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  1. #111
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Allison Greene
    3° piano Household

    Appunti, appunti, appunti...continuo a girare le pagine con sempre più impazienza. Mi blocco quando scorgo uno scritto datato una settimana fa. Mi basta leggere la prima riga per capire che ho trovato ciò che stavo cercando. La scrittura del signor Wonder è abbastanza leggibile, quindi non ho particolari difficoltà nel comprendere il testo. Devo comunque rileggere qualche frase due o tre volte, ma non per la calligrafia...bensì perché fatico a credere a ciò che sto leggendo.

    "19 maggio 2014
    Ci sono riuscito. Finalmente ho trovato il modo di raggiungere i laboratori. Non è stato semplice, ma ce l'ho fatta. Me la sono vista brutta, lì dentro c'è qualcosa. Qualcosa che nessun essere umano dovrebbe mai vedere. Fanno degli esperimenti, là dentro. Esperimenti sugli umani, cose abominevoli. Nella mia carriera mai visto qualcosa del genere. Le foldier – così le chiamano – mi hanno dato la caccia. Sono riuscito a scappare per puro miracolo, ma l'ho preso. E' proprio qui, adesso, accanto a me. Devo decidere cosa farne. Ho provato a chiamare il governo per avvertirlo di quel che stava succedendo, ma non mi hanno voluto dar retta. Non capisco, eppure il mio nome dovrebbe essere una garanzia. Le cose sono due: o pensano io sia impazzito, oppure ci sono loro dietro a tutto questo. C'è una sola soluzione, dunque. Penso di essere impazzito anche solo per prendere in considerazione una follia del genere. E se qualcosa andasse storto? E se perdessi il controllo? A cosa sarà servito? Se c'è il governo dietro a tutto ciò metteranno a tacere la cosa. Ho bisogno di aiuto. Forse dovrei parlarne con Diane. E dovrei contattare un collega, ma uno bravo. Uno che non ha paura. Più tardi cercherò la persona adatta. Adesso devo andare, continuerò ad aggiornare."


    Si parla di laboratori, esperimenti, governo...”perdere il controllo”...Jacob sapeva a cosa andava incontro? Mi sembra di capire che abbia sottratto qualcosa da questi fantomatici laboratori...ma cosa? Forse si trova ancora nel suo appartamento?
    Sento il battito del mio cuore accelerare: questa è roba che scotta. Qua non si tratta di fare uno scoop qualsiasi, qua si parla di faccende governative, esperimenti segreti. Nulla di lontanamente paragonabile a ciò di cui ho scritto in tutta la mia carriera.
    Perché io? Perché il signor Wonder pensava che fossi in grado di aiutarlo? “Uno che non ha paura”...è vero, io non ho paura. Ma sono in grado di occuparmi di una cosa del genere?
    Sì.
    Sì, posso farlo.
    Devo farlo, per lui. E per mio padre.
    I miei pensieri sono interrotti dalla voce del militare. Mi dice che deve andare dalla sua coinquilina a recuperare le chiavi. <<Abbandoni la damigella in pericolo? Cattivo soldato>>, gli dico ironica (ma nemmeno tanto). <<Fai in fretta, se vengo sbranata e divento un fantasma tu sarai il primo che verrò a cercare>>.
    Prima di decidere se condividere con lui (o chiunque altro) le mie scoperte devo saperne di più. Una volta rimasta da sola mi sposto verso le scale che portano al quarto piano, dove si è diretto Kincaid, e appoggio la schiena al muro. Riprendo a leggere da dove ero rimasta, con le orecchie ben aperte: se la creatura dovesse farsi rivedere fuggirò a gambe levate sulle scale.
    Signor Wonder, che cosa hai fatto?
    Our wills and fates do so contrary run

  2. #112
    sim onniscente L'avatar di Dina Caliente
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Denise Vanilla salta il turno. E' la seconda volta consecutiva, sei fuori dal gioco.
    Sei stufo di giocare con i sim della EA? Vuoi provare una partita in Multiplayer? Gioca con noi al Quartiere comune!

