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  1. #981
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Dato che Miles era ancora al lavoro, Mithun decise di correre a prendere la macchina per accompagnare lui sua figlia in ospedale, e starle accanto in attesa che Miles arrivasse.
    Era eccitato all'idea di diventare nonno un'altra volta. Adorava tutti i suoi nipoti, viziarli e coccolarli. Adorava essere un nonno.



    Miles arrivò giusto in tempo per assistere alla nascita della sua piccola Peyton.



    Nelle settimane seguenti Mithun assunse il compito di occuparsi della bambina.
    Miles la mattina lavorava e Jo era impegnata nella stesura del suo terzo libro. Erano ovviamente entrambi presenti nella vita di Peyton, ma Mithun, non lavorando e non avendo nulla da fare, adorava trascorrere del tempo con la bambina. Alzarsi nel cuore della notte per darle da mangiare, così come aveva fatto anche per Monroe, e permettere ai neo genitori di dormire qualche ora in più.



    Ma il nostro anniversario di avvicinava e anche lui aveva bisogno di una vacanza. Entrambi ne avevamo bisogno. Avevamo necessità di stare un po' da soli, solo noi due. Non capitava da troppo tempo, così Mithun mi sorprese il giorno del nostro anniversario con dei biglietti per l'Egitto, luogo della nostra luna di miele.



    Lo trovai un gesto bellissimo. Festeggiavamo il nostro 50° anniversario di matrimonio proprio lì dove tutto era iniziato, dove gli avevo finalmente confessato che la mia vita era gestita e manipolata da altre persone, che tutte le cose brutte che potevo avergli fatto non erano state decise da me, ma che ero stata obbligata a farle.
    Quella vacanza in Egitto non aveva rappresentato solo l'inizio del nostro matrimonio, aveva rappresentato anche un nuovo inizio. In quei giorni avevamo messo da parte tutte le bugie che ci eravamo detti in passato, tutte le incomprensioni e i tradimenti, per cominciare una nuova vita, un nuovo rapporto basato sull'onestà reciproca.
    Si può dire che la nostra vita insieme fosse veramente cominciata lì in Egitto, ed era bello poterci ritornare da persone diverse, persone con 50 anni di vita insieme alle spalle.



    ...

    "You can't just spend the rest of your life being afraid of people rejecting you. You have to start by not rejecting yourself.
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  2. #982
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Questa vacanza sarebbe stata più tranquilla della scorsa. Non ci sarebbero stati tradimenti e né troppe avventure.
    Volevamo visitare il luogo, vedere cos'era cambiato dall'ultima volta, ma principalmente volevamo stare insieme.
    Il primo giorno lo dedicammo ad attività separate. Era l'unico giorno che ci eravamo concessi per stare separati e fare le cose che volevamo fare, che non per forza coincidevano. Gli altri due giorni, invece, li avremmo passati costantemente insieme.
    Lui andò in giro per il villaggio a parlare con la gente e a comprare souvenir, mentre io visitavo le piramidi e scattavo tante foto che avrei poi mostrato ai nostri figli.



    Mithun, però, non riusciva ad allontanare la mente da casa, anche in giro per il villaggio non faceva altro che raccontare a tutti della sua famiglia e della nuova arrivata Peyton.



    Poi, dopo una giornata passata separatamente, decidemmo di ritrovarci lì al villaggio per mangiare qualcosa insieme.
    Incontrai una ragazza gentilissima che ci raccomandò un ristorante tipico egiziano proprio lì in zona, così la ringraziai e accettai il suo consiglio portandoci Mithun.



    Effettivamente si mangiava molto bene ed era molto caratteristico. La stanza era solo illuminata dalle piccole finestre sulla parete di fronte al tavolo, e da una piccola candela situata al centro. Era molto romantico. Ne avevamo proprio bisogno.



