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Risultati da 131 a 140 di 425
  1. #131
    sim esperto L'avatar di Laurel*
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Moreen Evans
    Armeria
    Ore: 18:50

    Fortunatamente sono riuscita a raggiungere gli altri prima di perdermi qualcosa. È assurdo il fatto che ho rischiato di arrivare in ritardo pur essendo partita in largo anticipo. Purtroppo dimentico sempre che se non è espressamente indicato, i cellulari in missione sono vietati. Perciò, dopo la telefonata, sono dovuta tornare indietro negli spogliatoi a posarlo. Se non altro sono riuscita a parlare con i miei genitori.
    Una settimana fa sono partiti per una vacanza sull’isola di Sunlit Tides grazie alla fortunata vincita di un concorso. Ho cercato per quanto possibile di mascherare la mia inquietudine e di sembrare felice e senza problemi.



    Per la prima volta dopo molto tempo, le loro voci sembravano così felici e allegre che non mi andava proprio di smorzare il loro entusiasmo. Ho quindi evitato di dirgli che stavo per partire per l’ennesima missione. Conoscendoli non farebbero altro che stare preoccupati tutto il tempo ed io non voglio questo.



    Nonostante non sia la prima volta che ometto particolari di questo genere riguardo al mio lavoro, accade anzi con una certa frequenza che io telefoni ai miei genitori prima di partire per un incarico ufficiale; è ormai un’abitudine irrinunciabile. Per quanto io possa essere ottimista, basta il minimo errore o un qualsiasi imprevisto e qualcuno può lasciare questo mondo e quel qualcuno potrei essere io. Non voglio arrivare in punto di morte, pentendomi di non aver fatto qualcosa che rientrava nelle mie possibilità. Telefonare loro è quasi un modo per essere pronta a qualsiasi evenienza…



    Ritorno in me e comincio ad attrezzarmi con ciò che costituisce l’equipaggiamento standard: una Colt 1911, i due relativi caricatori e un coltello da combattimento. Mentre finisco di fare ciò, il nostro caposquadra inizia a parlare: << Scusate se non mi sono ancora presentata a chi magari non mi conosce, ma vista l’improvvisa e urgente riunione indetta dal tenente colonnello Mustang mi sembrava doveroso dare la precedenza alla missione prima di tutto. Io sono il Capitano Lèonie Picard Lecrerc, ma chiamatemi solo Lèonie, preferisco. Permettetemi di informarvi che con l’incursore Sawyer, ho già avuto modo di collaborare e conosco più o meno il suo modo di agire…>>
    Come immaginavo si conoscono già, chissà se Sawyer ha questo suo atteggiamento così “allegro” anche con lei.
    << Voi dovreste essere Adam Miller e Moreen Evans se non erro, e permettetemi di informarvi che mi sono permessa di dare un’occhiata alle vostre schede personali conservate in archivio prima di giungere in armeria cosicché dovesse presentarsi l’emergenza ipotizzata dal tenente colonnello Mustang so già più o meno quale sia la vostra specialità, ruolo, e quant’altro. Dunque, Miller lei dovrebbe essere un sergente maggiore dell’esercito, mentre Evans nonostante la giovane età già sergente… giusto?>>
    La ragazza sa decisamente il fatto suo, mi piace. Mi suona strano quel “nonostante la giovane età” detto da lei, mi sembra quasi di essere una recluta alle prime armi. È anche vero che non sono in molti a essere sergenti già all’età di ventiquattr’anni, io rappresento una delle poche eccezioni.
    Se sono arrivata fin qui, lo devo tutto alle mie sole forze e a mio nonno Vincent, ex generale dell’esercito. Mi ha sempre sostenuta in questo percorso anche quando tutti gli altri attorno a me cercavano in tutti i modi di farmi cambiare idea, in primis i miei genitori. In particolare è stato lui che mi ha indirizzato verso questa strada. Il tutto è accaduto durante una tranquilla cena in famiglia. All’epoca era da poco passata una settimana da quel famoso pomeriggio di fine Giugno ed io non facevo altro che starmene in casa tutto il giorno a piangere. Non riuscivo ancora a credere che, nonostante tutto, proprio due delle persone che credevo di conoscere maggiormente mi avessero tradito e nascosto la loro relazione clandestina per chissà quanto tempo. Perché in quel momento, con la mente non più offuscata dai sentimenti per Daniel, mi ero resa conto dei tanti piccoli segnali, a cui non avevano non avevo dato peso, che indicavano il loro reciproco interesse. Come avevo fatto a non accorgermi dell’evidenza?



    I miei erano comunque riusciti a convincermi ad andare a cena a casa dai nonni. Mentre attendevamo che mia nonna finisse di cucinare, io e mio nonno parlavamo di quali fossero i miei progetti per il futuro. Io risposi che sarei andata all’università alla facoltà di Economia. Lui mi osservò per qualche istante e poi disse la famosa frase che ricordo ancora a distanza di anni: «Non ti vedo molto convinta della tua scelta. Perché non provi ad entrare nell’esercito, cara? Sei giovane e forte, proprio come lo ero io alla tua età. È una valida alternativa al College, quindi perché non ci provi? Non hai nulla da perdere…».

    Ultima modifica di Laurel*; 19th March 2014 alle 21:19

  2. #132
    sim esperto L'avatar di Laurel*
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Mentre Lèonie attende una risposta da me e da Adam, Zack attira la nostra attenzione buttando la borsa contenente l’equipaggiamento – ormai vuota – dov’era prima ed esce dalla stanza con un «Vado al furgone.»
    Cos’è, l’ha morso una tarantola negli spogliatoi per caso? Decido di far finta di nulla e di sistemarmi i capelli mentre Adam risponde: «Esatto. Purtroppo, però, non ho avuto la possibilità di lavorare su missioni analoghe a quella a cui stiamo andando incontro. Spero comunque di essere all’altezza, caposquadra Lecrerc. Anzi, Lèonie.»
    Mi affretto anch’io a replicare: «Precisamente. Come il sergente maggiore Miller non ho esperienze passate in missioni di questo genere, ma spero di essere in grado di portare a termine questa missione, capitano Lèonie.»