  3. #113
    sim dio L'avatar di saphira_84
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Corinne Lemoine
    Tetto di Household


    La soldatessa non si scompone minimamente dopo la nostra sfuriata, anzi, se possibile la vedo ancora più determinata a farci eseguire i suoi ordini, continua a fissarci con quello sguardo carico di rabbia, pare quasi che le sue pupille siano diventate due fiamme ardenti, non sembra affatto intenzionata ad abbassare quella dannata pistola.



    Mi sto seriamente domandando chi sarà il prossimo a lasciarci le penne, io o il bel poliziotto?
    Fiona ci raggiunge e si mette fisicamente in mezzo tra noi e la pazza. Io penso che dovremmo seguire quel che dice il soldato. Poi sicuramente riceveremo delle spiegazioni...Cosa ne pensate? Non sarebbe prima il caso di avvisare il marito? Poi possiamo anche continuare la discussione...»



    Il suo intervento pare calmare leggermente la donna, sempre se tale si possa definire, anche se continua a tenere in pugno la pistola, faccio per rispondere a Fiona, ma una ragazza, che probabilmente abita nella mia stessa palazzina, si avvicina a noi e sfida pure lei la soldatessa, la quale non ci pensa neppure un secondo e le spara alla tempia.
    Resto immobile e trattengo il respiro, odio i prepotenti, quelli che credono che il mondo sia ai loro piedi, sento il sangue ribollire nelle vene, stringo i pugni talmente forte da sentire le mie unghie conficcarsi nei palmi. Non devo cedere alla rabbia, non sono un animale.




    Anni addietro...

    L’aveva fatto di nuovo, Catherine Perrin, la figlia del preside, mi aveva umiliato per l’ennesima volta davanti a tutta la classe e l’aveva scampata come al solito.
    Mi aveva preso di mira fin dal primo giorno di liceo quando difesi una ragazza dalle sue grinfie e da quel giorno, ogni occasione era buona per prendersela con me.
    Di solito non reagivo, alle sue prese in giro, mi limitavo a ignorarla, ma quella volta aveva superato il limite, non riuscii a tenere il mio solito autocontrollo e le saltai al collo buttandola a terra.



    I professori intervennero quasi subito a separarci, io mi presi una settimana di sospensione e a lei come sempre non successe nulla, riuscì a salvarsi dicendo che il succo sui miei capelli fu solo un incidente, lei era solo inciampata.
    Tornai a casa ancora furiosa, mia mamma era già stata informata dell’accaduto e mi stava aspettando sulla porta di casa con un' espressione che non preannunciava nulla di buono.



    << Mi hai deluso Corinne, perdere la testa in quel modo, cedere agli istinti come se tu fossi un animale, è questo che ti ho insegnato?>>
    Il tono della sua voce diventava sempre più acuto e lo sguardo sempre più duro. <<No mamma>> risposi con un filo di voce, abbassando lo sguardo << Come?? non ho sentito!>> sbraitò lei <<No mamma>> dissi questa volta,alzando il tono della voce.



    << Bene , è inutile dirti che sei in castigo>> continuò mia madre.
    I castighi di mia madre non erano come quelli di tutti gli altri, non si sarebbe limitata di sequestrarmi il cellulare o mandarmi a letto senza cena. << Corinne, ricordati, ci sono molti modi per far soffrire una persone senza usare la violenza fisica, il castigo che ti do questa volta è di trovare il modo di vendicarti di Catherine usando la ragione, non importa se ci metterai giorni mesi o anni...ma lo dovrai fare.>> Si fermò un attimo e con uno strano ghigno sul volto alzò gli occhi verso l'alto come se stesse ricordando qualcosa << Chi dice che la vendetta non appaga, non sa di cosa sta parlando >>

    Oggi...

