Discussione: Bookstore - Adamantia Feralys The Last Chapter (PARTE 1)

Originariamente Scritto da Stefizzi

Il mio pc si chiama McFly!! xD

"Cosa sei McFly, un fifone?"
"Nessuno. può chiamarmi. fifone"

Grazie a tutte ragazze!
Albakiara se sei un'appassionata di western allora spero ti piacerà il mio prossimo diario, intanto, dammi un pò di tempo e pubblicherò l'introduzione dell'altro personaggio.
Stavo per scrivere il nome ma mi sono autocensurata. Hihiihihi .
Bel periodo quello degli "Spaghetti western"!

Bel periodo quello degli "Spaghetti western"!

bel periodo sì!!

Doc sono feritaaaaa!!!! Curami Bellissimo personaggio Polly, mi piace questa storia nonostante io non sia amante del west (ma il mio amore per gli gnocchi sfrontati è più forte U_U) Bellissime foto!

Originariamente Scritto da mary24781

Doc sono feritaaaaa!!!! Curami Bellissimo personaggio Polly, mi piace questa storia nonostante io non sia amante del west (ma il mio amore per gli gnocchi sfrontati è più forte U_U) Bellissime foto!

La fila all'ambulatorio è parecchio lunga, nonostante ci sia da pagare il ticket!
Scherzi a parte, grazie di aver apprezzato anche se non ti piace il genere.

Ed eccoci qua, anche se in ritardo come al solito ^^"
Credo di non aver mai commentato nulla qui, e mi spiace molto, ma finalmente ho trovato il tempo
Sulle ali del vento è stata una fortissima storiella, devo ammettere di essere rimasta sbalordita per il finale! Non me l'aspettavo proprio, è davvero una piccola chicca!
Un uomo impazzito dal troppo lavoro, ma finalmente felice...oddeo, ma una vacanza ogni tanto, no? XDXD

Passo dopo passo mi è piaciuta tantissimo. L'amore di Fanny mi ha fatto molto sorridere, lo condivido in pieno: l'amore non deve essere egoista, da nessuna delle due parti, ma soprattutto non deve uccidere l'individualità degli amanti, e accettare che l'amore non è diviso, bensì condiviso. Mi ritrovo nella realtà in una situazione identica a quella di Fanny, ed è bello vedere che altre persone la pensano come me, che tarpare le ali alla persona amata non è amore, ma possessività. Accettare che il cuore dell'altro non ci appartiene, e che non esclusivo. E la crescita di Teo, eh...ah polly, se sapessi quanto la trovo autobiografica questa storia, mannaggia a te
Dall'inizio alla fine proprio, complimentos U_U
Ah, e dimenticavo!!! Stra-complimentoni per le foto, quante comparse!! Mi hai ufficialmente sfidato U_U Sta attenta a te

Malia & Syrio eheheh, la storiella che ti avevo "commissionato" U_U
Romantici più di qualsiasi altra coppia, c'è poco da fare, questi l'amore lo fanno nel miele, te lo dico io U_U
La nascita e crescita del loro amore è stupenda, sembravano proprio destinati l'uno all'altra, eppure la profezia fatta a syrio mi fa paura...

Farà di te l’uomo più felice del mondo per poi ferirti a morte.’

............
Picchè?.....c'entra qualcosa con l'ultima scena che ci hai mostrato di Malia? Che accoglie le scorte che la stanno portando al patibolo con uno "strano sorriso"? U_U
Quindi Syrio ha ufficialmente con sè la spada del Dio Drago, uhm....che sia davvero lui? Possibile?
Mi sta balenando un'altra teoria in mente, ma non so se posso dirtela.... Uhm....preferisco aspettare il prossimo capitolo, che sicuramente, dato che si parla di Kerubin, confermerà o meno questa cosa *sigh*
Certo Syrio è proprio il cavaliere "doc", quello che sognava di diventare Kerubin, che tristezza.......mi consola che il tuo diario non è ancora finito e tutto può succedere!! Ancora una volta complimentissimi, foto e testo, e noto con piacere che te le cavi molto bene anche con la prima persona, che di norma odio e maledico con tutta me stessa XDXD

Doc ehehehe, avevo colto benissimo il riferimento a Ritorno al Futuro per quanto riguarda il barista, mentre Doc ammetto non lo conoscevo affatto (me ha visto giusto qualche film di Sergio Leone, pietà ). Ho ritrovato proprio lo spirito del western in questa storia: l'aria da saloon, con la gente che ti guarda di sottecchi minacciosa appena varchi la porta, il tizio al pianoforte, i soppalchi famosi, con le camere da letto, le prostitute che accolgono i nuovi arrivati XDXD
Giuro, da ignorante, non ho trovato nulla fuori luogo! M'è piaciuto molto anche l'arredamento, sia interno che esterno, sembrava proprio la classica città del west!
Davvero, una riproduzione ad hoc, complimenti di nuovo!!

