Gruppo Uno
Juni Vaughn salta il turno. Tocca a Violet Landgraab.
Gruppo Uno
Juni Vaughn salta il turno. Tocca a Violet Landgraab.
gruppo 3Il maggiordomo cerca di liberarsi dalla mia stretta, ma ogni suo tentativo è inutile. Non ho nessuna intenzione di cedere finché non inizierà a parlare. Sono stanco dei sotterfugi, degli intrighi... Voglio solo uscire da questa maledetta casa.
Adrian Upton
Quando lo sento vacillare col respiro affannato allento un po' la presa «Va bene!» mi dice.
Lo lascio andare. Lo guardo con disprezzo mentre si accascia al suolo.Tossisce. «Va bene!»ripete.
«Non sapevo nulla di tutte queste cose.>> inizia a dire <<Sapevo che la signora cercava questo posto da molto tempo, ormai. Ma non eravamo mai riusciti a trovarlo... sono entrato con voi solo per vedere se questa fantomatica statua esistesse sul serio o meno. Ed esiste. La signora aveva ragione. La signora... lei stava male. Sarebbe morta nel giro di pochi mesi, aveva speso tutto il suo patrimonio per le cure... e questa statua»mi volto a osservare la statua equina «era la sua unica possibilità di recuperare un po' della sua ricchezza. L'unica possibilità di lasciare qualcosa in eredità, dopo la sua morte. Sperava di potersi approfittare dell'ingegno dei suoi ospiti per trovare l'ingresso alle stanze nascoste. E ha funzionato, perché ora siamo qui, le abbiamo trovate! Lo giuro sulla mia stessa vita: non ne so nulla di queste stanze. Non sapevo ci fossero dei serpenti, ho solo letto molto e conosco la specie. Io... questo è tutto quel che so...»
Carmen stava morendo? Aveva speso tutto il patrimonio in cure? Ecco perché non le piaceva sentirmi parlare dei miei problemi. Era l'ultima persona al mondo a potermi aiutare.
Carmen... rimasta vittima del suo stesso gioco.
Mi porto le mani alla testa nervoso. Ho rischiato di morire per questo insulso cavallino... Usato come un burattino per trovarlo... E adesso?
Lasciare qualcosa in eredità... queste parole continuano a girarmi per la testa. Quel suo fidanzato credo fosse solo un giocattolo sessuale, non certo qualcuno a cui lasciare un'eredità... in ogni caso l'avrebbe sposato se avesse voluto lasciargli qualcosa. A chi altri? Carmen non aveva nessuno a parte la schiera di subordinati. Anche se... Non sarebbe certo la prima ad avere figli illegittimi e tenerli nascosti agli occhi di tutti. Che sia uno degli invitati? Mi chiedo chi possa essere...
Osservo attentamente la statua. Varrà davvero così tanto? Se fosse vero potrebbe risolvere i miei problemi per sempre. Già mi vedo a vivere di rendita su una spiaggia privata a Isola Paradiso, senza dover rendere conto della mia vita a mio padre. Senza dover rendere conto a nessuno.
Il mercato nero è sempre alla ricerca di opere rare. Il problema è portarla fuori di qua e far stare zitti questi due... Lancio uno sguardo alla bionda pronta a scappare dalla scala di emergenza. Certo che almeno un grazie per averle salvato il culo non sarebbe stato sgradito. Avevo immaginato un finale completamente diverso...
Lasciare qualcosa in eredità... Che la morte di Carmen sia legata a questo?
<<Carmen non aveva nessuno per cui valesse la pena organizzare tutto questo. A chi era destinata l'eredità?>> chiedo, forse più a me stesso che agli altri due. Dopotutto il maggiordomo ha appena giurato di non sapere altro, mentre la bionda sembra non vedere l'ora di abbandonare questa catacomba.
Continuo a osservare la statua, vorrei capire cos'è che la rende così speciale.
Gruppo 3
Svetlana Sokolova
Ancora immobile sul gradino, attendo incuriosita una risposta del maggiordomo alle accuse del biondino. Per due volte l'accusato ripete: «Va bene!» prima di cominciare a raccontare.
«Non sapevo nulla di tutte queste cose.>> confessa. <<Sapevo che la signora cercava questo posto da molto tempo, ormai. Ma non eravamo mai riusciti a trovarlo... sono entrato con voi solo per vedere se questa fantomatica statua esistesse sul serio o meno. Ed esiste. La signora aveva ragione. La signora... lei stava male. Sarebbe morta nel giro di pochi mesi, aveva speso tutto il suo patrimonio per le cure... e questa statua era la sua unica possibilità di recuperare un po' della sua ricchezza. L'unica possibilità di lasciare qualcosa in eredità, dopo la sua morte. Sperava di potersi approfittare dell'ingegno dei suoi ospiti per trovare l'ingresso alle stanze nascoste. E ha funzionato, perché ora siamo qui, le abbiamo trovate! Lo giuro sulla mia stessa vita: non ne so nulla di queste stanze. Non sapevo ci fossero dei serpenti, ho solo letto molto e conosco la specie. Io... questo è tutto quel che so...»racconta infine.
Storia davvero commovente, senza dubbio. Ma le sue parole saranno sincere? Per quanto riguarda i serpenti mi sono fidata...La vecchia quindi ci avrebbe usati per ritrovare una statua...in casa sua? Perlopiù, una statua con a guardia due serpentoni. Mi sembra tanto un racconto mitologico. Ma se fosse vero, chi ce li avrebbe messi questi serpenti? Qualcuno che non voleva farci trovare la statua?
Il biondino sembra ben intenzionato a cercare di portarsela via per come la fissa. Poi si volta e mi lancia uno sguardo.
Tranquillo, non riuscirai a portarti via la statua visto che in tasca non la puoi di certo mettere.