    La voce del poliziotto a fianco a me mi riporta alla realtà "Corinne. Facciamo come dice il soldato, ok? Non creiamo inutili tensioni, dato che, come avrà capito, con certa gente è impossibile ragionare. Non voglio che nessun altro muoia ingiustamente." annuisco senza dire una parola, credo che per ora non ci resti altro da fare. Mi volto verso Fiona, la vedo visibilmente scossa, per ora dobbiamo seguire gli ordini del soldato, Helena non me lo perdonerebbe mai se per colpa della mia cocciutaggine morisse pure la sorella, e non me lo perdonerei neanche io, ci sono già stati due morti di troppo su questo tetto.
    Mi giro poi verso il poliziotto e lo vedo accucciato vicino al cadavere, è come se avesse il peso del mondo sulle sue spalle, i suoi occhi sono di una tristezza infinita, immagino che si senta in colpa, come mi sento in colpa io, se avessimo accettato di obbedire agli ordini non sarebbe successo nulla, ma non è nella mia natura obbedire come un automa, mi avvicino a lui mettendogli una mano sulla spalla e abbassando la voce gli sussurro << Non è stata colpa tua ok? è solo di quella pazza, per evitare tutto questo avresti solo dovuto uccidere il soldato, ma qualcosa mi dice che non ne saresti stato capace, l'unica cosa che possiamo fare è evitare altri morti, io sono un medico e lei un poliziotto, abbiamo entrambi delle responsabilità, quindi forza...>> mi rendo conto che non so nemmeno il suo nome. << Come ti chiami?>>



    Rimanendo sempre vicino all'uomo, mi volto verso il soldato e a denti stretti dichiaro << Veniamo con lei,ci faccia pure strada>> Mi vendicherò, penso tra me e me, stanne pur certa, in un modo e nell'altro.
    Ultima modifica di saphira_84; 1st November 2013 alle 20:26

  4. #114
    sim esperto L'avatar di Rayky
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Scott Walker
    Appartamento 23 di Household


    La ragazza sembra darmi retta. La vedo avvicinarsi al divano, sta per sedersi, quando si blocca. Io sto per raggiungerla, andandomi a sedere proprio al suo fianco, ma improvvisamente un braccio si posa sulla mia spalla. Kate mi ha bloccato.




    Mi volto verso di lei e rimango a dir poco basito, dalla sua espressione, dai suoi modi di fare. Mi sta guardando dentro, con i suoi occhi blu, ora un po' più spenti rispetto a quando era più giovane, cosa di cui mi rendo conto solo ora.
    -"Scotty..."- mi sussurra amorevolmente in un orecchio. Poi mi domanda che cosa abbiamo fatto, mi chiede che cosa faremo adesso, ora che è incinta, mi chiede perchè non sono stato più attento. Cosa? Io? Sono certo di aver prestato sempre grande, grandissima importanza a questo aspetto della nostra convivenza, anche perchè il messaggio che ci eravamo scambiati era chiaro: niente figli. Come può dirmi una cosa del genere? Mi pare che i figli si facciano in due, fino a prova contraria, io ho certamente le mie responsabilità, ma anche lei ha le sue. Abbiamo fatto il possibile, ma i fatti parlano da sè: non possiamo sempre controllare tutto e tutti. Poi un'idea orribile si introduce viscidamente nel mio flusso di pensieri, cerco di scacciarla subito, ma sta lentamente radicandosi in me. E se mi avesse tradito? Tradito, come io ho fatto con lei? Questo potrebbe spiegare tante cose, ma non spiegherebbe comunque lo stadio avanzato della gravidanza. Il pancione è enorme! Immagino si sarà preoccupata molto vedendolo crescere così velocemente, voglio dire, ha poco di rassicurante un evento del genere. Forse ha già visitato un medico. Dovrei chiederglielo, penso, mentre do una fugace occhiata al pancione. Sembra che Kate sia quasi al termine. Come può un embrione svilupparsi nel giro di un arco di tempo così breve? E' biologicamente impossibile. Ho sentito parlare di parto prematuro e di parto post-termine, ma mai nulla del genere, questa è fantascienza. Ripenso all'ipotesi del tradimento. No, non può avermi tradito, Kate non lo farebbe mai. Tento di sbarazzarmi di quell'idea, ma è difficile. Penso che potrei parlarne con lei, ma la presenza della nostra ospite mi fa cambiare idea. Non ho nessuna intenzione di affrontare un argomento così intimo e delicato di fronte a una sconosciuta, così giovane poi.




    Guardo nuovamente Kate. Ha gli occhi lucidi, sembra di specchiarmi su una superficie d'acqua, o peggio, in uno specchio vero e proprio. Uno specchio che mi mostra chi sono, chi sono diventato e soprattutto, chi ero un tempo.




