Quasi come Cenerentola.- Le bugie hanno le gambe corte.
Seconda Parte
Nei giorni seguenti la situazione non migliora. Non faccio che pensare a lui, a scuola sono sempre distratta e l'unico conforto è potermi sfogare con le amiche. Persino mentre faccio jogging nel parco con una di loro, non riesco a fare a meno di pensare a Daniel. Ormai è un chiodo fisso e...
Ehi, un momento! Che diavolo succede laggiù?
Mi blocco. All'improvviso, le gambe mi diventano pesantissime come due tronchi. Quello che vedo in lontananza mi raggela il sangue. Sgrano gli occhi, sperando di avere le traveggole ma so che non è così, purtroppo. Sono così sconvolta che faccio fatica a trattenere le lacrime.
C'è poco da interpretare. A poca distanza da me vedo Daniel, con in braccio un bambino che avrà, sì e no, un paio d'anni. Accanto a lui c'è Giovanna e parlano, ridono e giocano col bambino come una bella famigliola felice.
No, dico, ve lo immaginate come mi sto sentendo io, in questo momento? Sono perplessa, ovviamente. Non riesco a credere a quello che vedo, però loro sono lì davanti ai miei occhi e quel bambino... Accidenti, mi sembra che il mondo mi sia crollato addosso tutto in una volta.
Daniel mi ha mentito! Non è vero che Giovanna è solo un'amica. Stanno lì, occhi negli occhi, e si sorridono. Quei due hanno una relazione, è evidente, hanno addirittura un bambino! Mi sento ferita e delusa; ho i conati per lo schifo ma, allo stesso tempo, mi monta dentro una rabbia allucinante e credo che si veda benissimo dalla mia espressione.
Daniel me la pagherà, ragazzi, ve lo posso garantire. Non serve a niente neanche la mediazione della mia amica, che cerca di prendere le parti di quel disgraziato. Mi spiace ma non sono disposta a passare sopra a certe cose, io! Se ha già una famiglia, be'... che se la tenga stretta e non vada a rompere le scatole alle altre ragazze.
Sono troppo all'antica? Ok, chissenefrega! Peggio per lui, con me ha chiuso. Closed. Fermé. Geschlossen. Insomma, basta! E chi mi conosce sa perfettamente che quando dico una cosa è quella.
Infatti, con immensa fatica, ma riesco ad estirparmelo dalla mente. O almeno questo è quello che vorrei. Non ne parlo mai con nessuno e mi comporto esattamente come se non lo avessi mai nemmeno incontrato, ma la realtà è ben diversa... Ci soffro ancora, anche se sono volate via già due settimane. Inutile dire che non sono più andata in quel locale e credo proprio che non lo rivedrò mai più.
POV Daniel
La mattina appena trascorsa è stata davvero pesante, per me. Ho dovuto incontrare diversi clienti e non ho fatto altro che spostarmi da una zona all'altra della città. Ormai è quasi ora di pranzo e sto tornando a casa, quando vedo Giovanna che porta a spasso il piccolo Mattia. Freno, accostando la vettura al marciapiedi e abbasso il finestrino.
-Ciao, bellezza! Serve un passaggio?-
Nel vedermi, Giovanna tira quasi un sospiro di sollievo. -Dany! Che sorpresa...-Esclama, ben felice di accettare l'offerta.
Neanche il tempo di salire a bordo che Mattia si addormenta fra le sue braccia, beato come un angioletto. -Sono andata a trovare una mia amica e questo diavoletto non è stato fermo un secondo. Dove la troverà tutta questa energia non lo capirò mai...- Sorride lei, mettendosi comoda sul sedile.
Intanto, riprendo la marcia e cominciamo a parlare del più e del meno finchè, passando davanti ad un edificio scolastico femminile, qualcosa attira la mia attenzione.
Le lezioni devono essere appena finite e le studentesse stanno uscendo a piccoli gruppi. Anche se sono abbastanza lontano, mi sembra di riconoscere quella esile figura laggiù. I capelli, biondissimi, sono pettinati in maniera diversa e l'uniforme scolastica non le rende giustizia, ma la corporatura e le movenze sono quelle, ne sono più che certo.
Inchiodo con una brusca frenata al primo incrocio, infilandomi subito dopo in un parcheggio.
Giovanna ha appena evitato di sbattere sul parabrezza e adesso mi fissa, allibita. -Che diavolo succede, adesso?-
-Scusami. Credo di aver visto una persona che conosco. Aspettami qui, torno subito.- Le dico, scendendo dall'auto.
-E dove vuoi che vada?!- Sospira lei, rassegnata.
Man mano che mi avvicino a quella ragazzina, più mi rendo conto di quanto assurda appaia tutta la faccenda. Indubbiamente la somiglianza è sorprendente ma non può trattarsi davvero di Giulia. Forse è la sorellina minore, oppure deve esserci qualche altra spiegazione che adesso, lì per lì, non riesco ad immaginare. Lei sta parlando con la sua amica e non si è ancora accorta di me, anche se sono vicinissimo.
-Giulia...-
Lei si volta e impallidisce, vedendomi. -D-Daniel?! Che ci fai qui?-
Spiazzato quanto lei, impiego più di qualche secondo a ribattere. -Che ci faccio io? Spiegami tu, piuttosto!-
-Ti prego... Posso spiegarti...-
-Che cosa? Che cosa mi vuoi spiegare? Che mi hai raccontato un sacco di bugie? Grazie tante, ma questo l'ho capito da solo, appena ti ho visto!-
Se pur mortificata Giulia non riesce proprio a trattenersi dal reagire e mi risponde per le rime.
-Sono io quella che racconta bugie, dici? E tu? Hai una bella faccia tosta, lo sai?- Urla.
Giuro che non ci sto capendo più niente. E allora urlo più forte di lei. -Ma di che cosa stai parlando?-
-Lo sai benissimo! Ti ho visto, al parco, con la tua ragazza e il vostro delizioso bambino! E sai cosa ti dico? Quelli come te mi fanno schifo! Ti devi vergognare e basta...-
Rimango come impietrito. Sulle prime non capisco. Il parco? La mia ragazza? Il nostro bambino? Ma che diavolo...?!?E' un attimo, ma poi all'improvviso tutto torna, chiaro e limpido.
Peccato che Giulia non mi dia il tempo di spiegare.
Continua...