<<Carmen non aveva nessuno per cui valesse la pena organizzare tutto questo. A chi era destinata l'eredità?>> chiede poi. Seppur non capendo a chi fosse riferita la domanda, mi viene d'istinto rispondere: "Non lo so e sinceramente non mi interessa."
Così dicendo, proseguo verso i piani superiori, sempre più intenzionata ad uscire da quella stanza.
Gruppo Uno
Violet Landgraad salta il turno. Tocca a Eric Foster.
Intervento - Gruppo tre
Svetlana sale le scale e scompare dalla visuale degli altri due compagni di squadra.
Adrian, mentre stai osservando la statua, noti un'incisione sul petto del cavallo, all'altezza del cuore. Ti avvicini per leggere meglio. "Per la mia Vera. Ti amo, piccola". Quella statua non per Carmen, allora. Come faceva a sapere della sua esistenza, se non era sua?
«Mi scusi,» il maggiordomo ti rivolge la parola, riprendendo il suo tono austero, «posso suggerire di seguire l'esempio della signorina e salire? Ai piani superiori potrebbero esserci novità e per quanto riguarda le statue, potremmo sempre tornare ad analizzarle più tardi. In fondo, ormai sappiamo come arrivarci. Nevvero?» E non ha tutti i torti. Chissà dove vi condurranno quelle scale. Alla fine, se sono una via d'uscita, potranno anche essere in futuro un'entrata alternativa, no?
Turnazione:
Adrian Upton
Gruppo 1 – Eric Foster
Con il nuovo acquisto del nostro gruppo, torniamo sui nostri passi per raggiungere gli altri nell'ingresso...mentre cammino non posso fare a meno a pensare a quello che a detto Flora su una certa statua equestre o roba simile, non capisco che importanza abbia ora come ora ma sembra che Henry ne sappia qualcosa...sarà...meglio non immischiarmi, ora come ora la mia priorità è uscire da qui vivo.
Appena arrivati all'ingresso Henry va da Carmen, e immagino avvia capito che non gli ho detto tutta la verità, inizio a sentirmi in colpa. molto in colpa. Se glielo avessi detto nei sotterranei tutto quello ch'è accaduto forse la notizia non sarebbe stata cosi shockante o per lo meno avrebbe saputo cosa aspettarsi venendo qui: la sua amata con la gola tagliata in una pozza di sangue...uhmm forse avrebbe cambiato poco la situazione, chi lo sa...meglio non pensarci. Inizio a guardarmi intorno e noto che c'è il corpo esanime di una ragazza, un altro cadavere, non faccio nemmeno in tempo a reagire che noto un altro biondino che porta in braccio la dottoressa, non ci voleva un genio per capire che anche lei era morta. "Ma che diavolo è successo qui?!" mi chiedo tra me e me, inizio veramente ad essere stanco di tutto questo, stanco d'essere qua rinchiuso con uno o più assassini che sembra ci stanno facendo fuori uno ad uno...voglio andarmene da qui!
E proprio quando credo che la situazione non può peggiorare ecco che tutto degenera, LeBon va addosso ad Albert spingendo il ragazzo dei capelli arancioni che cade sbattendo la testa in una statua per poi cadere a terra, il ragazzo che era prima bloccato fuori con me e gli altri cerca di aiutarlo, in vano...un altra vittima di questa villa...
e in tutto questo cosa fanno il francesino e l'ex marito di Carmen? Fanno a botte come degli idioti, una ragazza (credo nipote della Knight) cerca di fermarli versandogli il contenuto di una bottiglia, gli urla di smetterla e non posso che dargli ragione, sono stufo di questa situazione...
«Dannazione volete farla finita voi due!!» urlo a quei due, unendomi alla richiesta di quella ragazza, non ne posso davvero più di questa situazione.
Gruppo unoLa verità è che se dovessi ricostruire tutta la storia di questa serata, probabilmente riscontrerei una seria difficoltà nel mettere i pezzi insieme! Ci sono stati sicuramente momenti molto piacevoli, cose che mai avrei previsto, ma tutto stava per essere oscurato da ciò che avrei visto e vissuto una volta tornata al piano di sopra!
