Quanto tempo è passato! » Esclamai quando fui certa di averlo riconosciuto.
Mi alzai a fatica e feci per abbracciarlo. Ma ero così in confidenza per farlo?
Anche lui sembrò ripensarci, e tra tossicchii di imbarazzo e sguardi sfuggenti ci stringemmo la mano.
« Emma Mullen, ti trovo in gran forma. » esordì David cercando di smorzare l'imbarazzo.
« Ehm, grazie, sono appena arrivata, dopo 2 giorni di viaggio in macchina da Los Angeles, non mi sento particolarmente in forma se devo essere completamente sincera. » dissi strizzando l'occhio.
Lui stava per replicare quando dalla porta spuntò il brutto muso di mia madre che guardandomi con il più profondo disappunto disse:
« Oh, eccoti. Dentro ti stanno cercando tutti, vedi di essere educata una volta tanto. »
E rientrò velocemente in casa.
« La luce del sole potrebbe ridurla in cenere... » Scherzai, facendogli capire che dovevo rientrare per forza.
Mi sorrise malinconicamente e rispose: « Mi dispiace solo che l'occasione di rivedersi sia coincisa con la morte di tuo padre, le mie condoglianze. »
Per la prima volta in ore passate ad annuire tristemente lui fù la prima ed unica persona che espresse delle sentite condoglianze.
Gli rivolsi un'ultima occhiata di ringraziamento e rientrai.
Ma questa giornata avrà mai fine?? ero esasperata, gli ospiti se ne stavano andando tutti in processione, con mia madre vicino alla porta che era il ritratto perfetto di una neo-vedova distrutta dal dolore.
Mia sorella di fianco a me batteva il piede per terra nervosamente, evidentemente la stanchezza le rendeva difficile mantenere la maschera della figlia piangente, e stava riaffiorando la gelida Mara.
« Hai fretta di tornare all'inferno per caso? » Esordii sarcasticamente. Lei di tutta risposta mi fulminò con lo sguardo.
« A differenza tua Emma, io in questi anni non mi sono divertita, ho una carriera e un matrimonio da organizzare, per non parlare del funerale, ovviamente dovrà essere il più maestoso che si sia mai visto. E tu credi che essendo l'ultima arrivata tutti facciano i tuoi comodi? Vedi di crescere. »
Velocemente si avvicinò ad Erica, che aveva chiuso la porta dietro l'ultimo ospite, lasciandomi li impalata a bocca aperta.
Ma che ci sono venuta a fare qui!! Pensai mentre sprimacciavo energicamente il cuscino di piuma d'oca. Queste persone avevano il potere di irritarmi anche solo con la loro presenza.
A volte mi convincevo di essere stata adottata, ero troppo diversa dal resto della mia famiglia, non potevo avere gli stessi loro geni.
L'unico pensiero che mi tornava continuamente in mente era mio padre. La certezza che l'unica mia ancora di salvezza fosse svanita per sempre, e che ormai ero sola al mondo, ovviamente esclusione fatta per Franchis, quel gran bravo ragazzo che aspettava docilmente il mio ritorno a casa.
Si, casa, ancora qualche giorno per rendere onore a mio padre e poi sarei potuta tornare nella mia vera casa.
Con questi pensieri mi addormentai un pò più serena rispetto alle ultime notti.
Capitolo 3 >>
Chiedo scusa per l'immagine finale che non c'entra nulla, facciamo finta che si è fatta una doccia prima di dormire, era troppo bella l'espressione di odio, non la potevo non mettere.