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Risultati da 1 a 6 di 6

Discussione: [Sospeso] L'Apparenza

  1. #1
    simmino
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    [Sospeso] L'Apparenza

    Indice:

    Capitolo 1 - "Annuncio importante": viewtopic.php?p=109652#p109652

  2. #2
    simmino
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    Re: L'Apparenza - Prologo

    Prologo:

    Il sole è ormai tramontato da un paio d"™ore, le famiglie si stanno riunendo a tavola per cenare, la gente accende la televisione per guardare i quiz, le serie televisive o il notiziario serale. Una donna in particolare se ne sta seduta da sola sul divano di casa, impaziente che il telegiornale inizi, come se dovesse ricevere una notizia importantissima. Una volta terminata la sigla iniziale sullo schermo appare l"™immagine del giornalista, pronto per iniziare. La donna vedendolo sorride. E"™ un uomo che lei conosce molto bene. L"™uomo, sembra molto agitato e quasi dubbioso se iniziare a dare le prime notizie oppure no. Dopo un paio di secondi si fa coraggio e inizia a parlare:
    -"Siamo nel 2116, il mondo è cambiato molto da come era una volta, ma è difficile affermare se sia cambiato in meglio o in peggio. La tecnologia sebbene sia molto migliorata non ha permesso di ideare invenzioni veramente utili all"™uomo, infatti le ultime scoperte si sono fermate a fornire inutili apparecchi per la cucina dotati di una voce registrata o robot molto elementari senza una funzione particolare. Niente strade fluttuanti, niente macchine volanti e niente cura per il cancro. Il cambiamento davvero importante riguarda direttamente la mentalità* delle persone. Infatti, con il passare degli anni, le persone in ogni parte del mondo, hanno iniziato lentamente ha dare un"™ importanza decisamente eccessiva alle apparenze e ai pregiudizi, a tal punto da finire per costruirsi delle false personalità* basate solo sull"™aspetto esteriore e trascurando totalmente le emozioni e la vera personalità*. Ora, viviamo tutti in case perfettamente geometriche, fredde e con gli stessi color monotoni: bianco e nero, monotonia che tra l"™altro si riscontra nella vita di qualsiasi individuo. Oggi la nostra vita viene programmata dai nostri genitori ancora prima della nostra nascita: decidono le scuole che frequenteremo, le persone di cui ci circonderemo, la nostra professione, la persona con cui passeremo il resto della nostra vita, la casa in cui vivremo e addirittura quanti figli daremo alla luce. L"™unica nostra preoccupazione oggi è quella di apparire sempre belli, giovani e assolutamente perfetti, tant"™è che ormai tutti, almeno una volta nella loro vita, si sono sottoposti a un intervento di chirurgia plastica per rifarsi il seno, le labbra o gli zigomi. Viviamo nei nostri finti mondi perfetti, credendo di aver trovato la felicità* quando in verità* siamo talmente lontani da essa, da non rendercene minimante conto. Ma è questo che siamo veramente? Eravamo così un tempo? Non si può cambiare? Non abbiamo nulla di meglio da dare oltre all"™immagine?"-
    Il giornalista si ferma un attimo per riprendere fiato. Sta per ricominciare a parlare quando viene interrotto bruscamente dall"™inizio della pubblicità*. Intanto, la giovane donna, sentendo quelle parole, che mai si sarebbe immaginata di sentire, si commuove pensando che quelle cose, dalla prima all"™ultima parola, non sono altro che la pura e triste verità* e sentendole dette da quella persona a cui è tanto affezionata non può fare a meno di tornare indietro con la memoria, pensando a due anni prima, nel 2114, quando ebbe modo di conoscerlo e quando le cose erano tali e quali a quelle descritte da lui stesso un attimo prima"¦

  3. #3
    simmino
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    Re: L'Apparenza - Capitolo 1 - "Annuncio importante"

    La sveglia segnava le otto del mattino di Lunedì 14 Maggio del 2114, e come ogni mattino, la signora Rosalie Terrence, aveva già* compiuto gran parte delle mansioni domestiche. Dopo aver eseguito tutti quei piccoli rituali mattutini, come lavarsi i denti due volte, darsi due passate di trucco in volto, annaffiare tutte le piante della veranda e pulire i vetri interni delle finestre del salotto per tre volte, era intenta a preparare una torta per le sue amiche che sarebbero venute a trovarla, con la puntualità* di sempre, alle nove in punto. Mentre lei era occupata ad impastare, il signor William Terrence, il marito, si trovava in giardino, indaffarato ad innaffiare i numerosi cespugli ricchi di fiori e, di tanto in tanto, a salutare ndo il suo miglior sorriso, intenti nella sua stessa attività*. Allo scoccare delle otto e un quarto, come ogni mattina, fece capolino in cucina la figlia maggiore dei signori Terrence: Jennifer. Appena la signora Terrence si accorse della presenza della figlia esclamò:
    -"Jennifer! Tesoro! Come sono emozionata per te! Oggi è il tuo primo giorno di lavoro! "-
    A un saluto così caloroso la figlia rispose con altrettanto entusiasmo:
    -" Lo so mamma! Sono così emozionata! E se non dovessi piacere al Dottor. Morrison?"-
    -"Non dire stupidaggini tesoro! Come potresti non piacergli? Sei così adorabile, che rimarrà* sicuramente colpito da te!"-