    Indie: "E' bellissimo qui, era tanto che non passavamo del tempo insieme noi da soli. Grazie, è stata una sorpresa bellissima!"
    Mithun: "Buon anniversario amore!"
    Indie: "Certo, mi sarebbe anche piaciuto andare in Cina, ma sono contenta che tu abbia scelto l'Egitto. E' stata una scelta molto simbolica. E' tutto perfetto."
    Mithun: "In Cina ci andremo la prossima volta, te lo prometto."



    ...

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  3. #983
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Dopo aver mangiato girammo il villaggio mano nella mano come due fidanzatini, comprammo qualche souvenir per le ragazze, Mithun scelse un orsacchiotto di peluche in versione mummia per la piccola Peyton. Non ero sicurissima che fosse il regalo adatto per una bambina, ma a Mithun piaceva tanto e sicuramente sarebbe piaciuto anche a lei.
    Di tanto in tanto ci fermavamo e ci baciavamo sotto le stelle.



    Dopo aver passato un'oretta a girare per negozi e bancarelle, Mithun non mi riportò al campo dove alloggiavamo, ma scelse invece un luogo vicino al mare e proprio di fronte alle piramidi.



    Mithun: "Dormiamo qui stanotte. Siamo solo noi due, il mare e le stelle."Indie: "E' bellissimo!"
    Mithun: "Andiamo a fare un bagno, dai!"
    Indie: "Non ho il costume, l'ho lasciato nella tenda al campo base."
    Mithun: "L'ho portato io prima di raggiungerti al villaggio"



    Passammo la serata così, nuotando, scattandoci delle foto, guardando le stelle e baciandoci.
    Sembravamo due ragazzini alla prima cotta.



    Indie: "Vorrei che questa vacanza non finisse mai."
    Mithun: "Neanch'io."



    ...
    Ultima modifica di Dia; 27th July 2014 alle 18:48

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  4. #984
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Indie: "E' assurdo. Sono passati 50 anni e ti amo ancora come la prima volta."
    Mithun: "Ti amo anch'io."
    Indie: "Visto che ci stiamo comportando come due ragazzini, che ne dici se..."



    Mithun: "Ho capito bene?"
    Indie: "Hai capito bene "

    Così passammo la notte a fare l'amore in tenda, proprio come avevamo fatto la notte che avevamo concepito Ashton.



    Il giorno successivo sarebbe stato l'ultimo della vacanza.
    La mattina mi alzai presto e, mentre ancora Mithun dormiva, andai a fare un altro giro al villaggio. Lì incontrai la ragazza del giorno prima.



    Parlava bene l'inglese, così cominciammo un po' a parlare del più e del meno. Le raccontai che ero in vacanza per l'anniversario di matrimonio. Le parlai della mia famiglia e lei mi parlò della sua.



    Le dissi anche che quello era l'ultimo giorno lì in Egitto, e allora lei mi insegnò una canzone popolare molto famosa lì in quella zona.



    ...

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  5. #985
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Chiacchierammo per una buona mezz'ora, poi vidi arrivare Mithun e allora mi congedai da lei ringraziandola per la canzone e per il tempo passato insieme. Se mai fossi tornata in Egitto, mi sarebbe piaciuto rivederla. Poteva avere l'età delle mie figlie, forse un po' di più, ma era molto facile parlare con lei.
    Indie: "Grazie di tutto, ora raggiungo mio marito."
    "Buona vacanza e buon anniversario!"
    Indie: "Grazie "



    Dopo aver pranzato in un altro ristorante lì al villaggio, andammo a visitare altri luoghi tipici della zona.



    Esplorammo una piramide alla ricerca di monete d'oro e di altri preziosi reperti storici.
    Ci sentivamo un po' Indiana Jones.



    Poco prima di tornare al campo per fare le valigie e prendere l'areo, ci fermammo davanti a una piramide bellissima e scattammo un'ultima foto prima di ripartire.
    Era stata la vacanza più bella della mia vita, trascorsa con l'uomo della mia vita. Cosa potevo chiedere di più?



