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  1. #51

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    Seconda parte

    "Dove cavolo sei stata tutto questo tempo?"

    sobalzai dal letto ritrovandomi a terra, nella stanza filtrava una luce fiacca proveniente dal corridoio. "Allora?" guardai Jonathan che era davanti a me peggio di una jena.



    "Giorno anche a te" sussurrai rialzandomi e stradandomi sul letto.



    "Signorina non pensare che io non sappia niente. Ne parlano tutti, ti ho dato il cuore e mi hai tradito" gridò ancora. Sospirai presi le sigarette dal comodino.



    L'unica volta che ero riuscita ad addormentarmi a mezzanotte circa qualcuno era piombato a kamikazze nella mia stanza, era geloso, preoccupato ed incazzato. "Mi spieghi?" chiesi calma, ma i miei nervi erano tesi, ero stata svegliata. Ero un pò come un vampiro, se mi svegliavano prima della notte mi incazzavo, solo che non avevo un mitra e non potevo ucciderlo, ne morderlo.. che palle la vita normale, nelle publicità ero sempre un'eroina.

    "Tu stai con Giacomo" disse, questa mi era nuova. Mi scappo una lunga risata e lo vidi innervosirsi ancor di più "Perchè?" gli chiesi cercando di non ridere. "Avete dormito insieme" rispose adirato.

    Non mi stavo comportando bene, ma nemmeno lui era entrato nella mia stanza, stava gridando e ripeto mi aveva svegliato.
    "Tu ami Giacomo, lui ama te! Stavo cercando solo di farvi avvicinare." risposi adirata, le mie ore di sonno erano finite.
    "Cosa?" mi chiese.
    "Ero nella sua stanza perchè me l'ha portata a vedere, perchè era completamente al buio, voleva aiutarmi ad orientarmi. Ed io volevo conoscerlo per poi aiutarti a conquistarlo" fini sbadigliando. "Scusami" mi sussurrò con le lacrime agli occhi.

    "Io credevo..." continuò con la voce affranta dal pianto. C*** come odiavo vederlo cosi, per colpa mia, avevo creato io quella situazione. "Ho fame" sussurrai. Jonathan sorrise, gli era colata la matita che aveva sugli occhi. "Ho qualcosa da mangiare in camera" rispose sedendosi sul letto.



    "Invecchiato?" chiesi, il sonno mi sembrava ormai lontano ed anche se il brodo era buono avevo ancora fame e sete e.. avevo bisogno di un pò di vodka, l'avevo bevuta solo in camera di Jonathan e mi mancava, perchè amavo la vodka alla fragola. "Vodka?" chiesi alzandomi, Jonathan mi guardò. "Voglio bere!" gridai nervosa, usci dalla mia stanza seguita da Jonathan.



    Come di consueto il pomeriggio passavo le ore nella biblioteca, erano circa le sei la giornata era stata piacevolmente calda ma la notte si stava preparando in modo lento e quasi angoscioso al freddo.


    La stanza era vuota, solo il ticchettare dell'orologio era quasi stressante, avevo ancora i postumi della sbornia, che mi ero procurata con Jonathan e mi era piaciuto perchè a noi si era aggiunto Giacomo e quindi avevo trovato un modo per farli incontrare e parlare.
    Io beneficiavo di alcol e droga gratis mentre loro si pungolavano a vicenda. Le mie tecniche di conquista in questo posto non servivano a molto, dovevo ancora capire come funzionava, qui gli approcci erano diversi, niente cene romantiche, passeggiate al chiaro di luna e poi sesso romantico a fine serata, no! Qui salvatano direttamente al sesso e per quello che mi aveva spiegato Santal non era per niente romantico... Ecco che la parte nostalgica arrivava, dov'erano i miei ammiratori? Dov'erano i miei spasimanti che per una nottata spendevano di tutto e rendevano anche il minimo particolare perfetto.
    Erano fuori da questo mondo, da qualche altra parte a corteggiare un'altra ragazza, sospirai e guardai il libro che stavo leggendo, qui non c'era niente di commerciale e giovanile vecchi libri di testo e vecchi autori. Sospirai e riposi il libro sulla scrivania, c'era una lista incredibile di libri di ogni genere, ma non avevo voglia di leggere un mattone noioso, feci per alzarmi quando vidi il libliotecario uscire dall'ufficio di Marika, era carino ed il cuore di batteva, sentivo le guance infuocate e lo stavo fissando in modo sfacciato e anch'esso mi fissava con la coda dell'occhio mentre riponeva alcuni testi.


    Desideravo quell'uomo che mi fissava. "E' ineducato fissare le persone" disse adirato ed infastidito, in effetti aveva ragione, ma per essere in un posto come quello potevo anche perfettermi di essere ineducata, Odio mi stava parlando e io stavo ancora a fissarlo senza dire niente, dovevo riprendere il controllo del mio corpo almeno in sua presenza e forse anche della mia mente, "Per essere qui, posso permettermelo" sussurrai con voce flebile, non ero convinta e lui lo aveva intuito.. L'uomo scosse il capo e si mise al pc. Ecco che aveva di nuovo perso l'attenzione per me, mi guardai in torno e guardai ogni scaffale dove vi erano i libri, una copertina particolare scorgeva accanto alla finestra, sembrava antica, mi alzai interessata e con la speranza che Since notasse che non avessi l'intimo, presi il libro che aveva attirato la mia attenzione, la copertina era di pelle e non vi erano nomi. "E' aubiografico.. l'autore e una ragazzina. Si suppone che abbia vissuto qui nel medioevo.." avvisò Since di nuovo con voce aspra, io annui "Neve" senti la voce squillante di Santal, mi voltai


    era particolarmente eccitata per qualcosa che non conoscevo, "Faremo tardi per il film" mi avvisò con fare da maestra, riposi il libro di malavoglia e la segui.




    Il film di cui tanto Santal mi aveva parlato era la passione di Cristo. Marika prima della proiezione del film ci aveva fatto una ramanzina sulla crudeltà di questo mondo e il senso della vita che avremmo dovuto scrivere su dei questionari. Avevo scoperto che avevamo un prete e che sotto la prima torre c'era un'ascensore, che portava ad una cappella che stavano ristrutturando ma che avrebbe riaperto a breve. Giacomo e Jonathan ogni tanto si lanciavano qualche sguardo indagatore, mentre io che ero tra di loro cercavo di seguire il film e nel frattempo leggere i sottotitoli in aramaico. Un paio di volte nell'oscurità avevo visto la figura di Since appoggiato al muro immobile come una statua greca ed ogni singola volta mi fissava come se volesse mangiarmi o uccidermi... interpretavo in molti modi i suoi sguardi e la maggior parte di questi non erano amichevoli.


    Eppure dovevo trovare un modo per farci amicizia, dovevo almeno provare a conquistarlo, ma in che modo? Respingeva ogni contatto o approccio forse chi aveva realmente bisogno d'aiuto in questa situazione ero io e non Jonathan, lui era qui da molto più tempo, sapeva come funzionavano le cose e forse Since era proprio come gli altri oppure cercava solo quello che volevo io.

    La proiezione finì, mi guardai in torno, tutti si stavano alzando quando il prete chiamo l'attenzione e invito a sedersi.
    Vidi il prete salire di nuovo il piccolo soppalco dove vi erano gli strumenti, questa cosa mi era nuova avevamo studiato religione ma addirittura un prete, c'era qualcosa che non mi avevano spiegato.

    Avevo espresso hai miei genitori di non voler partecipare ne a messe e ne a lezioni di religione perchè mia nonna ogni domenica dopo la messa leggeva un passo della bibia prima del pranzo e della cena, cosi ogni giorno con le lodi mattutine e quelle serali a finale conoscevo ogni preghiera e ne avevo abbastanza.


    "Con gran dispiacere vi avverto che la vostra insegnante Miriam Bono, ha lasciato questo mondo poche ore fa" comunicò il padre, nell'aula calo il uno strano silenzio fatto di sussurri e sospiri, "La vostra presidente Marika Flover ha deciso che per il momento sarò io a farvi da insegnante finchè non ne troveremo un'altro" continuò e nell'aula ci fu un "no" ad aola da stadio di quando un calciatore sbaglia un gool mancavano solo i fischi e gli striscioni.
    Avrei partecipato a lezioni di religione, avrei pregato appena la chiesetta sotterranea avrebbe riaperto i battenti, sospirai e guardai Jonathan il posto iniziava a non piacermi.

