Capitolo 8 -Tirando ... le Somme -
Tornando a casa Violet si sentì decisamente soddisfatta. Non solo era felice di ritornare a New York, lo era ancora di più per aver appena acquistato un abito per la serata di domenica … ed era solo martedì.. questo significava che mancava pochissimo alla Grande Mela… e anche se avrebbe dovuto spiegare a Jason il perché avesse comprato un abito da settecento dollari, entrò in casa entusiasta.
“Dovevo riconoscere che parte del mio entusiasmo era dovuto all’insieme di ricordi che New York mi suscitava.. Dopo la morte di Tyler, quando io e Cloe tornammo nel Vermont, chiesi a mio padre un prestito per andare due mesi nella City più fantasmagorica del pianeta… I miei intenti non erano sinceri davanti a lui, che non storse nemmeno il naso dandomi cinquemila dollari, ma non mi fece domande … sapeva che qualcosa a Gohram era andato storto e sapeva che questo aveva portato al mio arrivo anticipato, ma non mi chiese mai nulla finchè un giorno stanca di nascondermi dietro ad un padre, che in realtà aveva fatto molto per me, gli raccontai la verità.. a lui, a lui soltanto.. finii gli studi a casa mia e per l’estate andai all’irraggiungibile inseguimento di Danny.
Il mio incontro con Michael fu talmente casuale, talmente ironico che in due mesi smisi completamente di cercare Danny. ..ma non smisi mai di pensarlo … tutt’oggi, qualche volta, mi capita di ammettere quanto io l’abbia amato. Con Michael vicino, in una città a me completamente sconosciuta, ritrovai la mia breve serenità.. gli avevo raccontato di aver rotto con il mio fidanzato , anche se la verità era che era morto, e gli avevo raccontato di essermi poi resa conto di amare un altro che viveva a New York e così ero finita a parlare con lui.. ripensandoci lui mi era stato davvero vicino. In due mesi avevamo speso tutti i nostri soldi, avevamo parlato dei nostri studi e dei progetti per il futuro, avevamo fatto giri in taxi da un quartiere all’altro, visitavamo musei e luoghi storici, fino ad intrattenerci la sera nella stanza del suo albergo, a fissare le migliaia di luci notturne e a coccolarci come due normalissimi ragazzi. Ed era proprio questo il punto.. forse ci eravamo spinti troppo … ”.
Jason era appoggiato al bancone della cucina pensieroso, il computer era spento e la tavola ancora apparecchiata. Violet posò il sacchetto di Chanel sul pavimento <ciao!> salutò posando anche le chiavi sul mobile. Jason balzò in piedi, non aveva per niente una bella faccia <che succede?>.
<si è rotto il computer… !> esclamò <e così…> iniziò la solfa <sono andato in banca per comprarne uno nuovo.. ma il mio conto è a secco!> pronunciò sarcasticamente <così ho chiamato il mio editore e gli ho detto di fissare una giornata di presentazione dell’ultimo libro.. e dopo essermi sentito dire
“Jason non ci sono soldi!” >fece l’imitazione vocale <ho chiamato mia madre per farmi dare duemila dollari per andare a Chigago domattina e presentare sto benedetto libro!!>
Violet era atterrita. Aveva appena speso un sacco di soldi per un vestito che avrebbe probabilmente indossato una sola volta… <quindi parti domani?> domandò arrossendo.
<si!> esclamò con aria psicopatica <e sai qual è la cosa più divertente Violet????> ghignò.
<no quale?> domandò ingenuamente.
<che dopo essere andato da mia madre, sono passato nella tua banca, perché ho pensato: “se Violet ce li ha sti benedetti soldi, torno indietro e saldo subito il mio debito con la mamma”… beh.. ? non dici niente?????> iniziò a seccarsi.
