Capitolo 1 - Tutto non è come appare
Mi sveglio di soprassalto, non ricordo bene dove sono . Ah già* sono su un taxi ( uno dei più puzzolenti in circolazione direi) , sto raggiungendo
mio padre nella nuova casa che abbiamo appena comprato.Ormai sono 5 ore che sono in viaggio, ma quanto diavolo è distante l'areoporto da qui?
Lui è partito qualche giorno fa, io sono restata un pò più di tempo a New York per
salutare tutto e tutti, anche perchè ho la strana sensazione che non rivedrò mai più quella città* dove sono nata e cresciuta. Sunset Valley
sembra una di quelle cittadine da telefim, tipo Settimo cielo. Immagino già* la mia casa, grandi finestre all'inglese, ampia veranda dove berrò
succo di pomodoro con mio padre, la mia camera sarà* una specie di soffitta solo per me e avremo un salotto caldo e accogliente ma con stile.
Come faccio a saperlo? Beh non è che lo so, però mio padre ha detto che sarà* una tipica casa rustica di campagna, quindi deve essere per forza
così.Oh , finalmente siamo arrivati.
"Ciao cipolletta!"
"Ciao pà*!"
"Tutto ok il viaggio?"
"Stancante.."
Mi giro a guardare la casa e con orrore scopro la verità*. Una palude? Abitiamo in mezzo a una palude piena di insetti?! La veranda c'è,
ma è più piccola di un bagno e..è un frigorifero quello li fuori?! E' quasi una palafitta questa casa! O mio dio è tutta in legno si, ma
di sesta qualità*! E..oh cavolo.. è un biscia quello sulle scale ?!
Resto senza parole e mio padre subito legge delusione nei miei occhi e lo
contagio. Dopo che mia madre è sparita nel nulla abbiamo avviato ricerche in tutta New York, poi in tutto lo stato e poi in tutta la nazione.
Dopo 2 anni eravamo ridotti sul lastrico e non potevamo più permetterci il nostro attico, la nostra macchina, insomma la nostra vita.
Con i pochi soldi in banca e quelli ricavati dalla vendita del vecchio appartamento abbiamo comprato questa casa e la nostra nuova macchina
(dovrebbe essere una jeep ma a me ricorda un carretto per il raccolto stagionale). Non posso però dire tutto ciò a mio padre, si è fatto in
quattro per farsi trasferire nella base militare cittadina ,anche se è comunque lontana da casa, ma almeno può continuare ad addestrare le reclute.
Anche se con i primi guadagni potrà* solo che pagare debiti. E tra l'altro mi ha già* vietato di cercare un lavoretto part time perchè dice che
non vuole farmi cambiare vita così radicalmente ( come se adesso fosse tutto uguale a prima).
"Sapphire, senti io..."
"MA CHE BELLA CASETTA DI CAMPAGNA, MA QUANTO è CARINA...non c'è il rischio di malattie infettive vero?"
Dico con la miglior faccia tosta che ho in repertorio.
"Dai, entriamo"
Dentro la situazione non migliora, è molto umido e poco accogliente... E devo rinunciare al mio salottino pieno di foto... E anche alla mia
camera visto che ce ne è solo una e la devo dividere con mio padre...meno male che almeno è abbastanza grande!
Vedo il sacco a pelo di mio padre con qualche lattina di birra, i mobili devono ancora arrivare eh?
" I mobili arrivano... ecco il camion!"
Grazie al cielo...
"Cipolletta perchè intanto che io metto in ordine con i traslocatori ,tu non vai a presentarti ai vicini? Qui si usa così, sono molto gentili!"
"Gli devo anche portare una torta di mele già* che ci sono?"
"Naaa, a me l'hanno data loro!"
Andiamo bene...Odio i vicini impiccioni del paesello, fa che non siano così.
"Allora vado!"
"Ciao cipolletta!"
Non so perchè anche a 17 anni continui a chiamarmi cipolletta. C'est la vie! Come direbbe mia madre ( perchè aveva origini francesi non perchè
era scema...Credo). Arrivo alla prima casa più vicina nel raggio di 500 m , sulla buca delle lettere c'è scritto famiglia Clavell, e davanti la
porta uno zerbino con scritto "Benvenuto straniero!" , la casa è proprio come quella di Settimo cielo, carina , curata e accogliente. Vuoi
vedere che ce l'hanno fregata all'agenzia immobiliare? Suono il campanello. Mi apre una signora dall'aria simpatica e adorabile con un gran sorriso
stampato in faccia.
"Ciao cara ? Non ti ho mai vista qui , in cosa posso esserti utile?"
Da quale pubblicità* esce questa qui?!