Originariamente Scritto da Maru1e1a

Ed eccoci qua, anche se in ritardo come al solito ^^"
Accettare che il cuore dell'altro non ci appartiene, e che non esclusivo. E la crescita di Teo, eh...ah polly, se sapessi quanto la trovo autobiografica questa storia, mannaggia a te
Dall'inizio alla fine proprio, complimentos U_U

Beh, ci ho messo un pò di me in questa storia. Anche io ci sono passata, quando al nostro fianco c'è un'altra persona è inevitabile che prima o poi ci si ritrovi di fronte ad una situazione del genere.

Originariamente Scritto da Maru1e1a

Ah, e dimenticavo!!! Stra-complimentoni per le foto, quante comparse!! Mi hai ufficialmente sfidato U_U Sta attenta a te

Come ho letto da qualche parte, ma non riesco proprio a ricordare dove ... Challenge accepted!!!

Originariamente Scritto da Maru1e1a

............
Picchè?.....c'entra qualcosa con l'ultima scena che ci hai mostrato di Malia? Che accoglie le scorte che la stanno portando al patibolo con uno "strano sorriso"? U_U

Questa ministoria può essere collocata sia come dispensatrice di spoiler per il futuro, che come una sorta di integrazione. Nulla è detto a caso, quindi ...


Detto questo:ti sei sorbita tutte le storielle, grazie!
I complimenti sono sempre ben accetti! Vado a scattare le foto del capitolo, va

Un caso di Nathalie Corso

La stanza era immersa nella penombra: solo la lampada poggiata sul tavolo centrale emanava una luce fioca e morbida che donava un non so che di onirico alla scena. Quando entrai lui era lì, fermo e immobile come una statua di marmo: gli occhi bassi, il viso pallido e teso, la fronte imperlata di sudore.
“Signor Pascal?” – lo chiamai. Nessuna risposta. “Simon?” – tentai ancora, usando un approccio più confidenziale. Mi lanciò un’occhiata fugace, quel tanto che bastò per notare nel suo sguardo qualcosa di strano, qualcosa che mi fece venire la pelle d’oca.

Mi scrollai di dosso quella sensazione e mi sedetti di fronte a lui, all’altro capo del tavolo. Tirai fuori il mio tablet, lo appoggiai sul tavolo accanto al giornale, e con rapidi movimenti l’accesi aprendo i file che mi servivano.
“Signor Pascal, è lei il Musicista?”
Lo vidi socchiudere gli occhi. “Fa molto caldo qui”
“Glielo chiedo di nuovo: è lei il Musicista?”
Mi guardò, più a lungo stavolta. Sembrava sfinito e privo di forze. Da quando la sera prima l’avevamo preso in custodia, l’avevamo interrogato a turno, io e Rocca, ininterrottamente per tutta la notte. L’avevamo messo sotto torchio, ma non aveva ancora confessato.
Cominciavo a temere che avessimo preso un abbaglio, che non fosse lui il serial killer, quello che i giornali e la voce popolare avevano ribattezzato il Musicista.

Il modus operandi era sempre lo stesso: si introduceva in casa delle vittime, che conosceva bene, beveva con loro un bicchiere di vino rosso e ascoltavano della musica, poi le strangolava con una corda di violoncello. Una volta accertatosi della morte, lasciava sul corpo esanime un pentagramma con una nota musicale, sempre diversa.
La prima vittima, Domenico Grandi, era un grande produttore e scopritore di talenti. La sua morte aveva destato un forte clamore tra l’opinione pubblica ed un'altrettanto forte pressione sul corpo della polizia a livello politico. Quando le vittime aumentarono e fu chiaro che ci si trovava di fronte ad un serial killer, gli indizi mi portarono ad accusare Simon Pascal.
Lui, famosissimo nella seconda metà degli anni novanta, adorato da tutte le adolescenti di quel periodo, me compresa, trovò la notorietà grazie ad un pezzo dance che coniugava insieme musica classica ed elettronica, e che divenne il tormentone più trasmesso dalle radio quell’estate.

Tutte e sei le vittime erano collegate alla sua carriera lampo di musicista: Domenico Grandi, appunto, che produsse il disco d’esordio, Renee Astori, la sua agente dell’epoca, Mino Testi, che scrisse con lui il brano tormentone, Fabio Benvenuto, il discografico, Solomon Harris,suo musicista e collaboratore negli anni d’oro e Laura Giorgi, vocalist e cantante, con cui, in passato, ebbe una storia.
Dopo qualche ospitata nei salotti bene della tv e un album successivo di scarso successo, di Simon Pascal si persero le tracce: almeno fino ad ora.

Non sembravano esistere margini d’errore, eppure quelle che avevamo raccolto non erano prove, ma solo indizi e lui continuava a negare, ripetutamente.
Mezzogiorno era passato da un pezzo, ma in quella stanza il tempo non esisteva: non c’erano orologi, suoni o luci che scandissero il ritmo dell’eterna danza delle ore.
Dopo l’ennesima domanda, finalmente vidi Simon reagire: battè i pugni sul tavolo e iniziò a scandire, prima piano, poi in maniera sempre più incalzante “Non sono stato io. Non sono stato io. Non sono stato io.”