<cosa dovrei dire? Ci saranno si e no tremila dollari.. l’hai presi?>
<quindi non hai la più pallida idea di cosa dice il tuo estratto conto?>
<Senti Jason.. non tirarla per le lunghe.. > si alterò <OK.. ho speso settecento dollari per un vestito da indossare a New York domenica al Legend Artist cosa vuoi dire con questo??? Me li guadagno tutti i giorni i soldi..! non voglio certo privarmi di partecipare a questo evento, considerando che il museo nel quale lavoro ha investito un sacco di soldi …. >. Si zittì scioccata nel momento in cui Jason scoppiò a ridere. Era pazzo. Pensò.
<Quindi..> cercò di tornare serio <mi stai dicendo che tu non sai niente?> rise ancora .
<cosa Jason???? Di cosa caz** stai parlando???? > s’innervosì.
<Ieri sono stati versati sul tuo conto due milioni di dollari.. >rise eccitato < …e tu …non lo sai?> domandò infine.
“Due milioni di dollari … erano moltissimi soldi e solo a sentire pronunciare quelle parole mi sentii svenire. Non avevo mai visto così tanti soldi nella mia vita … ne avevo mai immaginato di possederli … dopo essermi ripresa un po’ da quella sconvolgente notizia, Jason mi mostrò l’estratto conto.
Il contraente era Sara Parker.
<Quindi la conosci?> mi domandò <chi è? E perché ti ha dato tutti questi soldi?>
Non risposi, presi l’estratto conto e lo strappai. Perché Sara aveva fatto una cosa simile? Si era forse informata su di me? Aveva forse scoperto che io e Jason eravamo indietro con il mutuo di due mesi? O era andata da mio padre e aveva visto che viveva ancora in quella squallida casa in legno? Perché? Perché? Perché?
- Due milioni di dollari.. - pensai … sono ricca.
<allora??? > continuò insistentemente lui.
<Jason… non ne ho idea..! > sbraitai in preda al panico.
<non sei contenta???? SIAMO RICCHI!!!!!!!!!!!!> gridò trascinandomi in una specie di ballo in giro per il salotto.
Più tardi mi feci una doccia… avevo un mal di testa atroce nel sentire Jason canticchiare con la musica in sottofondo.. erano anni che non lo vedevo così.. anni che non lo vedevo ridere proprio.
Cosa avrei dovuto fare ? Non avevo nemmeno più il numero di Sara, lei aveva detto che anche se eravamo sorelle, nulla ci legava … e perché allora aveva fatto una cosa simile? Voleva che sapessi che era stata lei a versarli.. ecco cosa voleva… era forse un modo per arrivare a me, il suo?
Non sapevo più cosa pensare …
Quello che mi sconvolse più di tutto accadde la sera.
Il giorno dopo Jason sarebbe partito per Chicago e vi sarebbe rimasto per almeno tre giorni, la domenica io sarei partita per New York con Michael, e quando glielo dissi, Jason contrasse le sopracciglia con aria seria.
<Potrei venire anche io… > disse.
<Amanda ha inviato un invito unico con i nostri nomi.. ad ogni modo Jason, tu saresti stato a Chicago.. >dissi pensando “toglitelo dalla testa!”
<posso sempre non andarci dato che ci sono tutti questi soldi.. prima non avrei mai potuto, ma amore adesso… >
<non voglio toccarli finche non so di cosa si tratta!>
<si tratta di questa tizia di nome Sara Parker… non mi hai ancora detto chi è!>
<ora solo perché ci sono questi soldi di mezzo ti sei rallegrato?>
<cosa? Stai davvero pensando questo Violet?>
<Oh certo che lo penso.. !> si alterò <sono anni che non sei così felice!>
<tu hai dei problemi!> balzò sulla difensiva <… … come osi dire una cosa simile? Quando mi sono fidanzato con te eri una povera ragazza fuggita dalla campagna, alla quale serviva un uomo di buona famiglia che la mantenesse!> esclamò malignamente.