    Furgone militare
    Ore: 19:00

    Aleggia uno strano silenzio nell’aria e nessuno osa parlare. Tutti sembrano inquieti. Beh, come non esserlo? Non sappiamo neppure a cosa andiamo incontro. Anch’io sono un po’ preoccupata, anche se sto cercando di ignorare il più possibile questa mia sensazione. Rischierei soltanto di deconcentrarmi e di compiere qualche azione avventata.
    Il silenzio viene rotto da Lèonie che chiede all’autista quanto manca per arrivare alla palazzina, ottenendo come risposta un: «Tra poco siamo arrivati capitano.» Si avvicina ormai il momento di entrare in azione.
    Mentre Lèonie cerca di prendere qualcosa dallo scompartimento in alto, il furgone becca in pieno una buca, con conseguente perdita d’equilibrio da parte da parte della nostra caposquadra che si vede costretta ad appigliarsi a una maniglia del furgone. Il suo «Ma che cavolo!» seguito dall’ammonimento nei confronti dell’autista mi fanno sorridere. Ci voleva qualcosa del genere per smorzare la tensione.
    Dopo ciò, Lèonie si risiede e inizia a estrarre l’attrezzatura contenuta all’interno dello zaino che ha recuperato. Finita l’operazione, comincia nuovamente a parlare: «Ragazzi facciamo il punto del piano e correggetemi se sbaglio, magari sono io che mi sono persa qualcosa. Il colonnello Mustang ha parlato di un raduno di civili da parte di Kava e Kincaid nei sotterranei e qui è palese che qualcosa c’è in quel luogo, ma la cosa mi giunge strana, perché proprio nei sotterranei se è una palazzina abitata da civili visto che poi comunque dovremmo risalire verso il tetto? Capisco la bonifica, la verifica in massa e la quarantena per una probabilità di contagio, ma non è meglio un appartamento per limitare magari eventuali esposizioni all’ipotetico contagio?».
    Anch’io mi sono chiesta il perché del raduno nei sotterranei, probabilmente non si sa con certezza quali sono gli appartamenti “sterili” dal virus e quali no ed hanno preferito non correre rischi. Inoltre può darsi che, partendo da lì, abbiamo modo di raccogliere gli eventuali civili non radunati da Kava e Kincaid.
    «Più che altro il sotterraneo mi sembra un ottimo posto insalubre e molto dispersivo, soprattutto se c’è eventualmente qualche civile non totalmente sano, e si sa che i sotterranei spesso hanno sbocchi all’esterno, qualora dovesse essere un virus a trasmissione aviaria… vuol dire che forse non lo è?»
    Non credo che un posto rinomato come la Palazzina Household possa avere luoghi insalubri e credo che si possa escludere l’opzione che il contagio avvenga per via aviaria, altrimenti ci avrebbero dovuto munire almeno un minimo.
    «Spero solo che Kava e Kincaid abbiano verificato prima di far scendere i civili. Però potrebbe essere vero anche l’inverso, se troppe persone vengono stipate in un unico luogo stretto e angusto anche quelle sane contro quelle ipoteticamente contagiate potrebbero “ infettarsi” visto che non sappiamo nulla di questa ipotetica cosa e non sappiamo nemmeno se sia veritiera.»
    Se tra i civili radunati ve ne fosse uno infetto, effettivamente non faremmo altro che favorire la diffusione del virus. Ma penso – e spero – che Kava e Kincaid non siano degli sprovveduti e di conseguenza il problema non si dovrebbe neanche porre.
    «Opterei per seguire il piano del colonnello invece che passare per una via d’entrata alternativa, ma prima vorrei verificare con una mappa della palazzina il tragitto per vedere dov’è l’entrata ai sotterranei altrimenti tanto vale entrare dalla porta principale e poi scendere.»
    Credo che seguire la direttiva di Mustang sia la scelta migliore, indubbiamente ne sa più di noi.
    «Non so voi ma io non ho una mappa del luogo, Robert, per caso possiedi una mappa della Household?»
    Ecco cosa si sono dimenticati di darci: una mappa della Palazzina. Spero vivamente che l’autista ne abbia una.



    «… Nulla da aggiungere a quanto già detto.»
    Freddo e diffidente come prima in armeria.



    «Nemmeno io.»
    Vedo Adam visibilmente preoccupato e ciò è abbastanza strano, dato che anche nelle situazioni più pericolose sembra essere comunque piuttosto tranquillo. Che questa missione sia davvero diversa rispetto alle altre affrontate in passato?



    «Neppure io ho altro da dire.» affermo, rimanendo in attesa della risposta di Robert.

    Ultima modifica di Laurel*; 19th March 2014 alle 21:22

  3. #133
    Super Moderatore L'avatar di polliciotta
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    ANTHONY ROCCA
    Tetto di Household


    26 anni.
    Chino su quel corpo immobile e freddo, con la carta d'identità fra le mani, mi rendo conto di come la vita sia ingiusta, il più delle volte. Nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di decidere se si è degni di continuare a vivere o meno, nessuno può ergersi a giudice e boia nei confronti di un altro essere vivente, soprattutto se così giovane. L'unica arma in grado di proteggerci da questo far west è la giustizia, la legge!
    Sento in bocca il sapore amaro della sconfitta mentre leggo il suo nome: Jade. Che bel nome, mi ritrovo quasi a sorridere mentre penso ai passi goffi di una bambina, con le guance rosse e i codini color ebano.
    Sono così assorto che quasi non mi accorgo di essere rimasto solo, così raduno in fretta gli effetti personali della ragazza con l'intento, una volta finita questa follia, di consegnarli ai suoi parenti e decido di avviarmi verso l'interno dell'Houseold.
    «No! Aiuto! Qualcuno mi aiuti!»
    Mi blocco di scatto. Alzo la testa per capire meglio da dove proviene la richiesta d'aiuto: non posso andarmene da qui se qualcun altro è in pericolo!
    Quassù è pieno di porte, non posso controllarle tutte, ci metterei troppo tempo.
    "Sono un poliziotto! E' in pericolo? Mi dica dove si trova così posso aiutarla e raggiungeremo insieme i miei colleghi che sono appena un piano più sotto! Mi sente?"


  4. #134
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Andrea Gillian
    Corridoio condominiale - 5°Piano (nella cacca U_U)
    Ore 18:46

    Esco dall’appartamento con tutta la buona intenzione di cercare aiuto “anche se non lo merita per niente!” non appena mi chiudo la porta alle spalle vedo un uomo che si allontana dall’arcata, sto per avvicinarmi quando vengo bloccata da un urlo «Alto là, si fermi e metta le mani sulla testa... se continua ad avanzare sarò costretta a fare fuoco» è una voce troppo femminea per provenire dall’uomo “a meno che non abbia fatto un piccolo intervento.” Mi sporgo un po’ più in là e noto che è una donna, non una donna qualsiasi, bensì una poliziotta e per di più incacchiata e armata.