    Jennifer, dopo una simile frase, sembrò rasserenata e si sedette a tavola per fare colazione. Jennifer era la figlia maggiore e, probabilmente, la preferita dei signori Terrence. Aveva tutti i requisiti per piacere alla gente, e per fare carriera. Era molto bella, aveva il volto tondeggiante e definito da lineamenti delicati che le conferivano un aspetto molto giovanile e grazioso. La pelle chiara le metteva in mostra gli occhi scuri, mentre i lunghi capelli lisci e biondi le cadevano delicatamente sulle spalle come per fare da cornice a quel bel quadretto. Secondo il giudizio dell"™intero vicinato, Jennifer, era una delle ragazze più belle del quartiere e non avrebbe di certo impiegato molto tempo per trovare un buon lavoro e un marito. Tuttavia, se da una parte, era molto ricca esteriormente, dall"™altra,peccava profondamente sotto il punto di vista dei modi, delle maniere, e nel relazionarsi con le altre persone. Spesso era vanitosa e troppo sicura di se stessa e quando si sentiva a disagio o sotto attacco, tendeva sempre a ricorrere a maniere sgarbate e offensive. I difetti di Jennifer, ovviamente, sembravano inesistenti agli occhi dei genitori, che avevano sempre l"™abitudine di metterla sotto una buona luce, e dalla parte della ragione anche nelle situazioni in cui era chiaro che avesse torto. L"™emozione di quella mattina della signora Terrence derivava dal fatto che Jennifer avrebbe cominciato a lavorare come assistente per uno dei chirurghi plastici più famosi in città*, il signor Robert Morrison.

    La madre era intenta a dare consigli alla figlia quando il figlio minore,Philip, arrivò in cucina.
    -"Philip, caro!"- esclamò Rosalie nel vedere il figlio ancora in pigiama -"lo sai che Victoria e le altre saranno qui a momenti! Non vorrai mica presentarti in questo stato pietoso!"-
    Poi, prendendo per il braccio il figlio e indirizzandolo nuovamente verso le scale continuò: "Forza! Vai di sopra, lavati, fatti la barba e sistemati questi capelli, oggi è una giornata importante anche per te!". Philip, incuriosito da quella frase non potè fare a meno di chiederle di che cosa stesse parlando, ma la madre rimase sul vago dicendo solo che la sua amica Charlotte aveva delle ottime notizie per lui. Philip salì nuovamente al piano superiore e si diresse verso la camera. Una volta dentro si affacciò alla finestra per fare quello che faceva tutte le mattine. Ogni mattina, infatti, l"™attenzione di Philip veniva inevitabilmente catturata dalla figlia dei loro vicini di casa.

    Ogni giorno alla stessa ora, Emily Reynolds, usciva in giardino per innaffiare le aiuole e potare la siepe. Philip aveva sempre avuto un debole per lei, ma sapeva benissimo che era inutile farsi false illusioni, dal momento che era venuto a sapere che i genitori di lei le avevano già* trovato un marito perfetto e che le nozze si sarebbero celebrate a breve. Tuttavia nulla impediva a Philip di guardarla ,di tanto in tanto, mentre era immersa nel giardinaggio, anche se non si soffermava mai troppo, per paura di essere visto da lei o da qualcun"™altro. Emily Reynolds, insieme a Jennifer, era considerata una delle più belle e brillanti donne del quartiere. Era abbastanza alta, con un aspetto curatissimo e una carnagione piuttosto colorita. Aveva dei lunghi capelli neri che le scendevano fino a metà* schiena, che però durante il giardinaggio, legava sempre con una fascia colorata. Gli occhi azzurro mare le illuminavano il viso, mentre le labbra carnose le davano un aspetto maturo e molto attraente. A Philip tutto questo piaceva moltissimo ma tuttavia sapeva ben poco sul suo carattere, se non solo il fatto che voleva apparire perfetta e impeccabile in ogni situazione.

    Mentre la osservava, venne distratto da tre figure che camminavano lungo il vialetto. Erano le amiche di sua madre: Victoria, Charlotte e Lidia che, come ogni mattina, venivano a fare visita alla loro amica per passare la mattinata sorseggiando caffè, mangiucchiando le torte fatte da loro stesse, scambiandosi gli ultimi pettegolezzi e discutendo di argomenti più o meno frivoli. Le tre donne stavano salutano il signor Terrence, per poi dirigersi verso la porta d"™entrata, quando a Philip venne in mente che doveva ancora prepararsi. Le signore, in salotto, si salutarono con l"™affetto e la cortesia di sempre, scambiandosi abbracci e complimenti per i vestiti. Una volta che Philip fu pronto per presentarsi in pubblico, scese in cucina e trovò la madre e le amiche già* immerse in una viva conversazione.