    Fu strano ritornare a casa e alla solita vita, ma in un certo senso fu anche rassicurante.
    Rivedere le nostre figlie, sentire il pianto della piccola Peyton. Erano quelli i suoni familiari che conoscevamo bene e a cui eravamo abituati. Era bello essere a casa.



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  6. #986
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Il giorno seguente fummo svegliati dal pianto di Peyton. In nostra assenza i due neo genitori dovettero occuparsi di lei giorno e notte.
    Sapevo bene cosa voleva dire badare a un neonato. Svegliarsi la notte per dargli da mangiare e farlo addormentare.
    Per quanto mi facessero pena i loro volti stanchi e le loro occhiaie, quello era il loro turno, e crescere un neonato è la cosa più bella del mondo.



    Nel tardo pomeriggio chiamai una vecchia collega dell'ospedale e la invitai a uscire.
    La vacanza con Mithun mi aveva anche ricordato quanto avessi bisogno ogni tanto di un po' di tempo lontana dalla famiglia e dai bambini.



    Indie: "Angel, quanto tempo! "
    Angel: "Mi ha sorpreso la tua chiamata. Come va?"
    Indie: "Tutto bene, grazie, tu?"
    Angel: "Bene anch'io. Sono da poco diventata nonna!"
    Indie: "Anch'io, per la sesta volta!"
    Angel: "Caspita! "

    Dopo qualche chiacchiera di circostanza, ci allontanammo per andare a prendere un tè in un nuovo locale aperto da poco.



    Indie: "E' proprio carino qui, vero?"
    Angel: "E' delizioso. La vista è fantastica, molto suggestiva, con tutte le luci, le piante, il laghetto. Davvero adorabile."

    Mi sembrava così strano essere lì a prendere tè con un'amica. Chi l'avrebbe mai detto che la ragazza circondata dai suoi fratelli maschi e che andava in giro in motocicletta, sarebbe diventata una donna elegante che spettegolava e chiacchierava con un'amica sorseggiando del tè.



    Il giorno seguente era il compleanno della piccola Peyton, così organizzammo una piccola festa lì nella casa al mare.
    Piccola si fa per dire. Invitammo solo i familiari, ma eravamo così tanti tra i miei figli e i miei nipoti, che ogni volta si faceva tanto casino. Ma era proprio questo che adoravo della mia famiglia, era numerosa e chiassosa e mi ricordava quella che mi ero lasciata alle spalle.

    La mattina, prima che arrivassero gli ospiti, accesi il computer per controllare le email e notai uno strano messaggio.



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  7. #987
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Il cuore cominciò a battermi forte nel petto. Le mani iniziavano a sudare e a non volerne sapere di premere sui tasti.
    Sembravo immobilizzata.
    Mi sforzai di ritrovare l'autocontrollo e cliccai sull'email per aprirla e leggerne il contenuto.
    Era un messaggio da parte dei miei fratelli.

    "Cara Indie, la produzione ci ha concesso di scriverti un'ultima volta e noi ne siamo stati così felici da esserci riuniti subito per decidere cosa scriverti. Puoi rispondere all'email e farci sapere come stai, ma noi non potremo rispondere, purtroppo.
    E' così strano poterti parlare, anche solo via computer, dopo così tanto tempo.
    Sappi che noi ti siamo sempre stati vicini, almeno con il pensiero, abbiamo visto tutto quello che ti è successo. Le tue sventure, le tue gioie. Avremmo voluto prendere a pugni Mithun quando abbiamo scoperto del suo tradimento, così come facevamo sempre quando eravamo adolescenti e qualche ragazzo osava farti soffrire.
    Ma alla fine abbiamo visto che tutto è andato per il meglio, abbiamo perdonato Mithun quando ci siamo resi conto di quanto ti rendesse felice e di come avesse cercato per tutto il tempo di rimediare ai suoi errori, cercando di essere un uomo migliore, il marito che meritavi di avere al tuo fianco.
    Abbiamo gioito insieme a te durante la nascita dei tuoi figli, o durante il loro matrimonio.
    Anche noi adesso abbiamo le nostre famiglie. Siamo tutti felicemente sposati, a parte John che ha divorziato qualche anno fa, ma è padre di due splendidi ragazzi. Anche io, Scott, mi sono sposato con Jordan, la mia ragazza del liceo, ricordi? So che non ti piaceva e non andavate d'accordo, ma mi rende felice, spero che questo possa bastare a rendere felice anche te della notizia. Viviamo nella casa in cui siamo cresciuti tutti noi, e siamo genitori di un ragazzone alto e robusto proprio come suo padre."