    Anche Kate, quel giorno, a pochi attimi dalla cerimonia nuziale, si stava guardando in uno specchio. Io adesso vedo un quarantenne fallito, che ha mandato a monte il suo matrimonio, che non ha più un lavoro, nè una casa, ma lei, certamente, in quello specchio aveva visto un futuro radioso, per lei, per me, per noi. Già allora, proprio il giorno del nostro matrimonio avevo capito che stavo facendo una stupidaggine, un'enorme stupidaggine, ne ero consapevole. Non potevo farlo, avevo deciso. Ero disposto a buttare via tutto, non mi importava delle conseguenze. Andai a passo svelto verso la stanza in cui si stava preparando Kate, con l'obiettivo di essere sincero. La porta era socchiusa. Sbirciai dentro, silenziosamente.







    E fu lì che la vidi: seduta davanti a un mobiletto ricoperto da una marea di trucchi, profumi e accessori, con lo sguardo fisso su quello specchio. Era già pronta.



    Solo che non si stava realmente guardando, non si ammirava nella radiosa bellezza che solo una sposa può emanare: stava pensando, era persa in chissà quali pensieri. Pensieri belli, senza ombra di dubbio, lo si capiva dal sorriso.



    Dovevo farmi coraggio, ed entrare. Ma come potevo farle una cosa così? Rovinarle un sogno che si stava realizzando, proprio a un passo dal traguardo. Di tutti gli altri non mi importava, con il tempo avrebbero dimenticato, ma lei ... davvero non potevo farlo. Ero ancora nascosto dietro la porta, spiando da quella piccola fessura, quando la vidi alzarsi. Ero pronto ad allontanarmi se fosse servito, invece la vidi avvicinarsi a un altro specchio, uno specchio lungo. Si specchiò anche in quello. Era lì davanti, a sistemarsi i capelli, con un gran sorriso sulla faccia. Ecco, ora stava ammirando la sua bellezza. La sua bellezza da sposa.



    Kate ha sempre interpretato la parte della donna autonoma, indipendente, lontana dalle convenzioni, diceva addirittura che il matrimonio non era altro che un pezzo di carta, che è il legame quello che conta, ma in quel momento, mi fu chiaro che anche lei era caduta vittima di quella bellissima favola chiamata matrimonio. Il cigolio della porta mi fece sobbalzare, forse mi ero appoggiato troppo. Kate si voltò fulminea, ma non abbastanza velocemente da potermi vedere mentre mi allontanavo da quella posizione.





    Sapevo che cosa dovevo fare. Non potevo lasciarla così. Si era esposta così tanto per me, abbandonarla proprio ora l'avrebbe distrutta, forse non l'avrebbe dato a vedere, ma so che sarebbe stato così. Io le avevo creato la favola perfetta, l'aveva intrappolata nella mia rete di bugie, liberarla ora non era la scelta giusta per lei. Dovevo andare avanti, e prima di incontrare Joel pensavo di poterlo fare.





    Ultima modifica di Rayky; 1st November 2013 alle 22:08





  5. #115
    sim esperto L'avatar di Rayky
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    L'urlo di Kate mi porta bruscamente alla cruda realtà. Si tiene il pancione e grida dal dolore.



    Ho un tuffo al cuore. -"Kate!"- urlo disperato -"Oddio, Kate. Che hai?"- Cado letteralmente nel panico. Che stia per partorire ora? Non so bene cosa fare, quando, fortunatamente, la nostra ospite interviene con una prontezza quasi professionale che mi lascia sbigottito.




    Mi sento un po' sollevato. La figlia di Wonder accompagna premurosamente mia moglie in bagno. Io resto immobile in salotto, dove mi hanno lasciato.





