Gruppo quattro - Juni Vaughn
Jennifer mi risponde quasi subito: "Certo, ovvio che usciamo! E comunque non ti sentire chissà chi eh!".
L'ultima parte mi ha sorpreso: non mi sono resa conto di quanto sia stata antipatica e maleducata nei suoi confronti...Ma lei non mi conosce, io so bene di essere così...inappropriata, ecco.
Ma bando alle ciance, prendo i piedi -non in senso letterale, mi raccomando.- e mi avvicino a Jennifer, e con il mio tono di voce basso le rispondo: "Mica l'ho fatto apposta, ti ritengo molto simile a me. Credevo non ti saresti offesa così tanto.". Ho cercato di rimediare con un mezzo sorriso, penso che mi abbia capita e scusata.
Perché lei, effettivamente, è molto simile a me in tutto: un plagio, insomma. E io sono contraria ai plagi.
Devo trovare la voglia di sforzare il mio udito e cercare di sentire le voci degli altri invitati, ma non sento niente: mi giro e mi rigiro, senza vedere neanche una mosca volare.
Faccio uno, due passi, allontanandomi dalla stanza dove la zietta ci aveva relegato e, senza voltarmi, dico a Jennifer e Michelangelo: "Seguitemi, cercheremo qualcuno, o almeno una stanza dove ci sia qualcuno."