    La lettera continuava ancora a lungo, Scott mi raccontava dettagliatamente la vita di tutti loro. Era bellissimo poter finalmente sapere come stavano, sapere che vite avevano avuto. Sapere che, nonostante tutto, avevano avuto delle vite felici e normali.
    Raggiunta la fine della lettera le lacrime mi rigavano ormai le guance, bagnandomi le mani e la gonna.

    "Anche se non ci rivedremo, ricordati sempre che ti vogliamo bene, che ti siamo accanto e che ti seguiremo fino alla fine. Goditi la tua splendida famiglia, salutaci Mithun, la produzione ci ha detto che puoi farlo dato che lui è a conoscenza di tutto. Digli che, anche se ormai sono passati anni dal vostro matrimonio, ha la nostra benedizione e col tempo ha ottenuto anche quella di mamma e papà.
    E sappi che siamo fieri di te e della donna e madre che sei diventata, anche mamma e papà lo erano.
    Ti vogliamo bene e te ne vorremo per sempre."



    Asciugai le lacrime dal viso con il dorso della mano e chiusi il computer. Di getto avrei voluto rispondere, avrei voluto dire loro tante cose, ma dovevo scegliere con cura le parole, dato che avrei avuto una sola occasione per parlare con loro.
    In quel momento vidi arrivare Ashton e gli altri, e decisi che per quella sera avrei smesso di piangere e di rimuginare sul passato. Avrei fatto proprio come aveva detto Scott. Mi sarei goduta la mia famiglia, perché erano loro la mia più grande gioia e soddisfazione.



    Ashton: "Che c'è, mamma? Tutto bene?"
    Indie: "Certo, tesoro. Voglio solo dirti che ti voglio bene e sei il mio orgoglio."
    Ashton: "Mamma? "
    Indie: "Nulla, tranquillo" dissi prima di rientrare in casa.



    Una volta rientrata in casa cercai Mithun, volevo subito parlargli dell'email che avevo ricevuto, e delle belle parole che i miei fratelli avevano detto nei suoi confronti, ma erano tutti già radunati davanti la torta di compleanno, così decisi di parlagliene quella sera al letto prima di andare a dormire. Saremmo stati da soli e avremmo potuto parlare con calma.
    Jo mi diede in braccio la bambina e concedette a me l'onore di avvicinarla alla torta per spegnere le candeline.



    ...
    Ultima modifica di Dia; 27th July 2014 alle 19:03

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  8. #988
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    La piccola Peyton aveva così compiuto il suo primo anno di vita. Era una bimba bellissima, mora e scura di carnagione e con gli occhi azzurri del papà.




    Mithun la adorava. Non vedeva l'ora di poter passare del tempo con lei adesso che era più grande e poteva capirlo meglio.
    Lui ci sapeva davvero fare con i bambini. Tutti i nostri nipoti lo adoravano e sapevo che, in un certo senso, erano più affezionati a lui che a me. Mi volevano bene, ovviamente, ma era lui che cercavano per giocare. Non ero gelosa, avevamo entrambi il nostro ruolo. Lui era il nonno giocherellone che li viziava e li assecondava sempre, io ero la nonna che li aiutava a fare i compiti e che preparava loro la merenda.