    Sento Kate vomitare, ora ne sono certo. Era lei prima allora, non avevo sentito male. Poco dopo la figlia di Jacob Wonder torna da me. Non sembra affatto preoccupata. Ma chi diavolo è questa ragazza? So poco su di lei, ma per qualche strana ragione sono felice che sia qui, adesso. Da come si comporta con Kate, sembra che quello a cui ho assistito sia già accaduto altre volte. Forse questa ragazza sa cose che io non so, anzi, è certamente così. Devo farle tante di quelle domande. Sono in procinto di sommergerla di quesiti, ma lei è più veloce: «Allora. Signor Walker, perdoni l'indiscrezione. Esattamente, quand'è stata l'ultima volta che ha fatto l'amore con sua moglie?»
    mi chiede mentre si accomoda sul divano. Rimango interdetto. Non posso credere che questa ragazzina, mi abbia posto una domanda del genere. Ridacchio. Un risolino misto tra incredulità e imbarazzo. Non pensa di esagerare? Prima piomba qui, mi dice che sono in pericolo e poi se ne esce con una domanda del genere? Non ho nulla contro di lei e ho seriamente apprezzato l'intervento di poco fa, ma qui si esagera. Non ho intenzione di risponderle, non è mica un medico. Non dovrei essere io a dare risposte a lei, ma lei a me. -"Scusami, sei stata molto gentile prima, con Kate, ma penso che questo non ti riguardi. "-




    Devo uscire da questa situazione imbarazzante. -"Vado a vedere come sta mia moglie, forse ha bisogno di aiuto."- le dico mentre mi incammino verso il bagno, prima di darle il tempo di controbattere. -"Piuttosto, perchè non mi dici a che cosa ti riferivi prima?"- concludo mentre la invito a seguirmi: se dovesse accadere di nuovo qualcosa, la sua presenza sarà sicuramente più utile della mia.





    Ultima modifica di Rayky; 1st November 2013 alle 22:34





  6. #116
    sim onniscente L'avatar di Dina Caliente
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Fiona Bertinelli
    Tetto di Household


    Il boato della pistola mi fa fischiare le orecchie. E' stato un istante. La pistola, fino a questo momento puntata su di me, si gira repentina verso una ragazza che si è appena intromessa. Il tempo di una frase da parte di Kava e poi esplode il colpo. Il suo corpo casca, a peso morto.
    Resto immobile, incapace di muovere un muscolo. Sono spacciata. Ora ucciderà me, poi Corinne e il poliziotto. Moriremo qui, durante una stupida riunione condominiale. E' la prima volta da quand'è cominciata che sono felice che Helena abbia avuto quel contrattempo a lavoro. Meglio io che lei. Non potrei mai sopportare la sua morte. Chiudo gli occhi, per bloccare le lacrime. Non voglio che quel mostro mi veda piangere mentre mi uccide. Ma l'ennesimo sparo non arriva. Qualcuno mi scansa gentilmente, riapro gli occhi. E' il poliziotto, che parla a Kava. Le dice che la seguiremo.
    «Possiamo almeno, prima di andar via, chiamare qualcuno per portare via i corpi e avvisare i parenti delle vittime? Penso che il suo auricolare la tenga in contatto col comando, giusto?»
    La Kava lo guarda inespressiva. «Dopo. Ora la priorità è raggiungere i sotterranei. Seguitemi» E con queste parole si avvia verso le scale.
    Non appena si gira, l'adrenalina che mi aveva tenuto in piedi, abbandona il mio corpo. Crollo sulle ginocchia, lo sguardo nel vuoto. Tremo. Mi porto le mani al viso e premo contro gli occhi. Non piangere, non devi piangere. Ma non serve a nulla, le lacrime escono da sole, senza controllo. Devo riprendermi, devo farlo per Helena. Se Kava tornasse indietro e mi trovasse qui, immobile? Mi sparerebbe? Helena non se lo perdonerebbe mai.
    Con gli occhi rossi dal pianto mi rialzo, tremo ancora. Sto per seguire il soldato, quando il corpo della ragazza sconosciuta attira il mio sguardo. Non so neppure dove abita... Non so neppure dove abita la Marsella. Noto il poliziotto cercare qualcosa sul suo corpo e chiederci se sappiamo qualcosa su di lei. Non parlo, ma scuoto il capo. Non so neppure se mi abbia visto, ma non importa. Mi avvicino, invece, al corpo della Marsella. Quel che cerco sono documenti, o chiavi, o qualsiasi cosa ci possa dire dove viveva esattamente. Poi, se riesco a trovare quel che mi serve, seguirò il soldato...
    Sei stufo di giocare con i sim della EA? Vuoi provare una partita in Multiplayer? Gioca con noi al Quartiere comune!

