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  1. #281
    sim dio L'avatar di Sonia
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    Dolceeris non preoccuparti per noi...prima viene la famiglia e poi tutto il resto...
    spero tu abbia risolto, prenditi tutto il tempo che ti serve, noi ti aspetteremo...

    Se è si, va bene...
    Se è no, vattene a quel paese

  2. #282

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    Senza lei

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    “Giorno zio” salutarono le gemelle in coro, Martino come suo solito le salutò e si sedette a tavola per la colazione.



    Era tornato da poche ore dalla Francia, aveva accompagnato Anastasia in albergo. Per nessun motivo l'avrebbe mandata alla casa famiglia. Ma entrambi si erano lasciati come due estranei sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero rivisti.

    Un tempo l'amore tra i due non gli avrebbe permesso di starsene ognuno per la proprio strada, ma era la vita di Martino sbagliata, aveva vissuto e aveva messo in pericolo Anastasia solo per proteggerla, senza perché l'aveva presa con se e l'aveva protetta ed amata.

    Erano stati cosi poco insieme che Martino provava nostalgia per i loro momenti di tenerezza, l'aveva lasciata andare per un niente e non se ne riusciva a capacitare.

    “Cosa cucino per cena?” chiese Maria particolarmente felice, la donna aveva intuito la rottura tra Martino e Anastasia. Infatti nei giorni scorsi aveva cercato di conquistare l'uomo che non aveva mai dato interesse per lei. Nei mesi aveva intuito che qualcosa tra Martino e la giovane non andava e lei si era finta super tata per farsi notare, peccato che Martino più che il loro rapporto abbia alimentato solo la sua busta paga. Martino guardò Maria e scosse il capo “Faccia lei” sussurrò bevendo il caffè per la prima volta amaro.
    Martino capì che c'era qualcosa di strano, non aveva dato modo a Maria di fare dispetti ma pensava che ormai fossero di normale amministrazione.
    Fece per alzarsi per cambiarsi e andare al lavoro quando Bianca attirò la sua attenzione, “Zio, visto che stiamo da un po' di mesi qui. Ci dici la verità sulla mamma?” chiese la ragazza speranzosa.
    Martino sospirò le gemelle non erano stupide e lui non avrebbe potuto ingannarle a vita, ma era giusto dirle tutta la verità? Da quando Martino le aveva parlato l'ultima volta Chrystel era migliorata, ma i dottori erano scettici che si sarebbe ripresa del tutto durante l'anno.

    Martino ritornò a sedere, si accese una sigaretta e guardo le ragazze. Sperò con tutto il cuore che nessuna di loro fosse indisposta perché da li a pochi minuti ci sarebbe stata una sceneggiata tra pianti, capelli tirati e imprecazioni da parte delle due.



    Nostalgia, nostalgia canaglia ,

    che ti prende proprio quando non vuoi
    Ti ritrovi con un cuore di paglia
    e un incendio che non spegni mai
    Nostalgia, nostalgia canaglia
    di una strada, di un amico, di un bar
    di un paese che sogna e che sbaglia
    ma se chiedi poi tutto ti da.”




    Anastasia era in lacrime sul letto, aveva ascoltato per circa tutto il giorno canzoni deprimenti che parlavano d'amore.

    Non ancora concepiva quello che era successo con Martino. Si erano lasciati o almeno non avevano iniziato niente di quello che all'inizio sarebbe sembrato un bellissimo amore.

    Ma non potevano farci niente, Anastasia sapeva che lui non sarebbe andato a farle visita la notte, ne sarebbe andato nei giorni consecutivi. Aveva scoperto la verità e ne aveva pagato un costo caro, voleva tornare indietro parlare con lui, farsi aiutare a capire. Ma ormai qualunque cosa avesse fatto non sarebbe servita, solo il tempo avrebbe potuto risolvere o eliminare il loro rapporto, ma Anastasia dopo tutto quello che aveva passato per lui si sentiva sconfitta, aveva lottato per averlo quasi perso la vita per salvarlo. Ma aveva visto la sofferenza nei suoi occhi quando gli aveva detto quello che pensava.