  2. #52

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    Quarta fase; la conquista
    8 capitolo


    "L'uomo che vive con il solo scopo di soddisfare il proprio "Io" è un uomo prigioniero di se stesso e del proprio egoismo; tutto deve girare attorno a lui, non ascolta che se stesso, non c'è spazio per l'altro... limitato e prigioniero ricerca disperatamente il piacere effimero non accorgendosi che la felicità è ben altro...." recitò il prete sul piccolo altare del sottointerrato, le panche non erano arrivate ancora, quindi eravamo seduti per terra, la vernice era ancora fresca e puzzava di marcio per via dell'umidità, il pavimento di legno consumato era gelido, come l'ossigeno che mi pizzicava la gola e i brividi di freddo che continuavo ad avere nonostante avessi un body a lupetto, un maglione, una felpa. Per l'occasione avevo anche legato i capelli ritandoli su, ma me ne ero pentita appena ero entrata in quel sotterraneo.
    Le torri per quanto vecchie e malandate erano decisamente meglio di questo posto, ma visto che avevano "ristrutturato" la lectio divina, prediche e messe domenicali potevano iniziare di nuovo, ed io dovevo parteciparvi, perchè sulla mia cartella vi era segnata una x all'orientamento religioso.
    Nonna mi aveva fregato, nonostante avessi detto che non volevo sentir parlare di religione.
    Un'altro brivido di freddo mi attraverso, mi voltai verso Jonathan alla mia destra che lanciava occhiatacchie a Giacomo alla mia sinistra

    non avevo ancora capito quale fosse il problema tra i due, eppure erano cosi affiatati, succedeva qualcosa durante la notte.
    Stamattina prima di svegliarmi come mio solito nella stanza di Giacomo, avevo sentito Jonathan parlare di una specie ronda che doveva fare lui o qualcosa del genere, ero troppo stordita per capire. Sospirai è mi concentrai su quello che diceva il prete, un'uomo mingherlino, monociglio e secondo me anche tinto di nero barba, ciglia e capelli, posato nei movimenti, anziano ma giovane nello spirito, eppure avevo già sentito altre volte il suo nome da piccola, i lineamenti morbidi mi erano chiari, eppure quello sembrava il prete della mia parrocchia.
    "Ho fame" sussurrò Giacomo. Scossi il capo quando mi accorsi che fissavo il prete negli occhi e lui ricambiava, erano circa le undici di sera e avevo più fame di alcolici che di cibo.
    "...Santa notte" ci salutò il prete benedicendoci. Nella sala ci fu un sorriso di sollievo e tutti come pecore al pascolo si alzarono di fretta e furia per scappare da quel posto, mentre io respirai ancora l'aria gelida che mi irritava le guancie e mi pizzicava la gola. "Questo sarà ogni lunedi sera" si schiarì la voce Jonathan. Mi alzai "Perchè la lezio divina ogni settimana?" chiesi turbata. "Ci sono troppi peccatori" scherzò Giacomo mettendomi la mano sulla spalla.
    "La lectio divina e la meditazione e il silenzio. Con il passo della bibbia si ascolta quello che Dio ha da dirci, la nostra anima sarà più leggerà e le letture piacevoli" rispose il prete in modo saggio. Sospirai e feci cenno a Jonathan di andare.
    A casa della nonna leggevo la bibbia, di mattina iniziavamo la giornata con le lodi, prima della colazione, prima del pranzo e prima della notte. Il pomeriggio leggevamo un passo della bibbia, era di abitudine quando ero piccola, durante i viaggi avevo sempre la bibbia con me ma mia madre non mi permetteva di leggerla, era convinta che nonna mi avesse plagiato con le sue idee puritane e cattoliche. Ma la verità era che quando riuscivo ad aprire la bibbia riuscivo a riflettere su quello che stavo facendo, come la lettura di questa serà... io ero egoista, ascoltavo me stessa esasperata dall'immagine che gli altri volevano di me ero plagiata dal loro piacere.
    Qui sembrava che iniziassi a capire la felicità. "Bagno di mezza notte?" mi chiese Jonathan con la speranza che accettassi, lo guardai sorrisi e scossi il capo. L'aria era abbastanza calda, ma da quando ero li riuscivo a mettere solo i piedi nell'acqua, l'idea che qualche pesce potesse toccarmi di disgustava. Non era per me il lago... Jonathan mi salutò e andò via con Giacomo.
    Ero sola con il prete nella piccola e lugubre cappella. "Vuole confessarsi mi chiese?" il mingherlino dall'aria stanca. Scossi il capo e mi avviai verso l'ascensore, certo non era una cappella normale l'entrata era posta nella prima torre dove avevano sostiuito le scale con l'ascensore.
    La corrente arrivava da un generatore, se si scaricava chi era nella cappella sarebbe rimasto li,
    usci fuori l'aria era estremamente calda, eppure erano gli ultimi di novembre... Jonathan e Giacomo giocavano nell'acqua.

    Mentre Santal, Silesia e Calliope facevano un picnic.

    Li osservai per qualche minuto.
    Tornai in camera sciolsi i capelli e cambia il maglione togliendo via il body.
    Poi mi diressi verso la biblioteca, se Since non era in giro potevo perdere qualche minuto a leggere qualcosa, non avevo molta voglia di fare niente.
    Volevo starmene sola con i miei pensieri e la biblioteca era l'unico posto isolato da tutto, qualcuno girava nelle ore diurne dopo le lezioni per qualche ricerca in internet ma Since esigeva tranquillità e silenzio quindi niente ticchettio assillante sulle tastiere e niente risate se qualcuno mette qualche foto strana su fb. Era quasi assillante quell'uomo e stava diventando odioso, si mi piaceva ma mi guardava come se fossi m****. Entrai nel corridio del secondo piano e senti Marica urlare nel suo studio.

    Mi guardai in torno, non c'era nessuno... ok! So che origliare non e bello però non avevo niente da fare....


    "Non possiamo tenerla... non abbiamo più niente, i fondi sono finiti! Lo stato non ci da più niente e quei poveri ragazzi non anno nemmeno una famiglia. I tutori non pagano" disse Marica nervosa.
    "Un modo dev'esserci... io non posso perderla di nuovo! Ti prego qualcosa da fare deve per forza esserci." singhiozzo Virginia.

    "E' stato uno sbaglio. Hai portato quella ragazza in mezzo a drogati e alcolizzati. Dovevo fermarti quando avevi iniziato a pedinarla. Senza offesa ma tu lo sapevi che questo sarebbe successo, quando hai fatto quel dannato incantesimo per portarla in vita lo sapevi." Gridò con astio Marica ricordando quel maledetto giorno di tanti secoli prima.

    Virginia era disperata, piangeva sul corpo dell'amata figlia appena uccisa.

    Benjamin guardava impotente la donna, il cuore gli si era frantumato appena aveva visto un lampo di luce provenire dalla torre. Aveva sentito l'anima della figlia lasciare quel mondo, era corso ma era arrivato tardi, angelica era senza vita aveva versato una lacrima amara per non aver saputo proteggere la figlia. I suoi pensieri stavano già pensando ad un modo per trovare samuel e ucciderlo.
    1
    Accanto a loro seduta Calliope la primogenita, singhiozzava senza sosta fino a farsi mancare il respiro.
    Guardava affranta il corpo della sorella minore senza capire perchè Samuel avesse fatto di nuovo quel gesto stupido. Odiava quel ragazzo se solo lo avesse avuto tra le mani lo avrebbe ucciso, ma sapeva che non sarebbe mai stata abbastanza forte per farlo. Aveva spesso invocato in vado il nome del demone Achille che non aveva risposto. Calliope voleva vendetta come la madre e il padre, la giovane creatura avrebbe sofferto per anni la sua perdita.

    "Lui la uccisa" singhiozzava in lacrime la povera ragazza, "non c'è più".
    Il suo cuore ogni minuto veniva ridotto in pezzi guardando il corpo della sorella senza vita, "Madre aiutatemi" pregò, ma Virginia nel suo cuore aveva troppo dolore per poter aiutare l'altra figlia.
    Marica arrivò era stata avvertita dallo stesso omicida, era arrivato nella sua casa e aveva espiato le sue colpe promettendosi di sparire per sempre da quel mondo ma entrambi sapevano che non sarebbe mai stato cosi. Si inginocchio accanto a virginia che teneva stretta e accarezzava teneramente Angelica.