    Cominciò subito a cercare di farle dire qualcosa. Ovviamente non voleva rubare il momento importante della prima parola ai due genitori, quindi cercava di farle dire "mamma" o "papà", invece di "nonno".

    Mithun: "E dai, ti prego, di' qualcosa."
    Peyton: "Ti plego."
    Mithun: "Cosa hai detto? Hai parlato? Ragazzi, ha parlato! Pff. Rendiamoci conto, la prima cosa che ha detto mia nipote è 'ti prego'."



    Mentre lui era intento a insegnare alla bambina altre parole, io ero fuori a parlare con Angel che si scusava per non essere potuta venire.
    Proprio in quel momento sentii del trambusto dentro casa, delle urla e dei pianti, mi avvicinai alla finestra per vedere cosa stava succedendo e corsi dentro urlando.



    Mithun, l'amore della mia vita, mio compagno di viaggio per 50 anni, mi stava abbandonando.
    Indie: "Ti prego! Mithun, no! Non te ne andare, non mi lasciare" cominciai a urlare tra le lacrime.



    Furono vane le mie parole. Lui si accasciò al suolo e si spense quasi immediatamente, ma non prima di avermi guardato negli occhi un'ultima volta. Vidi la vita spegnersi dal suo volto e con lui se ne andò una parte di me. Una grande parte di me. Per 50 anni avevamo vissuto uno al fianco dell'altro e io non sapevo come sarei riuscita a vivere senza di lui. Lui era la mia metà. La parte migliore di me, quella che mi completava e mi faceva sentire "piena".

    ...
    Ultima modifica di Dia; 27th July 2014 alle 19:08

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  9. #989
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -

    Le settimane seguenti le passai al letto, al buio, accanto all'urna che conteneva le sue ceneri e che avevo messo sul comodino accanto a me. Il suo lato del letto era rimasto disfatto proprio come lui lo aveva lasciato. Non lasciavo avvicinare nessuno a quel letto, al suo cuscino che ogni tanto stringevo tra le braccia e annusavo nella speranza di poter sentire ancora il suo profumo.
    Mi resi conto che la sua morte aveva prosciugato anche parte della mia vita. Mi sentivo incapace di provare qualsiasi cosa se non dolore e sofferenza. Sentivo un grosso vuoto che nessuno era in grado di colmare.



    Sentivo le ragazze entrare in stanza e uscire poco dopo senza dire niente. Forse volevano assicurarsi che fossi ancora viva.

    Le sentivo parlare attraverso la porta.
    Jo: "La mamma è ancora lì?"
    Aida: "Sì. Non so più cosa fare. Non mangia, non fa altro che stare lì sdraiata a fissare il vuoto."



    Ogni tanto mi alzavo e mi sdraiavo sul terrazzo a guardare il mare.
    In quel momento mi resi conto che non avevo avuto l'occasione di parlare con lui dell'email della mia famiglia, e che non lo avrei mai più fatto. Non sarei riuscita a riferirgli quello che mi avevano detto i miei fratelli.
    Non avevo più nessuno con cui sfogarmi, con cui condividere quella gioia, non c'era più nessuno che sapesse tutto di me e del mio passato, che fosse a conoscenza di quello che provavo.
    Ero circondata da gente che si preoccupava per me, che voleva starmi accanto, ma in realtà ero sola, così come lo ero quando tutto era cominciato.



    Aida: "Mamma, fa freddo, sta piovendo, entra dentro."
    Vedendo che non accennavo a risponderle aggiunse: "Mamma... posso sedermi?"
    Mi limitai a farle un cenno con la testa mentre continuavo a fissare il mare.
    In realtà avrei voluto dirle di no. Avrei voluto dirle che non volevo avere nessuno accanto. Nessuno di loro, almeno. Volevo stare da sola con i miei pensieri, con i miei ricordi, visto che ormai di lui mi rimanevano solo quelli.