    Ho scoperto il suo passato raccontato da lui ed era inespressivo, solo una piccola luce gioiosa si accendeva quando parlava della madre, oltre a quello ogni emozione di Martino era come se non fosse esistita. Come se il dolore passato lo avesse logorato fino a portarli via l'anima, ogni sua azione e fatta in piena lucidità. Non prova dolore, gioia come se fosse un'uomo vuoto, ecco perché non mi ha mai dimostrato affetto, non sa farlo, quella che indossa e una maschera che sta compromettendo tutta la sua vita. Si sta spalando solo m**** in torno ed io non lo sto aiutando, non so come fare, Aiutami tu.

    Anastasia alzò il capo verso il cielo guardando il piccolo crocifisso appeso alla parete.

  3. #283

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    Nostalgia

    35
    (prima parte)



    Anastasia se ne stava al parco. Il clima non era più gelido, ma c'era un leggero sole caldo che aveva preferito non perdere per distrarsi ma aveva deciso di non perdersi la notte.
    Era passato un'altro mese in cui non si erano visti, tutto era estremamente calmo e strano per Anastasia che aveva avuto un'infanzia molto movimentata, aveva ancora altro da dire a Martino della sua vita, aveva bisogno di abbracciarlo e di vederlo. Chiederli se stava bene e prendersi quel bacio proibito che lui gli aveva sempre rifiutato. Ma ogni volta che Anastasia si fermava davanti allo stabile dove lavorava Martino non aveva ne forza e ne coraggio di entrare, perché ancora le sue parole erano nella testa, perché provava ancora un senso di inquietudine quando pensava al suo passato.





    “...Cosi vissero felici e contenti” Martino chiuse il libro e guardo Peonia, “E' già finita?” chiese Peonia con la sua vocina acuta. Martino annui e ripose il libro, baciò il capo di Peonia e guardò il mare infrangersi contro gli scogli, sospirò pensando ancora ad Anastasia sapeva ogni sua mossa, il body gard non la lasciava per un'attimo. Ma ancora non riusciva a stare tranquillo che lei senza di lui fosse al sicuro.
    “Sign. Martino vuole un caffè?” chiese Maria. “Io latte” rispose Peonia assonnata. Maria sorrise alla bambina e rivolse uno sguardo malizioso a Martino che scosse il capo “No grazie” rispose infastidito. La donna era diventata stressante e petulante, eppure non riusciva a darsi per vinta, voleva Martino a tutti i costi ed in un modo o in un'altro lo avrebbe avuto.

    Martino diede Peonia tra le braccia di Maria e si incamminò verso il suo studio, come ogni giorno a quell'ora riceveva con impazienza notizie da parte di Anastasia.

    Martino si sedette sulla sua poltrona e guardò l'orologio spazientito. Il body gard stava ritardando ogni giorno alle sei era questo l'accordo, ma erano le sei e mezzo e non c'era ancora nessuna chiamata.



    Martino si accese una sigaretta. Il telefono finalmente squillo “Pronto” rispose Martino. “Dimentica la ragazza. Non è più tua” lo avvertì una voce maschile. Martino fece per rispondere ma l'interlocutore riattaccò.

    Martino restò per qualche minuto incredulo di quello che aveva sentito.

    Ingoiò un groppo di saliva amara, scosse il capo e aprì il primo cassetto della sua scrivania, ne estrasse una chiave, la guardò per qualche secondo incerto.

    Inserì la chiave nella serratura dell'ultimo cassetto e lo aprì, estrasse la sua berretta da tempo messa li a prendere polvere.
    Non poteva permettere che qualcuno facesse del male ad Anastasia, carico la pistola e si alzò, avrebbe ucciso tante e tante persone quella stessa notte.

  4. #284

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    Un uomo di pietra

    36
    (seconda parte)




    Anastasia alzò il capo stordita, ricordava poco di quello che era successo la notte prima.
    Qualcuno era entrato nella sua camera, l'aveva picchiata fino a farla svenire.
    Le doleva il capo ed ogni parte del suo corpo usciva sangue, in più tremava per il freddo ambiente buio in cui qualcuno l'aveva messa.
    Aveva paura adesso che iniziava a capire cos'era successo, l'angoscia di non sapere cosa sarebbe successo gli scivolo addosso quasi come acqua fredda.
    Chiuse gli occhi e l'onda di lacrime calde e amare cadde sul suo viso.
    “Uccellino, non dovresti piangere” la voce di Jacopo riecheggiò nell'ambiente vuoto e buio.


