Questa ministoria racconta l'evolversi del finale del personaggio con il quale ho giocato al GDR Omicidio a Bellavista.
La scena si apre, riprendendo lo spezzone della telefonata sospesa, postata nel mio ultimo intervento nel topic del Gdr
Una nuova vita per Flora
prima parte
“Pronto?”
“A-Adrian…”
“La mia piccola Flora”
“S-si… mi hai riconosciuta!”
“Ho buona memoria, a cosa devo il piacere di questa telefonata?”
“Beh, ti ricordi che a Villa Knight, prima di tutto quel putiferio, parlammo di un possibile lavoro?”
“Si certamente, me lo ricordo bene. Facciamo così, questa sera alle 20:30 verrò a prenderti personalmente, ti porto a cena, sempre se sei libera e gradisci il mio invito!”
“A-alle 20:30… si va più che bene!”
“Ti passo la mia segretaria, le darai il tuo indirizzo, immagino che tu abbia cambiato residenza."
"Si, in effetti è così!"
"Bene a più tardi Flora.”
Guardavo il cellulare tra le mie mani, ancora incredula. Avevo trovato il coraggio di chiamarlo ed il tutto si era svolto così velocemente, che non realizzai immediatamente di avere appena due ore per prepararmi, la voce della segretaria giunse dall’altro capo della cornetta, ma ero ancora così intontita, che non so quanto la feci attendere prima di rispondere.
Ore 20:20
“Insomma, non vuoi proprio dirmi dove te ne vai questa sera?”
“Esco con un amico”
“Flora… ma a chi vuoi darla a bere? Io non mi metto un completino di Viktoria Simcret per un amico!”
“Sei un’impicciona!”
“E tu hai la faccia di quella che ha cattive intenzioni!”
Ma quali cattive intenzioni… non sapevo neanche di che colore mi fossi messa le mutande, avevo il cervello il tilt e non perché un uomo bellissimo, giovane, sexy, intelligente, affascinante… milionario… fosse pronto per venirmi a prendere, per cenare insieme, probabilmente in un ristorante costosissimo ed io indossavo un abito “imitazione originale” di cavalli, con due borse sotto agli occhi, i capelli crespi come la paglia e… tutto il resto! Un periodo orrido come quello non lo avevo mai vissuto neanche nei peggiori incubi! Chissà per quale miracolo respiravo ancora, qualche mese fa ero convinta che sarei crepata in quella Villa, se non per mano della vecchia, sarebbe stato per l’assassino, a tal proposito avrebbero emesso un giudizio a giorni sui probabili colpevoli e non sapevo se presentarmi in aula per guardarli in faccia o se attendere che la notizia venisse diffusa… rivivere certi momenti per me sarebbe stato tragico. Comunque… avevo perso anche il mio secondo lavoro, quello stronzo del mio ex capo badava solo ai soldi ed io in quel momento non gliene procuravo più, quindi senza tanti giri mi licenziò, dandomi una liquidazione minore di quel che mi spettava! Quella sera non mi sentivo in forma, non ero la solita me, o almeno non la Flora di qualche mese prima. Speravo non si aspettasse che gli saltassi addosso come avevo già fatto in precedenza, perché non mi sentivo per niente a mio agio con me stessa e la mia priorità era quella di cogliere l’occasione di tentare di raddrizzare le cose con un lavoro, anche sottopagato mi sarebbe andato bene lo stesso.
“Il campanello… vado iooooo!”
“No… ferma, non farmi fare brutte figure!”
Niente da fare, mia cugina guizzò come un fulmine ad aprire la porta, prima che riuscissi a fermarla
“Buona sera signorina, avrei un appuntamento con Flora”
“Uuuh… ma buonasera a te, prego acco…”
La bloccai giusto in tempo, scivolando fuori dalla porta “Sono pronta… possiamo andare”
“Sarà per la prossima volta.”
“Me lo auguro” Rispose lei civettuola, quando faceva così mi ricordava tremendamente… me.
“Sei incantevole, questo abito ti dona molto”
“Grazie… beh neanche tu scherzi!” Cavolo starebbe bene anche con sacco di patate addosso! Pensai tra me e me.
“Ti porto in un posto speciale, si chiama il White Stone, sto contrattando con il titolare per l’acquisto, magari puoi darmi un parere sul mio probabile investimento!”