    "Mi dispiace" sussurrò Marica con le lacrime agli occhi. "Abbiamo sbagliato di nuovo" si schiarì la gola. "Abbiamo sbagliato?" chiese Virginia singhiozzante. "Tu brutta donna... mi avevi assicurato che Samuel non si sarebbe avvicinato, mi hai privato dei miei figli per cosa? Rispondimi! La mia bambina e morta" gridò mostrando tutto l'astio che aveva contro Marica.
    "Lei non c'è più" furono le ultime parole che echeggiarono per la stanza, attraverso le scale, nel buio della notte.


    "Per le vacanze natalizie i ragazzi verranno divisi. Non possiamo ospitarli qui, dobbiamo prepararli ad andare via. La lontananza da Neve ti farà bene, devi capire che ormai tra voi non c'è più un legame famigliare. Tutti lo anno accettato e il momento che lo faccia anche tu" finì Maria guardando la disperazione di virginia.

    "E' maleducato origliare" la voce dura di Since risuono nella biblioteca.
    Neve lo guardò stordita, si voltò e si andò a sedere sulle prima sedia.

    Non riusciva a capire, perchè Maria aveva pronunciato il suo nome? E di quale legame famigliare stava parlando? La testa in quel momento parve scoppiarle, lei non voleva andare via da li, si stava abbituando.
    Since la guardò preoccupato, la ragazzina aveva sentito qualcosa che l'aveva turbata e per quel momento abbasso le difese per essere il più dolce possibile e riuscire a strapparle qualcosa di bocca per sapere. "Tutto bene?" Chiese avvicinandosi a lei. Lo disse con dolcezza, quasi potesse capire il suo dolore.
    Neve lo guardò, "Mi lasci in pace per favore" sussurrò, quasi parlando a se.
    Achille si sedette sulla scrivania osservandola, aveva gli stessi tratti di Angelica ma il suo carattere era quello che lo attirava di più in lei non era la timida ragazzina che secoli prima era stata uccisa. La ragazzina che lui amava, ma questa che aveva davanti era una copia fatta male.

    Si schiari la gola pensando a come iniziare, non aveva creato un buon rapporto con lei.
    "So che abbiamo iniziato con il piede sbagliato" cominciò come se quella fosse una ramanzina, "Ma come può immaginare c'è molto lavoro quindi per la maggior parte sono nervoso. Ma per qualunque cosa potrebbe parlare con me. Qualunque problema, forse qualche ragazzo la infastidisce?" aspettò e alla sua stessa frase una vampata di calore lo investì.
    Neve scosse il capo, "Va tutto bene" sussurrò alzandosi. Fece per andare la since le prese la mano, Neve rimase immobile, ogni parte del suo corpo si irrigidì... achille si avvicino ancora di più

    "Per qualunque problema" le sussurrò all'orecchio con voce sexy, le sfiorò la guancia un tocco appena percettibile ma che scateno in lei altre sensazioni più contrastanti che lei stessa non riusciva a capire.
    Neve annui e sospirò, cammino in avanti abbandonando il calore che poco fa l'aveva infiammata.

  3. #53
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    Ora si spiega il collegamento con il prologo! Almeno penso di aver capito XD Anastasia però dovrebbe cercare più di approfondire la su apsicologia, cioè non ci sono solo le sfilate, dopo quello che ha fatto dovrebbe crescere un pochino! Aspetto il seguito per vedere che combineranno Anastasia e Achille

    Un piccolo consiglio: stai più attenta alle foto, se dici che è sdraiata sul letto non farla per terra

  4. #54

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    Re: La terza torre

    Capitolo 9:
    Il diario

    Erano le quattro del mattino.
    Neve boccheggiava la sua sigaretta e beveva una redbul sul cornicione della sua finestra.

    Non aveva sonno, per tutta la giornata aveva pensato alle parole di Maria. Sospirò e spense la sigaretta, si guardo in torno nella stanza illuminata da una candela la fiamma oscillava quasi ci fosse un leggevo vento.
    Sbuffò, non aveva sonno.
    Senti una risata rumorosa nel corridoio. La voce sembrava di Jonathan. Si alzò dal cornicione ed usci per vedere... Si ritrovò davanti Giacomo e Jonathan in un baciò appassionato

    che le scaturi qualcosa al suo basso ventre innescando una fame che non aveva mai provato prima. Era fame di lussuria? Amore? Non lo sapeva nemmeno lei, ma di certo se ne avesse avuto la possibilità avrebbe saziato quella fame con qualcuno.
    Si schiarì la gola, ma i due amanti non la smettevano di dare spettacolo nel corridoio poco illuminato e silenzioso.
    "Pensò che queste cose le possiate fare da un'altra parte" sussurrò.
    I due amanti si voltarono.
    Jonathan le sorrise ed aprì la porta dietro di se, "Buona notte principessa" sussurrò con voce rauca, entrando e portando con se Giacomo che la salutò con un cenno della testa.
    Neve rimase per qualche secondo fuori guardandosi in torno, era tutto cosi tristemente silenzioso,
    odiava quel silenzio.

    Di solito si addormentava prima che scendesse quel silenzio inquietante.
    Aveva bisogno di respirare aria fresca. Rientrò in camera si vestì ed usci dalla camera si guardò in torno per l'ennesima volta e si avvicino alla camera di Jonathan, versi e lamenti udiva nel paradiso perduto dove i due erano chiusi.

    Doveva smetterla di avere quell'atteggiamento o poteva ritrovarsi nei guai, sospirò e lasciò che i due amanti avesserò la loro privaci.
    Cammino per il lungo corridoio le stanze erano silenziose, scese le scale e si ritrovò nell'atriò silenzioso e buio, si chiese se la porta fosse chiusa.
    Fece un sospirò lungo e si avvicinò alla grande porta di legno pregando che nessuno l'avesse chiusa, per quanto ne sapeva i dormitori degli insegnanti era dall'altra parte del suo, più precisamente sopra la mensa, quindi una volta passati gli archi di mattoni nessuno avrebbe dovuto vederla.
    Spinse con tutta la forza il maniglione antipanico, la porta si aprì con un piccolo clic, respirò l'aria calda.
    Ecco quell'aria poteva schiarirle le idee su quello che aveva sentito dall'altro giorno e avrebbe raffreddato il suo corpo dall'immagine di Giacomo e Jonatha avvinghiati come due meduse.
    Lei non era mai stata baciata con tanta passione, non si era mai sentita desiderata. Camminò lungo il prato che conduceva all'esterno dei dormitori.
    Arrivò al lago la rugiada colava dalle foglie degli alberi, si sistemò sul prato accanto al lago,

    Era rilassante ed inquetante vedere quell'edificio cosi vuoto, eppure i primi tempi che era stata li aveva avuto un'impressione ben diversa.
    "E' pericoloso stare fuori a quest'ora" la voce dura di Achille.
    La ragazza sbuffò.
    "Ma non può lasciarmi per un'attimo in pace?" chiese scontrosa.. l'uomo aveva rovinato il suo attimo di tranquillità. "E' domenica domani non c'è scuola e poi se ha mai visto sulle carte di iscrizione c'è scritto che posso andare ovunque" si giustificò Neve, boccheggiando nervosamente la sua sigaretta.
    "Ha solo dimenticato che quella clausola vale solo per le ore diurne" si avvicinò Achille sedendosi accanto a lei.