Flora White
(Teddino ti vendicherò U.U)
In compagnia di Henri, l’uomo trovato confinato in quella specie di stanza segreta, Adrian e gli altri due ragazzi dei quali ignoro ancora il nome, ma che tutto sommato mi fa piacere avere accanto a me, visto che la situazione inizia a farsi complicata, saliamo le scale e ci ritroviamo all’ingresso della villa, dove mai mi sarei immaginata di trovare un tale scompiglio… C’è un altro cadavere in bella vista, mentre quello di Carmen è ancora dove l’avevamo lasciata… che schifo! L’unico pensiero che può suscitare in me la vista del suo corpo imbratto dal suo sangue è disgusto, nulla di diverso dal solito… ! Una scena attira la mia attenzione: il veterinario sorregge la dottoressa, la quale sembra essere priva di vita. L’uomo appare molto turbato, ha lo sguardo fisso su di lei, mentre l’adagia su di un divano parla con la ragazza bionda, senza degnarla di uno sguardo… “…conto in rosso… un tumore… stava morendo!” Il tono della sua voce è sommesso… quasi sussurrato, confusa da ciò che credo di aver sentito cerco di intromettermi nell’argomento “Carmen stava cos….?” “Cavmen…chi ti ha fatto questo?” Non riesco a terminare la frase, mi volto e…. oddio no… Henri… Henri stringe tra le sue braccia la carogna di Carmen, con orrore osservo le sue labbra congiungersi a quelle della “donna” che evidentemente ama, allora qualcuno al mondo che non la odia esiste! Quel che succede dopo ha quasi dell’incredibile, Albert si lascia andare ad un commento che incattivisce all’istante l’uomo, scatenandone l’ira e spingendolo ad aggredirlo. Osservo la baraonda incredula… forse anche divertita, ma… nella confusione generale, il ragazzo dai capelli rossi, il quale era stato con me fino a quel momento, viene spintonato… perde l’equilibrio e sbattendo il capo contro la pesante statua poggiata sul tavolino, perde i sensi immediatamente e si accascia a terra! “No… no no no no! Lui no!” Ho un terribile presentimento… ignorando tutto e tutti, estraniandomi quasi dal contesto in cui mi trovo, mi inginocchio accanto a lui e cerco di farlo rinsavire smuovendolo un pò “Hei… hei… dai… è…. è solo una brutta botta alla testa… non è nulla di grave… dai… svegliati… ACCIDENTI SVEGLIATI!” nulla da fare… con una mano cerco di sollevargli il capo, ma… nel momento in cui vengo a contatto con la sua testa, sento qualcosa bagnarmi la mano, indugio qualche secondo prima di tirarla via… e vedere cosa sia, anche se la situazione purtroppo era ben chiara…
Passo incredula un dito sulla sostanza rossastra che mi tinge il palmo della mano, sento la rabbia pervadermi, le parole mi muoiono in gola, riesco solo a sussurrare piano… “Lui non c’entrava niente… lui… non…!” Come siamo arrivati a questo? Quella rabbia sta ribollendo dentro di me, la sento… sto per esplodere... Rimango inginocchiata con lo sguardo fisso a terra e mi lascio andare ad un urlo liberatorio! Alzo lo sguardo verso il signor Albert ed Henri, la situazione sembra essere precipitata ulteriormente senza che me ne sia resa conto “ Ammazzatevi… ammazzatevi tra di voi, ma lui non c’entrava niente, noi non c’entriamo niente…. Ammazzatevi… Ammazzatevi tutti e lasciateci andare!”
gruppo 3
Adrian Upton
"Non lo so e sinceramente non mi interessa."fa la bionda prima di scomparire su per le scale. Ma questa ha mangiato limoni a colazione, pranzo e cena? Va beh... una in meno tra me e la statua.
Mi avvicino al cavallino, noto che sul petto c'è qualcosa, un'incisione forse.
"Per la mia Vera. Ti amo, piccola"
Vera? Vera Wright? Non ci credo! Questa situazione sta diventando comica. Vera? L'amica vecchia di Carmen? Qua era in corso un triangolo amoroso, no un quadrato amoroso... forse anche un pentacolo, pentacono... pentagono!
Vera Wright e il Landgraab morto di incidente stradale? Edgar se non ricordo male. O se la faceva addirittura col vecchio Landgraab? Beh... forse questo sarebbe troppo anche per questa gente. Quelle due dovevano essere amiche, e invece...
Che anche Vera si sia data da fare? Che abbia sfornato un moccioso? Un piccolo Landgraab magari. Anche lei quindi poteva avere le sue ragioni per voler Carmen fuori dai piedi. E vista la storia dell'eredità anche Carmen probabilmente aveva un figlio nascosto da qualche parte. Due pargoli bisognosi di denaro.
Mi gratto la testa per cercare di riordinare le idee.
Forse esagero. Devo smettere di guardare le soap opera post sbornia. Mi scoppia la testa.
«Mi scusi,»Il maggiordomo riprende il suo solito atteggiamento. Vuole davvero che glie le suoni questo qua.«posso suggerire di seguire l'esempio della signorina e salire? Ai piani superiori potrebbero esserci novità e per quanto riguarda le statue,potremmo sempre tornare ad analizzarle più tardi. In fondo, ormai sappiamo come arrivarci. Nevvero?»
Non ha tutti i torti. Questa cosa dopotutto non riuscirei a spostarla da solo. E sopratutto non riuscirei a trascinarla su per questa scala.
Decido di assecondarlo, per quanto ne so al piano di sopra la polizia sarà già arrivata.
"Hai ragione" gli dico, evitando di menzionare l'incisione e il suo contenuto. L'unica che può darmi una spiegazione è la diretta interessata. La legittima proprietaria della statua. Beh... Forse non mi interessa molto una sua spiegazione se significa rinunciare ai soldi che già sento scivolare tra le mie dita.
"Ti seguo" aggiungo indicandogli la scala. Non ho intenzione di lasciare nessuno solo con la mia statua finché non scoprirò se vale veramente come il pinguino dice. Penserò poi a cosa fare dell'informazione appena trovata.
Sei mesi dopo la festa...
«Signori della giuria, come reputate l'imputato?» In un'aula di tribunale, si stanno decidendo le sorti di una vita per nulla innocente. Sulle sue spalle grava il peso di ben due omicidi, di cui uno premeditato.
Uno dei giurati si alza, in mano tiene un foglio su cui legge con aria grave. Poi, alza lo sguardo sul "Mostro di Villa Knight", come l'hanno soprannominato i giornali e pronuncia con voce roca: «La giuria dichiara l'imputato...»
La sera della festa...
Vera, Desmond e seguito arrivarono in sala da pranzo. Seguendo il bigliettino, si avvicinarono alla tavola e cominciarono a cercare attorno alle sedie. Il bigliettino lo trovarono attaccato a una gamba della tredicesima sedia in senso orario.
Seguito da un nuovo indovinello che avrebbe riportato alle prime due cifre. Non ha importanza, a loro non serviva: le prime due cifre già le aveva dette Carmen.
Nel frattempo, la lite nella sala d'aspetto venne prontamente sedata da Vivienne, che con la sua idea di gettare l'alcol addosso ai litiganti, li immobilizzò all'istante. Non parlarono, ma smisero di azzuffarsi e si lasciarono cadere a terra esausti, ben lontani l'uno dall'altro.
D'altro canto, sarebbe bastato un accendino per porre fine definitivamente a ogni contrasto.