    Aida rimase accanto a me in silenzio, cercando di darmi il suo supporto e il suo sostegno solo con la sua presenza.
    Ma io non volevo che loro si annullassero per me. Mi rendevo conto che la loro vita si era fermata tanto quanto la mia. Loro erano giovani, avevano accanto i loro mariti, i loro figli. Dovevano andare avanti, loro che potevano.



    Dopo un po' di tempo trascorso lì in silenzio, Aida si alzò e scoppiò a piangere inveendo contro di me.

    Aida: "So quanto amavi papà e capisco che stai soffrendo, capisco che adesso ti sembra che la tua vita sia finita, ma non è così" mi urlò. "Tu sei ancora viva, mamma! Devi rialzarti, devi reagire! Tutti noi stiamo soffrendo, non sei l'unica. Anche noi soffriamo, e noi non abbiamo perso solo papà, adesso abbiamo perso anche te! Reagisci!"

    Cominciai a piangere anch'io, e mi alzai, non sapendo cos'altro fare. Volevo solo scappare da lei e dalle sue parole e rintanarmi in quella stanza, l'unica che mi facesse sentire un po' più vicina a lui.

    Aida: "Non andartene! Rispondimi!"
    Indie: "Non so cosa tu voglia che ti dica. So cosa aspetti di sentirti dire, ma non posso accontentarti."
    Aida: "Mamma, ti prego."



    ...
    Ultima modifica di Dia; 27th July 2014 alle 19:12

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  10. #990
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    Re: [Legacy - Il volere popolare] The Puppet's Game - *27/07* -



    Rimasi sconvolta dal fatto che le sue parole non avessero sortito alcun effetto in me. Non mi fecero sentire in colpa, non risvegliarono in me qualche emozione. Non provavo niente.
    Mi rendevo conto che il mio atteggiamento li faceva soffrire, ma non riuscivo a fare diversamente.
    Continuavo a rimanere al letto, o a fissare il mare e il luogo accanto alla nostra casa. Il luogo dove eravamo andati a scattare delle foto dopo il nostro matrimonio. Ancora vestiti con gli abiti nuziali, i piedi e l'orlo del vestito sporchi di sabbia.



    Neanche gli strani malori di Aida risvegliavano in me qualcosa. Riconoscevo quei sintomi: nausee e vomito improvvisi. Aida doveva essere incinta. Ma nemmeno l'idea di un nuovo nipotino e di una nuova vita sembravano darmi gioia. Pensavo a quel bambino lì dentro e tutto quello che riuscivo a pensare era che non avrebbe mai conosciuto Mithun, che non avrebbe mai giocato con lui, che Mithun non lo avrebbe mai stretto tra le braccia.



    Ashton ogni tanto passava a trovarmi per controllare come stavo. Tutti in realtà si alternavano e venivano a controllare il mio stato di salute.

    Ashton: "Mamma, come va?"
    Indie: "Come sempre."
    Ashton: "Marjorie voleva venire, ma doveva lavorare."



    Marjorie non era venuta neanche una volta da quando era morto suo nonno. Sapevo che quella del lavoro era una scusa, ma non importava. Non ci rimanevo male. Lei era forse l'unica che capiva quello che provavo e soffriva come me.
    Abitando di fronte casa nostra, era praticamente cresciuta con suo nonno. Mithun le faceva sempre visita, era la nipote che aveva passato più tempo con lui. Mithun le aveva anche insegnato a guidare. Di conseguenza era anche la nipote che più sentiva la sua mancanza.

    Ashton
    : "La mamma è sempre uguale?"
    Jo: "Sì, sempre la stessa. Rimane al letto o da qualche parte a fissare il vuoto, proprio come adesso."



    ...
    Ultima modifica di Dia; 27th July 2014 alle 19:16

    "You can't just spend the rest of your life being afraid of people rejecting you. You have to start by not rejecting yourself.
    You don't deserve it. From now on, people can either accept you for who you are, or they can fuck off."


    (La bella e la bestia)

 

 
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