ma U_U io stavo starnazzando tutta felice in msn U_U Ok voglio quel capitolo completo al più presto ù_ù
ma U_U io stavo starnazzando tutta felice in msn U_U Ok voglio quel capitolo completo al più presto ù_ù
Ma dai... sembra il finale di una delle mie favole... no no vogliamo quello vero! Al più presto![]()
Mi sono fiondata dentro appena ho visto il titolo e ...
devo dire, Archi, che mantieni sempre le promesse: amore, passione, pathos, paura, orrore tutti questi ingredienti sono amalgamati perfettamente in questo finale, breve ma intenso, in cui ogni cosa va al suo posto naturalmente e senza sforzi artificiali!
Ma coooomeeeeeeeeeeee! Mi hai preso per i fondelli!
Adesso il mio weekend è rovinato.
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Pars lapis et pars florum - parte I
Il giorno prestabilito per l'incantesimo finale era dunque arrivato e nel cuore della notte un piccolo corteo si avviava silenziosamente verso l'altopiano del monte Sic, luogo in cui da tempo immemorabile si celebravano importanti riti e all'occorrenza anche dei sacrifici.
Clodia camminava davanti a tutti, con passo svelto e incedere sicuro: troppo spesso ormai aveva visitato quel posto per esercitare i suoi poteri magici, e non c'era più sasso o sporgenza che la cogliesse di sorpresa.
Dietro di lei seguivano mestamente Lestat e Sephiro, mentre in coda veniva Luce la quale, sebbene controllata a vista da una guardia armata, non aveva mostrato il minimo segno di resistenza a seguire il gruppo, ormai probabilmente rassegnata al suo destino.
Giunti alla spianata dove si sarebbe tenuto il rito, Clodia si preparò al leggio sul quale era aperto un polveroso e antico manoscritto di incantesimi, e mentre ella pronunciava le prima parole di introduzione al rito, una fitta nebbia umida iniziava già ad avvolgere ogni cosa.
Luce fu indirizzata dalla guardia verso il centro di un cerchio magico segnato sul terreno dinnanzi al leggìo, e non appena il cerchio avverti la sua presenza si illuminò di una luce sinistra e iniziò a convogliare la sua energia intorno alla vittima, quasi anch’esso fosse impaziente di ricevere il suo tributo.
La nebbia si faceva sempre più fitta e nell’aria di poteva percepire il sapore frizzante dell’elettricità presente mentre le ombre dei rami rinsecchiti si chiudevano intorno al cerchio magico formando una prigione cupa ed impalpabile.
Clodia: Pars lapis et pars florum, una anima sunt. Qua parte defuerit, ille erit.
Le prime parole scandite ad alta voce da Clodia provocarono un forte aumento dell’energia presente all’interno del cerchio magico che investì Luce, la quale si contorse un una smorfia di dolore prima di venire sollevata da terra e perdere i sensi.
All’interno del cerchio magico ora era presente la ‘pars floris’ ovvero il contributo del casato dei Fiori che era necessario per rompere la maledizione.
A causa di questa stregoneria i due casati da sempre uniti, Fiori e Pietra, avevano deciso di separare i loro destini, ma senza saperlo avevano firmato la propria condanna: una parte di Fiori, una parte di Pietra, formano insieme una sola anima.. quando una parte viene a mancare, l’altra deve sopperire alla mancanza.
Quando Luce fu saldamente stretta nell’invisibile morsa di energia, Clodia, facendo un cenno alla guardia, ordinò che Sephiro venisse condotto anch’egli all’interno del cerchio.
Clodia intendeva così pareggiare il conto secondo lei aperto tempo addietro dal fratello Louis, il quale aveva offerto se stesso per salvare il figlio Lestat: Louis e Luce sarebbero quindi stati sufficienti per livellare la presenza di sangue dei Fiori e sangue della Pietra, ma dai numerosi studi - e sanguinosi esperimenti - fatti, Clodia aveva purtroppo scoperto che il cerchio di magia non si attivava completamente se all’interno non era presente, al momento dell’invocazione, almeno una minimo contributo di entrambe le parti.
La madre aveva deciso di offrire in sacrificio il proprio figlio, frutto dell’amore congiunto di lei, Pietra, e di un intraprendente esploratore appartenente al Casato dei Fiori: possedendo solo una parte di sangue della Pietra, Sephiro avrebbe potuto così attivare il cerchio magico.
