Presentazione
Viviamo in un’epoca nella quale, ormai, le fiabe e le favole le narrano solo gli anziani, solo coloro che le ascoltavano a loro volta dai nonni o dai genitori.
Tra televisione, Internet, tablet e computer, i ragazzi, ed anche coloro che ormai non sono più bambini, stanno perdendo il gusto dell’ascoltare storie, forse perché esse non sono più al passo coi tempi o perché non vengono coinvolti abbastanza.
Chissà, magari raccontando una storia più moderna, all’avanguardia, la cui protagonista non assomiglia affatto a Cenerentola o a Biancaneve, con un Principe Azzurro che si farà attendere più del dovuto o che forse non arriverà mai e, soprattutto, una fiaba i cui episodi saranno decisi proprio dai lettori... beh, la passione per la lettura potrebbe riaccendersi.
Vale la pena provare, non trovate?
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Ci troviamo a Twinbrook, città famosa per i bei paesaggi, la vecchia ferrovia ormai in disuso, le paludi insalubri alternate a tratti di fiume dall’acqua cristallina ed, ovviamente, il suo celebre ponte.
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Il turismo è una delle attività principali di questa piccola città, grazie alle sue belle spiagge e all’inquinamento ridotto.
Tuttavia, il comune ha deciso di incentivare l’interesse dei cittadini per la scienza, bandendo un concorso a livello nazionale.
Partecipare era molto semplice: non bisognava avere referenze particolari, semplicemente inviare i propri dati ed un piccolo video di presentazione al laboratorio scientifico della città. Ed, ovviamente, incrociare le dita.
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Cosa si vinceva? Oltre alla gloria, una bella casetta non ammobiliata vicina al centro, un lavoro sicuro e vitto ed alloggio gratis per tutta la vita!
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L’unica condizione - nemmeno fosse così piccola ed insignificante! - era fare da “cavia” per un esperimento a livello scientifico, che s’occupava di vedere quanto un essere umano poteva resistere obbedendo per tutta la vita ad altri. In sintesi, come in un reality, il fortunato vincitore doveva assecondare gli scienziati sempre e comunque, per tutto il corso della sua vita... e se questo non veniva svolto, il prezzo da pagare era salato, molto salato.
Il tutto ripreso ventiquattr’ore su ventiquattro da una troupe televisiva.
Ovviamente, e questo si sarebbe scoperto solo in seguito, i comandi non se li sarebbero inventati di sana pianta quei baldi uomini di scienza, ma avrebbero seguito i consigli del comune stesso e di chiunque desiderasse contribuire all’esperimento.
In poche parole, il prescelto doveva dare la sua vita nelle mani di un folto gruppo di dotti professori, astuti politici e sadica gente.
E qualcosa, forse il Fato o il destino, decise che quella persona fossi proprio io.
Io, Robin Hanks.
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No, decisamente non proprio una principessa delle fiabe, assolutamente no. Solo una ragazza con pochi soldi in tasca e la testa da ogni parte, tranne che sulle spalle.
Questa ero io, semplicemente io, e questa è la mia storia.
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Non sono una ragazza speciale, ma particolare sì! Mi piace esprimere me stessa con l’arte, la scrittura, i tatuaggi, i colori. Non guardo in faccia nessuno e non ho mai avuto problemi a dire come la pensavo, a costo di prendermi delle belle stangate... Già, di colpi in pieno viso ne ho presi tanti, anche in senso tutt’altro che metaforico, ma ero pronta per ricominciare, per tuffarmi in questa nuova avventura!
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Beh, che dire? Avevo vinto, ero stata scelta per partecipare al famoso concorso del quale tanti parlavano. Non so perché avessero scelto proprio me... Forse per la mia aria ribelle? Pensavano che non ce l’avrei fatta, che avrei dovuto rimborsarli? Si sbagliavano di grosso. Io ci sarei riuscita, me la sarei cavata, bene o male.
La prima cosa che feci, appena il taxi mi scaricò nel lotto, fu prendere il giornale per controllare se avessero aggiunto i risultati del concorso in prima pagina.
... No, non c’erano, ma mi era stato riservato un trafiletto qualche pagina dopo.
L’articolo diceva più o meno: “Comunicati ieri gli esiti del concorso indetto dal laboratorio di scienze. La prescelta è una donna ventunenne di nome Robin Hanks, presto nuovi aggiornamenti”.
Tutto qui? Si erano proprio sprecati!
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Meglio non pensarci, avrebbero parlato ancora di me quanto prima.
Subito dopo presi il mio cellulare e chiamai uno dei responsabili dell’esperimento, per sapere di più riguardo al posto di lavoro che m’era stato promesso.
- Pronto? Buongiorno, parla Robin Hanks! Eh? Sì, quella del concorso, esattamente! Gradirei sapere di quell’impiego... Ah... Cavia di laboratorio, dice? Certo, mi sembra più che giusto! -
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- Okay, la ringrazio... Sì, sì, grazie ancora... - attaccai.
Rimasi qualche secondo ad osservare il display del cellulare...
Che stupida che ero stata. Ovviamente mi avrebbero fatto lavorare nel campo scientifico, che pensavo? Non avrei certamente potuto esprimere il mio estro, no, ma almeno un posto ce l’avevo ed anche retribuito.
Non mi sarei lamentata di sicuro.
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Era il momento di visitare la casa, sicuramente molto spaziosa... però i mobili erano a carico mio. Ed io ero, come dire, decisamente a secco di grana.
Ma quando avrei avuto altro denaro avrei sicuramente comprato altra mobilia. E magari riverniciato le pareti, visto che quel muro color azzurrino era davvero detestabile.
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