"Calmati, Indie, calmati" dissi a me stessa. Non potevo farmi venire una crisi di panico, anche perché nessuno qui mi avrebbe sentito. Nessuno poteva aiutarmi. Così cominciai a vagare per la stanza, facendo attenzione a non bruciarmi.
Poco più in là, nascosta, c'era una porticina. Misi la mano sulla maniglia ed entrai. Non c'era più il fuoco, ma un enorme masso da rompere. Non potevo andare avanti senza prima averlo tolto di mezzo.
Cominciai a dare colpi di picconate con tutta la forza che avevo in corpo, usando uno strumento che avevo trovato lì accanto al masso.
Poi, per mia fortuna, riuscii a romperlo e corsi fuori a respirare l'aria fresca della natura.
Beh, fresca. In realtà non era tanto fresca. A quanto pare avevo passato lì dentro più ore del previsto. Tra tesori, monete, fuoco e statue, era praticamente passata tutta la notte.
Presi il cellulare e provai a chiamare Mithun. Non rispondeva. Forse stava ancora dormendo? Come poteva non essersi accorto che non ero rientrata la sera prima? Forse non stava bene?
Decisi che sarei tornata subito al campo da lui, per accertarmi stesse bene, quando invece mi arrivò un messaggio con una nuova direttiva: visitare la sfinge.
Ancora? Un altro luogo pericoloso come questo? Da sola?
Mi rassegnai all'idea di dover fare quest'altra avventura senza Mithun, e gli lasciai un messaggio in segreteria per fargli sapere che stavo bene ed ero viva, poi mi incamminai verso la sfinge.
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