<Non osare offendermi in questo modo! Io ho sempre lavorato per permettermi tutto quello che ho, do molto valore ai soldi, al contrario di te che spendi e spandi in stupidi libri che nessuno compra …> calò il silenzio poi Violet riprese <
SI’! I tuoi libri fanno schifo!>
<stai diventando come Michael, non mi stupisco che andiate di pari passo!> sbottò <anzi.. sai cosa ti dico?? Tu sei come lui! Uguale identica.. Ragazzini che pensano di cambiare il mondo con le loro buone e sane gesta di una mentalità talmente ottusa e antica … !>
<non è questo il punto Jason.. >
<ah no?> alzò la voce <allora qual'e il punto ? Spiegati perché proprio non ci arrivo!>.
Violet avvampò di rabbia in viso.
<il punto è che ....>
<smettila di girarci intorno, caz**!> urlò infuriato zittendola <sai qual'e il punto Violet?> suonava come una minaccia < Te lo dico io..> le urlò naso a naso <tu non hai il coraggio di ammettere che siamo stati un fallimento..e ti VERGOGNI di mostrare alla gente il tuo ennesimo fallimento.. ! Tu sei un fallimento, lo sei sempre stata!> inveì perdendo la ragione <prima tua madre, poi tuo padre.. E adesso me.. E chissà quanti altri prima di me!> perse completamente il controllo.
<io non ti permetto di parlare così della mia famiglia!> grido lei dando un pugno sul tavolo.
<tu non ce l'hai una famiglia Violet, tu non hai nessuno.. Sei sola ed è per questo che sei così.. Non ti importa niente fuori che di te stessa..Tieniti i tuoi soldi …!!!! Sei egoista, opportunista e ...> s'interruppe bruscamente.
<…e cosa?> indurì lo sguardo <Avanti dillo...!gridalo …! ti pesa cosi tanto?! > lo istigò con la rabbia negli occhi.
<protestante!> concluse lui paonazzo di cattiveria.
Il suo sfogo era stato forte, non solo per il tono di voce, ma per la verità ...quelle parole erano i suoi veri pensieri e in quel momento erano usciti nel peggiore dei modi, sputati con tanta rabbia e cattiveria che non gli sembrò nemmeno vero di averlo detto.
Violet impassibile come se tutto le fosse entrato da un orecchio e le fosse uscito dall'altro..
< finalmente hai tirato fuori tutta la tua merd*!!! > esclamò andando in camera da letto.
Non versò nemmeno una lacrima nel gettare disordinatamente i suoi vestiti nella valigia, le sue foto in un’altra, il suo nuovo abito, e i suoi cosmetici. Jason entrò spalancando la porta con un calcio.
<dove vai?> domandò infuriato.
<da questo momento non ti interessa più di me!> disse con lo sguardo dentro la valigia.
<NO! Tu non vai da nessuna parte!> l’afferrò per le braccia scuotendola violentemente <tu resti qui!>
<lasciami Jason!> si oppose farneticamente <mi stai facendo male! LASCIAMI!> gridò atterrando sul pavimento dopo una violenta spintonata.
<Non sai nemmeno cos’e il male! Stron**!>
Violet si rialzò, chiuse la valigia tremando di paura, e mentre lui calciava qualsiasi cosa gli si trovasse davanti agli occhi, Violet pianse.
<So cos’e il male… te l’assicuro!> esclamò dirigendosi all’entrata.
<tu non puoi andartene!> l’afferrò trascinandola verso di se <tu sei la mia fidanzata.. e da oggi possiamo avere la vita che hai sempre desiderato!>
Violet si voltò per guardarlo meglio. Era disgustata. <Non ero io l’egoista? Ora vuoi stare con me per i soldi? Non potrò mai perdonare il gesto che hai fatto prima… io non sono più la tua fidanzata! È finita!>
<Tr***! Tu sei solo questo! > la spinse violentemente contro il muro dandole uno schiaffone in faccia. Violet si divincolò immediatamente scivolando sul pavimento, aprì di corsa la porta di casa correndo sul pianerottolo, si voltò e lanciò verso di lui le chiavi della sua ormai vecchia casa facendogliele atterrare davanti alle scarpe.. <Jason Donelly!> gridò una volta al sicuro nella scala <mi devi duemila dollari figlio di put****!>.
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