    “Di bene in meglio! Spero solo che non si accorga che sono la ragazza rossa evasa dal carcere di Bridgeport qualche anno fa!” se fosse stata Julie allora sarebbe stato diverso.
    Sono sempre stata una che si pone davanti a tutto pur di arrivare al proprio scopo, ma, davanti a una pistola carica e pronta a sparare, ci penso su un paio di volte:




    alzo le mani portandole ai lati della testa e spostandomi dalla traiettoria del proiettile, mi accorgo solo in quel momento che non sta mirando a me, bensì all’uomo che continua imperterrito ad avanzare con andatura piuttosto lenta e zoppicante “eh ma allora te la stai cercando!” penso guardando la scena, sembra un drogato dalla sua camminata e da come avanza indifferente verso la donna, odio quando la gente pensa di essere onnipotente anche davanti alle forze dell’ordine, certo, lo sono stata anche io a volte, ma perché ero nel giusto e non volevo finire in galera inutilmente, qua invece sembra che l’uomo non stia prestando attenzione alle parole della poliziotta e si stia scavando la fossa da solo.




    Cerco di far capire alla donna tutta la mia preoccupazione quando sento l’aprirsi di una porta dell’atrio, dalla mia posizione non riesco a vedere bene chi è ma dal numero di passi capisco che è un gruppo di persone, “che abbia chiamato i rinforzi nel frattempo? Sono fregata, ora verrò arrestata e riportata in galera con doppia se non tripla accusa: evasione, latitanza e prostituzione, manca solamente che ritorna Denise e spiffera tutto aggiungendo anche (tentato) omicidio e omissione di soccorso, ho fatto cinquina che vinco?!” spero che chiunque sia possa aiutarmi.
    Faccio un ultimo cenno alla donna di calmarsi e sperando che non mi buchi come un colapasta…

  5. #135
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    QUINTO PIANO - MARIKO FULLBUSTER

    Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Lo diceva sempre mia nonna. Questo tipo non mi dà retta nonostante la pistola, deve essere fatto all'inverosimile. Mentre continua barcollante ad avanzare verso di me mi guarda e per un attimo mi si gela il sangue. I suoi occhi hanno qualcosa di... disumano. Ho avuto a che fare con drogati e flippati nella mia vita... ma lui... è diverso. E sento che è pericoloso.

    "Bene bas**rdo, ti sei pippato la tua ultima dose, salutami il diavolo quando andrai all'inferno"

    Prendo la mira, proprio dritto agli occhi quando qualcosa mi distrae. Una fott****sima chioma rossa mi distrae. Alle spalle del tizio, spunta una ragazza. Ha il terrore negli occhi ed è vestita in modo succinto. Troppo succinto. Mi pare pure di averla già vista. Sto per abbassare l'arma quando vedo che lei si arrende, alza le mani e si allontana dal mio mirino. Le vedo paura negli occhi. Non deve aver passato una bella giornata. Un pensiero mi viene nella mente: l'uomo sospetto potrebbe aggredire lei adesso e sarebbe difficile spiegare il motivo per cui non ho difeso una cittadina. Bene, ripunto Clarabella in mezzo agli occhi del sospetto e sto per avvisare del fuoco, ma la porta alla mia sinistra si apre. EcchecaXXo! Non si può più ammazzare in santa pace oggi giorno! La riunione condominiale sarà finita e io mi ritrovo la ragazza in tenuta militare accanto a me. Alle sue spalle intravedo alcuni dei condomini. Vedo Julie ma non Anthony. Dove caXXo è Anthony? Sono proprio sfigata con i paladini della giustizia, io!

    FLASHBACK

    Era il mio primo giorno di lavoro, il sergente mi presentò con un'insolita aria benevola ai miei futuri colleghi.



    Se loro avessero saputo il motivo di quell'allegria, l'avrebbero certo reputata meno sorpresa. Vengo da una famiglia dedita interamente alle forze di polizia: mio nonno, i miei zii, i miei cugini, mio padre. Proprio lui m'aveva raccomandato al sergente, suo ex partner negli anni ruggenti. Per carità, m'ero piazzata bene ai test e con la pistola non mi batteva nessuno del mio corso, ma si sa, è meglio vincere facile. Non sono mai stata una donzella indifesa, mio padre mi ha cresciuta come un maschiaccio, tra birra, football e noccioline. Ai miei 16 anni, oltre una vecchia macchina di pattuglia riverniciata, mi regalò anche il mio primo giorno al poligono. Appena ebbi Clarabella, il nome che diedi alla mia pistola, tra le mani, capii che quella era la mia vita. La stessa del mio papà. Vidi i maschietti del distretto guardarmi con qualche risolino soddisfatto. I maschi. Mi fanno pena quando sono preda del loro testosterone. Diventano come bimbi piccoli davanti ad un barattolo di nutella. Son sempre stata una ragazza furba e quindi mi misi a scimmiottare quel barattolo di nutella. I maschi sono così gentili quando ti vedono imbranata, timida. La donzella indifesa colpisce sempre. Salutai tutti con un sorriso, il più solare che seppi fare, con la vocina più innocente che riuscii a trovare. Un sacrificio abnorme.

    Il vecchio sergente mi diede un partner più esperto, tra i migliori agenti del distretto.



    Isaac Norwood, un gran bel pezzo di sbirro, uno da cui ti faresti ammanettare volentieri. Già dalle prime battute capii subito il tipo: al servizio della giustizia, la sua missione era proteggere i deboli e far trionfare il bene. Da VO-MI-TO. Sbattei le ciglia come una cerbiattina inseguita dai cacciatori e lui fu subito mio. Grazie al suo aiuto e alla sindrome dell'eroe, non ho mai rischiato la pelle durante i turni.

    Io ed Isaac iniziammo a frequentarci anche fuori dal lavoro e questo lo mise parecchio in conflitto con se stesso. Mai uscire coi colleghi, diceva il codice, eppure sotto le lenzuola non faceva tanto il santarellino, per mia immensa gioia.



