Darcy Samantha Reaver
Hospital Brookheaven – Gruppo Quattro
<<Purtroppo dottoressa... Siamo in una situazione molto critica. Ho letto molto a riguardo, ma non ci sono ipotesi o soluzioni attendibili. Dobbiamo solo continuare ad impegnarci tutti al massimo per riuscire a venirne a capo nel più breve tempo possibile. Dobbiamo reperire più informazioni, partendo proprio dai nostri malati.>>
Dovevo aspettarmi una risposta simile, ma nonostante ciò non mi sento affatto affranta: non possiamo tirarci indietro. Dobbiamo dare il massimo e trovare un rimedio il più presto possibile.
Sorrido in maniera rassicurante al Dott.
Manuel, annuendo leggermente con il capo, prima che questi si congedi per dirigersi negli spogliatoi.
“Bene, ora andiamo a vedere come sta quella ragazza...”
Ma neanche il tempo per voltarmi che mi suona il cerca persone.
Sicura che sia per visitare quella ragazza lo tiro fuori per vedere il nome e...
No, non è per lei.
«Yuriko Kiyomizu...»
Sussurro, lasciando che i ricordi scorrino nella mia mente.
[10 SETTEMBRE 2013]
«... Sorella, non c’è bisogno che tu venga con me, oggi, sai?»
Harvey mi guarda corrucciato, facendomi sorridere leggermente, mentre io bevo tranquilla il mio thé.
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«E io invece voglio venire con te, in fondo è per una questione importante: un tuo possibile viaggio-studio in Giappone. Voglio essere lì per sentire i dettagli.»
«Non sono un bambino, Sam! E poi la professoressa
Kiyomizu è un insegnante eccellente, affidabile, sempre disponibile ad aiutare noi studenti... !»
Gli poggio una mano sulla sua, per fermare il fiume di elogi che, sono sicura, sviolinerebbe per i prossimi dieci minuti.
«Lo so, ne parli spesso con incredibili elogi e tu non sei un tipo che li regala. Anche se alle volte mi viene da pensare che tu ti sia preso un piccola cotta per lei...»
Lo punzecchio divertita, lasciandomi andare a una piccola risata, nell’osservare il rossore che gli si colora sulle guance, che lui cerca di mascherare con un'espressione seria, da duro.
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«... Ed è anche per questo che sono curiosa di conoscerla.»
Finisco, rilassandomi contro la sedia, prima d’osservare l’orologio che ho sul polso: è meglio avviarsi.
«In che senso?! Perché è un’ottima professoressa o perché tu, nella tua testolina, ti sei immaginata una mia possibile – che ti assicuro non esiste! – cotta verso di lei? »
Mi alzo dalla sedia, avviandomi verso l’uscita della cucina, prima di voltami verso di lui, con un ghigno divertito.
«Chi lo sa»
Scrollo le spalle, tirando fuori le chiavi di casa e della macchina, dietro di me posso sentire brontolare Harvey.
«Caleb non lo avrebbe mai fatto...»
«Sì, nostro fratello lo avrebbe fatto e magari avrebbe flirtato con la tua professoressa solo per il gusto di vederti in imbarazzo!»
Esclamo di rimando, sentendo solamente altri borbottii che stavolta mi fanno ridere.
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•••••
«Ti prego... non mettermi in imbarazzo e sii carina, ok?»
Mi sussurra prima di bussare alla porta dello studio della Signorina
Yuriko Kiyomizu.
“Sii carina? Davvero Harvey...”
Penso, scuotendo leggermente il capo, quando una voce risponde che possiamo entrare.
Harvey apre la porta, lanciandomi l’ennesima occhiata d’avvertimento, prima di sorridere gioiosamente.
«Buongiorno professoressa! Spero non le dispiaccia la presenza di mia sorella...»
«Salve, sono Samantha Reaver, è un piacere conoscerla.»
Mi presento, con un lieve sorriso, interrompendo qualsiasi cosa mio fratello avesse voluto dire su di me.
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[26 MAGGIO 2014]
Hospital Brookheaven
Ritorno alla realtà; non c’è tempo per perdersi nei ricordi ora: ho una paziente che mi sta aspettando.
Mi avvio per arrivare alla mia destinazione, quando noto anche
Manuel ed
Helena uscire, quest’ultima vestita normalmente, probabilmente ha già finito il turno.
Sposto nuovamente lo sguardo, pronta a cercare la mia paziente: in fondo certe cose non mi riguardano e non dovrebbero riguardarmi.
La noto e subito mi avvicino con un sorriso sulle labbra.
Anche se con la coda dell’occhio non posso che notare
Helena fermarsi davanti al gruppetto vivace di prima, con l’aggiunta di un poliziotto.
Ma non mi preoccupo più di tanto: con loro c’è
Helena, quindi qualunque sia il problema sono in ottime mani.
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«Salve, sono la Dott.ssa Reaver, cosa posso fare per lei signorina Kiyomizu?»
Mi presento, anche se so che non ve ne è un essenziale bisogno, visto il nostro incontro passato, ma ora sono a lavoro e devo essere il più professionale possibile.
«Spero di poterla aiutare come lei ha aiutato me quella volta.»
Ma non posso fare a meno di precisare che non mi sono dimenticata di quel giorno e non parlo solo dell’aiuto che ha dato a mio fratello.
Poi la luce va via e torna.
Va via e torna.
Via e torna.
Buio e poi di nuovo luce.
Alzo lo sguardo perplessa, aggrottando appena le sopracciglia: che cos’è successo?
Mi guardo leggermente attorno e noto che le infermiere all’accettazione sono sparite.
“Forse sono andate a controllare che tutto funzioni regolarmente?”
Mi chiedo, anche se mi pareva di non averle notate già prima...
Mi rivolto verso Yuriko, con un sorriso sulle labbra: mai far notare a un paziente quando c’è la possibilità che qualcosa non vada bene quando non si è sicuri di ciò.
«Probabilmente è colpa del tempo.»
Cerco di sdrammatizzare la situazione, per poi voltarmi appena di lato, accennando alle scale.
«Vuole per caso seguirmi di sopra, nel mio studio, così da poter parlare riservatamente?»