    "Credo proprio di aver iniziato con il diede sbagliato con te" sussurrò sistemandosi sul prato.
    Neve lo guardò "Sono io sgorbutica" sussurrò rossa in viso.
    Quell'uomo la investi con il suo calore e qualcosa tra le sue gambe pulsava quasi portandole dolore.
    "Bhè possiamo ricominciare?" chiese con tono dolce Neve, in effetti lui aveva iniziato con il piede sbagliato ma si stava riprendendo.. forse aveva letto la sua cartella ecco perchè l'aveva trattata in quel modo all'inizio ma conoscendola aveva cambiato idea pensò la ragazza.
    Mentre Achille aveva la sola intenzione di scoprire cosa aveva sentito per poi riparare, non poteva permettersi di affezionarsi alla ragazza, se le sarebbe successo qualcosa avrebbe di nuovo sofferto prima di poterla ritrovare aveva perso Maya,aveva perso Angelica non poteva permettersi di soffrire di nuovo.
    Doveva proteggerla ma non avrebbe mai permesso al suo cuore di amarla.
    "perchè lei non dorme?" chiese con voce rauca Neve. Stava avendo un brutto effetto la vicinanza di Achille e il vento fresco non accennava a raffreddarla.
    "Non ho sonno. Stavo pensando di andare in biblioteca e sistemare alcuni testi" rispose guardandosi in torno. Sentiva l'aura forte di Benjamin spiarli. Non amava essere spiato, ma chiunque aveva conosciuto Angelica adesso aveva paura di perderla di nuovo.
    Achille sorrise, doveva allontanarsi "Vuole venire con me?" chiese sapere di non poter lasciare da sola la ragazza al lago e se proprio lei non voleva dormire allora lo avrebbe aiutato o almeno sperò che si sarebbe annoiata a morte e si sarebbe ritirata.
    Neve annuì. Achille si alzò e le offri la la mano, Neve si sentì ancor di più infiammare per il gesto carino e inatteso ma accettò.

    Una volta in piedi Achille si avviò verso la biblioteca/scuola/palestra.
    Neve ancora doveva trovare un nome appropriato per quell'edificiò anche se un cartello a caratteri cubitali ne indicava il nome di scuola e attività ricreative.
    Ma era molto contraria al secondo nome per il fatto che non vi era niente di ricreativo nello studiare o nel leggere, erano comunque due cose noiose che lei era costretta a fare.

    Since tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi enorme e da quella matassa ingarbugliata trovò subito la sua chiave.
    Mi chiesi quali porte aprivano tutte le altre chiavi, con eleganza e galanteria mi fece cenno di entrare sorrisi e varcai la soglia.
    Il corridoio era buio pesto, non vedevo un'accidenti e quel pò di luce venne mandata via da Achille che chiuse la porta alle nostre spalle, i posti cosi bui mi anno sempre spaventata. Ogni parte del mio corpo si irrigidì altro che paranormal activity, ecco mi sto pippando mentalmente, pensa a cose felici.,.. c**** dov'è Achille? Perchè non parla?
    "Forse e andata via la corrente, non riesco ad accendere le luci" la sua voce era lontana da me, come cavolo aveva fatto a spostarsi? E come avevo fatto a non sentire niente?
    "Io non vedo niente" sussurraì con voce tremante, avevo freddo e se questo fosse stato solo un modo per attirarmi dove nessuno potesse sentirmi? Pensa Neve, in qualche modo ti ha scoperta che al lago, ti ha attirato nella scuola per poi violentarti e ucciderti, poi ti seppellira da qualche parte e...
    "Andiamo?" Sentì le braccia di Achille cingermi la vita, il suo respirò sul mio collo.


    Tenendola stretta a me la condussi vicino alle scale, e non la lasciai nemmeno quando arrivanno alla fine della rampa, sapevo che stavo sbagliando, ma il suo odore era più forte di qualunque cosa. Il suo corpo desiderava essere toccato e io di certo non mi tiravo indietro.
    La lasciai solo quando fui sicuro che non si trovasse vicino alle scale,
    "continuo a non vedere niente" mi disse nervosa.
    "Aspettami qui se riesco a trovare il contatore risolvo il problema." le dissi mi avviai nello studio di Maria poi pensai, "Per qui intendo sul divano".
    Mi voltai e la vidi arrancare nell'oscurità e aggrapparsi al bracciolo del divano, goffamente si mise a sedere.

    Adesso che era fuori da ogni stupido pericolo che una biblioteca potesse avere, potevo capire perchè la luce non funzionasse, entrai nell'ufficiò di Maria in effetti i pulsanti del marchingegno erano spenti, premetti on e qualcosa scatto e la luce si accese.
    Usci dal corridoio e trovai Neve che mi guardava annoiata, bene! Avrei parlato di vecchi testi antici e lei sarebbe andata subito a dormire.
    Ma si alzò e si diresse in biblioteca studiando alcuni testi sugli scaffali,

    questo non andava bene. Scossi il capo e sospirai, non c'era modo di mandarla a dormire..
    "Io vado a prendere alcune cose nell'ufficiò di maria non fare guai e non accendere i pc" dissi stufo.

    Achille si allontanò, io rimasi a fissare il librò che lui mi aveva mensionato l'altra volta.
    Era troppo in alto per poterlo prendere quindi sali sulla scrivania vicina.

    Ma nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo a prenderlo.
    "Cosa diavolo ci fai li?" gridò Achille.
    Quasi non persi l'equilibrio per lo spavento lo guardai torvo e indicai il libro che volevo.
    "Scendi" mi disse ma sembrava più una minaccia che un comando, "Perchè ti interessa?" mi chiese.
    Che diavolo gli importava?
    "Voglio leggerlo" risposi con il mio classico sorrisino e gli occhi dolci.
    Achille ripose sulla scrivania la pila di libri impolverati che aveva tra le mani si avvicino alla libreria prese la scala che solo in quel momento avevo notato e ci salì, prese il libro che avevo indicato e me lo lanciò letteralmente.
    "Sperò ti piaccia" sussurrò astioso.
    "Grazie" ricambiai con il mio sorriso da ebete.
    Non so ma quel libro sembrava il mio, lo volevo...
    Ritornò alla sua pila di libri prima li osservava poi leggeva il titolo e infine scriveva i titoli su un foglio, non che quella pratica mi incuriosiva ma almeno dialogavamo.
    "Perchè fai cosi?" chiesi, facendo finta di provare interesse.
    "I libri che arrivano devono essere registrati" rispose. Guardai il mio libro non aveva ne nome e ne data, "Perchè questo non ha un nome?" chiesi indicando il libro che avevo tra le mani.
    Achille mi guardò scocciato, "Te lo detto, questo e della padrona che abitava qui" mi rispose.
    Mi allontanai da lui e guardai fuori la finestra, domandandomi chi diavolo avrebbe mai vissuto in un'ambiente cosi triste.

    Da lontano si intravedeva una piccola luce aumentare lentamente di intensità dietro le montagne, da quando era arrivata nn aveva mai visto il sole sorgere, non che calasse ma aveva bisogno di passare le ultime ore in assoluta tranquillità.

    Sospirò e si volto, Achille era seduto davanti al pc.

    "Grazie per avermi fatto compagnia, posso andare?" chiesi in modo gentile, Jonathan mi aveva spiegato che dalla terza torre l'alba e il tramonto(per quanto la notte non calava mai) erano strepitosi.
    "Dove?" chiese achille disinteressato.
    "A dormire?" risposi, che domanda ovvia.
    Mi guardò torvo, poi guardò l'orologiò e si alzo incamminandosi verso di me.
    "Sono le sei del mattino e alle sette c'è la colazione" si fermò a due passi da me, "Dove devi andare bambina?" mi chiese arrogante.

    Sentivo il suo fiato sul mio collo, con le nocche della mano mi accarezzo la guancia per quanto desiderassi quell'uomo quel gesto era cosi arrogante e... lo riconoscevo. Sapevo che in qualche modo quello era il suo modo per essere dolce, perchè dentro di lui vi era un demne che lo facefa soffrire "Allora?" mi chiese in un sussurrò dolce svegliandomi dai miei pensieri. dovevo mentire o dire la verita. optai per la verità.
    "Voglio vedere l'alba dalla terza torre" risposi, mi aspettai una ramanzina uno sguardò torno una qualunque reazione solita del bibliotecario sgorbutico.
    "Ok, andiamo" mi disse.
    Annui e silenziosamente ci incamminammo.

  5. #55

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    Re: La terza torre

    Capitolo 10
    L'Alba che non muore mai


    Mai avrei sognato di dare il buon giorno al primo dicembre accoccolata tra le braccia di Achille.
    Eppure era successo tutto in modo cosi lento, siamo entrati nella torre, achille ha acceso il camino e poi si e straiato sul divanetto davanti alla finestra offrendomi le sue braccia e il suo corpo come comodo appiglio per non sporcarmi di polvere.
    Osservavo il sole alzarsi nel cielo con tutta la sua bellezza, ma non erano i suoi raggi a portarmi calore, ma Achille, era un momento cosi tranquillo che anche il rumore del mio respirò mi infastidiva. Sentivo sotto il mio capo il suo cuore battere e per la prima volta di lui non intravedevo solo i muscoli, ma una personalità forte, pronto a battersi per le sue ragioni o per la persona che amava, era cosi strano prima nemmeno mi guardava e adesso addirittura mi aveva offerto il suo corpo come materasso.


