Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household
: ArrowL :
all’improvviso la voce della poliziotta mi riporta al mondo reale –per quanto reale possa essere questo inferno-
«Penso tu abbia ricevuto il suo stesso ordine prima, quando stavamo raggiungendo il tuo appartamento. Dobbiamo assolutamente raggiungere il sotterraneo, là ci saranno rinforzi per questo... attacco indefinito... potevi comunicarmi subito i tuoi ordini, avrei potuto scortare subito i civili dabbasso senza farmi minacciare da una tizia con le sue cose.» Ordini? Quali ordini? Perché sono sempre l’ultima a sapere le cose? Li guardo con uno sguardo preoccupato e misto a nervosismo.
“Però… mica male lo spilungone!”
il pensiero mi attraversa la mente con un lampo, scuoto la testa “Calma Andrea… cosa diavolo vai a pensare?” «Noi andiamo nei sotterranei, aiutami a scortare questi civili, due miei colleghi sembrano scomparsi e non so se da sola potrò farcela... quei... mostri erano attaccati al soffitto, un altro mi ha aggredito e sembrava uno zombie... ho dovuto sparargli... e a quanto pare dietro quella porta c'è un'altra cosa... la bestiaccia di prima è ancora in giro?» ma che diavolo sta succedendo qui? E perché la poliziotta ci sta spudoratamente provando con lui? “Basta fare la gelosa!”.
Poi ritorno al resto della frase e inizio a riflettere “quindi in questo palazzo ci sono altri… mostri?” devo tentare di scoprirne di più. Ad un tratto anche la dottoressa nota la ferita sul braccio della ragazza «sono un medico mi faccia vedere la ferita» dice raggiungendola.
Devo darmi da fare in qualche modo o qui rischiamo tutti la vita, mi avvicino anche io allo spilungone moderando il tono di voce in modo da farlo sembrare più basso del normale, non voglio che quegli esseri ci seguano anche qui «scusi… mi chiamo Andrea, ho visto quelle… cose la sopra e se le due donne che dice mi hanno dato ascolto, allora vuol dire che stanno ancora bene e che presto ci raggiungeranno…»
poi mi rivolgo al resto del gruppo «quelle cose ci hanno attaccato perché lo sparo le ha infastidite, da quanto ho capito sono cieche ma hanno un udito sviluppato…» mi accerto che tutti mi sentano senza fare troppo baccano
«dobbiamo stare silenziosamente lontani da quegli esseri, come vedete io sono senza scarpe perché i tacchi sono una causa del rumore… se facciamo silenzio quelle cose non ci attaccheranno. Io purtroppo non conosco bene la palazzina, chi di voi abita qui da tanto tempo?» spero che adesso tutti mi diano ascolto, è tempo di buttare via la facciata della ragazza timida…
*Ho messo tutti pg nella foto solo per questioni di spazio, il corridoio condominiale è troppo piccolo per una foto completa :,,
*se ho sbagliato qualcosa provvederò a rimuovere o modificare v_v
*11 foto*
Re: [Quest GdR] Sims Afterlife - Household
Moreen Evans
Sotterranei di Household
Mi ritrovo attaccata alla parete come da piano. Purtroppo il mio colpo non è andato a segno come previsto, così come quello di Adam. Quell’essere è dannatamente agile e veloce nonostante abbia una gamba praticamente spezzata! Se non altro siamo riusciti a colpire la gamba sana e il collo. Spero che le ferite appena riportate riescano a rallentarlo un po’.
Ma purtroppo abbiamo commesso un errore, un piccolo dettaglio in grado di compromettere tutto: abbiamo lasciato la torcia accesa rendendoci così facilmente individuabili. La creatura in men che non si dica ci raggiunge e poi tutto accade in pochi istanti: la lama dell’essere si conficca nel fianco di Lèonie per poi essere estratta pochi istanti dopo insieme a fiotti di sangue. Il nostro capitano emette un debole e soffocato gemito di dolore per poi accasciarsi al suolo dopo essersi portata la mano sul fianco ormai macchiato di rosso.
