Mi misi a suonare per delle ore, producendo suoni alquanto discutibili. Jesse non osò lamentarsi neanche una volta.
Anzi, occupava il tempo pulendo la casa o sistemando le cose rotte. Chiaramente cercava un modo per farsi perdonare.
Arrivata al 2 livello di pianoforte, decisi di lasciar perdere, per il momento.
Jesse dall'altra stanza mi urlò che si era dimenticata che era Natale, che dovevamo assolutamente organizzare una festa.
Beh, lo avevo proprio dimenticato pure io.
Chiamai qualcuno dei nostri amici e li invitai a casa nostra.
Non che avessi fatto pace con Jesse o che l'avessi perdonata, però l'idea di una festa piaceva anche a me.
Una volta entrati Carmelo cominciò stranamente a ridere di Shane. Che poi era anche l'unico che aveva avuto la decenza di portare da mangiare, forse perché sapeva che ero proprio una frana in cucina. Che carino, pensai.
Era stato carino pure ad accettare l'invito. E' vero che non potevamo stare insieme, e né che potevamo diventare amici visto quello che provavamo l'uno per l'altra e per come era finito il nostro rapporto. Però non volevo nemmeno che rimanesse tutto quell'astio.
Comunque Shane decise di andarsene dopo poco. Evidentemente si sentiva troppo a disagio in quella situazione.
Cominciammo ad aprire i regali e notai, con la coda dell'occhio, che Mithun mi stava fissando.
Nonostante sentissi addosso il calore del suo sguardo che mi bruciava sulla pelle, mi alzai ad aprire il mio regalo.
Un quadro. Beh, insomma, potevano sbizzarrirsi un po' di più.
Cercai di fingere un po' di entusiasmo, col risultato che finii davvero per sembrare contenta del regalo ricevuto.
Anche a Jesse piacque il suo regalo. Lei ricevette una bella scacchiera.
In fondo viveva in casa mia, quindi ciò che suo è mio, e ciò che mio... è mio.
Dopo aver finito di aprire i regali, mi alzai per prendere dal frigo qualcosa da mangiare, ma Mithun si avvicinò a me in modo seducente, bloccandomi la strada.
...