Le ragazze che erano rimaste nel salone raggiunsero gli altri, con la speranza che la polizia riuscisse ad arrivare a breve. Erano passati già dieci minuti dalla telefonata, mancava poco ormai.
Per quanto riguarda Sherry? Aprendo la credenza trovò una scorta annuale di patatine e salatini vari. Si mangia, finalmente!
Svetlana , Adrian salirono le scale, seguiti dal maggiordomo. Arrivati alla fine della scala, c'era una piccola porta orizzontale. Svetlana la sollevò e subito sentirono fresche gocce di pioggia rimaste attaccate all'erba che carezzavano loro il volto.
Erano fuori! Erano spuntati a due passi dalla depandance, all'esterno. Riusciti a fuggire dalla villa senza la necessità di trovare alcun codice. Quando finalmente si sollevarono del tutto e si ritrovarono completamente all'esterno, sull'erba, si resero conto che la botola era coperta da un cespuglio di piante finte.
Assurdo che nessun giardiniere era mai riuscito ad accorgersene, vero? Be', a sua discolpa possiamo dire che quelle piante erano fatte davvero bene, anche al tatto sembrerebbero reali. Guardando verso l'uscita della proprietà, i tre superstiti notarono una figura a forma di croce allontanarsi a passo svelto...
Tornando a Vera e Desmond, si avviarono in tutta fretta verso il pannello in cui inserire il codice e, con loro grande sorpresa, trovarono la scritta "Unlocked".
Qualcuno aveva già aperto tutte le uscite? Si avvicinarono al grande portone d'ingresso e, effettivamente, lo trovarono aperto. Cos'era successo?
Poco dopo l'inizio della festa...
La finzione. La capacità attoriale. L'improvvisazione. Sono queste le doti fondamentali per l'omicidio perfetto.
La sera della festa...Originariamente Scritto da Aaron Hunt
Fecero la conta dei presenti. Desmond, Vera, Matt, Malva, Derek, Vivienne, Juni, Violet, Eric, Flora, Scarlett, Alice, Kia, Henri, Albert, i fratelli Rodd, Adrian Mangiamorte, Sherry era in cucina, più i vari ospiti che si erano tenuti in disparte per tutto il tempo, o che – presi dallo shock – si erano immobilizzati. Adrian Upton, il maggiordomo e Svetlana erano svaniti già da un bel po'. Sembra ci fossero tutti... e invece no. A un esame più attento, mancava una persona... e un cadavere. Aaron ed Elizabeth Spencer erano svaniti.
Pochi minuti prima dell'apertura delle porte...
Originariamente Scritto da Aaron Hunt
La sera della festa...
Non avevano sentito nessun click, niente che potesse lasciar intendere che la porta fosse stata aperta. Solo quella scritta "Unlocked" sul pannello di apertura.
10 minuti dopo l'apertura delle porte...
All'arrivo della polizia, lo spettacolo che si presentò davanti era una carneficina. Sangue e morti ovunque, un vero massacro. Si sentì davvero stupido, il sindaco, per aver bloccato i soccorsi. Arrivarono anche gli agenti dell'FBI chiamati da Svetlana, finalmente era stato concesso loro l'intervento.
Una settimana prima della festa...
Carmen Knight, seduta alla scrivania del suo ufficio, osservava lo schermo con aria crucciata. Il conto in banca era in rosso, su questo non c'erano dubbi. E spendere altri soldi per cure futili sembrava proprio uno sperperare. A che pro, poi? Avrebbe, almeno, potuto far qualcosa di utile in quanto mamma. Poteva lasciare l'eredità al figlio. Ma qualcosa doveva pur lasciarlo, in eredità. Fu allora che ripensò alla statua che il suo defunto marito aveva nascosto da qualche parte della villa. Sapeva dell'esistenza di una cantina segreta costruita da nonno Landgraab, ma la sua esatta ubicazione era stata resa nota soltanto a uno dei figli. E purtroppo, non era quello sopravvissuto. Però... Albert aveva le mappe originali della costruzione. Forse attraverso quelle... Fu in quel momento che le venne l'idea di dare una grossa festa. Avrebbe potuto sfruttare gli ospiti per ricercare quella cantina, quel passaggio segreto. Chissà che dentro non c'erano altre cose di valore.
Carmen cambiò il testamento, intestando tutto al figlio avuto con l'unico uomo che avesse mai amato davvero e che non era stata abbastanza coraggiosa da crescere da sé: Aaron Hunt. Poi chiamò il sindaco, suo vecchio amico. Si assicurò che nessuno potesse intervenire alla sua festa. Neppure se ci fosse scappato il morto. Invitare il figlio abbandonato, dopo che Elizabeth sapeva della parentela... Se gliel'avesse detto, Aaron sarebbe potuto diventare pericoloso. In fondo, era suo figlio. Lei stessa aveva ucciso suo padre, avvelenandolo, una volta divenuta adulta. Quello schifoso non l'aveva neppure riconosciuta, quand'ha finto di sedurlo per poi versargli del veleno nel bicchiere di vino. Il sangue non è acqua: lei era vendicativa, il figlio probabilmente lo sarebbe stato altrettanto. La notte della festa, Carmen avrebbe rischiato la vita. Ma tanto, a chi importava? Sarebbe morta comunque di lì a breve e con sofferenze ben peggiori. Fu con questo spirito, che spedì gli inviti alla festa.
La sera della festa...
Il sindaco, in qualche modo, doveva salvar la faccia e obbligò la polizia a chiudere in fretta il caso di omicidio. Controllati i moventi dei presenti, la serata si concluse con due arresti: Albert Landgraab per l'omicidio efferato con la lametta e Henri LeBon per quello con il veleno.