    E' un piacere sottile e sublime distruggere i valori di qualcuno. C'è qualcosa di sadico nel corrompere un'anima pia. Spudoratamente sadico. Nonostante le sue alte performance nella nostra vita intima, però, presto mi stufai. Volevo di più. Ovvero soldi, carriera. Cose che a lui non sembravano interessare.

    Durante un turno di notte, mentre lui compilava i miei verbali, gli chiesi se avesse mai desiderato fare carriera.



    Mi rispose di no, che diventare detective lo avrebbe allontanato dai cittadini, che si sentiva molto più utile come agente che come un colletto bianco. Si immaginava sposato (magari con me? ), con tanti marmocchietti cui insegnare i valori del bene e della giustizia.



    Oddio. Fuggii da lui alla velocità della luce.



    Isaac la prese parecchio male quando mi vide amoreggiare con Mr Addominali nella discoteca che frequentavamo. Mi evita ancora, devo avergli fatto una bua molto grossa al tenero cuoricino. Comunque, il sergente, grazie ad una camicetta sbottonata e due moine, mi assegnò a dei turni molto più tranquilli con un nuovo partner, Anthony. Un altro paladino della giustizia. Per lo meno, è sexy anche lui. Certo che per quanto riguarda il sexy, nessuno batte il Kincaid. Sarà la bontà che li rende gnocchi? Bha.


    FINE FLASHBACK

    L'uomo è indubbiamente pericoloso e sento in lui qualcosa di inumano. Sembra uno zombie di quel telefilm alla tv. Devo prendere una decisione rapida, ne va della mia pelle. Ok, della pelle di tutti probabilmente, ma soprattutto della mia. Prima agisco e poi spiego. Non devo poi dimenticare della bestiaccia che ho smollato a Kincaid. Do un'occhiata alla gente dietro il militare e non vedo la Marsella. Ottimo. Posso mentire.

    "Attenzione, quest'uomo è pericoloso e corrisponde all'aggressore della signora Marsella. Sto per fare fuoco per abbatterlo dato che rifiuta di arrendersi, la signorina laggiù è pregata di raggiungermi qui il più velocemente possibile."

    Detto questo sparo un colpo in testa al tizio e spero di averlo fatto secco. Attenderò la reazione dell'uomo e parlerò al soldato della bestia di sotto che ha aggredito me e Kincaid. Spero che ci dia il rinforzo che cerco.

    Flashback concordato con mettiu e Daniela

  6. #136
    sim esperto L'avatar di Rayky
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Scott Walker
    Appartamento 23

    Sembra che sia riuscito a convincere la ragazza, la quale abbandona la sua postazione sul divano per seguirmi. Ad un tratto però mi sento braccato, è lei, ovviamente: mi tiene per un braccio, ha l'espressione terribilmente seria: «Signor Walker, lei non sta prendendo la situazione abbastanza seriamente. Sua moglie ha contratto un virus trasmissibile sessualmente. Ha completi vuoti di memoria, a volte sembra presente, altre sembra che non sappia che voi due vi siate lasciati. E' indispensabile sapere se lei abbia o meno "dormito" con sua moglie dopo la contrazione del virus"-



    Ok. Ora sì che sono preoccupato. Virus? Non è possibile! Non ci credo, o meglio, non voglio crederci. Kate è malata. Lo sono anch'io, allora? Oddio, non può stare accadendo proprio a me, proprio a noi. Oh, Kate. Vuoti di memoria? In effetti prima mi era sembrata strana. Chissà quanta sta soffrendo. Tutto sommato sono felice di essere tornato a casa, qualcuno dovrà pur occuparsi di lei, anche se a quanto pare questa ragazzina mi ha preceduto. A proposito, ma come fa a sapere tutte queste cose? Sono informazioni piuttosto intime. Ripenso alla sua domanda: quando ho avuto l'ultimo rapporto con Kate? Penso, mi sforzo di ricordare, ma è difficile dirlo con esattezza, ora. Dopo che Kate mi ha cacciato di casa ho completamente perso la cognizione del tempo, mi sembra di aver vissuto al motel per mesi, non per una singola settimana. Pensa Scotty, pensa. Sarà passato un mese, un mese circa, settimana più, settimana meno. Sì, dev'essere così, ho avuto l'ultimo rapporto con Kate un mese fa circa, ne sono certo. Sto per chiedere alla ragazza come fa a sapere tutte queste cose e, se la risposta mi soddisferà, allora potrei decidere di risponderle, ma è ancora Kate a interromperci. Un urlo forte, fortissimo, straziante: un urlo di dolore. Kate! Mi volto terrorizzato verso l'anticamera che conduce al bagno.



    L'urlo è seguito da un gran trambusto: oggetti che cadono sulle piastrelle del bagno. Ma che sta succedendo là dentro? Sto per cadere nel panico che mi aveva attanagliato prima, ma questa volta reagisco meglio. Non possiamo andare avanti così. Kate deve vedere un medico, nel caso non lo avesse già visto, per parlare del bambino, della gravidanza, e a quanto pare anche di questo virus. Mi rivolgo alla mia ospite: -"Avremo tempo di continuare questa conversazione mentre andiamo all'ospedale"-



    Sì, l'ospedale, al Brookheaven, è proprio qui vicino, potremmo recarci lì autonomamente, ma voglio che Kate sia scortata da personale medico addestrato per queste evenienze: devo chiamare un'ambulanza, qualsiasi cosa abbia Kate è grave, non l'ho mai sentita urlare così. Che sia giunta davvero al termine?
    -"Io vado da Kate, tu chiama subito un'ambulanza!"- ordino deciso alla ragazza mentre corro in direzione della porta del bagno. Non so in che stato troverò Kate, ma prego Dio di avere la forza di gestire la situazione come si deve. Giro la maniglia della porta ...





  7. #137
    sim onniscente L'avatar di Dina Caliente
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Appartamento n° 11
    Ore 18:48

    Garret, con grande sforzo riesci a sollevare il vaso e portarlo al di là della porta. Prendi la rincorsa con le braccia e lo lanci. Vedi la creatura allungarsi sulle braccia e calciare il vaso in volo. La senti urlare dal dolore e quel suono è quasi subito coperto dal vaso che cade a terra, frantumandosi. Tutto ciò, giusto prima di chiuderti la porta alle spalle. Non puoi vederla, ma la creatura è rimasta ferita dalla sua stessa stupidità. Con ogni probabilità avrebbe colpito qualsiasi cosa si muove (Stickman -2 punti costituzione), finendo così per ferirsi contro il pesante vaso.
    Ora siete di nuovo dentro quell'appartamento. Come vi comportate?





