GEMELLE - SECONDA PARTE
Aurora ascoltava paziente la lezione di Angel, quando si udì il portone sbattere piuttosto forte. Sophie si affacciò nel salotto che dava alla cucina e intravide l"™ombra di Lily, così la chiamò a gran voce.
"Dove credi di andare, ero in pensiero! Vieni in cucina, ho fatto i biscotti, anche se tra poco sarà* pronta la cena"¦ e tu devi pelarmi le patate!" ordinò autoritaria la donna. Si sentì una flebile polemica, un piccolo gesto di ribellione che ai ragazzi viene spontaneo, ma Lily fece presto ingresso in cucina, pronta ad armeggiare il pelapatate.
"Uffa! Ma perché io? C"™era già* Aury qui, potevi farle pelare a lei!" si lamentò Lily teatralmente.
"No cara, come le sai pulire tu le patate, nessuno mai"¦ e poi Aury ha aiutato tuo fratello coi compiti" le sorrise sarcastica sua madre.
Aurora osservò ogni più piccolo movimento della sorella, quasi a voler estrapolare dai suoi gesti una minima traccia o indizio di tradimento. Tentò di incrociare il suo sguardo, ma Lily era bell"™e concentrata sui tuberi. Pensò di avvicinarsi a lei mentre era di spalle e sussurrarle qualcosa, ma sua madre avrebbe colto che c"™era qualcosa che non andava tra loro. A volte pensava che quella donna avesse una specie di radar impiantato nel cervello da suo padre. Era neurochirurgo, ormai piuttosto famoso, aveva risolto interventi che molti ritenevano impossibili. Una volta, gli aveva chiesto il perché avesse scelto neurochirurgia e non un ramo economicamente più fruttuoso, tipo la chirurgia plastica.
Sul volto di Dylan si era dipinto un sorriso soddisfatto e si era accesa una luce nei suoi occhi, che Aurora non capì subito, e le aveva risposto: "Mi piacciono le cose difficili". Lo aveva guardato ammirata, suo padre era un uomo che non si arrendeva, era forte, temerario"¦ il suo idolo! Da grande anche lei avrebbe fatto medicina, magari anche lei sarebbe stata temeraria e forte da scegliere "la cosa più difficile", si sarebbe sentita più sicura da grande: sì, era certa, lei da grande non sarebbe stata timida e insicura come lo era adesso, sarebbe stata una donna decisa, di polso, che non temeva niente e nessuno. D"™un tratto udì dall"™ingresso la voce paterna e i suoi passi che si avvicinavano alla cucina. Angel di scatto chiuse i libri con un gesto liberatorio e corse da Dylan per salutarlo. Aurora vide sua madre, intenta a tagliuzzare qualcosa, posare il coltello e darsi una sistematina veloce ai capelli (che poi erano sempre perfetti"¦ come diavolo faceva quella donna ad avere i capelli sempre perfetti? Idem sua sorella"¦ Aury, invece, doveva faticare non poco per tenere lisci i suoi riccioli)"¦ il gesto la fece un po"™ sorridere"¦ alla fine, si conoscevano da una vita, si preoccupava ancora così tanto del suo aspetto, quando Dylan l"™avrebbe ritenuta bellissima anche con un saio addosso.
"Papà*! Ho fatto tutti i compiti sai? Aury mi ha aiutato e ho studiato bene bene"¦ dopo mangiato possiamo giocare alla simstation? Ti prego!" esclamò Angel, con la classica energia dei bambini. Avrebbe compiuto dieci anni a breve ed era tutto su di giri in quel periodo. Si immaginava la festa di quel giorno, con i suoi adorati cuginetti, i suoi amici, i palloncini"¦ la torta! Si leccava già* i baffi per la torta che sua madre avrebbe preparato! Poi suo padre gli aveva promesso un cucciolo per regalo"¦ quando Dylan glielo aveva svelato, non aveva dormito tutta la notte!
"Ok campione, ma ora fammi salutare la mamma" disse Dylan con un sorriso, baciando poi sua moglie. Cenarono tutti insieme in completa armonia. L"™arrosto che aveva preparato Sophie era delizioso, e Dylan ne chiese una doppia porzione. Lily però , era rimasta in silenzio per tutta la durata del pasto e aveva mangiato pochissimo.
"Non finisci l"™arrosto Lily? Dai che si raffredda"¦" la incitò suo padre.