Poco prima del termine del rito, Clodia avrebbe tentato di liberare il figlio per non ritornare altrimenti in disparità di parti: l’operazione era senz’altro rischiosa e nemmeno Clodia sapeva con certezza se la sua strategia sarebbe riuscita, ma a questo punto non esisteva cosa o persona che ella non sarebbe stata disposta a sacrificare pur di portare a termine il tutto.
In conclusione Sephiro, fino all’ultimo ignaro, e Luce, rassegnata, erano stati designati ormai da tempo come strumenti di purificazione ed ora levitavano uno accanto all’altro all’interno del potente vortice magico che si era creato non appena anche il cavaliere aveva varcato la linea che segnava a terra i confini del cerchio magico.
Ma quando ormai l’incantesimo sembrava avviato correttamente e Clodia era già in fase avanzata con la formula, accadde qualcosa di imprevisto: mentre il cerchio magico, con Luce e Sephiro imprigionati all’interno, brillava ancora intensamente di energia, un lampo incandescente saettò fuori colpendo in pienò il leggìo e scaraventando Clodia al suolo.
Interrotto così bruscamente l’incantesimo, l’energia all’interno del cerchio magico divenne incontrollabile e iniziò a pulsare intensamente a ritmo sempre più veloce: all’interno Sephiro e Luce furono risvegliati dal loro torpore e furono investiti da una scarica di fuoco violenta che li avrebbe rapidamente uccisi se Lestat, intuendo la situazione di pericolo, lasciando da parte il raziocinio, non si fosse prontamente gettato a capofitto nel vortice di energia.
Ciò che accadde quando Lestat entrò nel cerchio magico, non è possibile spiegarlo tramite formule magiche o calcoli cabalistici: Lestat vide il suo amico e la propria sorella in pericolo, non si preoccupò di bilanciamenti, di maledizioni, non si preoccupò nemmeno di mandare a monte tutto quanto, si lanciò e basta.
Con i tre all’interno, il cerchio magico ebbe come un improvviso sovraccarico, la potenza dell’energia liberatasi divenne sempre più intensa, un fascio di luce calda e bianchissima investì la radura, Clodia, e tuttò ciò che si trovava intorno per un raggio di svariati chilometri, finchè una esplosione fragorosa riportò il silenzio sulla collina.
Ultima modifica di archisim; 20th November 2012 alle 12:45
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH ne voglio ancoraaaaaaaa!!!!!!! Che succede? che succede che succede????? Interrompi sempre nel meglio U_U
Il capitolo anche se TROPPO breve, è bellissimo, e scorre che è una bellezza, anche se all'inizio i miei occhi puntavano sulla pecorella psichedelica del tuo avatar... mi ipnotizza @_@
*_* Lestat, mio eroe!! Ma cosa sarà successo? Clodia si risveglierà con i capelli rosa? No, tu non puoi essere così crudeleO forse sì ç_ç io devo sapere cosa succede ç_ç aggiorna
Le foto sono bellissime e mi piace la frase che hai usato per descrivere il fatto che lei conoscesse bene il monte *_*
Vedo che Flashina ha fatto colpo U_U
Oddio *___________* Allora, ho letto tutto il racconto dall'inizio in un pomeriggio. Scrivi che è una meraviglia, la lettura non è per niente pesante e riesci a coinvolgere i lettori in un modo incredibile! La storia è appassionante al massimo *____* Pensare che all'inizio Lestat mi sembrava il cattivo della situazione! E' UN EROEEEE!! Però ora hai interrotto nel momento più interessante @.@ AGGIORNA. ORA!!
Pars lapis et pars florum - Parte II
Quando Lestat si risvegliò, i suoi occhi erano ancora indolenziti per via della luce accecante provocata dall’esplosione di energia ma, quando fu in grado di mettere di nuovo a fuoco, ciò che vide lo lasciò senza fiato: non si trovava più infatti nella spianata dove era iniziato il rito, e accanto a lui non vi era traccia nè di Luce, nè di Sephiro, nè tantomeno di Clodia.
Lestat si trovava completamente nudo disteso su una spiaggia bianchissima, in un luogo sconosciuto immerso in una calma tiepida e silenziosa, dove l’unico suono che si poteva udire era quello del rituale distendersi delle onde sulla battigia.
L’unica altra forma di vita in quel luogo misterioso era rappresentata da un rigoglioso ciliegio che si ergeva poco distante, le cui radici affondavano direttamente nella sabbia e che cresceva a pochi metri dalla riva: avvicinandosi, Lestat notò che all’ombra dei rami dell’albero stava ad attenderlo una donna dai lunghi capelli setosi di un acceso colore rosato.
