Lynette Crow
Gruppo 3
L'atmosfera è perfetta.
Le luci soffuse, il silenzio, la consapevolezza di essere in un luogo pubblico mi regalano un brivido che non sentivo da tempo. Dall'ultima volta che provai a fuggire, più precisamente. Non andò bene, ovviamente, ma non scorderò mai quella sensazione.
Lui si è lasciato trasportare, e ora è seduto sulla sedia che io avevo scelto per lui, alla mia mercè.
Le mie dita passano abilmente dalla sua spalla al suo petto, mentre i suoi occhi sono fissi sui miei. Arrivo al taschino del portafoglio, ci sono quasi, quando una frase spezza quella situazione apparentemente sotto il mio controllo.
"Se sono i soldi che ti interessano, avrei un "lavoro" da proporti."
Rimango interdetta: non solo sono stata scoperta, ma lui non se l'è presa e in più mi offre un lavoro?
Decisamente troppo per una mente pensierosa come la mia. Come dovrei reagire? Ormai è inutile continuare a fingere.
D'un tratto mi bacia, evitandomi ulteriori scervellamenti sul da farsi.
Riecco che sento quel brivido, anche se ora è molto più intenso, molto più definito. Quante labbra ho baciato perché costretta, perché senza scelta. Una volta chiusi gli occhi, e dimenticato la persona, rimenevano sempre baci amari, forzati, falsi. Niente più che un gesto privo di qualunque sentimento, come una stretta di mano.
Ma lui sa di libertà, quella che ho sempre agognato.
Per un attimo, dimentico ciò che stavo facendo prima di questo momento: non è più una questione di soldi, di salute, di lavoro.
Ne ho bisogno come se da ciò dipendesse la mia vita.
Mi aggrappo a lui, ricambiandogli quel bacio con un'energia tale da sentirmi chiaramente il cuore in gola.
Il momento finisce, le nostre labbra si allontanano, e i nostri occhi si riaprono, fissi gli uni sugli altri, come a continuare mentalmente ciò che stavamo facendo.
Lui sta ancora aspettando una mia risposta, ma io sono troppo presa per poter elaborare qualcosa di sensato.
Sento qualcuno bussare violentemente contro la porta, per poi aprirla di scatto. Mi volto e vedo arrivare Darsy con un'espressione di puro terrore.
Ritorno immediatamente alla realtà e mi alzo, aiutata da Lawrence.
"Zom....zombie bagno ai..aiuto."
Zombie? Ma di che diavolo sta parlando? Capisco che possa essere stanca di aspettare, ma poteva inventarsi una scusa più credibile per entrare.
Il dottore però sembra prendere sul serio le parole di Darsy, tanto che esce in corridoio a controllare, facendomi cenno di rimanere qui per sicurezza.
Passa qualche minuto, e l'espressione sul viso della mia amica non accenna a cambiare.
Forse mi sto un po' suggestionando, ma sembra sincera: è veramente terrorizzata, quindi qualcosa deve aver visto. Certo non uno zombie, ma qualcos'altro. Magari qualcuno ha tentato di aggredirla?
Mi avvicino a lei per capirne di più, quando lui torna dentro annunciando che non c'è nessun pericolo.
"Mi piacerebbe molto riprendere da dove abbiamo interrotto, Lynette. Pensa alla mia proposta." aggiunge poi con quel suo sguardo che mi fa quasi sentire nuda.
Sarei molto curiosa di sapere di che lavoro stesse parlando, e sarei ancora più ansiosa di riprendere quel che stavamo facendo.
Ma c'è nell'aria qualcosa che non va.
Non so esattamente cosa, fatto sta che un po' di inquietudine mi è rimasta.
"Si mi sarò solo impressionata e poi sono stanca. E' stata una giornata pesante. Riesco così potete riprendere la visita, scusate per il disturbo." dice Darsy prima di uscire.
Ora mi voglio levare sto dubbio.
"Scusami un attimo." faccio cenno a Lawrence con il dito mentre mi avvio fuori dall'ufficio.
"Darsy, aspettami." le dico mentre la seguo fuori, lasciando la porta aperta.
"Cos'è successo? Qualcuno ha tentato di farti del male?" le dico preoccupata. Non per lei, ma per il fatto che ci potrebbe essere un pazzo che aggredisce le persone qua in giro. E una volta mi è bastata, non ci tengo a ripetere l'esperienza.
Ha detto che lo "zombie" era in bagno, così mi posiziono proprio in modo da averne la porta nel mio campo visivo, in caso quel presunto pazzo si faccesse vedere.
Mentre attendo la sua risposta, mi guardo un po' in giro senza distogliere l'attenzione da quella porta del bagno: sembra che la corrente sia andata via in tutto l'ospedale, e oramai saranno ben più di 10 minuti che è così.
La scusa della manutenzione ordinaria non regge più, qui sta decisamente succedendo qualcosa.