    "Dormigliona!!! cosa avete fatto tu e since su questa torre?" chiese Jonathan accanto a Neve.

    La ragazza non si mosse, Jonathan sbuffo e le accarezzo dolcemente i capelli. Achille lo aveva avvertito che la ragazza dormiva ancora e gli aveva ordinato di portarle la colazione, come se lui fosse uno schiavetto.
    Non aveva voglia di passare la domenica nella torre, non dopo la notte che aveva passato con Giacomo, avevano fatto scintille bhè non era molto normale che due angeli amassero il bondage, ma era sempre un'esperienza diversa ogni volta. Certo non era un bondage "tranquillo" come quello degli umani, anzi era molto più sfrenato e pericoloso il bello di quell'arte era che gli angeli non potevano morire soffocati.
    "freddo" sussurrò Neve con la bocca impastata, non aprì gli occhi non era ancora conscia di dov'era, ma sapeva che c'era qualcuno con lei, aprì lentamente gli occhi.
    Jonathan la fissava con occhi sbarrati e con un sorriso a trentadue denti.
    "Ho portato la colazione" con il dito le indico la nutella con le ciambelle e il latte che erano stati adagiati a terra su un tappetino.

    Neve sbadiglio guardando Jonathan "Io qui non ci voglio te!" mise le mani conserte con il broncio.
    Jonathan sorrise "Cos'avete fatto tu e Since?" chiese ancora più curioso.
    Neve abbasso il capo e sbuffo.
    "Abbiamo dormito, mi ha offerto il suo corpo come materasso e abbiamo dormito" disse delusa.
    "ohh, c'è nessuno?".
    La voce di Santal risuono nella tromba delle scale squillante e fastidiosa per Neve ancora stordita.
    "Chiunque sia lissù e il momento di andar via..." continuò.
    Neve guardò Jonathan che non si mosse. Anzi sospirò e rispose "P**** il posto e impegnato ti faccio da guardia ma stattene buona al terzo piano".
    Neve guardò Jonathan con occhi spalancati, fare la guardia? Andare al terzo piano? Si chiese a cosa servivano realmente le torri in quel caso, chi avrebbe potuto mai fare l'amore tra la polvere e le ragnatele quando c'erano delle stanze accogliento e pulite?
    "Sadomaso, bondage" rispose Jonathan senza che Neve formulasse la domanda.
    "E' troppo pericoloso di giorno, le stanze vengono pulite non si discute con Candy e come se fosse la padrona".
    Spesso era come se lui potesse leggerli la mente e questo molto spessò la inquietava.
    Jonathan si alzò rendendosi conto che aveva appena fatto un passo falso, aveva captato la domanda nei suoi pensieri poteva farlo raramente non era legato a lei con il sangue quindi riceveva solo vibrazioni del suo stato d'animo.
    Come se non fosse successo nulla sorrise "Allora facciamo colazione?"
    Neve sorrise e si alzò barcollando sedendosi subito per sapere cos'era successo la notte prima con Giacomo.


    Neve girava canali senza trovare qualcosa che realmente le interessasse, la domenica era passata tranquilla, era andata alla messa domenicale, aveva pranzato.

    L'unica cosa che la turbava era che Achille non le aveva rivolto la parola per tutta la giornata, era andata in biblioteca ma lo aveva visto indaffarato quindi aveva deciso di fare retro front aveva incontrato Jonathan e si era fatta convincere a cambiare colore dei capelli, sentiva ancora la puzza si ossigeno e sapeva che presto se ne sarebbe pentita.
    Amava il nero, era sempre stata nera solo una volta aveva provato il rosso ma aveva cambiato di nuovo per via del film in progetto per lei.
    Ma in quel momento di noia totale avrebbe fatto qualunque cosa. Ecco perchè non si era soffermata per molto allo speccio e si era accoccolata sul divano per guardare la tv.
    "Oggi il primo anniversario della morte di Chiara Wold la ragazza rimasta uccisa nella biblioteca..."
    Neve chiuse gli occhi e spense di scatto la tv, non era ancora pronta per espiare le sue colpe.

    C**** di serata, non c'è niente da fare, dovrei studiare ma la biblioteca e cosi dannatamente vuota che mi e venuta la voglia di farmi una bella canna...

    "Ciao" era strano che la secchiona non mi seguisse.
    "Ciao Chiara" la salutai in modo asprò,

    "Ma sai che fumare quella roba fa male?" mi disse senza togliersi davanti.
    "Si chiara, lo so. Poi ne parleremo" sbuffai e finalmente si tolse dalle p****.

    "Come mai sei qui?" mi chiese, era petulante. La capivo mi aveva detto che ero il suo mito, con lei mi piaceva studiare, soprattutto letteratura.
    "Dovevo studiare" dissi la canna iniziava a fare effetto, la tranquillità mi prendeva adesso si che si ragionava, se non avessi avuto le domande petulanti di Chiara.
    Capivo perchè mia madre non mi permetteva di frequentarla "Quella ragazza finirà per farti diventare una secchiona" ripeteva ogni volta che mi chiudevo in camera con lei e passavamo pomeriggi interi a studiare, avevamo qualcosa di bello in cumune perchè non potevo sfruttarlo?
    "Hai fame?" mi chiese.
    "No" di solito capiva che quando rispondevo in monosillabi doveva stare zitta.
    Respirai il silenzio della biblioteca e l'assuefazione che mi dava l'erba era un bel momento per mettere lo sterio a palla e addormentarmi o fare un pò di sano s****.
    "Non hai voglia di fare niente?" mi chiese la secchiona annoiata.
    La guardai, l'indomani sarei partita per le riprese del film, quella strega di mia madre era riuscita a convincermi.
    Sospirai e decisi di farla felice.
    "Cime tempestose?" chiesi sapendo che era il suo libro preferito, avremmo passato tre ore ad analizzarlo, prima l'analisi grammaticale, poi quella logica, poi una spiegazione interna del carattere dei personaggi e per finire una sintesi generale che mi avrebbe fuso il cervello per qualche giorno.
    Ma Chiara era cosi semplice forse l'unica persona che riusciva a vedere realmente chi ero:
    Una bambina vizziata che amava solo il se****.
    "Siiiiiiiiiiii" si alzò di scatto e corse a prendere il libro.
    Neve chiuse gli occhi nell'assoluta tranquillità.
    Sapeva che Chiara sarebbe arrivata a breve e voleva godersi quegli ultimi istanti prima di introdursi nella complicata analisi di un libro semplice.
    Sospirò e alle sue narici arrivò odore di fumo, si volto di scatto, senza capire, Chiara non c'era nella stanza ed era strano, il libro che dovevano leggere era sul tavolo, ma della compagna ancora nessuna traccia.
    Un'urlo sguarciò la quiete, barcollando neve si alzò e corse nell'altra stanza.
    Spalanco gli occhi senza capire, il fumo invadeva la stanza ed il fuoco lentamente bruciava ogni cosa avesse in torno, Chiara era circondata dalle fiamme,cercava una via d'uscita ed era in panico.

    Neve cerco di avvicinarsi cercando una via che la conducesse all'amica, ma il fuoco stava devastando tutto, anche lei vi era in mezzo.
    "Ho paura" sussurrò Chiara.
    Neve si guardò in torno il fumo le pizzicava la gola, aveva paura anche lei.

    "sta tranquilla" sussurrò guardandola negli occhi, "andrà tutto bene" disse con la speranza di tranquillizzarla, ma entrambe erano circondate dal fuoco senza via d'uscita.
    "Va tutto bene" ripetè.


