La gravidanza trascorse bene, ormai Esperin era abituata, anche alle mie battute quando la chiamavo forno ed altri nomignoli che a me sembravano simpatici, a lei non tanto, ma vabbè… lo sapete che non è famosa per la simpatia.
FORNO! Ma vi sembra normale?
Un bellissimo Forno. Di quelli con le piastrelle colorate, con i fiorellini dipinti… ahi, ahi, smettila…
Comunque… era inverno quando cominciarono le contrazioni, ero in giardino come al solito e Rose si affacciò alla finestra “Pà… ci risiamo, muoviti” feci appena in tempo a chiamare le nutrici, Esperin mi afferrò il braccio, come al solito non mi aveva concesso di limarsi le unghie e quel giorno aggiunsi alla collezione di cicatrici altri cinque bei solchi profondi. Urlò, urlò veramente forte, come potersi abituare ad un parto dopotutto? Tra tutti i dolori che ho provato, questo resta l’unico che non sperimenterei mai.
La nutrice sollevò il bambino, era veramente grosso, il più grande fino a quel momento tra tutti i nostri bambini, ma quello che ci stupì di più, non fu tanto la stazza, piuttosto il colore dei capelli, dei piccoli ciuffi biondi gli ricoprivano la testa, un regalo da parte della mia famiglia.
Ovviamente non lo chiamammo Tywin, tra tutti i nomi non sarebbe apparso neanche all’ultimo posto, optammo per Christopher, mi era sempre piaciuto e non c’era mai stato alcun Leithien o Raeghar con quel nome, ci piaceva l’idea che fosse il primo di entrambe le discendenze.
Dovevate vedere che sorriso contagioso che aveva, sembrava un bambolotto!
Un grosso… enorme… gigantesco bambolotto che la madre a stento riusciva a tenere in braccio per più di dieci minuti, quindi, giustamente, lo passava a me, perché se le mie braccia andavano in cancrena non era un problema
Drako e Joseph non furono affatto gelosi, anzi, trascorrevano ore a guardare il loro fratellino, litigarono qualche anno dopo nel momento di aggiungere una piccola pietra alla famiglia di Will e Willa, ovviamente tra i due la spuntò Rose, che la prese per prima e la mise assieme alle altre
“Will, Willa, Willino, Willina, Wi&Wi e Willopher” “Willopher?” disse Drako “Che fantasia” continuò Joseph “DECIDO IOOOOO”
ovviamente li fece scappare in casa senza dar modo loro di replicare.
Avevamo trovato il nostro equilibrio, da un bel po’ a dire il vero, spesso e volentieri mia sorella veniva a casa da noi con suo marito ed il bambino che avevano adottato pochi anni prima, ogni tanto ci ospitava a casa sua, ma il viaggio da affrontare era troppo lungo per sette persone, delle quali 3 erano poco più che bambini.
A noi si aggiungeva spesso anche la Regina e suo figlio Shen il quale era ormai un ragazzo bello forte e sempre col sorriso sulle labbra, gli piaceva giocare con i cugini e riusciva a sedare persino Rose che lo guardava con ammirazione. Fu una vera sorpresa quando la Regina ci informò di attendere un altro bambino, si era sposata da pochi anni, ed eravamo tutti convinti erroneamente che non ne volesse più, ma sembrava felice assieme a suo marito. Esperin cominciò ad invitare anche Lantis a casa nostra, avevano recuperato del tutto il loro rapporto, non che mi riempisse di gioia, io e lui ci salutavamo per educazione, come facciamo tutt’ora, non amavamo intrattenerci tra noi, c’era solo il rispetto di entrambi per l’amore che Esperin aveva per noi due e nessuno desiderava ferirla negandole un rapporto o le visite. Poi pian piano ci siamo arresi, conservare l’astio è più difficile che cancellarlo, così riuscimmo a passare oltre e persino io e Lantis diventammo amici.
Dopo tanti anni riavere finalmente mio fratello, sorridere nell'osservarlo giocare con i miei bambini e percepire quell'amore per me dai suoi occhi rese davvero completa la mia vita. Lui e Reneè erano felici, il passato era stato finalmente superato e la mia famiglia era nuovamente unita, come mai prima di quel momento. Sono certa che mio padre sia felice ed orgoglioso di quello che abbiamo costruito insieme e degli ostacoli che abbiamo superato, ovunque sia.
Ma tua sorella mi guarda sempre storto, eh!
Ricordo ancora la prima volta che Lantis incontrò i nostri ragazzi, Rose e Rickard erano bambini, i gemelli avevano pochi mesi, Esperin era titubante, ci pensò parecchio su, nonostante fossero trascorsi anni covava ancora delle remore nei confronti di lui e come darle torto. Poi, forse spinta dai discorsi della sorella, la consapevolezza che Reneè mi avesse perdonato torti ben più grossi, un giorno decise che era il momento giusto.
E così Lantis mi mostrò un lato del tutto nuovo di se stesso, il modo in cui i bambini si avvicinarono a lui fu con una certa titubanza, a differenza dei più piccoli, i quali si lanciarono tra le sue braccia ridendo.
Ammetto che mi infastidii un pochino, ma mi rasserenai quando Esperin si mostrò calma e finalmente felice, come se avesse recuperato una parte di sé.