    5° piano Household
    Ore 18:48

    Mariko, hai trovato la tua scusante per sparare. Prendi bene la mira e... Headshot (Zombie -50 costituzione = morte)! Colpisci l'uomo dritto alla fronte e questo cade su se stesso. Anche tu, però, ti senti buttata all'indietro. (Mariko Fullbuster -2 costituzione) Cadi di schiena, qualcosa ti ha colpito alla testa. Tasti la fronte e senti che ti sta per spuntare un bernoccolo. Ma cos'è stato a colpirti? E dalla tua posizione finalmente li vedi.


    Sono tanti e di certo non sono umani. Non somigliano però neppure a quella cosa che avete visto prima con Kincaid e la darkettona. Sono stati risvegliati dallo sparo e sembra non si siano svegliati di buon umore... Agite!

    Mariko, il tuo sparo ha risvegliato gli stickman che dormivano sopra le vostre teste. Questo è successo perché tu, in quanto NM, potevi scegliere di ignorare l'uomo e salire direttamente al tetto. Ogni azione, anche fatta diverse situazioni prima, porterà ad una conseguenza.



    Tetto di Household
    Ore 18:48

    Anthony, ti guardi attorno. I terrazzini sono davvero molti, quale di questi potrebbe essere la fonte della voce? Poi, da un terrazzino alla tua destra senti arrivare dei colpi alla porta...



    Appartamento n° 23
    Ore 18:48

    Scott, raggiungi tua moglie in bagno. La ragazza sembra non darti retta sull'idea di chiamare l'ospedale e ti segue. Kate lancia un altro urlo straziante, proprio nel momento in cui stai per varcare la soglia. La trovi a gambe aperte, di fronte lo specchio. Ai suoi piedi una piccola pozza di sangue, possibile che stia avendo un aborto spontaneo? Si gira verso di te, noti che i suoi occhi sono lucidi di pianto. «Scott... Scusa...» In un sussurro di dolore e solo ora sposti lo sguardo sulla sua pancia. Qualcosa... si sta muovendo. Vedi con chiarezza la sagoma di una mano fare pressione sul ventre gonfio. «Dobbiamo andarcene!» La voce della ragazza arriva alle tue orecchie ovattato e quasi non ti accorgi delle sue mani che ti afferrano e ti trascinano fuori da quel bagno. Sta cercando di portarti fuori dall'appartamento, ma la voce di Kate vi blocca entrambi. Era l'ennesimo urlo, questa volta quasi disumano. Sentite poi qualcuno cadere a terra e il suono della carne viva fatta a brandelli. Poi dei piccoli passetti. E qualcosa si mostra ai vostri occhi.


    Qualsiasi cosa sia, quella roba non è un bambino. E' uscito dal ventre di Kate, ma di certo non è un bambino. Ora cosa fai?



    3° piano di Household
    Ore 18:48

    Allison, decidi di restare ancora a leggere l'agenda di Wonder. Volti pagina. Questa volta ha saltato alcuni giorni, tre per l'esattezza.

    "23 maggio 2014
    Ho preso la mia decisione. Oggi ho chiamato una collega, tale Allison Greene. Ho letto alcuni suoi articoli, ha messo in mutande la polizia di Bellavista. Ha le palle la ragazza, penso proprio che farà al caso mio. Diane ha cercato di dissuadermi, ma alla fine ha capito che non c'è altra possibilità: il mondo deve sapere. E cosa potrebbe esserci di meglio se non una bella dimostrazione con tanti fuochi d'artificio? Abbiamo parlato con Diane, abbiamo organizzato tutto. Lunedì verrà qui la Greene, spero di essere abbastanza in forze da poterle raccontare tutto. Non so esattamente come funziona questo siero, non so quanto tempo ci metterà a fare effetto. Spero che ci voglia almeno una settimana, ancora ho alcune cose da fare. Ormai comunque non si torna indietro. E' proprio qui, accanto a me. E' giunto il momento di iniettarmelo."


    La pagina accanto è datata il giorno dopo.

    "24 maggio 2014
    Non so cosa diavolo mi prenda. E' stato orribile, ho dovuto far fronte a tutto il mio autocontrollo per non fare del male a Diane. Oggi quand'è venuta a trovarmi ho avuto come l'istinto di... Dio, è troppo brutto anche solo da scrivere. Ma devo annotare tutto, ogni singolo cambiamento o pensiero deviato. Ho avuto l'istinto di prenderla con la forza, volevo un figlio da lei. Un figlio da mia figlia. Mi faccio schifo da solo. Allora sono scappato di casa e l'ho lasciata lì da sola. Sulle scale ho incontrato una vicina di qualche piano più su, credo si chiami Walker. Mi ha visto turbato e mi ha offerto un tè. Ho sfogato i miei istinti con lei, ma non sono sicuro fosse completamente consenziente. Ho una tale confusione, in testa... Almeno poi, quando sono tornato a casa, sono riuscito a parlare nuovamente da padre a figlia con Diane. Poi ci ha raggiunte anche Stephanie e ha detto che non ho un bell'aspetto. Credo di essere un po' cianotico, in effetti. Comunque mi ha cantato la ninnananna che le cantavo sempre quando vivevamo assieme e questa volta sono stato io ad addormentarmi. Ora mi sento un po' meglio, anche se muoio di fame..."


    Stai per girare ancora pagina, quando dei passi su per le scale di distraggono. Sembrano venire dal basso e avere parecchia fretta... Come ti comporti?