    "Hei".
    Neve sobbalzo dal divano, aprì gli occhi e guardò chi l'aveva interrotta dal ricordare quell'incubo.
    Aveva le lacrime agli occhi ed era frastornata. "va tutto bene?" chiese Achille avvicinandosi.
    Annui poco convinta.
    Achille aveva visto nella sua mente, aveva visto quel doloroso ricordo e per senso di colpa l'aveva strappata da quell'incubo che lui stesso le aveva fatto passare, in quel tempo era stato solo l'ordine di Virginia a riportarle la figlia ritrovata ma con il passare del tempo aveva capito solo che era stato un'enorme sbaglio. Aveva obbligato una ragazzina a prendersi colpe che non aveva e che non era pronta ad espiare, l'aveva strappata dalla sua vita, solo per averla in modo egoistico vicino anche lui.
    "Perchè stamattina non mi hai parlato?" chiese lei asciugandosi le lacrime.
    Achille sospirò.
    "Pensò sia meglio che in giro la gente non ci veda insieme" anche perchè sarei costretto a cancellarli la memoria e questo mi procurerebbe rogne con Marica. Rispose e penso achille.
    "Ah" disse la ragazzina.
    Dispiacere e imbarazzo provò Neve.
    Achille scosse il capo sedendosi accanto a lei.


    Mi stavo mettendo in un guaio grosso, molto grosso.
    Ma il mio cervello non andava molto daccordo con le mie parti basse quindi, non avevo molte soluzioni, se proprio la situazione si sarebbe messa male le avrei fatto dimenticare il necessario.
    La ragazza sospirò, abbasso il capo e si mise a torturare le pellicine delle unghie, senza pensarci le presi le mani.
    Mossa molto stupida!
    Lei mi guardò "Non mi piace che lo fai" il mio tono era asprò e brusco non so nemmeno perchè.
    "Neve, mi servi!"
    Una p**** mi disturbo mentre cercavo di avvicinarmi.
    Neve si voltò seguendo con lo sguardò la ragazza che saliva le scale di corsa.
    La ragazzina mi guardò "Devo andare" mi disse con voce flebile e dispiaciuta.
    Si alzò e senza voltarsi andò dalla sua amica.
    Aveva un bel lato B devo ammetterlo, l'avevo intravista alcune volte nuda mentre faceva la doccia e troppe volte durante la notte avevo sognato di possederla, ma mi chiedevo se mai fosse potuto accarede, tutti sapevamo che lei doveva stare lontana da noi.
    Samuel sarebbe arrivato se avrebbe trovato tutta la combricola, Benjamin l'aveva rinchiuso nell'inferno, ma prima o poi si sarebbe liberato.

    "Io lo odio".
    Santal urlo in lacrime tra le braccia di Neve. Mi dispiace disse l'amica.

    "Ti rendi conto? Solo un pò di sano sesso" ripete Santal isterica.
    La guardai imbarazzata senza sapere cosa dire, non avevo mai avuto quel tipo di problemi.
    Semmai ero io a dire quella frase, ma nessuno aveva mai avuto una reazione cosi tragica, non riuscivo a comprendere tale reazione, era andata in una torre con quel ragazzo cosa si aspettava amore eterno? Sospirai e tenni per me le mie idee Santal non era nelle condizioni per ragionare razionalmente. La strinsi forte a me per farle sentire che le ero vicina, che le volevo bene, era quello che ogni volta faceva Chiara, quando scoppiavo a piangere all'improvviso.
    Mi stringeva in silenzio, senza chiedermi niente, poteva stare per ore nella stessa posizione tenendomi accanto a lei, proteggendomi anche se mi addormentavo, era di quel legame stretto che avevo bisogno.
    Forse realmente non ero pronta a superare quel dannato giorno, forse davvero non ero pronta per affezionarmi a qualcunaltro, non ero pronta a far diventare Chiara un ricordo.
    Eppure mi ero affezionata facilmente a queste persone.
    Qualcuno bussò alla porta, guardai Santal che sospirò e disse "Avanti".
    Intravidi il ciuffetto marroncino di Calliope, sorrisi senza accorgermene ci conoscevamo poco ma la sentivo vicina più di qualunque altra persona qui dentro.
    Sapevo che era dolce, solare ma anche molto vendicativa, giocava con i ragazzi il suo corpo perfetto diceva molto di più.
    "Mi dispiace, ho saputo quello che e successo" disse in modo dolce sedendosi sul letto.

    "La voce gira vero?" chiese asciugandosi le lascime e prendendo il cinquantesimo fazzolettino di carta.
    Calliope annui.
    Le guardai entrambe senza capire, in che modo la voce era girata? Ero scesa dalla torre e Santal e il ragazzo con cui era stata erano ben lontani dalla finestra. Che costui aveva detto a tutti cosa avevano fatto?
    "Sono cosi stanca di questo posto" gridò istericamente, si sedette per terra ritornando a singhiozzare.
    Sospirai "Non capisco" dissi tra me e me.
    "Cosa?" mi chiese Calliope intessata, mi sorrideva.
    Sarei morta per ricevere ogni giorno quel sorriso, per passare del tempo con lei e dividere tutte le mie gioie. Ma d'altra parte l'imbarazzo mi invase, avevo appena detto non capisco a una ragazza in lacrime mentre cercavo di consolarla?
    Ok, non ero mentalmente instabile.
    Guardai Calliope le sorrisi e scossi il capo, stavo perdendo la testa, dovevo controllarmi di più.
    "Devo uccidere Jonathan" continuò Santal.
    Senza accorgermene la stavo guardando male, ma aveva senso quando io ero andata in biblioteca lui era rimasto nella torre a controllare che nessuno entrasse, poteva mai aver spifferato la storia di Santal a mezzo istituto? Lui non era un tipo del genere e se lo aveva fatto con Santal allora presto o tardi ogni piccola cosa che mi apparteneva sarebbe stata detta a tutti.
    La paura mi invase, Jonathan sapeva molte cose di me e non volevo assolutamente che lo sapessero anche gli altri.
    Scossi il capo e cercai di inserirmi nel discorso di Santal con un nodo alla gola di ciò che avevo appena appreso.

  6. #56
    L'avatar di mary24781
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    Re: La terza torre

    Sei molto migliorata nelle foto Devi sistemare la punteggiatura, soprattutto dei dialoghi, ma della storia comincia a intravedersi il proseguo.. vediamo se achille farà l'errore fatale di giacere con Neve XD Che io preferisco mora U_U

  7. #57

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    Re: La terza torre

    Citazione Originariamente Scritto da mary24781 Visualizza Messaggio
    Sei molto migliorata nelle foto Devi sistemare la punteggiatura, soprattutto dei dialoghi, ma della storia comincia a intravedersi il proseguo.. vediamo se achille farà l'errore fatale di giacere con Neve XD Che io preferisco mora U_U

    Grazie... c'è la sto mettendo tutta per farlo sembrare decente

  8. #58

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    Re: La terza torre

    Il giorno della partenza
    11 capitolo



    "....Verrete divisi in coppie di cinque persone. Passerete le vacanze natalizie nelle case vacanze che abbiamo allestito per voi. Con ogni gruppo ci sarà uno o due insegnanti." Rimasi sbigottita dall'ununciò di marica. Dovevo passare le vacanze di natale in un'altro posto perche il giudice aveva deciso che non ero ancora pronta per andare a casa, questo in verità mi faceva rabbia. Perchè non potevamo restare qui? Perchè essere divisi in gruppi? E sè mi avesserò diviso da Jonathan e Giacomo? Avrei passato le vacanze con Mara la secchiona che non dice una parola nemmeno se la paghi? Non volevo accettarlo, non ero pronta! Se proprio dovevo passare le vacanze lontane da qui almeno volevo andare a casa, sarebbe stato più confortante, la maggior parte degli studenti li conoscevo di vista, le uniche ragazze che conoscevo erano Calliope che non si era legata a me, Santal e Silesia che sparlavano di tutti e di tutto. Proprio non mi andava di stare lontana da Giacomo e Jonatha, ok! Lo ammetto, era imbarazzante trovarsi mentre si scambiavano effusioni amorose, ma almeno mi sentivo al sicuro con loro, lontano da occhi indiscreti. "Andiamo?" mi chiese jonathan alzandosi. lo guardai sbuffando, proprio non volevo. Avevo passato le ultime ore di strada nella macchina
    Giacomo,


    Jonathan,


    eravamo nel gruppo di Since.