“Adesso basta raccontare storie! Tutti gli indizi ci portano a lei! Perché ha ucciso quelle persone a sangue freddo? Cosa le avevano fatto?”
“Non sono stato io. Ve lo ripeterò fino alla nausea: IO NON CENTRO!” – urlò, poi un sussurro, quasi impercettibile –“E’ stato lui.”
“Lui? Lui chi? Di chi sta parlando?”
Silenzio.
“Simon. Se sa qualcosa, qualunque indizio che mi aiuti a trovare il vero assassino, deve dirmelo. Adesso.”
Senza rendermene conto mi ero alzata in piedi e gli stavo urlando in faccia, ma quando mi accorsi che l’uomo di fronte a me era terrorizzato, allentai la presa e mi lasciai andare sulla sedia.
Cercai di cambiare strategia per metterlo più a suo agio. Gli feci portare un bicchiere d’acqua, che Simon bevve avidamente, poi, con calma, ricominciai a fargli le mie domande.

“Simon, ha parlato di qualcun altro, un uomo?”
Lui fece un lieve cenno con la testa, senza guardarmi negli occhi, come se avesse paura che qualcuno lo stesse ascoltando.
“E’ stato lui a commettere gli omicidi? Come si chiama?”
“Potrei avere carta e penna?” – mi chiese senza alzare lo sguardo. Feci un cenno ad uno dei ragazzi che erano nella stanza e dopo pochi secondi Simon stava già scrivendo. Alla fine mi porse il foglio.
“Il suo nome è Riccardo. E’ lui che ha commesso gli omicidi, l’ha fatto perché …” presi il foglio e lo accartocciai tra le mani, furiosa per essere stata presa in giro da quell’uomo.

“Non giocare con me! Credi sia uno scherzo? Sei accusato di omicidio, non di aver rubato caramelle in un supermercato!” Stavo per uscire dalla stanza quando lo sentii urlarmi dietro.
“Non andare via! Non ho mentito, è stato Riccardo. E’ stato lui! Non lasciarmi. Lui è … lui è qui.” – continuava quasi piangendo.
Scuotendo la testa mi fermai nel corridoio appoggiandomi alla porta.

“Come va, Nat? Il nostro amico ti da filo da torcere?”
“E’ pazzesco. Per un attimo ho creduto che volesse collaborare e invece, guarda qui.” – porsi il foglietto a Rocca che lo spiegò e gli diede un occhiata veloce.
“E’ un artista, non ha un’anima. Ha smesso di essere Riccardo Pascale ed è diventato Simon Pascal da quando è entrato in quel mondo. E’ rimasto ancorato al suo personaggio e ha perso il senso della realtà. Il responsabile è lui, ha covato rancore per tutti questi anni: ha incolpato tutte le vittime del suo fallimento come cantante e le ha fatte fuori, non ci sono dubbi. Dobbiamo solo farlo confessare.” – Rocca mi mise una mano sulla spalla e continuò – “Ci penso io, Nat.”
Mi scostai per farlo passare, poi gli dissi: “Stavolta vengo con te, voglio vederlo crollare!”
Quando rientrammo nella stanza, là per là, non ci rendemmo conto di quello che era successo, poi tutto fu chiaro.
Il corpo di Pascal giaceva a terra, privo di vita in un lago rosso scuro: le penna conficcata in gola. Accanto a lui, tracciata nel sangue, con mano incerta, l’ultima nota.

Eccomi qua a togliere un pò di ragnatele dal topic. Grazie allo Story Contest di questo mese sono riuscita a pubblicare questa storia.
Ce l'avevo in testa da un pò, ma volevo farla un pò più complicata di così, almeno tre capitoli, ma la mancanza di tempo mi aveva fatto rimandare.
Comunque sia adesso l'ho pubblicata e sono soddisfatta!
Spero piaccia anche a voi e ... votatemi! *campagna elettorale mode on*

Oddio polly, ma è stupefacente.....!!!! Le foto, le pose, il racconto!!
L'ultima in particolare, è terribile! Sembra un quadro...bravissima! Mi piacciono un sacco questi effetti che hai dato le foto, molto noir, davvero complimenti!! Brava!

Complimenti per questo strepitoso racconto! Io adoro i gialli quindi parti avvantaggiata!
Le foto sono un qualcosa di sublime, che unite al tuo splendido scritto mi hanno incantata e lasciata senza parole. Sembrava di essere in quella stanza! E poi il finale è stato un vero tocco geniale!
BRAVISSIMA!
So già chi votare al concorso... Anche se devo aspettare altri racconti!

PS.: Il titolo poi è perfetto... lui era la settima nota!