    “Va tutto bene” Jacopo si avvicinò ad Anastasia, le accarezzo la guancia ancora sporca di sangue.


    “Ti prego lasciami andare” singhiozzò in lacrime scorgendo la figura di Jacopo nel buio, “sh,sh” l'azzitti l'uomo, baciandole il capo “Andrà tutto bene”.




    Martino aveva messo sotto sopra tutta la città, non aveva trovato Anastasia ne Jacopo e ne Erin.
    Anche Nina era in pensiero per la giovane ragazza, sicuramente sarebbe stata uccisa, il tempo scorreva in fretta non sapevano ancora chi e perché avesse rapito Anastasia.
    Ma era una resa dei conti forse, Martino uccise tante persone e forse i loro parenti erano tornati per una vendetta.
    Ma perché prendersela con lei, potevano prendere e uccidere direttamente me.
    Anastasia non c'entra in questa storia, sono stato uno st***, conoscendo Erin l'avrà venduta per poco e niente e Jacopo poi cosa centra in questa storia non lo so, ma lo ucciderò molto presto.
    Tutto deve finire adesso, la resa dei conti e arrivata ma non volevo ci entrasse Anastasia, lei non c'entra. Per il mio egoismo, la volevo per me, la volevo proteggere, ma lo messa solo in pericolo.
    Eppure qualcuno dovrà chiamare per un riscatto.
    In questi giorni lo sognata, era bellissima mentre dormiva, io mi avvicinavo e la baciavo.
    drin, drin, “Pronto?” rispose Martino.


    “Chi è?” chiese impaziente. “Non ti ricordi di me?” la voce di Erin squillò tranquilla. “Dimmi dove l'hai portata” gridò Martino. La rabbia lentamente lo stava logorando, sentiva per la prima volta la paura attraversarli le vene. “Ma quante storie per una ragazzina. Doveva essere venduta e questa la tua punizione.”
    “Erin, io non so dove sei. Ma sta sicura che ti troverò e quando lo farò ti spezzerò il collo con le mie stesse mani” la minacciò Martino.
    Erin riattaccò.
    “Pensi di averle messo paura?” chiese Nina nervosa. Martino sorrise “No” rispose evitando il suo sguardo.
    Sospirò erano stati troppo poco a telefono per poter rintracciare la donna, che furba aveva chiamato da una cabina telefonica.
    “La troverò.. fermerò le navi e gli aerei, rovisterò ogni stiva, cantina, tutto finché Anastasia non sarà di nuovo tra le mie braccia. Posso farlo, ho le forze per farlo. E' nessuno potrà mai fermarmi” fini Martino.
    Nina lo guardò impaurita, conosceva lo sguardo di Martino, nei suoi occhi c'era rabbia e sapeva che ormai niente poteva sciogliere il suo cuore, davanti a se Nina aveva di nuovo il Martino di tanto tempo fa. Un uomo di pietra, senza emozioni. Spesso aveva paura della persona che aveva creato, ma aveva solo alimentato la speranza di un ragazzo che non aveva niente, Martino era di gran lunga più furbo e più forte di lei, e nessuno avrebbe impedito la sua ricerca.




    “Se sai qualcosa ti conviene parlare” vociferò Nina mentre guardava la scena, amava la violenza, lei era violenza ma più di ogni altra cosa amava vedere Martino violento. Ecco perchè forse avevano avuto una relazione. Hai tempo era un'uomo rude e violento questo la faceva sentire debole e protetta, senza farla riflettere sulla differenza di età.



    Martino era riuscito a trovare la videocassetta dell'albergo dove riprendeva Anastasia svenuta mentre l'uomo che stava picchiando la portava via.
    “Io non so niente, mi anno solo detto di prelevarla con forza e mi anno dato appuntamento al cimitero” confessò l'uomo dolorante.
    Martino piegò il capo leggermente a destra, guardò Nina che scosse il capo senza sapere. “Stupido uomo” sussurrò Martino. L'uomo si inginocchiò esausto Martino sorrise divertito e gli spezzò il collo.
    “E' adesso?” chiese esausta Nina. “Ne troviamo un'altro” rispose Martino eccitato per la ricerca e speranzoso di trovare Anastasia. “Abbiamo messo a soqquadro tutta la città più limitrofi, abbiamo chiamato i nostri vecchi contatti, tutti la stanno cercando. Tutti anno paura di quello che può succedere se lei...” sospirò senza finire la frase, “Forse dovremmo aspettare” sussurrò speranzosa. Martino la guardò scosse il capo e guardò l'orologio “Perché mi aiuti?” chiese mettendosi a braccia conserte davanti a lei.