Dopo alcuni passi mi ritrovai avanti la sua auto, mi bloccai rendendomi conto che stavo per sedermi in una Lamborghini, l’avevo vista solo in tv prima d’allora, ma cos’altro potevo aspettarmi? Mica una Cinquecento come la mia! Per mia fortuna era ben nascosta in quel momento, considerati gli innumerevoli graffi in bella vista.
“Prego” con un gesto da perfetto cavaliere mi aprì la portiera, restando ad un passo da me… ecco il colpo di grazia!
C’impiegammo meno di dieci minuti per arrivare ad una piccola spiaggia di Bridgeport, lasciammo l’auto all'addetto del parcheggio e c’incamminammo per degli scalini in pietra, quando alzai gli occhi e vidi il panorama che mi circondava, restai incantata da tanta bellezza, non ricordavo più da quanto tempo non mi concedessi neanche una passeggiata al tramonto.
All’ingresso c’era già una bella fila di persone tutte agghindate e tirate a lucido, già da quello potevo immaginare fosse un ristorante di un certo livello.
“Vieni, ci stanno aspettando!”
Ovviamente saltammo la fila… ovviamente! Appena ci videro… anzi lo videro arrivare, il maitre lo avvicinò con passo veloce, lasciando la coppia con la quale stava parlando come nulla fosse.
“Signor Mangiamorte, signorina benvenuti! Venite, vi accompagno al vostro tavolo”
Non era di certo come le trattorie ed i pub ai quali ero abituata, li avrei dovuto aspettare per venti minuti minimo e forse avrei potuto litigare con il tizio di turno per avere il mio posto a sedere.
“Spero sia di vostro gradimento!”
“Lo è… Flora?”
Mi ero immersa totalmente in quella vista mozzafiato, il ponte si stagliava sulla mia destra luminoso ed imponente, mentre il suo riflesso colorava lo specchio d’acqua che mi circondava.
“Si lo è, lo è decisamente!”
“Spero non ti dispiaccia, ho già provveduto a fornire un menù per questa sera, ci tengo che sia tutto di tuo gradimento!”
Non so perché, ma in quel momento quel “tutto” mi risuonò nelle orecchie, come se si stesse riferendo a ben altra cosa, rispetto alla cena.
“Allora, come procedono le cose alla mia bella rossa!”
“Bene!”
"Sei di poche parole ed è un peccato, hai una bella voce tutta da ascoltare..."
“Già… ma è sempre meglio di dire: va tutto uno schifo, la mia vita è uno schifo, mi vedo uno schifo, mi sveglio al mattino e mi sento uno schifo fino a quando vado a dormire, per poi ricominciare da capo la mattina seguente…”
“Mh…beh, questa sera ci penserò io a distrarti! Dimmi… ti piace il locale?”
“E’ molto carino!”
“Carino non basta per diventare una mia proprietà, deve essere fenomenale! Forse dovrei pensarci su…”
“Se posso osare… con i dovuti accorgimenti, forse un po’ di ritocchi qui e la, questo posto potrebbe diventare magnifico!”
“Osa pure, sono curioso di sentire le tue idee…”
Non so cosa accadde in quel momento, ma è come se il rubinetto della mia mente si fosse aperto, gettai fuori tutte le mie idee, tutto ciò che avrei cambiato, i miglioramenti, le possibili serate, il modo migliore per attirare la giusta clientela… parlai ininterrottamente per chissà quanto tempo, senza che lui intervenisse mai. Quando decisi di prendere fiato, mi soffermai a guardarlo, aveva una espressione strana, forse avevo “osato” troppo, oppure mi aveva presa per pazza e le mie idee lo avevano indignato, già sentivo la Flora che era in me farsi piccola piccola e nascondersi lontana da quegli occhi color veleno che mi fissavano
“…scusa… ho parlato troppo…”
Mi osservò ancora qualche istante in silenzio, poi bevve un sorso dal calice che aveva tra le mani
“Saresti sprecata come semplice segretaria… una mente come la tua va incentivata e messa in risalto con qualcosa di più adatto alle tue capacità! Ho qualcosa in mente per te, ma ne riparleremo più in avanti. Ora godiamoci la cena!”
Fine prima parte