Seconda parte
"Dove cavolo sei stata tutto questo tempo?"
sobalzai dal letto ritrovandomi a terra, nella stanza filtrava una luce fiacca proveniente dal corridoio. "Allora?" guardai Jonathan che era davanti a me peggio di una jena.
"Giorno anche a te" sussurrai rialzandomi e stradandomi sul letto.
"Signorina non pensare che io non sappia niente. Ne parlano tutti, ti ho dato il cuore e mi hai tradito" gridò ancora. Sospirai presi le sigarette dal comodino.
L'unica volta che ero riuscita ad addormentarmi a mezzanotte circa qualcuno era piombato a kamikazze nella mia stanza, era geloso, preoccupato ed incazzato. "Mi spieghi?" chiesi calma, ma i miei nervi erano tesi, ero stata svegliata. Ero un pò come un vampiro, se mi svegliavano prima della notte mi incazzavo, solo che non avevo un mitra e non potevo ucciderlo, ne morderlo.. che palle la vita normale, nelle publicità ero sempre un'eroina.
"Tu stai con Giacomo" disse, questa mi era nuova. Mi scappo una lunga risata e lo vidi innervosirsi ancor di più "Perchè?" gli chiesi cercando di non ridere. "Avete dormito insieme" rispose adirato.
Non mi stavo comportando bene, ma nemmeno lui era entrato nella mia stanza, stava gridando e ripeto mi aveva svegliato.
"Tu ami Giacomo, lui ama te! Stavo cercando solo di farvi avvicinare." risposi adirata, le mie ore di sonno erano finite.
"Cosa?" mi chiese.
"Ero nella sua stanza perchè me l'ha portata a vedere, perchè era completamente al buio, voleva aiutarmi ad orientarmi. Ed io volevo conoscerlo per poi aiutarti a conquistarlo" fini sbadigliando. "Scusami" mi sussurrò con le lacrime agli occhi.
"Io credevo..." continuò con la voce affranta dal pianto. C*** come odiavo vederlo cosi, per colpa mia, avevo creato io quella situazione. "Ho fame" sussurrai. Jonathan sorrise, gli era colata la matita che aveva sugli occhi. "Ho qualcosa da mangiare in camera" rispose sedendosi sul letto.
"Invecchiato?" chiesi, il sonno mi sembrava ormai lontano ed anche se il brodo era buono avevo ancora fame e sete e.. avevo bisogno di un pò di vodka, l'avevo bevuta solo in camera di Jonathan e mi mancava, perchè amavo la vodka alla fragola. "Vodka?" chiesi alzandomi, Jonathan mi guardò. "Voglio bere!" gridai nervosa, usci dalla mia stanza seguita da Jonathan.
Come di consueto il pomeriggio passavo le ore nella biblioteca, erano circa le sei la giornata era stata piacevolmente calda ma la notte si stava preparando in modo lento e quasi angoscioso al freddo.
La stanza era vuota, solo il ticchettare dell'orologio era quasi stressante, avevo ancora i postumi della sbornia, che mi ero procurata con Jonathan e mi era piaciuto perchè a noi si era aggiunto Giacomo e quindi avevo trovato un modo per farli incontrare e parlare.
Io beneficiavo di alcol e droga gratis mentre loro si pungolavano a vicenda. Le mie tecniche di conquista in questo posto non servivano a molto, dovevo ancora capire come funzionava, qui gli approcci erano diversi, niente cene romantiche, passeggiate al chiaro di luna e poi sesso romantico a fine serata, no! Qui salvatano direttamente al sesso e per quello che mi aveva spiegato Santal non era per niente romantico... Ecco che la parte nostalgica arrivava, dov'erano i miei ammiratori? Dov'erano i miei spasimanti che per una nottata spendevano di tutto e rendevano anche il minimo particolare perfetto.
Erano fuori da questo mondo, da qualche altra parte a corteggiare un'altra ragazza, sospirai e guardai il libro che stavo leggendo, qui non c'era niente di commerciale e giovanile vecchi libri di testo e vecchi autori. Sospirai e riposi il libro sulla scrivania, c'era una lista incredibile di libri di ogni genere, ma non avevo voglia di leggere un mattone noioso, feci per alzarmi quando vidi il libliotecario uscire dall'ufficio di Marika, era carino ed il cuore di batteva, sentivo le guance infuocate e lo stavo fissando in modo sfacciato e anch'esso mi fissava con la coda dell'occhio mentre riponeva alcuni testi.