    Nel vedere il ragazzo, Charlotte, lo salutò subito con grande entusiasmo e lo invitò a sedersi con lo loro per discutere di una faccenda importante. Appena Philip fu seduto, Charlotte iniziò a parlare dimostrando un certo entusiasmo:
    "Dunque caro, devi sapere che oggi ho delle ottime notizie per te!"
    "Ah sì? E "¦ riguardo a cosa?"
    "Devi sapere che ho saputo da Brooke, la figlia del barbiere, che era sposato con Jessica che ora però è fidanzata con Michael, il padre del cugino di Samantha, che i Signori Boyler sono interessati a far sposare la loro figlia Megan proprio con te, Philip!".
    Philip rimase basito nel sentire queste parole e si girò automaticamente verso la madre per vedere la sua reazione, la quale sembrava davvero eccitata all"™idea e invitò l"™amica a continuare il discorso.
    "Per te e la tua famiglia, Philip" continuò Charlotte "questa è una grandissima occasione! I Boyler, come tu ben saprai, sono una delle famiglie più ricche e di bell"™aspetto del quartiere, anzi no,che dico, dell"™intero paese!"
    Effettivamente la descrizione fatta da Charlotte rispecchiava perfettamente la realtà*. I Signori Boyler erano davvero molto ricchi, anche se Philip non era del tutto d"™accordo sul fatto della bellezza, in quanto entrambi, si erano sottoposti a talmente tanti interventi di chirurgia plastica da aver perso ormai ogni espressività* del viso e con essa anche le sembianze umane. I due, infatti, avevano volti che non facevano trasparire alcun tipo di emozione, a parte l"™arroganza "¦ quella non la facevano mancare mai. Tuttavia Philip era certo di non aver mai visto la loro figlia Megan, quindi decise di chiedere informazioni su di lei a Charlotte, la quale lo accontentò subito:
    "A mio parere,Megan, è una ragazza piuttosto carina, ma nulla di che, anche se i genitori parlano di lei come se fosse una dea! Ma devo ammettere che per non aver fatto nessun intervento plastico, cosa molto strana visto che ha già* 20 anni, non è niente male" a questo punto venne interrotta da Victoria:
    -"Secondo me, invece, Megan non ha nulla di bello, è praticamente priva di ogni fascino! E comunque un intervento chirurgico le farebbe veramente bene!"-
    Dopo questa battuta di pessimo gusto le signore scoppiarono in una rumorosa risata. Mentre ridevano così di gusto, Philip ebbe l"™occasione di osservarle bene, cosa che fino a quel giorno aveva preferito non fare.

    Charlotte, fra tutte, era sicuramente quella più in carne, fatto che non passava mai inosservato e nessuno perdeva l"™occasione di parlarle alle spalle. Aveva il volto molto tondeggiante e quasi totalmente ricoperto dal trucco decisamente troppo appariscente. Inoltre il suo viso appariva parecchio appesantito da i suoi occhiali dalla montatura voluminosa e dalle lenti molto spesse. Tuttavia, Philip, aveva sempre notato che, rispetto le altre, era la più simpatica e anche la più generosa, si trattava inoltre di una generosità* vera, concreta e fine a se stessa e non mirava mai ad avere un riconoscimento, cosa che invece riscontrava nelle altre. Purtroppo, questi aspetti positivi del carattere di Charlotte non venivano mai notati da nessuno perché nascosti dalla prima impressione che la gente si faceva di lei, basata solo sull"™aspetto esteriore.

    Lidia, invece, sebbene ad un primo impatto apparisse la più educata e silenziosa del gruppo, dopo un attenta osservazione si scopriva che era in verità* la più cafona, maleducata e antipatica del gruppo. Era lei la più informata su tutti i pettegolezzi del quartiere e non perdeva mai l"™occasione di dare giudizi riguardo faccende che non le riguardavano affatto. Inoltre, Lidia, non passava mai inosservata per via del suo modo di vestire, infatti, non indossava quasi mai colori diversi dal rosa, per praticamente tutte le situazioni, o dal fucsia, per i funerali. Ma la sua tendenza a ficcanasare nei fatti altrui, la sua maleducazione e la sua egocentricità*, non venivano minimante prese in considerazione dalle altre persone, in quanto era una donna di bell"™aspetto, dal fisico scolpito e dalle maniere assolutamente "deliziose".

