"Mi dispiace non avertelo detto prima. E mi dispiace averti trascinato dentro tutto questo. Ma adesso lo sai, e adesso sei libero di scegliere. Non voglio tenerti legato a me a tutti i costi. Se non te la senti di continuare, se per te la situazione è troppo difficile da sostenere, ti lascio andare, Mithun. Usciremo da qui e fingerai di lasciarmi per averti tradito, e torneremo a casa, ognuno per la propria strada."
"Lo sai che non posso farlo" mi disse d'un tratto. "Non posso lasciarti. Non posso andarmene e basta."
"Perché? Certo che puoi farlo."
"Perché ti amo."
Mi sentii sopraffare dall'emozione. Non era la prima volta che mi diceva 'ti amo', ma era la prima volta che lo diceva così. In modo così sentito, ma allo stesso tempo così disperato, come se non volesse amarmi ma non potesse fare altrimenti.
"Sai che da adesso le cose cambieranno, vero? Sai che non puoi..."
"Lo so, Indie. Lo so. E sono disposto a farlo... per te."
Gli sorrisi e intrecciai la sua mano con la mia. Le sue dita lunghe e affusolate, ma forti.
Il suo calore che si irradiava lungo tutto il mio corpo.
Si incamminò fuori da quel boschetto che ci nascondeva da tutti e da tutto, e tornammo alla luce del sole.
"Ti amo" mi ripeté un'altra volta. "E ti perdono."
La seconda frase faceva parte della sua messa in scena. Ma non del tutto.
Mi perdonava per averlo tradito, per avergli mentito, per averlo trascinato in questa situazione.
...