  7. #117
    sim onniscente L'avatar di Dreamer
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    Terza parte - Adam Miller (1)

    Adam Miller
    Furgone militare
    Ore: 19:00

    Silenzio. Nessuno osa parlare, io in primis. Sto cercando di concentrarmi psicologicamente per la missione che mi aspetta: raggiungere Kincaid e Kava nei sotterranei e salire fino al tetto della palazzina Household, assicurandosi che nessun condòmino venga infettato da questo fantomatico attacco bio-terroristico. Inspiro ed espiro profondamente.
    “Mi sarò dimenticato qualcosa all’armeria?”
    Mi sembra di aver preso tutto: la mia fedelissima Colt 1911, che mi ha accompagnato in molte altre missioni (anche se molto differenti da quella che sto per affrontare), due caricatori da sette proiettili ciascuno, un coltello da combattimento e infine 400$ (possono sempre tornare utili). Mi autoconvinco di essere pronto e che andrà tutto secondo i piani.


    «Ma che cavolo!» l’imprecazione di Lèonie interrompe bruscamente lo stato di trance in cui ero caduto. Cosa diavolo è successo? Noto il pesante zaino della nostra caposquadra ai piedi di Sawyer; si china per recuperarlo.
    «Scusami Sawyer… Robert smettila di ridacchiare e preoccupati di guardare la strada e schivare le buche invece di finirci dentro!»
    Ah ecco cos’è successo. Ero così preso dai miei pensieri da non essermi accorto di nulla.
    Sorrido all’ammonizione di Lèonie rivolta a Robert. Quella donna ha proprio un bel caratterino, non c’è che dire. Me n’ero accorto già in armeria, poco prima…



    Armeria
    Ore: 18:50

    «Scusate se non mi sono ancora presentata a chi magari non mi conosce, ma vista l’improvvisa e urgente riunione indetta dal tenente colonnello Mustang mi sembrava doveroso dare la precedenza alla missione prima di tutto. Io sono il Capitano Lèonie Picard Lecrerc, ma chiamatemi solo Lèonie, preferisco. Permettetemi di informarvi che con l’incursore Sawyer ho già avuto modo di collaborare e conosco più o meno il suo modo di agire. Voi dovreste essere Adam Miller e Moreen Evans se non erro.»
    Annuisco, guardando Moreen. Poi Lèonie continua: «Permettetemi di informarvi che mi sono permessa di dare un’occhiata alle vostre schede personali conservate in archivio prima di giungere in armeria, cosicché dovesse presentarsi l’emergenza ipotizzata dal tenente colonnello Mustang so già più o meno quale sia la vostra specialità, ruolo e quant’altro. Dunque, Miller lei dovrebbe essere un Sergente Maggiore dell’Esercito, mentre Evans nonostante la giovane età già Sergente… giusto?»
    Si vede che ha la stoffa del leader. Mi piace il modo in cui si pone: autoritario, certo, ma non da tiranno.
    Ad un tratto sento un tonfo: Sawyer si arma e butta il borsone dov’era prima.
    «Vado al furgone.»
    “Mr. Scorbutico alla riscossa.”
    Alzo un sopracciglio, poi rispondo alla domanda della caposquadra: «Esatto. Purtroppo, però, non ho avuto la possibilità di lavorare su missioni analoghe a quella a cui stiamo andando incontro. Spero comunque di essere all’altezza, caposquadra Lecrerc. Anzi, Lèonie.» sorrido, sperando di fare una buona impressione.


    Quel rimando al mio titolo di Sergente mi riporta indietro nel tempo, più precisamente a quando ho deciso di entrare nell’Esercito.
    Fin da bambino ho sempre amato i miei genitori, Curt ed Eleanor, nonostante fossero pochi i momenti in cui eravamo riuniti. Mio padre, infatti, era spesso in missione e ricopriva un ruolo importante nell’Esercito – il suo grado era quello di Colonnello. Mai potrò scordarmi i bellissimi pomeriggi passati insieme al parco di Sunset Valley, dove ogni tanto decidevamo di fare una gita.