    Sotterranei Household
    Ore 19:07

    Squadra, finalmente riuscite a raggiungere la Household. L'autista non era in possesso di una mappa, per scusarsi comunque, vi offre una torcia (è offerta a Lèonie, quindi se decidi di prenderla, mettila nell'inventario). Poi, facendo alcuni commenti sulla mala organizzazione di questi capi militari, vi spiega brevemente com'è composto il palazzo, spiegando che sua nonna, una volta, viveva lì. La Household ha cinque piani di sei appartamenti l'uno, con un totale di trenta appartamenti. Oltre a ciò a una terrazza, dove sono locati trenta terrazzini privati, e dei sotterranei, dove stanno – tra le altre cose – trenta cantine. Ai sotterranei si può accedere in due modi: dall'interno del palazzo o dall'esterno. In assenza di una mappa, decidete di seguire il piano originale. Non avete la chiave per l'entrata esterna, ma quando la raggiungete la trovate comunque aperta. Scendete le scale e subito vi accorgete che non c'è luce. Decidete di lasciare la porta aperta per far entrare almeno un po' della lievissima luminosità esterna. Quando giungete in fondo alle scale, però, quel che vedete vi coglie di sorpresa. Secondo quanto detto dal tenente colonnello, avreste dovuto trovare i vostri colleghi Kava e Kincaid, assieme a tutti i condomini che sarebbero riusciti a radunare. Invece ad attendervi c'è solo una signora. Ha i capelli bianchi e vi da le spalle...


    Come vi comportate?

    Militari, io sto cercando di recuperare gli orari: se voi continuate a mandarmi avanti l'orologio al di fuori dall'orario che stabilisco io, non sarete mai in pari con gli altri e dovrete sempre aspettare situazioni intere per postare nuovamente, senza avere intermezzi. Cercate di attenervi agli orari forniti dalla situazione.



    Turnazione

    Appartamento n° 11 5° piano di Household Tetto di Household Appartamento n° 23 3° piano di Household Sotterranei di Household
    Viktoria Masters Mariko Fullbuster ??? Scott Walker Allison Greene Lèonie Lecrerc
    Garret Burglair Andrea Gillian Anthony Rocca Zack Sawyer
    Julie Jewel Adam Miller
    Nicole Moore Moreen Evans
    Bernadette Cavendish
    Axel Blonde
    Corinne Lemoine
    Fiona Bertinelli

  8. #138
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Allison Greene
    3° piano Household


    23 Maggio 2014



    <<Pronto?>>
    <<Parlo con Allison Greene?>>
    <<Chi parla? Come ha avuto il mio num...>>
    <<Mi chiamo Jacob. Jacob Wonder. Sono un gior...>>



    <<Jacob Won- “Il complotto delle Torri Landgraab”? “Baristi di Bridgeport urlano allo scandalo: locali sempre vuoti”? “Sim occulti: verità o menzogna?”?>>
    Risate dall'altra parte della cornetta. <<Sì, sono dei miei pezzi. La chiamo perché ho bisogno del suo aiuto per un articolo...>>
    <<Odd-Sì, sì, mi dica! Di che si tratta?>>



    <<No, preferirei non discuterne per telefono. Incontriamoci nel mio appartamento, le va? Vivo nella Palazzina Household>>
    <<P-perfetto, mi dic-mi dica solo il giorno e l'ora. Aspetti che prendo la mia agenda...lo scrivo di fianco alla ricetta del polp-cioè, no, sì, un momento che non trovo la penna...ok, sono pronta. Dica pure...>>


    26 Maggio 2014

    Continuo a divorare gli appunti di Jacob. Riesco a riconoscere il suo stile anche in queste poche righe. Scopro il motivo che ha spinto il signor Wonder a scegliere proprio me, tra i tanti: l'articolo sulla corruzione della polizia di Bellavista. Lo sapevo, lo sapevo che quell'articolo avrebbe fatto faville. Mi sfugge un sorriso: essere definita una ragazza con le palle da un giornalista del suo calibro mi permette decisamente di tirarmela un po'.
    Poi arriva la parte clou, ovvero dove spiega cosa lo ha reso la bestia che è ora. Un siero, si è iniettato un siero...incosciente, ma coraggioso. Non posso che rispettarlo: credo che avrei fatto la stessa cosa. Parla anche di una donna...Diane...ma chi sarà? Mi sono sempre interessato alla carriera di Jacob, ma stranamente non so niente della sua vita privata. Non che me ne sia mai importato nulla, però in questo caso qualche informazione in più mi farebbe veramente comodo.
    Kincaid ha nominato due figlie. Diane Wonder...non suona male. O forse è sua moglie? Un'amante? Un momento, ma parla al plurale... “abbiamo parlato”, “abbiamo organizzato”. “Abbiamo” chi? Wonder e...?

    Decido di proseguire con la lettura. Il resoconto successivo è datato 24 Maggio, un giorno dopo quello precedente. A quanto pare...a quanto pare il signor Wonder aveva già iniziato a perdere il controllo. Stava per...oddio. Stava per molestare sua figlia? Diane, Diane è sua figlia. Bene, un mistero in meno da risolvere. Anzi, no, bene per nulla: questa storia fa venire i brividi. Il siero ha fatto effetto in meno di un giorno? È così potente? Leggo ancora. Jacob ha avuto un rapporto sessuale forse non consenziente con una vicina, Walker. Mi annoto mentalmente il nome della poveretta e vado avanti a leggere. Entra in scena una certa Stephanie, che riesce a calmare Jacob con una ninnananna. La musichetta di prima...? In effetti, sembrava una ninnananna. Questa Stephanie è forse qui nella palazzina, da qualche parte? Non so, non riesco a pensare lucidamente, sono ancora scossa dall'istinto di Jacob di fare del male a sua figlia. Una malattia...o un virus, non so quale sia esattamente la differenza...che ti trasforma in quella “cosa”, perché mai dovrebbe essere creata? A che pro? Ma ciò che mi chiedo veramente è: esiste una cura? Insomma, questo siero è stato creato dall'uomo! Se uno scienziato ha la capacità di creare un morbo del genere, sicuramente ha la capacità di creare anche una cura. È logica: se sai come crearlo sai anche come curarlo. Quindi magari, e devo concentrarmi sul “magari” per non illudermi, Jacob potrebbe essere...salvato?