    Avrei passato le vacanze di natale con un bibliotecario sgorbutico e due amanti presi dal nuovo amore. Le cose non potevano andare peggio di cosi. Per quanto avevo capito non avevamo lasciato l'alaska, ma ci trovavamo in qualche posto sperduto pieno di neve, in un castello precisamente.
    Tutto quello era sprecato, soprattutto perchè volevo tornare a casa, avevo portato poca roba con me, non mi erano stati assegnati compiti, l'unica cosa che avevo da leggere era il diario che non avevo nemmeno aperto. Forse era stato uno sbaglio prenderlo.
    "A cena" mi avvisò Jonathan,

    Ero rimasta tutto il pomeriggio in veranda a guardare gli alberi che mi circondavano,
    qui non c'erano recinsioni eravamo abbastanza liberi, sfido chiunque ad andarsene in giro nella boscaglia di questi tempi. Sospirai e rientrai in casa, il calore del camino mi avvolse. "Cosa mangiamo?" chiesi, sapevo che aveva cucinato Since, lui avrebbe badato a noi per tutte le vacanze e l'idea di andargli a chiedere dei tamponi interni non mi gustava molto. Certo non potevo mandare Jonathan a chiederli, quindi sperai che per qualche arcano motivo il mio appuntamento mensile mancasse senza rimanere incinta. Entrai nella cucina arredata in stile antico, finalmente respiravo aria nuova,
    Achille era ancora hai fornelli mentre

    Giacomo aspettava impaziente seduto a tavola. Io e Jonathan ci accomodammo

    mi guardavo in torno, ero completamente spaesata. Avevo immaginato una catapecchia ristrutturata alla meglio per tre ragazzi di un correzionale, di certo non mi lamentavo di un castello messo a nuovo e caldo. Ma ancora dovevo capire le regole di certi istituti, certo sapevo che i miei genitori pagavano una quota mensile molto generosa ma questo comprendeva anche il trattamento scorbutico di tutti gli insegnanti nei miei confronti? Quella mattina Marica la preside mi aveva liquidato con un "buone vacanze" niente abbraccio o strette di mano, niente lacrime per me mentre Since caricava i bagagli in macchina e ci chiamava come se fossimo pecore al pascolo.
    La cena era stata un disastro Since aveva tentato di cucinare del pollo ma a finale ci eravamo accontentati di qualche toast bruciacchiato. Non era un bravo cuoco, per tutta la serata non aveva fatto altro che rassettare e controllarci, aveva perfino mandato Jonathan e Giacomo a tagliare la legna e aveva proibito me di uscire fuori la sera. A quel punto mi ero ritirata in camera, non capivo il suo comportamento, prima amichevole poi cosi odioso, certo spessò mi guardava come se volesse mangiarmi altre volte come se mi disprezzasse. Non capivo e non volevo perdere tempo a capire. Sbuffai e guardai fuori dalla finestra, il castello era piccolo silenzioso e cosi vuoto, l'unica cosa che mi rimaneva da fare era leggere, avevo sentito che c'era una piccola biblioteca da qualche parte al primo piano, ma non sarei scesa per nessun motivo, sapevo che Since mi avrebbe perseguitato quindi mi armai di coraggio e presi il diario.

    La copertina era di stoffa, sembrava un libro antico mi incuriosiva molto, forse era per questo che mi aveva attirato. Lo aprì e notai che non vi erano date all'inizio del foglio, di solito i diari venivano datati. Mi accesi una sigaretta e iniziai a leggere, convinta che avrei posato quel libro ancor prima di essere arrivata alla prima pagina.

    IL risveglio
    Caro diario, stamattina mi sono svegliata.
    Ma e stata una sensazione molto strana, dentro di me sento come un vuoto, come se non ricordassi niente di ciò che ho fatto fino a stamattina.
    Dentro di me c'è angoscia e ansia, la gente mi guarda in modo strano. Dopo essermi svegliata sono scesa in cucina e a parte la solita ramanzina di caterina sul essermi svegliata tardi, quando sono arrivata in cucina per preparare insieme a mia madre il pranzo Calliope la sorella di Samuel mi ha abbracciato e mi ha stretta forte a se.
    Anche lei mi era sembrata sconvolta, nemmeno lei ricordava molto, intimorite abbiamo ragiunto mia madre e ci ha spiegato che avevamo avuto l'influenza per una settimana, eravamo vive per miracolo e siamo state fortunate ad aver perso solo la memoria. Ma non posso nasconderti che anche mia madre dopo che Calliope e andata via mi ha abbracciato e mi ha tenuta stretta a se.
    E' tutto cosi strano mio caro diario, i giorni sembrano passare cosi in fretta che quasi ho paura. Tutti mi guardano e mi stringono a se ogni volta che mi vedono, mio padre che non ha mai avuto un comportamento cosi nei miei confronti. Calliope prova le mie stesse sensazioni e non sa come spiegarsele, dice che la madre Marica con lei e severa e Samuel sparisce per lunghe notti dalla sua casa. Anche lui ha avuto la nostra stessa influenza e anche lui si è salvato miracolosamente. Oh, mio diario. Io non metterei mai in dubbio le parole della mia cara madre, ma tutto questo mi sembra cosi assurdo, risvegliarsi un giorno senza memoria, sapere che un'influenza mortale e senza nome mi ha colpito e pregare il cielo per essere ancora viva. I giorni li trascorro chiusa in cucina o nella lavanderia. Solo la notte rubo una bottiglia di vino, so che non dovrei se la Sign. Marica lo scopre non voglio sapere cosa mi potrà fare, ma e cosi vuoto questo castello, un silenzio assurdo. E come se non fossi mai stata qui, come se avessi dormito per quasi un secolo e poi mi sia risvegliata, tutto intorno a me e cambiato di questo me ne rendo conto, ma non capisco questo vuoto dentro di me. La paura che mi attanaglia quando vedo Samuel, la felicità quando vedo Calliope e lo strano comportamento dei miei genitori. Viviamo nella stessa stanza ma non si scambiano una parola e quando Samuel si avvicina a me solo per chiedere qualcosa mia madre o Caterina lo cacciano via. Come se avesserò paura di lui. Oh, Dio mio aiutami ti prego, portami sulla via della salvezza perchè sono sicura che cosi impazzirò....

    "Cioccolata calda?" alzai lo sguardo e vidi Jonathan nella mia stanza.

    Sospirai guardai l'orologio era mezzanotte, avevo passato le ultime due ore a leggere. Mi schiarì la voce e risposi "Si". Chiusi il libro e lo riposi sul mobile. Mi avviai con Jonathan in cucina sperando che nn avesse preparato Since la cioccolata. Leggere quelle poche pagine mi faceva uno strano effetto, era come se mi ritrovassi io in quella situazione, quasi sentivo il vuoto di quella ragazza. Lo spossamento iniziale di quella mattina, la paura e il sollievo di non essere morta per quell'influenza. "Sei silenziosa!" mi disse Jonathan. Alzai lo sguardò su di lui, non avevo detto una parola e mi trovavo al centro della cucina non sapevo come ci ero arrivata ma per non destare sospetti sorrisi e mi sedetti. "Dov'è since?" domandai notando che mancava.
    "Non ne ho idea, fino a domani non voglio vederlo. Per colpa di quell'idiota mi si sono rovinate le unghie" mi rispose Jonathan.
    "L'idiota era andato a prendere i biscotti" rispose Since entrando incavolato nella stanza, lanciò i biscotti sul tavolo e si sedette insieme a noi.
    "Sarà una brutta vacanza se iniziamo cosi" cantilenò Jonathan, guardandosi le unghie.
    "Non ti aspetterai che faccia tutto io vero?" disse in modo sgorbutico Since.
    Capì che non sarebbe stata una vacanza ma una guerra, Achille e Jonathan non si sopportavano è questo si capiva, Marica aveva fatto un dispetto ad Achille ad assegnarci a lui visto che nemmeno lei lo sopportava e almeno per le vacanze natalizie voleva stare tranquilla. Pensandoci bene, c'era qualcuno che sopportava Since? No! Nessuno ecco perchè era cosi solo. Ma sapevo di dover disinescare quella bomba, non potevo sopportare i loro litigi, quindi la cosa migliore da fare era fare dei turni. Se tutti collaboravamo e Since e Jonathan evitavano di stare nella stessa stanza esclusi i pasti almeno le battute che avrebbero scatenato dei litigi sarebberò state eliminate. Era una giusta idea è la proposi, nessuno dei due accettò ma con qualche ricatto di chiamare marica e far passare delle brutte vacanze con la sua presenza ci riusci!! Io e Giacomo ci saremmo occupati della colazione, del pranzo e della cena, Achille e Jonathan si sarebberò alternati a giorni tra spaccare la legna e lavare i piatti, mentre ognuno avrebbe pulito la sua stanza e i due bagni che vi era in tutto il castello. Se ognuno avrebbe seguito le istruzioni nessuno avrebbe passato delle vacanze sgradevoli, il problema era far concigliare i turni!!! La mattina seguente mi svegliai di buon ora.
    Erano le nove, mi alzai mi infilai il pantalone della tuta e mi diressi in bagno, mi lavai i denti,
    mi risistemai,


    e scesi per preparare la colazione.