    Sono cresciuto in un contesto familiare non proprio roseo, è vero, ma l’affetto di mio padre non è mai mancato, nonostante fosse lontano. Poi, la svolta atroce che ha cambiato la mia vita. Appena rientrato a casa dopo una mattinata scolastica alquanto intensa, noto mia madre seduta al centro sul divano, immobile. Lo sguardo basso, spento.
    «Mamma… tutto bene?»
    «Curt è morto.»
    Un secchio d’acqua gelida buttato in pieno volto, senza alcun tipo di preavviso. Nemmeno un “mi dispiace”, nemmeno un “purtroppo” aggiunto a inizio frase. Zero. Non aveva neanche accennato al suo gesto eroico, quello di interporsi tra un nemico e un soldato della sua squadra con l’intento di proteggerlo da uno sparo. Nulla. Non voleva affrontare la realtà, non voleva parlarne con me. Era troppo scossa per farlo.


    Continua...
    Ultima modifica di Dreamer; 2nd November 2013 alle 15:25


  8. #118
    sim onniscente L'avatar di Dreamer
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    Terza parte - Adam Miller (2)

    Non le ho risposto, sono andato in camera mia e ho fissato la parete per un numero indeterminato di ore. Il giorno dopo non sono andato a scuola, e nemmeno quello successivo. Dopodiché mia madre mi ha obbligato a diplomarmi, ma sapevo che la mia strada era un’altra: seguire l’esempio di mio padre e diventare proprio come lui, un uomo forte e coraggioso. Per onorare la sua memoria entrai a far parte dell’Esercito.
    Qualche volta ancora ripenso a quanto erano felici i miei genitori insieme, e se mai potrò amare una persona quanto papà ha amato la mamma.



    Furgone militare
    Ore: 19:04

    «Ragazzi facciamo il punto del piano e correggetemi se sbaglio, magari sono io che mi sono persa qualcosa.» tento di scacciare il sapore amaro che mi ha invaso la bocca. Deglutisco rumorosamente, sperando che questo basti a dimenticarmi del mio passato, almeno per il momento. Devo concentrarmi sulle parole di Lèonie.


    «Il colonnello Mustang ha parlato di un raduno di civili da parte di Kava e Kincaid nei sotterranei, e qui è palese che qualcosa c’è in quel luogo, ma la cosa mi giunge strana, perché proprio nei sotterranei se è una palazzina abitata da civili, visto che poi comunque dovremmo risalire verso il tetto? Capisco la bonifica, la verifica in massa e la quarantena per una probabilità di contagio, ma non è meglio un appartamento per limitare magari eventuali esposizioni all’ipotetico contagio?»
    Ci rifletto su. Quello che dice non è sbagliato, ma credo che Mustang abbia scelto i sotterranei appunto perché c’è qualcosa negli appartamenti. Altrimenti il suo ordine non avrebbe avuto senso, o sbaglio?
    «Più che altro il sotterraneo mi sembra un ottimo posto insalubre e molto dispersivo, soprattutto se c’è eventualmente qualche civile non totalmente sano, e si sa che i sotterranei spesso hanno sbocchi all’esterno, qualora dovesse essere un virus a trasmissione aviaria… vuol dire che forse non lo è? Spero solo che Kava e Kincaid abbiano verificato prima di far scendere i civili.»
    Beh, la Household non mi sembra proprio la palazzina da avere i sotterranei brulicanti di vermi e insetti. E poi, anche se non conosco perfettamente il modo di agire di Brad e Alexandra, penso che siano svegli, avranno di certo controllato che tutti gli abitanti del condominio fossero “normali”.
    «Però potrebbe essere vero anche l’inverso, se troppe persone vengono stipate in un unico luogo stretto e angusto anche quelle sane contro quelle ipoteticamente contagiate potrebbero “infettarsi”, visto che non sappiamo nulla di questa ipotetica cosa e non sappiamo nemmeno se sia veritiera. Opterei per seguire il piano del Colonnello invece che passare per una via d’entrata alternativa , ma prima vorrei verificare con una mappa della palazzina il tragitto per vedere dov’è l’entrata ai sotterranei altrimenti tanto vale entrare dalla porta principale e poi scendere.»
    Sono contento che si segua l’ordine impartito da Mustang. Di certo ne sa più di noi e, se ci fossimo buttati alla cieca all’interno della palazzina, non so come sarebbe andata a finire.
    «Non so voi ma io non ho una mappa del luogo, Robert, per caso possiedi una mappa della Household?»


    In effetti è vero, non ci hanno fornito nemmeno una mappa. Sembriamo pecore allo stato brado, lasciate al loro destino.
    «… Nulla da aggiungere a quanto già detto.»