Ci fu anche un terzo arresto, da parte dell'FBI. Matt Groenfire fu accusato di furto: pare che una statua di forma equina di altissimo valore fosse sparita dalla proprietà. Non so dirvi se fu poi effettivamente condannato, ma un'agente dell'FBI – Svetlana Sokolova – giurava per la sua innocenza. Spettò proprio a lei, poi, l'interrogatorio tra le mura del bureau.
Un giorno dopo la festa...
L'indomani, tutti tornarono a casa.
Vera era immersa nelle sue attività quotidiane, quando qualcuno bussò alla sua porta. Quando venne ad aprire, vide una figura in completo nero e dai capelli neri medio-lunghi allontanarsi. Di fronte la porta, le aveva lasciato una statua di forma equina.
Il pomeriggio prima della festa...
Vera, guardandosi attorno, si portò dentro la statua. Finalmente era tornata dalla sua proprietaria.Originariamente Scritto da Vera Wright
Sei mesi dopo la festa...
«...colpevole» Conclude il giurato, riprendendo il posto a sedere. Albert J. Langraab è stato condannato all'ergastolo. E' vero, noi sappiamo che non è lui il vero assassino. Però la sua coscienza non è certo pulita. Sconterà la pena che non gli è mai stata assegnata per l'omicidio del fratello.
Per quanto concerne Henri LeBon, invece, è stato prosciolto da ogni accusa. Nell'immaginario popolare, l'assassino è diventato uno solo: Albert.
La tragedia di Villa Knight è stata su tutti i giornali per molto, moltissimo tempo. L'articolo rivelatore di Scarlett Marshall è stato copiato poi da tutti i giornali e tutti i presenti hanno potuto racimolare soldi cospicui vendendo alle riviste scandalistiche le loro esperienze.
Scarlett è stata assunta da Star News, per l'incredibile storia che ha portato alla testata, si è guadagnata un posto fisso, invece che come misera freelance.
Adrian Upton, vendendo la sua storia ai giornali, non ha più avuto bisogno né dei genitori, né della statua. I soldi per adesso sono abbastanza. Ma quanto dureranno?
Tutti hanno ripreso con le loro vite. Cos'è successo loro? Non posso saperlo con certezza, potreste chiederglielo e magari vi risponderanno.
Quel che so, però, è che in una spiaggia di Maree Splendenti, una coppia prende il sole, godendosi i soldi ereditati dalla Knight. Elizabeth è viva. Viva e vegeta. Il piano di Aaron è stato un successone e dare ad Elizabeth il curaro, volgarmente conosciuto come "Il veleno di Giulietta", un colpo di genio. E' stato molto più facile trascinarla via mentre era incoscente e poi spiegarle tutto con calma. E, alla fine, tutto è andato per il meglio.
Almeno per loro.
Fine.
Ringrazio tutti coloro che hanno giocato, in particolare chi è rimasto qui fino alla fine. I miei più vivi complimenti a tutti i giocatori, siete stati grandi! Sono davvero contenta della storia che abbiamo tirato fuori e mi sento di scusarmi con voi: avrei potuto far di meglio. Ci rifaremo con la prossima quest, dai! Mi sento di dovere di porgere le mie scuse anche nei confronti di Daniela Alberghini, che è stata sbattuta fuori dal gioco convinta che il suo PG fosse morto, e invece era tutta una combutta con l'assassino. U_U
Ovviamente, i complimentissimi vanno agli assassini, che hanno intrapreso questa tosta sfida del giocare alle spalle dei giocatori. Complimentissimi soprattutto a Vera! La dovevate vedere, a Sere, che sangue freddo manteneva mentre tutt'attorno facevano ipotesi sui potenziali assassini. Nessuno ha sospettato di te. U_U
Una menzione speciale va anche a Mary, che è riuscita a tenere – a conti fatti – ben due PG!
Grazie al gioco, avete guadagnato dei bonus extra che vi saranno assegnati per la prossima quest al controllo delle nuove schede PG.
Grazie a tutti!
Il giorno dopo la festa...
Dopo aver riconsegnato la statua alla sua leggittima proprietaria, Alexander tornò verso casa sua. Era finita la vacanza e tornava alla solita, monotona, vita.
«Allora? Come ti è andata quest'avventura tra le persone normali?» Domandò un uomo dai capelli neri. Indossava una camicia bianca, tra le dita teneva una sigaretta, mentre nell'altra mano un bicchiere di vino.
Il maggiordomo fece spallucce, avvicinando il posacenere al suo padrone. In sua assenza, il castello non era cambiato poi tanto. «Sangue, persone morte. Il solito. Ha trovato la ragazza?»
Serkan annuì. «Le ho scritto una lettera» Poi, indicò un giornale sul tavolo. «Sembra ti sia divertito. Portato qualche souvenir?»
Il maggiordomo indicò la cucina alle loro spalle, al di là della parete e del corridoio. «Solo una bottiglia di Jack Daniel's per lei, signore» E si sedette sul divano, osservando il camino acceso.
Turnazione libera
Fino al 30 settembre.
Potete scrivere i vostri epiloghi e/o varie reazioni alla scoperta che la porta era già aperta. Potete anche interagire tra di voi, ma nessuno è obbligato a postare.
Derek Root
Epilogo
Unlocked.
Strabuzzai gli occhi e mi portai una mano sulla bocca, incredulo. Il portone era aperto chissà da quanto, saremmo potuti uscire tempo prima e forse avremmo evitato la morte di qualche innocente.
Sentii delle sirene in lontananza. Fu allora che realizzai: era finita.
Feci un veloce appello mentale dei presenti: eravamo tutti lì, vidi finalmente Scarlett e rilasciai un sospiro di sollievo, che trattenevo da troppo tempo. Incontrai lo sguardo di Kia, a cui regalai un timido sorriso, il primo veramente sincero di quella serata. Mancava qualcuno: la donna bionda che era nel mio gruppo a inizio serata, Upton, il maggiordomo, ...Aaron. Non vedevo più nemmeno il cadavere della dottoressa. Un brivido mi salì per la spina dorsale, ma lo ricacciai indietro. Non mi interessava, forse sono stato egoista ma non mi interessava ciò che era successo agli assenti. In più, nonostante siano stati arrestati Albert ed Henri, sono tuttora convinto che Aaron abbia qualcosa a che fare con il casino che era diventata quella serata, quindi la sua assenza non mi disturbava per nulla.