"Salve, mi sono appena trasferita abito nella palafitt..ehm nella casa vicino alla palud... ehm al laghetto!"
"Oh si, ho conosciuto tuo padre! Mi aveva detto che saresti arrivata! Accomodati"
"Grazie, che bella casa che ha!"
"Grazie mille! Vuoi un thé? Magari con dei biscotti? Li ho appena sfornati! Di un pò, come ti chiami?"
"Sapphire!"
Leggo per un attimo un certo terrore nei suoi occhi.
"Ehm , cara credo sia tardi, noi ci stiamo per mettere a tavola e credo che tuo padre ti stia cercando a quest'ora no?"
Il marito e presumo il figlio mi guardano con aria interrogativa e delusa, ma che sta succedendo? Il thè? I biscotti? Che fine hanno fatto tutte
le coccole dei buoni vicini?
"Ok, scusi per il disturbo..."
"A presto tesoro! Buona serata!"
Il marito mi guarda dalla finestra mentre mi allontano e lo sento dire "Povera ragazza... Non ha nessuna colpa..."
" Caro, A TAVOLA!!"Urla di rimando la moglie
Che gente strana, cambiano umore da un momento all'altro. Mah, sarà* una famiglia particolare. Spero.
Per rimediare alla delusione suono alla porta della casa che sta di fronte. Sperando che vada meglio almeno. Questa è la famiglia Andrews,
la casa è simile a quella di prima, ma proprio io dovevo abitare nell'unica baracca della città*?!?! Mi apre una signora in tuta da jogging ma
molto chic devo dire, con i capelli perfettamente raccolti e trucco perfettamente a posto, sembra che non si sia mossa nemmeno per fare un passo.
"Salve, desidera?"
"Buonasera, mi sono appena trasferita da New York , abito a poca distanza da qui nella..."
"Ah in quella casetta vicino al laghetto!"
E meno male che almeno loro credono che sia un allegro laghetto...
"Entra cara, vuoi qualcosa da bere? "
"Solo un bicchiere d'acqua grazie..."
"Di un pò, come ti chiami?"
" Mi chiamo Sapphire Wil.."
Nemmeno il tempo di finire il cognome che cambia espressione in un nanosecondo.
"Oh come è tardi! Scusa ma ho lezione di Yoga prima di cena e se faccio tardi poi dovrò far aspettare anche mio marito..capisci vero?"
"Certo, mi scusi..."
Ma qui basta dire il nome che ti cacciano fuori? Da oggi in poi userò il metodo Ulisse e mi chiamerò Nessuno!
Torno a casa sconsolata e trovo mio padre che sta mettendo la cena in tavola.
"Ehi, ti stavo per chiamare! Vieni, ho fatto un insalata di pollo da favola!"
Mangiamo raccontandoci del viaggio e di quanto ci manchi New York e arrivando a parlare dei vicini gli chiedo spiegazioni.
"Allora come è andata con i paesani? Ahah..."
"All'inizio gentilissimi davvero gran belle persone, ma basta dirgli il nome che ti cacciano!"
"Ah ma vedrai che è una tua impressione, sono gentilissimi, forse prima di cena è un orario un pò strano per loro! Qui i pasti sono sacri!"
"Mah, poi dicono che sono i New Yorkesi a essere schizzati..."
"Dai, andiamo a dormire! Non scordare che domani hai scuola!"
"Che?! Subito domani?!"
"Eh si, tanto non farai nulla il primo giorno, poi non mi va che stai senza far niente qui sola a casa e potrai conoscere persone della tua età* no? Magari sono meno
schizzati! Eheh..."
"Si...Forse hai ragione..."
Se papà* è così tranquillo , lo sono anche io. Non abbiamo mai smesso di cercare mamma ma per ora la polizia ha detto che dobbiamo lasciar fare
a loro, sono sicura che lei è viva e sta bene . Non so perchè ma ho questa sensazione, poi ho la sua foto sempre sul comodino, mi aiuta a sperare
in qualcosa di buono. Se entro l'anno non la troviamo la daranno per morta. Ma noi non ci arrendiamo, siamo pur sempre dei Williams!
Mi addormento quasi subito e sogno. Sogno mia madre e mio padre insieme nella palude. Io li raggiungo ma sprofondo nell'acqua e loro non fanno
nulla per salvarmi e batto i piedi sul fondo facendo rumore mentre cerco di risalire senza riuscirci.Mi accorgo che il rumore non è solo del sogno
ma anche della realtà*. Mi sveglio di soprassalto, cosa sta succedendo? Sento ancora battere qualcosa nel piano di sotto.
"PAPà*!!"
Grido terrorizzata da tutto ciò che mi circonda.
Voglio la mia mamma.