    Poi c"™era Victoria, la migliore amica di Rosalie. Secondo Philip, Victoria, era la donna più fredda e terrificante del quartiere. Aveva un fisico molto asciutto e rassodato dalle numerosissime ore trascorse in palestra e in piscina. Era ammiratissima da tutte le donne del vicinato, ed era oggetto di desiderio per molti uomini. Inoltre era totalmente devota al suo lavoro, quello di agente immobiliare,e si vantava di continuo parlando di quante case avesse venduto nel corso della sua carriera e di quanto fosse intenso il rosso dei suoi capelli, che lei sosteneva "naturale", anche se tutti sapevano, che non lo era affatto. Era molto fredda e sembrava totalmente priva di sentimenti, tant"™è che spesso, Philip, aveva dubitato della sua umanità*. Non ricordava infatti, alcuna situazione in cui aveva dimostrato di provare qualcosa. Non aveva mai visto un sorriso comparire sul suo viso nel vedere un neonato o un cucciolo, né una lacrima nel sentire una notizia davvero triste e neppure un briciolo di gioia nel sapere che qualcuno in città* stava per sposarsi o per avere un figlio, insomma, sembrava davvero essere sprovvista di un cuore.

    Philip,osservando attentamente quelle donne, non potè fare a meno di notare quanto la madre fosse simile alle sue amiche, cosa che lo rattristava molto. La madre di Philip, Rosalie, era una donna piuttosto premurosa anche se spesso Philip dubitava sull"™autenticità* delle sue azioni, e che amava moltissimo il marito e i figli, amore che invece non lasciava trasparire alcun dubbio sulla sua autenticità*. Philip ricordava benissimo che, un tempo, sua madre era stata una persona davvero meravigliosa ma, il passare degli anni e le cattive persone di cui si era circondata, avevano fatto sì che mutasse a tal punto da renderla quasi irriconoscibile. Se la madre di Philip era stata un tempo un persona brava, vera e autentica, non si può dire lo stesso del padre, George, che, al contrario, era sempre stato una persona ipocrita, falsa e molto attaccata al denaro e ai beni materiali. Inoltre c"™era una cosa di lui che aveva sempre spaventato Philip: il padre, infatti, aveva una specie di vera e propria ossessione per i capelli, tant"™è che ogni mattina li pettinava con così tanta cura da arrivare al punto di contare quante volte passava il pettine e ogni volta che trovava un capello bianco,dopo averlo strappato via, correva subito dal parrucchiere in città* per farsi tingere i capelli, e già* che c"™era, per fare un salto al centro estetico per una lampada veloce. Questa ossessione faceva sì che i suoi capelli fossero sempre in maniacale e perfetto ordine e che la sua pelle fosse sempre abbronzata e allo stesso tempo anche molto sciupata.

    Philip, pensando a tutte queste cose e vedendo quelle donne ridere alle spalle di una povera ragazza, aveva l"™impressione che la giornata non fosse iniziata nel migliore dei modi. Charlotte, dopo aver smesso di ridere, era sul punto di riprendere il discorso quando venne interrotta dalla voce elettronica del forno:
    -"Tempo rimanente per la cottura: 0:00. Cottura terminata. Estrarre la teglia dal forno. Fra cinque minuti inizierà* il lavaggio automatico della griglia. Buona giornata."
    Rosalie balzò subito in piedi esultando:
    -"Finalmente la torta è pronta! Ragazze, dovete assolutamente assaggiare un pezzetto della mia torta! E"™ una nuova ricetta e voglio sapere il vostro parere!"
    Mentre lei era occupata a tagliare la torta, le amiche iniziarono subito un"™altra animata discussione di carattere culinario. A questo punto la presenza di Philip in cucina era diventata del tutto inutile, tant"™è che per un attimo gli sembrò di essere diventato invisibile. Quindi decise che era meglio spostarsi nel soggiorno. Mentre usciva dalla cucina e si lasciava alle spalle l"™allegro vociare delle signore non riuscì a fare a meno di pensare alle parole di Charlotte: come mai i Boyler, così ricchi e di classe, volevano far sposare la loro preziosa Megan con un membro della sua famiglia, così modesta e di poca classe? Quale interesse potevano avere? Philip era certo che i Boyler, così attaccati alla fama e al denaro, non avrebbero mai fatto una cosa del genere senza pensare di trarne dei vantaggi. Inoltre lui non era pronto per il matrimonio, aveva solo 20 anni e aveva iniziato da poco a lavorare! Era decisamente troppo presto. Mentre era assorto nei suoi pensieri si imbattè nella sorella che usciva in quel momento dal soggiorno:
    -"Ah, Philip! Eccoti! Papà* ti stava cercando! Mi sta accompagnando in città*, allo studio del Dottor. Morrison, vuoi un passaggio?"-
    -"Veramente io dovrei ancora fare colazione, solo che"¦"-
    -"E allora? Farai colazione in qualche bar! No?"
    Convinto dalla soluzione trovata dalla sorella, Philip raggiunse il padre in giardino.

  4. #4
    sim dio L'avatar di Sonia
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    Re: L'Apparenza

    che bello un altro diario da seguire... la storia è interessante... si, mi piace...