    “Ti ho sparato l'ultima volta che ti ho visto, ti ho abbandonato.. e mi stai aiutando a trovare una ragazzina, perché?” chiese Martino arrogante. Nina conosceva quello sguardo, era arrabbiato e stressato. Eppure aveva lasciato un Martino tranquillo è innamorato, ma non poteva ancora nasconderli quello che provava per lui, l'amore per Martino non era mai finito ne quando l'aveva sparata e ne quando l'aveva lasciata l'ultima volta. Lo amava ecco perché lo aiutava, ma non poteva dirglielo, Martino l'avrebbe esclusa, doveva starli accanto, doveva aiutarlo nel suo dolore.
    Sapeva di non poter abbattere quel muro che Martino aveva posto con il resto del mondo, ma gli sarebbe stata accanto nel suo dolore.

  5. #285
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Ciao dolce, ho letto tutti i capitoli che mi mancavano ieri sera, ma ero troppo stanca per commentare, scusami ^^
    Innanzitutto mi hai messo una profonda ansia, la disperazione di Martino mi ha fatta davvero spaventare, perchè comunque anche il fatto stesso che si renda conto che la colpa (vabbè, ma non tutta dai ) è stata sua, e questo non fa che aggravare la situazione in cui si trova...Sono tanto TANTO preoccupata per Anastasia, sto cercando di pensare in quale modo Martino potrebbe trovarla, ma non mi viene in mente nulla, quindi posso solo dire che mi aspetto un tuo aggiornamento il prima possibile
    Meno male che c'è Nina comunque, nonostante il lavoro che fanno, alla fine i sentimenti (e pure molto forti ed intendi) li hanno anche loro....aggiorna presto!!


  6. #286

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    Maru grazie per essere passata.
    Volevo rendere questa parte molto triste e volevo far capire in qualche modo la disperazione e la paura del protagonista ma ogni volta non sapevo come fare quindi mi sono servita anche un pò delle immagini(diciamolo non sono le migliori).
    Pensavo di non riuscire a trasmettere.
    Per la seconda e la terza parte bisogna aspettare mercoledi...

  7. #287
    L'avatar di mary24781
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    Anastasia rapita! O mamma mia! Spero che Martino riesca a salvarla! Ciò non toglie che Jacopo sia proprio carino ù_ù Domanda: ma quindi Erin e Nina sono nemiche?

  8. #288

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    Che i giochi abbiano inizio

    37
    (prima parte)




    Martino era al cimitero, cercava una qualsiasi traccia che lo potesse ricondurre ad Anastasia o a chi l'avesse rapita.

    Non voleva ancora ammetterlo, ma stava navigando nel vuoto. Non aveva nessuna informazione, come se la ragazza fosse sparita chissà dove.
    Scosse il capo, aveva perlustrato ogni singolo posto del cimitero, era andato perfino nel mausoleo, rovistato nei cespugli ma non aveva trovato niente.
    Era anche sprovvisto, tempo fa avrebbe portato con se una squadra degna di C.S.I. ma per il momento si era accontentato solo delle sue mani e della sua esperienza da investigatore.

    Forse doveva realmente aspettare come aveva detto Nina, ma non poteva lasciar andare che le cose sfuggissero di mano cosi. Aveva bisogno di ritrovare Anastasia e abbracciarla e spezzare il collo ad Erin e Jacopo, non aveva paura e forse era proprio questo il problema, di fronte a qualunque cosa agiva a mente lucida mentre la rabbia e l'angoscia lo logoravano.
    L'ansia di non sapere chi l'avesse presa lo stava uccidendo, stava in casa per poche ore, non dava attenzioni ne a Peonia e ne alle gemelle. L'unica cosa che era stato in grado di fare era stata quella di andare da Javier e spiegarli la situazione, aveva messo in allerta anche Nanà qualunque denuncia di scomparsa o articolo doveva passare prima dalle sue mani. Qualunque informazione sarebbe stata d'aiuto in quel momento, avrebbe alimentato la sua speranza di ritrovarla viva, perché quella speranza nel profondo del suo cuore Martino l'aveva persa.
    “Trovato qualcosa?” chiese Nina avvicinandosi, Martino la guardò e scosse il capo esausto della presenza petulante della donna, “Non anno lasciato traccia” rispose Martino controllando ancora tra i cespugli.