    Ero particolarmente felice, avevo dormito nell'oscurità e i primi raggi del sole mi avevano svegliato accarezzandomi, in più stavo cucinando e questo mi rendeva felice. "Giorno" un Since riluttante si sedette a tavola e iniziò a sfogliare un giornale
    "Giorno" lo salutai, non sarebbe stata una convivenza facile soprattutto se lui si comportava cosi, ma chi ero io per giudicare?
    "Giorno" Jonathan e Giacomo erano particolarmente felici. Li salutai è servi la colazione un pò bruciacchiata, negli anni avevo imparato a cucinare insieme a mia nonna quando mia mamma non c'era quindi ero un pò fuori allenamento.
    Ma la colazione andò a buon fine io e Giacomo disinescavamo ogni tanto qualche battuta che since e jonathan si facevano. Since lavo i piatti o almeno si limitò a riporli in lavastoviglie.

    .
    Jonathan andò a prelevare la legna,


    Giacomo andò a farsi una doccia


    ed io mi misi in veranda con una cioccolata calda
    ,
    il libro che avevo iniziato ieri e il mio pacchetto di sigarette.

    L'inizio
    Caro diario, ho molte cose da dirti.
    Oggi è venuto un nuovo diardiniere nel castello, un'amico di mio padre. Oh, è bellissimo. Ha gli occhi color ghiaccio, i capelli biondi e un fisico muscoloso.


    Mi ha guardato e mi ha baciato la mano,

    Certo mio padre subito si è inserito nella conversazione e da una settimana da quando mi sono svegliata senza ricordar nulla che è cosi geloso. Non mi lasciano uscire da questo castello, caterina mi assegna sempre lavori e quano qualcuno va in città per fare rifornimento non mi lasciano andare. Mi sento in gabbia, di sera cosi cosi stanca è sola che non c'è più gioia a sgattagliolare nella dispensa e rubare qualcosa da mangiare. Nemmeno Calliope non viene più a trovarmi. La sig.Marica le ha proibito di parlarmi, possiamo parlare per pochi minuti solo in presenza di mia madre che cerca sempre di sviare ogni discorso sui nostri ricordi di infanzia che non ricordiamo. Ancora mi intimorisce questa situazione, come può una semplice influenza far perdere la memoria? Ieri notte mi sono introdotta nella biblioteca,
    ho letto alcuni libri di medicina, sai i libri qui vengono aggiornati ogni anno.

    Ma nessun libro parlava di quest'influenza mortale. Quindi ho chiesto a mia madre durante la nostra pausa di pomeriggio prendiamo un thè, ho chiesto spiegazioni. Ma lei mi ha detto che nemmeno i medici sapevano perchè succedeva questo e che dovevo essere grata al cielo se ero ancora viva.
    Eppure stanotte mi è successa una cosa strana, è stato un sogno strano. Ho sognato che ero in un bosco è c'era una bambina giocava a radunare la legna. Tenerissima, il suo fisico era esile, i suoi capelli ricci e neri ma i suoi occhi mi anno colpito particolarmente erano viola come mia madre. Lo stesso viola che sapevo aver avuto anche io è che per qualche strano motivo non è cosi.
    Mi ha guardata e mi ha sorriso. Ma la cosa che mi intimorisce è che sapevo perchè lei era li, stava radunando la legna per il fuoco, la sua casa era stata distrutta da un forte temporale i fulmini avevano colpito la paglia del tetto e durante la notte erano scappati nel bosco. Ma lei non era triste, amava dormire sotto le stelle, era sicura che niente le sarebbe successo nelle braccia del padre durante la notte.
    Non riuscivo a capire chi erano i suoi genitori, sapevo di conoscerli in quel sogno ma non ricordavo. Forse sono ancora sotto effetto dell'influenza perchè anche Calliope prova le stesse cose, avevamo trovato un modo per parlare ogni settimana ci scambiavamo delle lettere, le nascondevamo nella prima torre sotto il primo scalino. Cosi anche se la madre avrebbe sospettato di qualcosa non si sarebbe mai sporcata le mani per vedere. "Sei troppo attaccata a quel libro! Non pensavo che avresti letto nelle vacanze" la voce di Since mi svegliò dal coma e dai ricordi di quella ragazza, se ne stava appoggiato al muro con una sigaretta, per giunta mia!
    Le cose che provava, quello che diceva, in un certo modo le conoscevo, le avevo provate. Era brutto non sapere come si chiamava, era brutto non poter cercare più affondo e non poter scoprire di più di lei. Since sbuffò, reclamava la mia attenzione, chiusi il libro è lo guardai, "Conosci il suo nome?" gli chiesi riferendomi al libro
    .
    "Angelica" rispose cacciando una nuvola di fumo, "C'era anche un ritratto. Era bellissima" continuò, "I suoi capelli erano neri, gli occhi grigi come il ghiaccio. Il suo corpo era minuto ma era anche molto determinata...." finì con lo sguardo nel vuoto, come se realmente l'avesse conosciuta. La protagonista del mio libro si chiamava Angelica. Buono a sapersi, avrei potuto fare ricerche mirate. " Parli come se la conoscessi" mi lasciai scappare. Since scosse il capo e spense la sigaretta. "Ho letto il libro" rispose guardandomi in un modo assurdo che non seppi decifrare. Si sedette accanto a me,
    con le mani gelide mi accarezzo la guancia un brivivo mi corse lungo la schiena, erano quei momenti di assoluta tranquillità che amavo, ma il suo sguardò era triste. "C'è ancora il ritratto?" chiesi quasi sussurrando, non volevo rovinare quel momento. Since scosse la testa, "E' andato perso durante il restauro". Disse facendomi capire di chiudere la discussione. Vidi nei suoi occhi dolore, questa storia in un certo modo lo faceva soffrire, eppure da qualche altra parte avevo visto quello sguardo, tristezza e malinconia di un giovane ragazzo inesperto della vita.

  9. #59
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    Re: La terza torre

    Complimenti er le foto, a parte qualche nuvoletta, sei davvero molto migliorata :O Il castello è splendido e la foto dove sono a tavola per la colazione mi piace molto per la scelta delle pose, sembra così vera Devi rileggere ancora quando posti, ci sono errori e distrazioni e attenta alla punteggiatura

    Ora arrivo alla trama U_U Quindi si sta iniziando a capire chi è la ragazza del diario, e com'era la sua vita... si inizia anche a capire che Samuel è un pericolo per Angelica... lo sarà anche per Neve? Achille è gnocco in passato e presente U_U Perchè quello descritto nel diario sembra proprio Achille! :O Sbaglio o la confidenza tra i due sta aumentando? U_U Achille tieni buone le manine U_U

  10. #60

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    Re: La terza torre

    Citazione Originariamente Scritto da mary24781 Visualizza Messaggio
    Complimenti er le foto, a parte qualche nuvoletta, sei davvero molto migliorata :O Il castello è splendido e la foto dove sono a tavola per la colazione mi piace molto per la scelta delle pose, sembra così vera Devi rileggere ancora quando posti, ci sono errori e distrazioni e attenta alla punteggiatura

    Ora arrivo alla trama U_U Quindi si sta iniziando a capire chi è la ragazza del diario, e com'era la sua vita... si inizia anche a capire che Samuel è un pericolo per Angelica... lo sarà anche per Neve? Achille è gnocco in passato e presente U_U Perchè quello descritto nel diario sembra proprio Achille! :O Sbaglio o la confidenza tra i due sta aumentando? U_U Achille tieni buone le manine U_U
    Sta aumentando.... presto ci sarà più che confidenza

 

 
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