Dapprima Lestat pensò fosse Luce, ma una volta giunto abbastanza vicino da distinguerne i tratti del volto, capì che non poteva trattarsi della sorella, e nello sguardo malinconico e dolce che quella donna gli rivolgeva riconobbe la madre, Emeraude, che non aveva mai conosciuto e delle cui imprese aveva solo potuto sentire parlare.
Senza che Lestat proferisse parola, la madre si voltò verso un punto indefinito dietro di lei, e proprio in quel punto si aprì un portale verso la dimensione da dove proveniva Lestat, mostrando una Clodia allo stremo delle forze imprigionata all’interno dell’energia del cerchio magico che ella stessa aveva generato.
Emeraude: Lo squilibrio è stato compensato, tra poco Fiori e Pietra torneranno a coesistere pacificamente in un’unica anima.
Lestat: Madre.. voi siete.. viva?
Alla domanda del figlio, Emeraude dovette con dolore spiegare come la dimensione in cui stava immaginando di trovarsi non era altro che il regno della Luce Eterna, luogo in cui l’anima, dopo la morte terrena, veniva a rifugiarsi finchè non si fosse completamente rigenerata, pronta per tornare sulla terra sotto una diversa forma e riprendere il suo ciclo infinito: il sovraccarico di energia provocato dallo squilibrio all’interno del cerchio magico aveva aperto un portale tra le due dimensioni, dal quale lei aveva potuto percepire la presenza del figlio e portarlo temporaneamente in salvo nella propria dimensione ultraterrena, ma ormai l’energia andava esaurendosi, e presto il portale si sarebbe di nuovo chiuso..
Emeraude: ..separandoci ancora una volta, per sempre.
Sentendo queste parole, Lestat capì che nemmeno un attimo poteva essere più sprecato, e si buttò come un bambino tra le braccia della madre, la quale potè dopo tanto tempo cingere stretta stretta la sua creatura, piangendo e accarezzando con infinita dolcezza il volto di quello che ormai era diventato un uomo virile e orgoglioso, come se stesse accarezzando per la prima volta il viso delicato di un neonato.
Ancora incredulo per avere finalmente potuto conoscere la donna che lo aveva messo al mondo, Lestat non era più in grado di pronunciare verbo alcuno, ma Emeraude poteva leggere nei suoi occhi il senso di disorientamento e smarrimento così i due presero a passeggiare lungo la battigia, uno accanto all’altra, godendo di quegli ultimi preziosi momenti insieme, parlandosi con gli occhi e con il cuore, come solo una madre e un figlio sanno fare.
Improvvisamente Emeraude si arrestò: il momento della separazione era giunto e, con infinita tristezza, rivolgendo un’ultima carezza al figlio, lo rassicurò sul futuro del suo regno, finalmente liberato dalla maledizione poichè sangue di Pietra e sangue di Fiori era stato versato in abbondanza e in ugual misura all’interno del cerchio magico.
Sebbene Lestat non capisse il senso delle ultime parole di Emeraude, riuscì solo a pensare a quanto fosse bella la madre, prima di perdere del tutto i sensi.
Ultima modifica di archisim; 14th November 2012 alle 16:11
***
Sulla stessa spiaggia, a qualche duna di distanza dal ciliegio e da Lestat, si erano risvegliati anche Luce e Sephiro, anch’essi nudi, stretti in un tenero abbraccio.
Poco importava di come fossero finiti lì, ma la bellezza di quel luogo così in pace e tranquillo aveva liberato le loro menti da ogni pensiero, e l’unica certezza era che in quel momento fossero insieme, senza ostacoli tra loro.
Sephiro: Siamo.. morti?
Luce: Ha forse importanza? Siamo insieme..
Dopo aver passeggiato silenziosamente insieme mano nella mano sulla spiaggia, Sephiro si fermò, si girò verso Luce, e le disse che, sebbene fosse meraviglioso, quello che stava accadendo non poteva essere che un sogno, un incredibile, dolcissimo sogno.
Anche Luce sembrava averne la consapevolezza, ma non poteva, anzi non voleva fuggire da quella visione.. lei e Sephiro, solo loro due, per sempre? Non era ciò che aveva sempre desiderato, sin da quando era bambina, sin da quando, gelosa, spiava la sorella nei suoi incontri romantici con il suo bel cavaliere?