Sto per gridare, ma mi porto le mani sulle bocca per trattenere qualsiasi urlo possa provenire dalle mie corde vocali. Non devo farmi prendere dalla paura. Lèonie si è trattenuta il più possibile per evitare di allarmarci e di attirare l’attenzione anche dell’altra creatura. Perché oltre a questa ce n’è un’altra che si aggira poco più in là al buio e che è stata momentaneamente illuminata dalla torcia quando prima stavamo sparando. E nel peggiore dei casi potrebbero essercene più di due.
La creatura sta per sferrare un altro colpo, ma Zack interviene prontamente puntandole la pistola alla fronte. Come per me il colpo non raggiunge la destinazione desiderata, andandosi a conficcare nel collo vicino al punto dove l’ho colpita io. Nonostante non sia il risultato sperato, il colpo basta a farla vacillare indietro di qualche passo. L’essere si guarda poi attorno, sembra disorientato.
Sento Lèonie mormorare qualcosa e mi ricordo che è ferita. Mi accovaccio accanto a lei per accertarmi delle sue condizioni lasciando il resto nelle mani di Sawyer, ma improvvisamente la luce della torcia si spegne e i sotterranei ripiombano nel buio. Dev’essere opera del nostro capitano, per evitare di farci nuovamente individuare. Qualche secondo dopo sento il rumore di qualcosa di plastica e metallo, probabilmente la torcia, che cade. Un diversivo per distrarre le creature.
«Ottima mossa capitano» - le dico sottovoce - «Ora la prego di stare tranquilla e di non di sforzarsi. Troveremo il modo di uscire di qui e di trovare qualcuno in grado di curarla». Ma prima di trovare quel qualcuno, dobbiamo cercare un modo per fermare, o almeno bloccare il più possibile, la fuoriuscita di sangue dalla ferita. Mi rivolgo allora ad Adam: «Adam, potresti trovare qualcosa per tamponare la ferita di Lèonie?».
Mentre attendo una sua risposta, inizio a pensare a un modo per poter uscire da qui. In queste condizioni, combattendo potremmo avere la peggio contro le creature. Scappare, quindi, mi sembra l’alternativa migliore. Il buio e il non conoscere bene la struttura del palazzo, però, non aiutano di certo a trovare una via di fuga. Per ora l’unica uscita che conosciamo è la porta da cui siamo entrati, ma immagino che con il tonfo di prima si sia chiusa definitivamente. A questo punto ci dovrebbe essere un’altra porta in grado di condurre alle cantine o un qualsiasi altro posto. Il problema è: come raggiungere una porta di cui non si conosce la posizione, al buio e con dei mostri pronti a ucciderti?
Improvvisamente mi ritorna alla mente uno dei tanti racconti che mio nonno mi narrava quando ero piccola, uno di quelli legati alla sua vita militare. All’epoca mio nonno non era ancora colonello, lui insieme ad alcuni suoi compagni erano stati catturati durante una missione e rinchiusi in una sorta di stabilimento completamente al buio. In quel caso non vi erano strane creature, ma rischiavano comunque di essere uccisi se non fossero scappati al più presto.
Riuscirono a fuggire e a salvarsi con un semplice espediente usato per uscire dai labirinti. Da piccola rimasi piuttosto affascinata da questo racconto ed ora il metodo usato in passato potrebbe essere applicato anche da noi per uscire da qui. È vero che abbiamo comunque gli esseri che potrebbero attaccarci da un momento all’altro, ma non vedo altre alternative.
Provo quindi a esporre il piano mantenendo sempre un tono di voce basso: «Adam, Sawyer, in questo momento non penso che siamo nelle condizioni ottimali per poter affrontare quelle creature. Lèonie ha bisogno di essere medicata al più presto. Direi quindi di cercare una via d’uscita alternativa seguendo un metodo utilizzato per uscire dai labirinti: appoggiare una mano ad una parete e camminare seguendo l’unico percorso che permette di non staccare mai la mano dalla parete, fino a raggiungere un uscita o a ritornare al punto di partenza. In questo caso direi di usare la parete sinistra vicino a noi. Sarò io a stare davanti e a guidarvi. Uno di voi due si occuperà di trasportare Lèonie, mentre l’altro si occuperà di coprirci le spalle. Cercate di fare poco rumore e di rimanere quanto più possibile attaccati alla parete. So che è rischioso, ma non possiamo stare qui in eterno. Se avete altro da aggiungere fatelo adesso, altrimenti inizierò ad andare avanti.»
