CAPITOLO I: LEGGE DI PUDDER
"Chi ben comincia, finisce male. Chi comincia male, finisce peggio"
Ciabattai fino al citofono producendo rumori osceni" tirai fuori il biglietto: "Nevergreen Terrace" n.17, piano 17." Sorrisi biecamente ad un altro colpo basso della vita. Suonai. Gracchiante dal metallo mi penetrò le orecchie una voce forte di donna
"Si? Sei il nuovo ragazzo?"
"Già" rispose stupidamente la mia voce.
Il viaggio in ascensore mi diede il tempo di godere del chiuso. Con un brusco movimento del piede scaraventai in aria una delle infradito e con le mani occupate dalle valigie tentai ridicolmente di sfilarmi il calzino, scomodissimo e zuppo di tutto ciò che di spiacevole era successo in quella dannata giornata che speravo di lasciarmi alle spalle uscendo da quella scatola. Ma evidentemente il destino non aveva le mie stesse aspettative DIN! Le porte si aprirono e saltellando su un piede solo mi portai sul pianerottolo ma SBAM! Un naso lentigginoso e un paio di occhi sbarrati, scurissimi e profondissimi furono il mio primo, violento impatto con la nuova realtà
"Se il buongiorno si vede dal mattino mi sa che ti conviene rimanere a letto oggi, vero amico mio?" Sorrise radiosissima la ragazza che, avevo riconosciuto la sua voce, mi aveva risposto al citofono.
"Ciao sono Murphy... Thomas!" Tesi la mano che ancora stringeva il calzino zuppo. La ritirai immediatamente con una smorfia di crudo imbarazzo.
"Ah capisco, Thomas" disse lei "Cioè, ti chiami Thomas o Murphy? Non ti chiami Murphy di nome, no?"
"A dire il vero sì"
"Oh! I tuoi dovevano essere tipi originali! Ma mai come i miei!" Rise fragorosamente. Mi fece piacere avere davanti quel tipo di persona in quel tipo di momento. "Tamelia!" Tese la mano.
Risposi con la sinistra; aveva una stretta forte e vigorosa, mai ci si sarebbe aspettati che una tale forza venisse da un corpo così "Ma dimenticalo e chiamami Tami!"
"Ho un aspetto tremendo, ti chiedo scusa se la prima immagine che hai avuto del tuo nuovo coinquilino è stata quella di uno straccio bagnato che cammina" dissi io accennando il primo sorriso della giornata "se sapessi tutto quello che è successo dal momento in cui sono uscito di casa stamattina ci sarebbe da scrivere un libro"
"Già è vero, ha piovuto fino a non molto tempo fa"
"Sì, ha cominciato appena sono sceso dal treno e ha smesso poco prima che arrivassi a Nevergreen Terrace... dopo tutto quello che mi è successo mi sorprende che non si sia bloccato l'ascensore... poi questi palazzi... 17 piani... umpf! Ci sarebbe stato veramente da ridere" ormai la mia bocca si apriva e si chiudeva da sola emettendo lamentele una dietro l'altra
"Sì, giocano tutti a fare i grandi qui in città... anche i palazzi. Comunque ora puoi dire di essere finalmente a casa, Murphy. Vieni, entriamo"
Il blu cobalto del pianerottolo fece a pugni con i colori smorti dell'appartamento. Ma mi piaceva il contrasto.
"Io vado a preparare qualcosa di caldo" esordì Tami "Intanto ti faccio conoscere il terzo incomodo... GUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" mi fece prendere un colpo "Il tuo sederone qui in tre secondi!"
Con passi pesanti vidi arrivare goffamente un ragazzone dal viso simpatico e barbuto
"Vedo che avete una passione in comune!" rise Tami facendo cenno a me e alle mie infradito con le calze e... a quelle di Gus...
"Vi lascio soli, il thè non ha ancora imparato a prepararsi da solo" e sparì in cucina. Feci appena in tempo a dire "Ciao, Murphy!" che Gus mi prese il braccio con entrambe le mani paffute e agitandolo freneticamente mi disse "Murphy, che bel nome amico mio! Da dove vieni, cosa fai nella vita? Io sono Gus, lo so cosa stai pensando ahah la mia camicia, ci sono solo solo due tipi di persone che indosserebbero una camicia hawaiana: i gay e i ciccioni... e io non sono certo gay, ahahaha! E fai bene amico mio, fai bene! Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze!"
Il mio cervello era rimasto alla parola "Murphy"; oh, cavolo! Era spiazzante la velocità con la quale quel ragazzone riusciva a mettere insieme le parole e quante volte fosse riuscito a cambiare argomento in una sola frase! La mia faccia si era contorta in un'espressione da vero ebete, cercai di tornare alla normalità non senza difficoltà ed imbarazzo.
Gus, approfittando del mio silenzio stupefatto, appoggiò la sua grossa manona sulla mia spalla e parlando a ruota libera e dispensando sorrisi mi trascinò in tour per l'appartamento mentre i miei bagagli giacevano incustoditi sul pianerottolo, vicino all'ascensore.
Guardando quell'appartamento ebbi l'impressione di poter conoscere tutto riguardo ai suoi inquilini semplicemente buttando un'occhiata alle riviste accatastate accanto alle vaporose poltroncine colorate vicino al tavolo da pranzo o affacciandomi alla cucina per vedere in che ordine avessero disposto le spezie etc. Era un bell'ambiente, davvero. A casa dei miei era tutto così spoglio e spartano che il contatto con l'"ordinato disordine" che regnava in quell'appartamento fu come una calda coperta che ti avvolge in una giornata umida e fredda... pensandoci proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento.
Tornati in salotto Tami ci fece segno che il thè era pronto e di entrare in cucina. Gus entrò per primo e io a ruota dietro di lui feci per seguirlo ma la ragazza mi bloccò sulla porta "Gus" piede lento pensiero scattante, non farti impressionare più di tanto".
Prima di sedermi in cucina però mi ricordai all'improvviso che i miei bagagli erano ancora fuori, così corsi a prenderli entrambi. Pesavano, certo, ma ero in grado di farcela da solo: mi sfregai le mani, impugnai la maniglia e... STRAAAP! La stoffa bagnata di pioggia cedette sotto al peso dei vestiti lasciando che questi si spargessero per tutto il pianerottolo. Alzai gli occhi al cielo e avrei di sicuro urlato qualcosa di molto spiacevole se solo in quel momento non fosse arrivata Tami ad accorrere in mio aiuto; la ragazza guardò prima quel tappeto di stoffe colorate che si era venuto a creare, poi gettò un'occhiata su di me e cominciò a grattarsi la nuca con la mano dicendo "Prendi il lato positivo, almeno ti ha permesso di portare tutto fino al 17° piano"
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