    Diffidente, come al solito. Ma in effetti il discorso di Lèonie mi è sembrato completo.
    «Nemmeno io.»
    Attendendo la risposta dell’autista, appoggio i gomiti sulle ginocchia e incrocio le braccia. Il mio istinto dice che c’è qualcosa che non quadra. Quello che mi preoccupa è che ha sempre ragione. Cosa dovrei temere?



  9. #119
    sim onniscente L'avatar di Dina Caliente
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    Re: Terza parte - Adam Miller (2)

    Appartamento 25
    ore: 18:44

    Andrea, cerchi di chiamare Denise ma non senti risposta. Giungi in salone per vedere come mai non ti risponde e scopri che se n'è andata. A quanto pare la tua collega non è poi tanto interessata ai soldi. Oppure magari si è fatta pagare in anticipo? Sei comunque da sola in quell'appartamento, con un cliente decisamente malandato. Quale potrebbe essere la soluzione più adeguata? Potresti mai fare come la tua collega e semplicemente scappare? In fondo, lo sappiamo, non sei poi cattiva. Senti però un rumore provenire dal bagno, come un lamento. Forse non tutto gira per il verso sbagliato, il tuo cliente sembrerebbe essersi ripreso. Cosa fai?




    Turnazione:
    Andrea Gillian

  10. #120
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    Re: Household

    Viktoria Masters
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    prima parte

    “Io…io ti…” Non riesco a terminare la frase, Occhi di ghiaccio mi ha appena piazzato la sua mano sulla bocca, “Ma che caXXo stai facendo?” Impreco mentalmente.

    Mi blocco, non perché abbia più forza di me, quelle braccine non possono di certo competere con la mia forza, mi sembra ovvio, ma devo ammettere che è stato piuttosto veloce e mi ha spiazzata, anche perché non si è spostato per schivarmi, non ha provato a colpirmi a sua volta, allora perché questo gesto?
    Mi guarda fisso negli occhi, ha una espressione strana, c’è qualcosa che non riesco ancora a capire e sinceramente iniziano anche a girarmi un po’ le paXXe. Ad un certo punto sposta lo sguardo verso l’alto, come se volesse invitarmi a fare lo stesso...

    ...sarà un nuovo modo per distrarmi e svignarsela sicuramente, ma decido comunque di alzare lo sguardo al soffitto, mentre le mie braccia restano rigide e cariche, nel caso debba reagire a qualche genialata del tizio.

    Non mi sembra di veder nulla, almeno… credo che quella cosa strana attacca al soffitto sia il lampadario, non ci vedo decisamente bene in questa posizione, dovrei voltarmi e verificare meglio, ma sento che la stretta dell’uomo aumenta, mi sta stringendo, non è un buon segno…

    E’ questione di un attimo, lo vedo compiere un movimento con la gamba, poi mi sento trascinare da lui, “Ma che diav…” si appoggia alla porta del Giapponese, sembra nervoso, armeggia nella giacca e tira fuori un mazzo di chiavi… “Chiavi?” E’ così che è entrato allora, avrei potuto chiudere quella serratura con tutte le mandate che volevo, sarebbe entrato lo stesso. Sta di fatto che ora un mio braccio è libero dalla morsa e cerco di divincolarmi
    “Clack” gli ingranaggi della serratura producono un rumore, nulla di strano in un primo momento, ma… sento un suono stridulo, come fosse un urlo acuto, che mi perfora i timpani, proviene dal punto in cui mi è sembrato di vedere la cosa.

    Qualcosa non va… sento-qualcosa-di-strano, una terribile sensazione che mi percorre la schiena, un brivido freddo che mi pervade ed il tutto si amplifica, quando finalmente intravedo nella semi oscurità, cosa cercava di indicarmi il mio “nuovo amico” con gli occhi.

    E’ agghiacciante,quella sorta di urlo è terminato, ma avverto qualcosa di strano. Non so se queste sensazioni sono dovute alla paura di trovarmi avanti quella… cosa indefinita, oppure per altro, non capisco… mi sento sempre peggio.

    Continua al post seguente>>>>>
    Ultima modifica di Eclisse84; 7th November 2013 alle 15:34

 

 
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