    Un rumore mi distrae. Qualcuno sta arrivando dal secondo piano. Data l'assenza di versi disumani, dubito sia il signor Wonder. Un condomino, forse? Potrei fargli qualche domanda. Probabilmente tutti gli abitanti della palazzina si conoscono abbastanza bene, se sono fortunata potrei scoprire dove trovare Diane. Metto via l'agenda (non ho ancora finito con lei, ho l'impressione che il meglio -anzi, il peggio- debba ancora arrivare) e mi posiziono davanti alla rampa di scale che porta al piano inferiore, né troppo vicino né troppo lontano. Ho intenzione di fermare la persona che sta salendo le scale per farle qualche domanda, sfoderando ovviamente il mio miglior sorriso.
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  9. #139
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household

    Viktoria Masters
    2° piano


    La situazione è a dir poco assurda, ma dove siamo in un film dell’horror? In un video gioco? O è semplicemente un incubo, non di quelli che faccio di solito…

    Sono ancora intontita da quel malessere improvviso, che mi ha colta per chissà quale motivo, non voglio pensare che quel mostro sia in grado di trasmettermi certe cose con una sorta di influsso malefico partito dritto dritto dalle sue corde vocali o qualsiasi cosa abbia, per emettere quella sorta di urlo.
    Riesco ad oltrepassare la soglia della casa del Giapponese, all’interno c’è già il tizio, del quale ignoro ancora il nome, se esco viva da questo sfacelo devo ricordarmi di chiederglielo, così… tanto per soddisfare la mia mera curiosità. Vedo che sta male anche lui, ma nonostante ciò, scatta velocemente all’interno del corridoio, ma che fa? Se la vuole dare a gambe? Ed invece, contro la prima impressione che avevo avuto, lo vedo chinarsi li dove c’è quel maledetto vaso, il quale per poco non mi faceva raccogliere i denti da terra, lo solleva con un po’ di fatica e si volta nuovamente.

    Con uno scatto ritorna dove mi aveva lasciata e con gesto da temerario, lancia la pianta contro quella robaccia con le gambe appese.


    E’ stato veloce, troppo veloce… esattamente come prima, quando mi ha piazzato una mano sulla bocca, bloccando il mio intento di colpirlo. Persone così agili e scattanti potrebbero essere troppo imprevedibili, quindi pericolose. Certamente in questo caso questa sua abilità torna decisamente utile per la mia pellaccia, ma devo star attenta, questo non è decisamente un tipo facile da accoppare, in caso ce ne sia la necessità! Quelli come lui me li devo tenere buoni, d’altra parte potrebbe anche rivelarsi un ottimo scudo umano.
    Osservo il vaso staccarsi dalle mani dell’uomo e dirigersi, con tutta la forza che gli è stato impresso, contro il mostro… attimi, solo pochi secondi che a me sembrano durare una eternità, spero lo colpisca… anzi, deve assolutamente colpirlo!
    Quel che accade nella realtà mi lascia sbigottita, l’essere reagisce all’oggetto, colpendolo con un arto, prima che questo possa impattare contro di lui. L’uomo richiude nuovamente la porta, ma riesco ad intravedere il vaso schizzare a terra, a causa del contraccolpo, e rompersi. Ho il fiato smorzato, è successo tutto troppo velocemente, troppe cose insieme, troppe domande, l’unica cosa certa è che ora mi sento decisamente meglio, forse sono ancora un po’ intontita e la forza nelle braccia non è ancora massima, ma i capogiri e la nausea sono improvvisamente spariti. Il mostro ha urlato un’altra volta, probabilmente si sarà ferito, o almeno lo spero. Mi appoggio al muro per raccogliere le idee, devo riflettere bene sul da farsi e poi agire, sperando nella collaborazione di occhi di ghiaccio.
    Senza accorgemene mi ritrovo a fissarlo, non distolgo lo sguardo, piuttosto cerco un cenno da parte sua, che mi faccia capire che è pronto a reagire, esattamente come ha fatto pochi istanti prima.


    Riesco a recuperare del tutto la lucidità e con un tono, il più calmo possibile mi sia concesso dal momento in cui mi trovo e dalla mia indole, decido di rompere il silenzio
    “Io… non ho… la minima idea di cosa diamine sia quel coso! Ma… qualcosa mi dice, che dobbiamo collaborare, se vogliamo tenerci le nostre pellacce ben salde addosso!” cerco di essere ironica, anche se evidentemente mi riesce male! “Li fuori quel… coso ha reagito al rumore della serratura, prima se ne stava buono buono, no?”



    Porto una mano sulla fronte, come ne tentativo di raccogliere più idee, inspiro profondamente prima di continuare il mio discorso, senza scollargli gli occhi di dosso “Hai visto anche tu che calciava il vaso, vero? Non ho visto male! Ha usato quelle sorta di gambe!” Non possiamo rimanere dove siamo, non posso sapere se quel coso è in grado di entrare oppure di fare chissà quale altra cosa .
    “Dobbiamo andarcene di qua!” Non so come si muove quell’essere, cosa è in grado di fare o il suo modo di attaccare, non posso sapere se le sue capacità si limitano a ciò che ho visto, o credo di aver visto… “Devo provare una cosa!” Mi sposto dal muro ed inizio a cercare qualcosa di piccolo, che sia leggero e facile da lanciare. Ho tutta l'intenzione di studiare i movimenti dell'essere, devo capire come colpisce ed il suo modo di agire, suppongo che non sia dotato di un'ottima vista, dato che non ci ha attaccati quando siamo usciti dall'appartamento, piuttosto quando la serratura della porta è scattata, causando quel rumoraccio... ripeto che sono tutte supposizioni, ma devo approfondire la questione. Osservo il vaso con le orchidee, troppo grande, troppo pesante e farebbe troppo rumore, non voglio rischiare di farlo urlare nuovamente come prima, sempre se è stato a causa del rumore...



    Diamine che confusione! Nulla... continuo a guardarmi in giro, sono agitata, ma non devo perdere il controllo, non ora, ho affrontato di tutto in vita mia, omaccioni ben piazzati in primis, certo nessuno era appeso ad un soffitto... ma son dettagli... hem, no?


    Compio qualche passo veloce verso il muro, tra i quadri vi è anche la riproduzione di un sole, che sarà? Metallo? No... no... no... farebbe troppo frastuono!


    Cazzarola, ho voglia di prendere a pugni il muro, mi trattengo solo perchè le nocche mi servono integre nel caso debba usarle in extremis per salvarmi la pellaccia. Vado nella stanza da letto, prima non ci sono entrata, sono rimasta sulla soglia con il ginocchio tra le mani ed il tizio alle spalle "A proposito..." parlo senza distogliere lo sguardo da quello che sto cercando "...mi chiamo Viktoria!" Ok, forse non è il momento giusto per le presentazioni, ma è stato istintivo, sperando non mi prendi per scema, altrimenti chissenefrega! Il mio sguardo si sposta dal letto ai comodini... nulla


    Poi osservo la scrivania alla mia sinistra, c'è un portapenne, dovrebbe fare a caso mio, leggero, piccolo e spero... non troppo rumoroso! "Trovato!"