    Se è si, va bene...
    Se è no, vattene a quel paese

  5. #5
    sim §§
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    Re: L'Apparenza

    Mi piace molto il primo capitolo!! E' originale come idea e aspetto il seguito, poi scrivi molto bene

  6. #6
    simmino
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    Re: L'Apparenza - Capitolo 2: "Il CostanneTimes"

    Il padre era già* seduto in macchina, al posto di guida, in attesa dell"™arrivo dei figli. Una volta entrati, i due trovarono il padre già* occupato a dare colpi al volante. Faceva così ogni volta che doveva far partire il veicolo. Aveva comprato quell"™auto da pochi anni, ma già* non ne sopportava più la sola vista. Era una macchina ideata con lo scopo di ridurre notevolmente l"™emissione di gas dannosi per l"™ambiente, o almeno così affermava la pubblicità*. Infatti ben presto George si rese conto che si trattava di un"™enorme fregatura, dal momento che l"™auto inquinava esattamente come qualsiasi altra macchina e in più ci metteva un quarto d"™ora per partire. Secondo Philip, tuttavia, questo era quello che si meritava suo padre, il quale aveva comprato quell"™auto non perché avesse a cuore l"™integrità* dell"™ambiente, ma solo per fare la figura dell"™eroe agli occhi dei vicini. Dopo diversi tentativi, il motore si mise finalmente in funzione. Una volta riacquistata la calma, George si rivolse alla figlia, che stava seduta sul sedile posteriore, mostrandole un enorme sorriso:
    -"Allora, Jenny? Come ti senti? Oggi è il tuo primo giorno di lavoro! Sei ansiosa?"-
    -"Prima un pochino, ma ora è tutto passato! Sono certa che andrò benone! Piacerò a tutti, vedrai!"
    -"Ecco la mia Jenny! Questo è lo spirito giusto! Vedrai, il Dottor. Morrison è una persona eccezionale, ti piacerà*! E sono certo che tu piacerai a lui! Dico bene, Philip?"-
    Philip, che era ancora assorto nei suoi pensieri riguardo ai Boyler, stava fissando il vuoto attraverso il vetro del finestrino e non sentì la voce di suo padre, che a quel punto ripetè:
    -"Ho detto giusto, Philip?"-
    Il figlio sembrò finalmente risvegliarsi:
    -"Come scusa? Ero distratto "¦"-
    -"Lo so, tu sei sempre distratto!"-
    George fece retromarcia per uscire dal vialetto di casa e in un attimo fu per la strada che portava verso il centro città*. Il quartiere in cui vivevano i Terrence era frequentato da gente perbene ed erano in buoni rapporti con la maggior parte dei vicini, cosa che faceva sì che venissero invitati alla maggior parte dei ritrovi e delle feste che erano all"™ordine del giorno. Il centro cittadino era sempre molto vivo, a prescindere dal giorno e dall"™ora. Quel giorno in particolare sembrava più abitato del solito, al punto che Philip non potè fare a meno di farlo notare ai familiari. Il padre rispose prontamente alla sua osservazione:
    -"In effetti oggi è molto affollato, credo che sia per la festa di beneficenza che si terrà* questo Sabato. A quanto pare stanno già* iniziando ad allestire tutto. Io e vostra madre avevamo intenzione di andarci. Volete farci compagnia?"-
    I due sembrarono entusiasti della proposta del padre, tant"™è che gli assicurarono che sarebbero stati presenti entrambi. Per Jennifer inoltre , era l"™occasione perfetta per farsi vedere dai suo amici e vantarsi del suo nuovo e prestigioso lavoro. Tuttavia Philip voleva sapere come si sarebbe svolta la festa di beneficenza e come potevano contribuire.

    Il padre però sembrava già* stanco di quell"™argomento e finì col ritornare a parlare nuovamente del lavoro di Jennifer. Dopo aver passato la piazza della chiesa e il mercatino dell"™antiquariato , il signor. Terrence fermò la macchina nel parcheggio dell"™ospedale, che quella mattina era stranamente vuoto, e fece scendere la figlia. Scese lui stesso ad aprirle la portiera e dopo averle fatto le ultime raccomandazioni, la salutò con un affettuoso bacio sulla guancia. Una volta rientrato in macchina la osservò mentre si allontanava, finchè non scomparve dietro le porte dell"™entrata principale. Poi rimise in funzione la macchina, con la stessa fatica di sempre, e uscì dal parcheggio per imboccare la strada che portava agli uffici in cui lavorava il figlio. Philip , che aveva finito il liceo da appena due anni, aveva iniziato da pochi mesi a lavorare per il giornale locale: il CostanneTimes. Philip non aveva frequentato nessuna università*, a differenza di Jennifer che, invece, l"™aveva conclusa da poco, con ottimi voti. I genitori, infatti, avevano preso questa decisone perché erano consapevoli dell"™abilità* nel scrivere del figlio e inoltre perché erano in buoni rapporti con la nipote del fondatore del giornale: Sarah Costanne, e questo sarebbe bastato per assicurare al figlio un ottimo futuro. Fortunatamente quel lavoro, non piaceva solo ai genitori, ma anche al figlio stesso. Il suo impegno e la sua serietà* nell"™affrontare i compiti che gli venivano assegnati dai suoi superiori vennero subito riconosciuti a tal punto da fargli ottenere, nel giro di pochissimo tempo, una promozione, facendo sì che abbandonasse la fotocopiatrice e il toner, per arrivare direttamente a scrivere personalmente alcuni articoli. Ovviamente Sarah, che dopo la morte del nonno diventò direttrice del giornale, iniziò con l"™affidargli articoli di bassa importanza riguardo eventi di ancor più bassa rilevanza. Con il passare del tempo, forse, avrebbe potuto occuparsi di qualcosa di più importante.