Desideravo quell'uomo che mi fissava. "E' ineducato fissare le persone" disse adirato ed infastidito, in effetti aveva ragione, ma per essere in un posto come quello potevo anche perfettermi di essere ineducata, Odio mi stava parlando e io stavo ancora a fissarlo senza dire niente, dovevo riprendere il controllo del mio corpo almeno in sua presenza e forse anche della mia mente, "Per essere qui, posso permettermelo" sussurrai con voce flebile, non ero convinta e lui lo aveva intuito.. L'uomo scosse il capo e si mise al pc. Ecco che aveva di nuovo perso l'attenzione per me, mi guardai in torno e guardai ogni scaffale dove vi erano i libri, una copertina particolare scorgeva accanto alla finestra, sembrava antica, mi alzai interessata e con la speranza che Since notasse che non avessi l'intimo, presi il libro che aveva attirato la mia attenzione, la copertina era di pelle e non vi erano nomi. "E' aubiografico.. l'autore e una ragazzina. Si suppone che abbia vissuto qui nel medioevo.." avvisò Since di nuovo con voce aspra, io annui "Neve" senti la voce squillante di Santal, mi voltai
era particolarmente eccitata per qualcosa che non conoscevo, "Faremo tardi per il film" mi avvisò con fare da maestra, riposi il libro di malavoglia e la segui.
Il film di cui tanto Santal mi aveva parlato era la passione di Cristo. Marika prima della proiezione del film ci aveva fatto una ramanzina sulla crudeltà di questo mondo e il senso della vita che avremmo dovuto scrivere su dei questionari. Avevo scoperto che avevamo un prete e che sotto la prima torre c'era un'ascensore, che portava ad una cappella che stavano ristrutturando ma che avrebbe riaperto a breve. Giacomo e Jonathan ogni tanto si lanciavano qualche sguardo indagatore, mentre io che ero tra di loro cercavo di seguire il film e nel frattempo leggere i sottotitoli in aramaico. Un paio di volte nell'oscurità avevo visto la figura di Since appoggiato al muro immobile come una statua greca ed ogni singola volta mi fissava come se volesse mangiarmi o uccidermi... interpretavo in molti modi i suoi sguardi e la maggior parte di questi non erano amichevoli.
Eppure dovevo trovare un modo per farci amicizia, dovevo almeno provare a conquistarlo, ma in che modo? Respingeva ogni contatto o approccio forse chi aveva realmente bisogno d'aiuto in questa situazione ero io e non Jonathan, lui era qui da molto più tempo, sapeva come funzionavano le cose e forse Since era proprio come gli altri oppure cercava solo quello che volevo io.
La proiezione finì, mi guardai in torno, tutti si stavano alzando quando il prete chiamo l'attenzione e invito a sedersi.
Vidi il prete salire di nuovo il piccolo soppalco dove vi erano gli strumenti, questa cosa mi era nuova avevamo studiato religione ma addirittura un prete, c'era qualcosa che non mi avevano spiegato.
Avevo espresso hai miei genitori di non voler partecipare ne a messe e ne a lezioni di religione perchè mia nonna ogni domenica dopo la messa leggeva un passo della bibia prima del pranzo e della cena, cosi ogni giorno con le lodi mattutine e quelle serali a finale conoscevo ogni preghiera e ne avevo abbastanza.
"Con gran dispiacere vi avverto che la vostra insegnante Miriam Bono, ha lasciato questo mondo poche ore fa" comunicò il padre, nell'aula calo il uno strano silenzio fatto di sussurri e sospiri, "La vostra presidente Marika Flover ha deciso che per il momento sarò io a farvi da insegnante finchè non ne troveremo un'altro" continuò e nell'aula ci fu un "no" ad aola da stadio di quando un calciatore sbaglia un gool mancavano solo i fischi e gli striscioni.
Avrei partecipato a lezioni di religione, avrei pregato appena la chiesetta sotterranea avrebbe riaperto i battenti, sospirai e guardai Jonathan il posto iniziava a non piacermi.