    “Forse non ha detto la verità” ipotizzò Nina, “Forse siamo noi che non stiamo cercando abbastanza” ribatté Martino, “Eppure c'è qualcosa che non va, Anastasia e scomparsa all'improvviso. Senza avvertimento. Jacopo le ha dato la cartellina fasulla e lei ha bruciato le prove. Erin ti ha chiamato poi per dirti cosa? C'è qualcosa che non quadra, qualcosa che abbiamo sotto gli occhi, Anastasia era andata a scuola, il body gard l'aveva vista molto agitata quel giorno, era corsa in biblioteca e poi era ritornata in albergo” ricordò Nina, “C'è stato qualche avvertimento durante la scuola, da li e andata in biblioteca. E' qui che ci sfugge qualcosa, perché era agitata e cosa ha cercato in biblioteca?” analizzò la situazione. Martino guardò Nina “Dobbiamo cercare li quindi” rispose senza capire, “Non cercare, questo e un puzzle, dobbiamo risolverlo.” lo corresse Nina con fare da maestra, “Anastasia è uscita dall'albergo e andata a scuola e uscita prima scappando per le finestre del bagno per andare in biblioteca. La risposta quindi è cos'ha sconvolto Anastasia in classe? Cosa l'ha spinta a cercare in biblioteca, ma soprattutto cosa stava cercando?” le domande di Nina risuonarono ancora nella testa di Martino. Ricordava qualcosa riguardo ad un compagno di classe hacker ma non lo conosceva abbastanza per poterlo terrorizzare, il discorso di Nina era abbastanza logico, in quella giornata qualcosa aveva sconvolto Anastasia ma cosa o chi? Quale verità aveva scoperto la ragazza per correre a cercarla con tanta insistenza? E' perché non aveva chiamato Martino? “Non credo che tu voglia terrorizzare mezza scuola” scherzò Nina guardando Martino, che sorrise e scosse il capo “Non solo terrorizzerò mezza scuola, ma ogni cittadino di questa città... Il gioco si fa duro quindi adesso iniziamo a ballare” nella mente di Martino in quell'attimo sfiorò l'idea di piombare nella classe di Anastasia con un fucile e chiedere informazione ad ogni ragazzo impaurito e traumatizzato. Ma non poteva o almeno non questa volta avrebbe dato nell'occhio, per i colpi di testa ci sarebbe stato tempo penso. Adesso doveva solo indagare su quello che aveva fatto Anastasia quel giorno.

  9. #289

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    Quando il gatto non c'è i topi ballano

    38
    (Seconda parte)




    “Insomma non sa cos'ha cercato di preciso?” chiese Martino impaziente alla bibliotecaria,