    Una volta ringraziato il padre per il passaggio, Philip scese dall"™auto ed entro nell"™enorme palazzo. Non avendo nessuna voglia di fare dieci piani di scale a piedi, voglia che mancava ogni mattina, decise di prendere l"™ascensore. Una volta dentro e dopo aver premuto il pulsante di chiusura, mentre le porte stavano per chiudersi, vide apparire tra le varie persone che popolavano la reception, la direttrice, Sarah Costanne. Notò subito che era di fretta e pensò di conseguenza che non avrebbe di certo preso le scale. Philip sperò con tutto il cuore che lei non si accorgesse che le porte stavano per chiudersi, ma le sue speranze furono distrutte dalla sua voce che lo chiamava:
    -"Terrence! Tieni aperte quelle porte! Dannazione, non vedi che sono di fretta?"-
    Anche se Philip non aveva alcuna voglia di sorbirsi la compagnia di Sarah a quell"™ora del mattino, si vide costretto a bloccare la chiusura delle porte per permetterle di salire con lui: in fondo lei era sempre il suo capo. Sarah era sulla trentina d"™anni, aveva i lineamenti piuttosto decisi e marcati, un bel sorriso e non si truccava praticamente mai. Inoltre, sembrava che il suo guardaroba fosse costituito solo da abiti con le tonalità* che variavano dal bianco al nero, tant"™è che nessuno in ufficio l"™aveva mai vista indossare altri colori.
    -"Uff "¦ che corsa "¦"- sospirò lei una volta dentro "“ " "¦ pensavo che non le avresti fermate "¦"
    -"Si figuri, non mi sarei mai permesso "¦"-

    Queste furono le uniche parole che riuscirono a scambiarsi, dato che un attimo dopo, il cellulare di lei iniziò a suonare, costringendola a rispondere e a cimentarsi in un ardua discussione con un giornalista che, da quello che aveva potuto sentire Philip, non parlava la loro lingua. Questa interessante discussione la tenne occupata fino all"™arrivo al decimo piano, dove i due si separarono senza scambiarsi saluto. Philip, quella mattina, si sentì particolarmente fortunato dato che era riuscito ad evitare una conversazione con Sarah. Quest"™ultima, infatti, non dimostrava simpatia per nessuno dei suoi colleghi e di conseguenza spesso risultava antipatica, scorbutica e praticamente sempre di mal umore. In realtà*, erano tutti all"™oscuro, Philip compreso, del vero carattere di Sarah, la quale si mostrava così in pubblico solo perché non voleva avere nulla a che fare con quelle persone, sempre pronte a dare giudizi e parlare alle spalle di chiunque. Gli unici a conoscerla per quello che era realmente erano suo marito e i suoi due bambini. Sarah a casa era una persona completamente diversa, era affettuosa, premurosa e forse qualche volta un po"™ troppo soffocante nei confronti dei figli. Tuttavia, anche se non dimostrava affetto o simpatia per nessuno in ufficio, riusciva, attraverso piccoli gesti, a far capire a un collega quando aveva fatto un buon lavoro o quando era riuscito ad acquistare la sua fiducia. Philip, come il resto dell"™ufficio, considerava Sarah come una persona davvero insopportabile, ma allo stesso tempo aveva un"™alta opinione di lei in quanto la vedeva come una donna molto intelligente e dai sani principi morali, cosa che di rado si vedeva in giro. Quella mattina l"™ufficio era gremito di gente più del solito, forse per il fatto della grande festa di beneficenza a cui aveva accennato George. Tutti erano già* pronti per scattare foto, intervistare di qua e di là* e soprattutto per iniziare a scrivere. Tutti parevano voler essere incaricati di scrivere quell"™articolo, visto che sarebbe sicuramente finito sulle prime pagine del giornale. Le feste di beneficenza infatti, erano tra le feste più frequenti in paese, visto che offrivano a tutti l"™opportunità* di mettere in mostra la loro generosità* e il loro falso interesse per i bisognosi. Durante queste feste infatti ci si divertiva un sacco, si mangiava, si beveva e si chiacchierava. Le donazioni non erano assolutamente anonime, in quanto, secondo la gente del posto, queste feste era un"™occasione perfetta per farsi vedere. Era consuetudine, inoltre, che chi facesse delle donazioni, si dilungasse in lunghi e struggenti discorsi sulla pace nel mondo e sulla povertà*, discorsi che la maggior parte delle volte non rispecchiavano le vere idee di chi li scriveva, ma erano così commoventi che la gente li ascoltava volentieri e finiva sempre per crederci. In realtà*, erano poche le persone che prendevano queste manifestazioni sul serio, pensando di fare davvero qualcosa di buono e di utile, ma alla fine le buone intenzioni finivano sempre per essere calpestate dalla superficialità* delle persone a cui, della povertà* nel mondo, non interessava minimamente. Philip si stava facendo spazio tra la folla che si agitava e spintonava nervosamente, e dopo aver schiacciato inavvertitamente i piedi a qualche collega, riuscì finalmente a raggiungere il suo ufficio.

