Capitolo 1.2
-Vita universitaria-
Nel capitolo precedente: Ethan decide di prendersi qualche giorno di riposo e organizza un bel viaggio in Francia. Tra musei e avventure, il nostro erede però si ritaglia anche un pò di tempo per rilassarsi e riflettere sul futuro che l'aspetta.
Il viaggio in Francia era stato breve ma molto intenso. Mi ero divertito, ma soprattutto mi ero rilassato e ora che ero di nuovo a casa ero pronto a dare il via alla mia nuova vita da erede della legacy. In quel periodo, probabilmente perché ero ancora molto giovani, non avevo particolari preoccupazioni. Ero molto sicuro delle mie capacità e soprattutto della mia determinazione, che sicuramente avevo ereditato da entrambi i miei genitori. Papà invece, non so perché, dal ritorno del mio viaggio non faceva che starmi dietro. Ovviamente non glielo dissi apertamente, in fondo lo sapevo che era solo preoccupato per me e per il mio futuro. Infatti quella sera volle parlarmi a quattrocchi in soggiorno:
Io lo stetti ad ascoltare ma, detto fra noi, non mi disse nulla di nuovo. Mi ricordò per l’ennesima volta quelle che erano le mie responsabilità di erede, che avevo dei compiti precisi per cui non mi sarei potuto tirare indietro... Insomma cose trite e ritrite. Avevo molto rispetto per mio padre: sapevo quanto si era sacrificato nella sua vita per darmi tutto quello che avevo. Ma volevo che avesse fiducia in me: non era la prima volta che gli promettevo che non mi sarei sottratto in alcun modo al mio destino. Ero però convinto che una cosa non escludeva l’altra: sarei stato l’erede della legacy e avrei portato avanti il nome della mia famiglia, ma volevo anche realizzarmi professionalmente. E per raggiungere una buona posizione in tempi brevi, l’ideale era iscrivermi all’università. Mio padre era ben felice che dessi spazio anche alle mie ambiazioni ma dovevo ricordarmi... insomma avete capito che con la vecchiaia papà stava cominciando ad essere un tantino ripetitivo

La mascotte che arrivò a casa mi consegnò il kit per i test di ammissione. Mi sentivo tranquillo, mi ero diplomato col massimo dei voti al liceo e con tanto di complimenti da tutto il corpo dei docenti.