Finalmente arrivò la polizia e, con mia grande sorpresa, l'FBI. Diamine, pensai, siamo famosi. Mi lasciai sfuggire una risata: ero sopravvissuto. Un agente mi si avvicinò e mi chiese se stessi bene. Evidentemente no, un uomo ricoperto di sangue che ride di gusto non può stare bene. Ma non mi importava: l'incubo era finito, eravamo liberi.
Matt, come prevedibile, fu quello messo più sotto torchio di tutti dall'FBI. Kia non la prese bene. Mi ricordai del conforto che mi offrì poco prima nel salone, e le tesi la mia mano.
Uscimmo pochi minuti dopo, io dietro di lei.
Quando sentii l'aria fresca della sera invadere i miei polmoni, quasi scoppiai a piangere.
Due settimane dopo la festa...
<<Signor Root, tutto bene?>>
La voce della giornalista mi fa sussultare. Incontro il suo sguardo e le sorrido, mortificato.
<<Sì, mi scusi>>, rispondo, <<Stavo pensando a una cosa. Dove eravamo rimasti?>>
Quando ripenso a quella serata ancora fatico a credere di essere sopravvissuto. A volte mi convinco che è stato solo un brutto sogno, ma ci pensano i telegiornali e gli innumerevoli articoli sul “Mostro di Villa Knight” a riportarmi alla realtà. È strano vedersi in televisione, non mi ci sono ancora abituato.
La ragazza -Allison, mi ha detto di chiamarla Allison- riporta la sua attenzione al taccuino e rinizia a scrivere senza sosta.
<<Le ho chiesto come ha reagito quando ha scoperto che la porta, in realtà, era già aperta.>>
<<Ah>>, mi gratto il collo. <<Beh, è stato...scioccante. In senso buono. Sinceramente non ho avuto molto tempo per reagire, pochi minuti dopo è arrivata la polizia e siamo stati interrogati.>>
Allison annuisce. <<Lei conosce abbastanza bene una delle tre persone arrestate, giusto? Matt Groenfire?>>
Sospiro. <<Sì, siamo stati per tutta la sera insieme. Non c'è assolutamente la possibilità che sia riuscito a rubare la statua senza che me ne accorgessi. Ho fatto anche una deposizione.>>, rispondo, facendo una smorfia. Svetlana ha raccolto la mia deposizione e a me brucia ancora il fatto che non mi sia reso conto che ci fosse un agente dell'FBI tra le mura della villa.
Allison smette di scrivere per un momento, poggia la penna e alza lo sguardo dal suo taccuino.
<<Non so come ce l'hai fatta.>>
Strabuzzo gli occhi. <<Come, prego?>>
<<Non so come hai fatto a mantenere la calma quando intorno a te la gente continuava a morire>>, mi dice. <<Non solo tu, anche gli altri che ho intervistato. Dawson-qualcosa per esempio, la psicologa.>>
Rido. Dannazione, se solo sapesse. <<Fidati, Allison>> dico, tra le risate. <<Io ero la persona meno calma lì dentro. Ho avuto un attacco di panico e due crisi nervose in meno di un'ora. Dire che ero calmo sarebbe l'eufemismo dell'anno.>>
Anche la giornalista inizia a ridere. Riprende la penna, credo per tornare a prendere appunti, ma poi la posa ancora una volta e mi guarda, seria. <<Dimmi la verità, Derek-Derek, giusto?>> Annuisco. Lei continua. <<Come fai a dormire la notte?>>
La guardo intensamente negli occhi. Sono azzurri, severi, un po' tristi. <<A volte non dormo>>, rispondo sinceramente, la voce quasi un sussurro. <<Poi penso alla gente con cui ho vissuto quell'incubo. È impossibile non sviluppare un legame con le persone con cui condividi esperienze del genere, sai? Me l'ha detto la mia terapista>> rido, e anche Allison si lascia scappare una risata. <<È strano da dire, ma quella sera, tra tutti quei cadaveri, ho trovato molti amici.>> mi fermo per un istante. <<E forse anche qualcosa di più.>> dico, e sorrido, perché chi l'avrebbe mai detto che mi sarei innamorato proprio di lei?
A questo punto Allison si alza e mi stringe la mano. <<Grazie per il tuo tempo, Derek.>>
<<Figurati>>, rispondo. <<Mi ripeti il nome del giornale per cui lavori, per favore? Così compro una copia quando pubblicano il tuo articolo.>>
Allison sbuffa. <<L'Eco del Sim>> dice, e fa una smorfia. <<L'editore è un idiota, probabilmente non approverà nemmeno l'articolo.>>
Annuisco, lascio una mancia al cameriere e mi allontano dal tavolino. Controllo l'ora sul cellulare: Kia mi sta aspettando per quel colloquio di lavoro. Non mi ha dato molti dettagli, ma sembrava davvero entusiasta.
<<Ci vediamo, Allison.>>
Esco dal locale.
6 mesi dopo la festa...
<<Va bene Scarlett, grazie per l'info. Sì, siamo rientrati qualche giorno fa...sai che non posso parlarne.>> Silenzio. Proteste dall'altro capo della cornetta. Sospiro. <<Quando ci vediamo ti rivelo i retroscena per il tuo articolo, ok? Ora devo andare. Ciao, ti voglio bene.>>
Ripongo il telefono nella tasca dei pantaloni e mi siedo al tavolo, dove mi aspettano i due drink che ho ordinato. Ho scelto il suo preferito, dobbiamo festeggiare. Albert è stato condannato e la stampa forse ci lascerà finalmente in pace.