    In piedi, davanti alla sua scrivania, trovò un'altra persona a lui poco gradita: Davis Keaton, il capo redattore, che, a giudicare dall"™espressione sembrava essere già* molto stressato. Quest"™ultimo, per molti aspetti, ricordava molto il padre di Philip, tant"™è che se i due avessero avuto modo di incontrarsi, sarebbero sicuramente andati d"™amore e d"™accordo. In ufficio, Davis, era sicuramente l"™uomo più di successo, e questo fatto non passava inosservato agl"™occhi delle signore, che non perdevano mai l"™occasione di provarci con lui in qualche modo davvero penoso. Era ammirato da tutti, vestiva sempre elegantissimo e faceva spesso beneficenza, cosa che lo rendeva ancora più gradevole. Sembrava essere sempre di buon umore e non perdeva mai la pazienza. Questo aspetto di lui piacque subito a Philip, e sentì che si sarebbe trovato bene a lavorare con una persone così gentile, ma ben presto ebbe modo di conoscerlo meglio e le sue aspettative vennero completamente sconvolte. Sotto quel suo fare gentile e sereno, Davis Keaton, nascondeva in realtà* il suo vero carattere, estremamente nevrotico e facilmente irritabile. Notando l"™espressione tesa di Keaton, Philip cercò di assecondarlo il più possibile per evitare di farlo innervosire ulteriormente:
    -"Buongiorno Signor.Keaton! Com"™è andata la cena di lavoro ieri sera?"
    -"Terrence "¦ non sono di buon umore stamattina, soprattutto perché sei in ritardo di ben cinque minuti "¦"-
    Parlava lentamente, scandendo bene le parole, come se il suo interlocutore avesse dei seri problemi d"™udito.
    -"Quindi, cerca almeno di evitare di perderti in discorsi inutili e mettiti a lavorare "¦ ok?"-
    Philip decise di limitarsi ad annuire, per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione. Mentre si sedeva alla scrivania, Davis entrò per un paio di secondi nel suo ufficio per uscirne poco dopo con delle cartelle in mano.
    -"Tieni!"- disse con tono sprezzante "“" Queste sono le informazioni che ti servono per l"™articolo di cui ti parlavo ieri, deve essere pronto per domani. Chiaro?"-

    Philip non ricordava bene quale fosse l"™argomento, ma era sicuro che riguardasse i gatti e i cappelli, o qualcosa del genere. Nel voltarsi per tornare nel suo ufficio, Davis urtò contro la sua assistente, Helen, la quale finì col rovesciare tutto il contenuto della tazzina che teneva in mano, sulla giacca del suo capo. Stordita ed estremamente dispiaciuta per l"™accaduto tentò disperatamente di rimediare al guaio:
    -"Oh! Signor Keaton "¦ non "¦ non volevo! Oh, che disastro! Sono addolorata! Se "¦ se mi da un attimo, posso "¦ posso "¦ forse con l"™acqua va via "¦ oh! Sono costornata "¦ no, aspetta "¦ come si dice? Ah, giusto costernata! Così va meglio! Sa, faccio sempre confusione con que"¦"-
    -"Helen! Che cos"™è questa roba?"-
    -"Quello è "¦ cioè volevo dire, era il caffè macchiato che mi aveva chiesto prima "¦ e "¦ "-
    -"Helen "¦ è mai possibile che tu non riesca a fare qualcosa di giusto nella tua vita? Eh? Rispondimi quando di parlo!"-
    -"Ecco "¦ io, non "¦"-
    -"Fammi finire! Non vedi che sto parlando! Questa giacca era nuova! "-
    -"Lo so e "¦ e mi dispiace tantissimo, sono costornata!"
    -"Costernata, Helen! Si dice costernata! Comunque io non ti avevo chiesto un caffè macchiato, ma una tisana! Ma, ovviamente, non potevo di certo aspettarmi che facessi come ti avevo detto! Sarebbe stato troppo bello!"-
    Dopo aver fatto un respiro profondo ed essersi passato la mano nei i capelli per un paio di volte, Davis, riprese un tono più calmo e pacato:
    -"Non importa "¦ ora tu vai a lavorare "¦ e cerca di farti sentire il meno possibile. Ok?"-
    Helen fissava il pavimento e non osava guardarlo negli occhi,:
    -"Certo, signore."-
    -"Bene. Buona giornata."-