    “Taddei frequenta molto la biblioteca, spesso delle volte per usare internet o per fare ricerche sulla città. Ma quando la vidi era in lacrime, cercai di aiutarla ma non volle aiuto..se ne andò al secondo piano dove sono i vecchi archivi sul clan Morik. Mi chiese la password per gli archivi privati. Ma senza un permesso non ho potuto dargliela quindi andò via.” riferì la bibliotecaria preoccupata per le domande insistenti di Martino. “Quindi non sa niente? Non ricorda niente? Ogni cosa è importante” la pregò Martino esausto, la bibliotecaria si guardò in torno, prese alcuni fogli dal bancone ed insoddisfatta guardò Martino. “Spesso quando aiutiamo i ragazzi sulle ricerche lo documentiamo per delle statistiche. Ma qui il nome di Taddei non appare, io non so come aiutarla, non so che...” non finì la frase, non sapeva il perché delle domande di Martino.
    Ma aveva visto lo stato di Anastasia quel giorno e poteva immaginare che forse c'era qualcosa che non andava, picchietto con il piede per un minuto pensò ad ogni istante che aveva visto Anastasia.
    “Since” gridò disturbando la quiete dell'ambiente, “Se non mi sbaglio Anastasia aveva tra le mani un articolo del clan di Since.” riferì ricordando, “Non è nostro compito entrare nella privaci di chi viene qui, ma ero salita a sistemare una pila di giornali vecchi e Anastasia mi chiese appunto quel cognome per delle ricerche di scuola. Io appunto stavo posando proprio gli articoli che le interessavano” ricordò ancora, “Quindi Anastasia e venuta qui, ha cercato negli articoli che sono al secondo piano, lei è andata a posare una pila di giornali e Anastasia le ha chiesto di quel cognome” riassume Martino, “Ma a che ora e successo tutto questo?” chiese ancora, “Erano le dieci del mattino. Mi parve strano che non stesse a scuola, ma disse che era per una ricerca” rispose.
    Martino annuì e si allontano, doveva avere la lista dei compagni di classe di Anastasia..
    Scoprire un possibile amico/docente che l'abbia sconvolta, ma su quale verità? Perché Anastasia cercava informazioni su quel clan?
    Martino distrusse anni prima il clan Since quando stipulo uno dei suoi contratti fasulli con Bruna Since, dopo che ci era andato a letto e le aveva fatto firmare il contratto piombo nella sua casa facendo una carneficina e prendendo tutto quello che la donna aveva. Ma Martino non riusciva a capire che nesso poteva esserci tra Anastasia è Bruna, la donna non si sarebbe mai abbassata a tal punto di uccidere una ragazzina, non era nel suo stile. Ma Anastasia aveva fatto ricerche su di lei quindi un nesso per forza doveva esserci.
    Si fermò per un attimo davanti alla scuola di Anastasia, sospirò ed entrò


    Ricordava poco il suo percorso scolastico, ma l'istituto era cambiato non più squallido e puzzolente,
    si diresse all'ufficio del preside che fortunatamente conosceva ed aveva fatto tanti favori.
    Gli chiese informazioni sui compagni di Anastasia e il registro di classe, Anastasia vicino chi si sedeva.
    Il preside spiegò con molta pazienza e calma tutte le informazioni che Martino aveva chiesto, ma niente sembrava dare informazioni importanti.
    Anastasia in classe non era attenta, sedeva all'ultimo banco vicina ad un'amica, aveva pessimi voti e spesso bighellonava per i corridoi, era conosciuta da tutto l'istituto ma il preside tra i suoi docenti non aveva nessuno che volesse male Martino o peggio la ragazza.
    Anche l'uomo si era messo ad indagare non appena aveva ricevuto la telefonata del rapimento, il suo compito era quello di proteggere Anastasia durante le ore di lezione, ma Martino avrebbe curato molto più tardi l'accaduto.
    Il preside aveva lasciato uscire Anastasia questo significava che non la proteggeva o peggio poteva essere anch'esso un sospettato di una lista infinità che Nina aveva stilato e controllato già centinaia di volte.
    Ogni persona che Martino aveva davanti finiva con il collo spezzato, ormai si era innescato un meccanismo a catena, ogni persona della città che conoscesse il clan Morik aveva paura.
    Una specie di guerra era iniziata e Martino non aveva intenzione di fermarsi.




    “Trovato qualcosa?” chiese Nina mentre controllava il registro di classe,
    Martino scosse il capo e la guardo, “Fino ad ora, nessun compagno di Anastasia ha parentele con il clan Since” rispose esausto.
    Martino aveva richiesto al preside ogni registro di classe ed era iniziata una lunga ricerca su ogni alunno della scuola, Nina aveva ristretto le ricerche cercando solo con una possibile parentela lontana. Ma dai cento studenti di quella scuola nessuno sembrava appartenere a Erin o a Bruna.
    Erano entrambi stressati e chiunque non portasse nuove informazioni era costretto ad ascoltare le sfuriate di entrambi.

  10. #290
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Oddio!!! Martino datti na mossaaaaaaaa Che la vai a cercare al cimitero??? Poi odio Nina, vuole aiutare e se ne sta sempre seduta? U_U (scherzo ^^)
    Ma come si ritrova una ragazzina scomparsa nel nulla? Spero che i sensi di colpa se lo mangino più di quello che già stanno facendo!


 

 
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