Dopo la missione Nefertari una pausa del genere ci voleva proprio. Il capo mi ha appena informato della prossima missione, e per la prima volta in 6 mesi non ho avuto un attacco di nausea dopo aver sentito o letto il nome Bellavista.
Forse è davvero finita.
Vedo Kia che si avvicina e le sorrido. Con la pelle abbronzata dal sole dell'Egitto è ancora più bella.
<<Ciao Derek, eccomi qua!>>, mi saluta.
<<Ciao Kia, tutto bene? Ti stavo aspettando.>> Diamine, lavoriamo insieme da 5 mesi eppure non mi sono ancora abituato a...tutto questo.
<<Hai ragione...scusami ma ho avuto un imprevisto e ho tardato.>>, mi risponde, imbarazzata.
<<Non preoccuparti, sono appena arrivato...>> mento, perché non voglio metterla a disagio. <<Accomodati.>>
<<Grazie cavaliere! Ma sono stata seduta fino ad adesso in macchina, preferisco stare un po' in piedi.>> C'è qualche istante di silenzio, poi continua. <<Ti dona sai questo look?>>
Faccio del mio meglio per sopprimere il sorriso a 32 denti che mi si sta formando in faccia. <<Sei gentile...anche il tuo non è niente male.>> Ed è vero. Dannazione, è stupenda stasera. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino a Kia, abbastanza da sentire il suo profumo.
Vorrei allungare un braccio e accarezzarle la guancia, ma mi blocco quando inizia a parlare.
<<A proposito, hai ricevuto le nuove direttive per la missione da mister B.?>>, mi chiede, e sorrido perché so che il signor Bosser detesta essere chiamato così. <<Sì, ricevuto tutto.>> Sospiro. <<Dove tutto ha avuto inizio, direi...>>. Sembrano passati anni, non mesi. <<Già>>, continua Kia, osservando il tramonto. <<Bellavista, dove sorge la ex Villa Knight.>>
Basta, non ce la faccio più. Questa situazione mi sta uccidendo, e se non chiariamo immediatamente non potrò essere concentrato a dovere per la prossima missione.
<<Senti...io...ti ricordi cosa successe quella sera? Oppure hai voluto rimuovere tutto dalla tua mente?>>, le chiedo, abbassando la voce.
<<No, non ho dimenticato>>, mi risponde, e io mi irrigidisco. <<Ho rimosso molte cose, ma non quello che ho passato lì e tantomeno quello che è successo poi. E tu? Come va ora a distanza di 6 mesi dall'accaduto?>>
Bella domanda, come va? Come mi sento? Non voglio dirle che di notte i cadaveri di quella festa vengono a trovarmi nei miei incubi. <<Sono sopravvissuto, nonostante tutto>> Le dico, <<...e ricordo.>>
La sera della festa...
Mi assicuro che Scarlett stia bene e continuo a seguire Kia. Ora ha abbassato la testa e sta cercando di non piangere. Vorrei abbracciarla e dirle che va tutto bene, ma non ne ho il diritto. Lei mi odia, per lei sono solo colui che ha rovinato la sua relazione con Matt.
<<Che cosa ci fai qui?>> mi chiede Kia, confusa, quando si rende conto della mia presenza.
<<Calmati>>, le dico, freddo. <<Sono solo venuto a vedere come stavi dato che ti ho vista uscire visibilmente scossa da ciò che hai visto lì dentro.>>
Kia sembra incredula. Se solo sapesse. <<Sei gentile a preoccuparti per me, Derek Root...l'unica cosa per cui potrei gioire ora è il fatto di esserne uscita viva.>>
<<Già>>, rispondo con un tono un po' più cordiale. <<Anche io sono felice di questo. E sono felice che anche Scarlett stia bene.>>
Annuisce.
<<Solo per questo sei qui? Non sei venuto anche a ridere di me? A ridere di una piccola sciocca che pensava di significare qualcosa per uno come Matt Groenfire? E non far finta di nulla, so che sai tutto.>> Strabuzzo gli occhi. Come può pensare questo di me?
<<Perché dovrei ridere di te, scusa? Ammetto che quando Carmen mi aveva assoldato per seguire Matt non avrei mai pensato che fossi tu l’amante>> le confesso. <<La cosa mi ha sorpreso non poco, non mi sembravi una ragazza adatta a stare con uno come Matt. È un amico certo, ma non per questo devo difendere il suo modo di fare. Tu mi sembravi così seria, così…sognatrice, lui invece è concreto, amante del flirt, impulsivo.>> e bello. Di successo. Affascinante. Le donne muoiono per lui. Io invece sono solo...io.
Kia mi regala una risata sarcastica e io mi mordo il labbro inferiore per evitare di dire qualcosa di cui poi mi pentirei.
<<Se cerchi di essere gentile, ti ringrazio. Per quel che riguarda Matt, beh…davvero ero persa di lui, probabilmente nonostante tutto lo sono ancora…ma per lui sono stata solo una delle tante…>>
Non ce la faccio a vederla in questo stato. <<Secondo me no>>, le dico, sinceramente. <<Lui è così, è la sua natura. Non penso che fosse venuto da te solo per un'avventura di una notte, non penso ti vedeva nemmeno come una tra le tante visto che a quanto ne so, la vostra storia clandestina andava avanti da un bel po’. Non essere così negativa, però credimi, meriteresti di meglio solo per la tua pazienza e riservatezza.>> Mi sto sbottonando troppo. Diamine.
La ragazza mi guarda con uno sguardo indecifrabile. <<Forse. Ma cosa ne sai tu di come io mi sento? Hai mai amato una persona stupidamente pur sapendo che quella persona non sarebbe mai stata tua?>> Oddio, l'ironia. Trattengo la grassa risata che mi si sta formando in gola.