Poteva essere lei tanto egoista da trascinare il suo affascinante innamorato nel suo sogno, e trattenerlo lì per sempre? In cuor suo conosceva bene la risposta: era Sì! Poteva.. Cosa mai aveva chiesto nella vita? Aveva persino deciso di sacrificarsi al suo destino, qualunque fosse stato il malefico piano ordito da Clodia, per sciogliere la maledizione e salvare entrambi i regni.. era forse il premio che il destino aveva deciso di consegnarle.. un regno incantato dove vivere in pace con l’amore della sua vita.
Sephiro guardò Luce intensamente quando lei espresse il desiderio di restare lì per sempre, senza farsi domande, godendo semplicemente l’uno dell’altra per tutto il tempo che sarebbe stato concesso loro.
In quel momento, stanca di lottare contro il suo corpo e contro la maledizione - che in quel momento sembrava indebolitasi a tal punto da provocargli un piacevole sollievo - la volontà di Sephiro era totalmente soggiogata dalla bellezza della donna che gli stava davanti, e che gli stava dicendo di amarlo sin da quando era bambina, di essere l’unico uomo del quale si sarebbe mai innamorata, di voler passare tutta la sua vita insieme.. e così Sephiro chiuse gli occhi e baciò Luce, la baciò con passione, la baciò con ingenuità, poichè non sapeva che quel bacio avrebbe suggellato per sempre la loro unione, tacito simbolo dell’amore incondizionato che egli le stava offrendo.
***
I corpi di Sephiro e Luce, ancora uniti nel loro eterno abbraccio, luccicavano alla luce del fresco sole mattutino, nella loro eterna nuova natura incorruttibile, per sempre intrappolati in un mondo che non apparteneva loro, inconsapevoli vittime del sacrificio che aveva così rotto la maledizione contro cui entrambi avevano a lungo lottato.
Poco più in là, disteso su un morbido letto di fiori che avevano preso il posto dei rovi e degli alberi appassiti e ricoprivano ora l’interno altopiano, si era ridestato dal suo torpore anche Lestat, desolatamente solo, senza più Emeraude nè Clodia nè Luce nè Sephiro, ma anche finalmente solo con sè stesso, senza più quel demone provocato dalla maledizione che da troppo tempo si agitava nel suo corpo.
Al centro della spianata, ancora di fronte al leggìo, giaceva invece il corpo esausto di Clodia, la quale era stata coinvolta nel flusso di energia suo malgrado e che, grazie al suo sacrificio aveva potuto dare il giusto contributo da parte della Pietra perchè l’equilibrio tra i due casati fosse ristabilito: infatti il sacrificio passato di Louis era già stato pareggiato con quello di Emeraude, che in punto di morte aveva rivolto le sue ultime energie contro la maledizione che ella stessa aveva generato anni prima.
All’interno del cerchio di energia la pars Florum era quindi rappresentata interamente da Luce, che era stata compensata dalla pars Lapis di Clodia, mentre Sephiro, seppur presente, portando in sè entrambe le parti non aveva prodotto alcuno squilibrio.
Unico superstite restava quindi Lestat, probabilmente salvato in extremis dalla madre, la quale sapeva che avrebbe dovuto sacrificare uno dei suoi figli, Luce o Lestat, e aveva scelto di donare ala figlia un sogno infinito e forse felice, restituendo invece a Lestat alla sua realtà, poichè egli nella sua dimensione aveva ancora delle responsabilità a cui non poteva sottrarsi.
Raccolta tra le braccia Clodia, ormai allo stremo delle forze e distrutta nel corpo e nell’anima, Lestat si diresse silenziosamente verso il castello, dove avrebbe dato degna sepoltura alla malgrado tutto amata zia e ripreso in mano le redini del suo regno e della sua vita.
***
..molti anni dopo..
..ogni sera al tramonto mi siedo qui, sulla sponda di questa fontana, e ti pongo la stessa domanda.. sorellina adorata..
..mi domando se sorridi ancora nel posto in cui ti trovi, se il tuo amore è ancora vivido e se i tuoi occhi brillano ancora come li ricordo.. mi manchi così tanto, e trovo un po’ di sollievo solo ad immaginarti felice insieme al tuo cavaliere..
..ma ogni volta che vengo qui e parlo con te, la domanda che mi più mi tormenta e a cui non trovo risposta è.. se era proprio questo che desideravi, quando sognavi di vivere il tuo amore, per sempre..
*FINE*
Ultima modifica di archisim; 16th November 2012 alle 10:17