    Scusate se gli arredamenti sono diversi, ma non ho supernatural ç_ç
    Ultima modifica di Eclisse84; 26th November 2013 alle 21:47

  10. #140
    sim esperto L'avatar di Rayky
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    Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household


    Scott Walker

    Appartamento 23 di Household






    Ho la mano sulla maniglia della porta. Il cuore mi batte all'impazzata, potrei morire. L'urlo che abbiamo sentito prima era qualcosa di terribile, quasi grottesco, soprattutto sapendo che è stato Kate a emetterlo. Deve stare malissimo, deve assolutamente vederla un medico, o meglio, tutti dovremmo essere visitati da un medico, ad avviso della mia ospite. Kate è dietro questa porta e potrebbe essere in procinto di partorire, penso tra me e me. Forse è un segno, forse è la seconda occasione che tanto ho aspettato, l'opportunità di sistemare le cose con lei. Sì, deve essere così. Questo bambino è una sorta di miracolo, non era nei nostri piani, eppure è arrivato comunque, proprio ora, tra mille momenti è arrivato proprio ora. Dio opera sempre attraverso vie misteriose, l'ho sempre detto. Credo fermamente in Dio, anche se Kate si è sempre fatta beffe di questo aspetto di me: lei è tutta scienza e pragmatismo, a volte quasi mi spaventa. Ma questo bambino, questo bambino è la mia, anzi, la nostra benedizione, per fa rappacificare le cose tra noi. Chissà, forse scopriremo che in realtà avere un bambino è quello che abbiamo sempre desiderato. Mi piacerebbe una femminuccia. Si chiamerebbe Sarah, avrebbe i miei capelli scuri, e gli occhi azzurri di Kate, e suonerebbe il piano: nè io nè Kate sappiamo suonare strumenti, ma a entrambi sarebbe piaciuto imparare, lei riuscirà dove noi abbiamo fallito. Andrei a tutti i suoi saggi, e le farei tante di quelle foto che i parenti moriranno di noia ogni volta che li costringerò a vederle tutte, una per una. Sorrido. Sto fantasticando, decisamente. Kate sta male, devo concentrarmi su questo ora. La ragazzina mi ha seguito e non ha nemmeno chiamato l'ambulanza come le avevo detto di fare. Ma perchè non mi da' retta? Apro la porta, ma la situazione è assai peggiore di quanto pensassi.



    Kate è in un lago di sangue, letteralmente. E' davanti allo specchio, con le gambe aperte, e un mare, anzi, un oceano di sangue ai suoi piedi. Un aborto spontaneo? No! Ti prego! Perchè mi fai questo?



    Kate si volta verso di me, mi guarda negli occhi: il mio sguardo incredulo si incrocia con il suo, disperato, terrorizzato. -"Scott ... Scusa."- Sussurra. Lo dice con un tono terribilmente strano. Sono parole che per me non hanno senso: dovrei essere io a chiederle scusa, non l'incontrario! Quella frase mi cade addosso come un macigno, mi sento schiacciato.



    Sto per intervenire, ma qualcosa mi blocca, qualcosa che parte dagli occhi e che va a paralizzarmi ogni muscolo del mio corpo. Ho visto qualcosa muoversi da sotto la veste di Kate, all'altezza del ventre: era una mano, era tutto così chiaro che, per quanto possa sembrarmi assurdo, non stento a crederci. Ma cosa sta succedendo?
    «Dobbiamo andarcene!» E' la voce della ragazza a parlare, è proprio qui, accanto a me, eppure mi sembra così lontana.



    E' come se fossi caduto in una specie di trance, non riesco a parlare, a reagire, mi lascio trasportare per inerzia dalla mia ospite di là, in salotto. Poi udiamo l'ennesimo, disumano urlo di Kate. Ci blocchiamo, impietriti. Sento degli strani rumori, suoni poco rassicuranti, anzi, raccapriccianti. Qualcuno ci raggiunge. Penso sia Kate. Quasi mi sembra di vederla entrare in salotto, sorridente, con in braccio nostro figlio. Figlio. Che strano. Ma non è Kate. A raggiungerci in salotto è un abominio, un bambino deforme; sì è deforme, eppure è come se nella sua deformità fosse sviluppato. E' terrificante.





    E Kate?
    Penso terrorizzato. Quella cosa non può davvero essere uscita da Kate. No, no, no, no. Mi viene da piangere, anzi, mi viene da vomitare. Forse vomiterò e piangerò insieme. Davanti ai miei occhi ho mio figlio, che però è un mostro e l'unica cosa a cui riesco a pensare è a Kate, a quelle sue strane parole di prima, al sangue, alle urla, al dolore ...
    Devo vedere come sta, lei deve essere ancora viva, certo, sarà messa male, molto male, ma è viva, lei non può essere ... Non riesco nemmeno a pensare quella parola. Devo raggiungere il bagno, ma come fare? Quella cosa mi si è piazzata proprio davanti, non possiamo passare. Penso al plurale, sì, perchè qui con me c'è la ragazzina, prima devo pensare a lei, sarà terrorizzata anche lei, poveretta. Potrei affrontarlo. E' piccolo, basterebbe un bel calcio per metterlo fuori gioco, il problema è che non posso farlo: è una cosa etica, quello è il mio bambino, nonostante tutto, non posso mettermi a prenderlo a calci dopo due minuti che è venuto al mondo. Dobbiamo uscire dall'appartamento e chiamate aiuto, ma devo fare in fretta, Kate è di là, è viva, probabilmente sta nuotando nel suo stesso sangue, è agonizzante, ma è viva, io lo so.



    Devo tornare da lei al più presto. Guardo un'ultima volta mio figlio. Poco fa sognavo un angelo, e adesso mi trovo davanti a un demonio: bel senso dell'umorismo, ti stai divertendo a prenderti gioco di Scott, vero? Afferro il braccio della ragazza: -"Hai ragione: dobbiamo andarcene via da qui!"- La tengo stretta e inizio a correre verso l'uscita, spero che questa volta mi dia retta. Torno presto, Kate. Penso mentre ci indirizziamo verso l'uscita.






    Ultima modifica di Rayky; 20th December 2013 alle 22:35





 

 
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