<<Veramente…lo so…credimi, lo so che non è bello. Posso capire come ti senti.>>
<<Scusa, sono stata maleducata lo so. Tu hai Scarlett…>> Strabuzzo gli occhi. <<e magari anche tu ti trovi nella mia stessa situazione. Non volevo essere scortese.>>
<<Scarlett?>> chiedo, incredulo. <<Beh sì, per me lei è speciale, ma…>>
<<Senti, posso farti una domanda?>> mi interrompe Kia.
<<Certo, chiedi pure.>>
<<Fin dall’inizio tu hai sempre saputo tutto su di me e su Matt, perché ti sei ostinato a non dire nulla a Carmen né a nessun altro di tutta la faccenda?>>
Chiudo gli occhi. <<Matt è un amico e io non tradisco gli amici e Carmen, beh…mi pagava profumatamente per seguirlo e lui mi pagava a sua volta per non rivelare nulla, diciamo che è stata tutta una questione d'affari.>> Derek, fermati. Non dire altro. <<E... c’è dell’altro.>> Dannazione.
<<Cos’altro ci può essere scusa? Ti divertivi a seguirci per un tuo personale profitto, ma avresti potuto benissimo trarne ulteriore vantaggio, magari avresti potuto contrattare con Carmen e chiederle un prezzo maggiore per le tua prestazioni, perché non l’hai fatto? Mi sembri uno che per soldi non si farebbe troppi scrupoli pur di avere un guadagno no?>> No, non può dire questo. Non dopo tutto quello che ho passato.
<<Hai ragione…ma anche tu avresti preferito vedere Carmen morta che lasciarle Matt, no? Mettiti nei miei panni. Cosa avresti fatto tu pur di non perdere la ragazza di cui sei innamorato e non corrisposto? Sapendo poi che il ragazzo tuo rivale in amore è un amico, cosa avresti fatto? Avrei dovuto rivelare tutto a Carmen e perdere l’unica occasione che avevo per vederti senza destare sospetti? Se l’avessi fatto Matt non sarebbe stato qui, e probabilmente avrei perso anche la sua amicizia. Non me lo avrebbe mai perdonato…e tu saresti stata licenziata.>> Le vomito addosso tutto.
<<Derek cosa...>>
<<No, non dire niente.>> la blocco. <<Non sei stata solo tu la sciocca in tutta la faccenda. L'importante è essere riusciti ad uscire vivi da questo incubo.>>
Mi allontano senza dire altro. Quando sono sicuro che non possa più vedermi, mi asciugo una lacrima con la manica insanguinata della mia giacca.
6 mesi dopo la festa...
<<Sai Derek, sono cambiate tante cose per me quella sera, ho visto tutto un mondo cadermi addosso ero sola eppure…eppure tu mi hai teso una mano, l’unico forse oltre ad Alice che quella sera ha fatto qualcosa per me…. nonostante tu fossi un mio nemico in quelle circostanze sei riuscito a vedere oltre alla maschera che portavo, te ne sono grata e…sono felice di essere qui a distanza di sei mesi su questa spiaggia, con te…>>
Le cingo la vita col mio braccio e la porto gentilmente verso di me.
<<Non potevo lasciarti affondare in balia delle tempeste… non tu! E quella sera l’ho intuito, ma dopo come tutte le cose siamo stati travolti dai mass media per ciò che ci è capitato e da lì ci siamo un po’ persi per poi ritrovarci per un fortuito caso del destino a condividere un qualcosa che va al dì là di una semplice conoscenza o amicizia…>> mi zittisco per un istante. <<O almeno, lo è per me.>>
<<Non solo per te>>, mi sussurra Kia.
La guardo negli occhi. Avvicino lentamente le mie labbra alle sue e, quando siamo a pochi centimetri di distanza, chiudo gli occhi e la bacio.
È un bacio dolce, lento, perfetto. È perfetto perché siamo noi due, sulla spiaggia, al tramonto, e io non riesco nemmeno a ricordare quando abbia iniziato a desiderare quelle labbra sulle mie.
Non voglio staccarmi dalla sua bocca, perché se lo faccio questo momento finirà e io non voglio che accada. Quindi mi lascio coinvolgere, incurante degli occhi che ci fissano.
Abbiamo tutta la vita per preoccuparci, questo momento è solo per noi due.
Fine.
E anche Derek è giunto alla fine di questa avventura. Ci tengo a ringraziare innanzitutto Dina, la nostra master, senza la quale tutto ciò non sarebbe stato possibile, e ogni persona che ha partecipato. Quando venni a conoscenza del GdR, a Settembre/Ottobre dell'anno scorso, mai avrei pensato che sarebbe diventato un progetto di tale portata. Le trame che si sono venute a creare, gli intrecci, le bellissime foto, i teaser, i 10 things about, le battute nel topic di discussione...tutto grazie a voi. Era la mia prima esperienza nel mondo dei GdR e, col senno di poi, ammetto che spesso e volentieri avrei potuto fare di meglio, ma va bene così. Mi sono divertito un mondo a giocare questa quest! E Derek è sopravvissuto, è diventato un agente segreto ultrafigo e ha trovato anche l'amore ringrazio in particolar modo le persone con cui ho interagito di più durante il gioco e grazie alle quali ho potuto plasmare la storia di Derek, situazione dopo situazione: Saphira e la sua Scarlett, Mary coi suoi Matt e Adrian, Insersil e Alice, Winged e Vivienne, e, ultima ma non ultima, Deltag con Kia che mi ha proposto l'idea per l'epilogo che avete appena letto. Suoi sono anche i dialoghi e le foto del “6 mesi dopo”, perché il mio pc è una caffettiera. Peace&Love
Our wills and fates do so contrary run