    Dopo di che entrò nel suo ufficio sbattendo la porta. Scene di questo genere si verificano ogni giorno, ma Helen non sembrava perdersi d"™animo. La mattinata passò come al solito, e ben presto l"™atrio si svuotò del tutto, riportando tutti alla normalità*. Philip si trovava a buon punto con il suo articolo sui cappelli di pelliccia di gatto, argomento che lo inorridiva alquanto, quando, la sua concentrazione nello scrivere venne infranta dallo squillare del telefono della scrivania di Helen:
    -"Buongiorno! CostanneTimes, sono l"™assistente del Signor. Keaton. Posso aiutarla? "¦ Mh"¦ mh "¦ certo, glielo passo subito. Philip, c"™è tua madre che vorrebbe parlarti, te la passo sulla tua linea."-
    -"Mamma?"-
    -"Ah, eccoti Phil!"-
    -"Quante volte ti ho detto di non chiamarmi sul telefono aziendale!"-
    -"Lo so, ma dovevo parlarti urgentemente e il tuo cellulare è spento!"-
    -"Dimmi, che c"™è "¦"-
    -"Ecco, dovresti andare a fare delle commissioni per me, ci andrei io, ma sono piena di impegni e "¦"-
    -"Che impegni, scusa?"-
    -"Caro, è Lunedì, lo sai che vado con le ragazze a prendere il the da Joanna!"-
    -"Capisco "¦ ma io devo lavorare. Non può andarci papà*, o magari Jennifer?"-
    -"E"™ il primo giorno di lavoro per Jennifer, non può mica mollare tutto così! Tuo padre invece ha un impegno che non può disdire, quindi non può."-
    -"E quale sarebbe questo impegno inderogabile?"-
    -"Viene con me da Joanna."-
    -"Mamma!"-
    -"Lo so tesoro, ma è una questione importante! Stamattina, Lidia, mi ha consigliato di dare una festa e invitare anche i Boyler! Così avremo l"™occasione di conoscerli meglio e potremo discutere della loro offerta di matrimonio! Quindi ho bisogno che tu vada a comprare qualche stuzzichino da offrire agli ospiti!"-
    Nel sentire la proposta della madre, anzi, di quella pettegola di Lidia, Philip rabbrividì:
    -"Ecco mamma, volevo giusto parlarti di questo. Non credo che sarebbe molto"¦"-
    -"Scusa tesoro, ne parleremo più tardi, sta iniziando la mia telenovela preferita! Ti faccio mandare la lista con le cose da comprare! Mi raccomando, non andare nel negozio dei Gullen, sono troppo cari! Grazie, ti voglio bene, ciao, ciao!"-
    -"Ma, aspetta, dovevo "¦"-
    Ma era troppo tardi, sua madre aveva già* riattaccato. Philip era totalmente contrario alla festa e del matrimonio con una sconosciuta non ne voleva nemmeno sentir parlare. Sapeva bene che prima o poi il giorno in cui i suoi genitori avrebbero deciso per lui sarebbe arrivato, ma non pensava che sarebbe stato così presto! Quindi non aveva nessuna intenzione di andare a fare compere, avrebbe detto a sua madre che il lavoro lo impegnava molto e che durante la pausa pranzo non aveva avuto modo di uscire. Questo sarebbe bastato per rimandare la festa. Dopo essersi liberato di questo pensiero si concentrò nuovamente nella scrittura del suo articolo. Le 12.30, l"™ora del pranzo, arrivarono in fretta e Philip colse l"™occasione per scendere al pian terreno, con Helen e altri colleghi, per andare a mangiare al bar. Una volta arrivati al pian terreno, Philip notò che, davanti al bancone della reception, c"™era il suo robot di famiglia ( tutte le famiglie ne avevano uno). Incuriosito, disse ai colleghi che li avrebbe raggiunti più tardi, così da poter scoprire qual"™era il motivo di quella visita.
    -"Ivy? Che ci fai qui?"-
    Il robot, riconoscendo la voce del padrone si voltò:
    -"Padrone. C"™è un messaggio da sua madre: ritirare la lista e fare compere."-
    Il portello del vecchio robot si aprì cigolando e Philip potè prendere la lista. Era un pannello digitale su cui erano elencati quelli che dovevano essere gli stuzzichini menzionati da sua madre. Anche se più che stuzzichini, quelli sembravano gli ingredienti per il cenone di capodanno. Sua madre faceva davvero sul serio e voleva fare le cose perbene.
    -"Con la parola "mandare" non pensavo che intendesse questo. Credevo che l"™avrebbe mandata via e-mail."-
    Il robot, che oltre a camminare e a riferire messaggi non era in grado di fare assolutamente nulla, era immobile, in attesa di nuovi comandi. Philip digitò il nuovo comando, cioè quello di tornare a casa, e dopodichè uscì dall"™edificio.

 

 

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