Rimango in attesa di una loro risposta.
Foto: 4
Piano concordato con il resto del gruppo
Quinta parte (Intermezzo) - Adam Miller
Adam Miller
Sotterranei Household
Dopo aver sparato, mi fiondo verso la parete. Grazie alla luce della torcia, riesco a vedere la traiettoria del proiettile. Al posto di colpire il ginocchio malandato, va a conficcarsi nella coscia.
“Merda.”
Anche il colpo di Moreen non va a segno, centrando il collo al posto della fronte.
Proprio mentre siamo quasi giunti alla parete, la luce della torcia illumina per un istante quella che sembra essere un’altra creatura. Ecco spiegato il moltiplicarsi del volume del sibilo. Siamo circondati. Le cose si mettono male, molto male. Sentiamo un gemito: è quello di Lèonie, che, colpita dalla creatura con la lama che avevo intravisto prima, cerca di soffocare un urlo. Si accascia a terra premendosi la mano contro il fianco; noto del sangue.
Un altro sparo: Zack colpisce ulteriormente il collo di quella… cosa, proprio mentre quest’ultima stava per attaccare una seconda volta Lèonie. Mentre la creatura indietreggia di qualche passo, i sotterranei ritornano improvvisamente bui. La torica viene spenta e scagliata via dalla capitana.
“Ora come facciamo senza torcia?!” penso esterrefatto. È vero che il tentativo di accecare la “donna” è stato vano, ma sarebbe potuta pur sempre tornarci utile, in qualche modo.
Sento Moreen accovacciarsi per controllare le condizioni di Lèonie.
«Ottima mossa capitano! Ora la prego di stare tranquilla e di non di sforzarsi. Troveremo il modo di uscire di qui e di trovare qualcuno in grado di curarla.» le sento dire sottovoce. All’inizio non riesco a capire il motivo del basso volume del suo tono di voce, poi me ne rendo conto: non vuole che veniamo individuati, ora che siamo al buio e le creature non conoscono la nostra posizione.
Si rivolge a me: «Adam, potresti trovare qualcosa per tamponare la ferita di Lèonie?»
Oh cavolo Adam, pensa. Cosa potresti usare?
Penso a tutto ciò che si trova nelle mie tasche: la Colt, due caricatori, il coltello… Ma certo, il coltello! Lo tiro fuori dalla tasca destra del pantalone e taglio il bendaggio alla mano sinistra. Una volta tolto del tutto, lo passo nelle mani di Lèonie, sempre tenendo il coltello in mano.
«Ecco Lèonie, tieni le bende ben premute contro la ferita.» dico sottovoce, porgendogliele.
La mia attenzione viene nuovamente catturata da Moreen: «Adam, Sawyer, in questo momento non penso che siamo nelle condizioni ottimali per poter affrontare quelle creature. Lèonie ha bisogno di essere medicata al più presto. Direi quindi di cercare una via d’uscita alternativa seguendo un metodo utilizzato per uscire dai labirinti: appoggiare una mano ad una parete e camminare seguendo l’unico percorso che permette di non staccare mai la mano dalla parete, fino a raggiungere un uscita o a ritornare al punto di partenza. In questo caso direi di usare la parete sinistra vicino a noi. Sarò io a stare davanti e a guidarvi. Uno di voi due si occuperà di trasportare Lèonie, mentre l’altro si occuperà di coprirci le spalle. Cercate di fare poco rumore e di rimanere quanto più possibile attaccati alla parete. So che è rischioso, ma non possiamo stare qui in eterno. Se avete altro da aggiungere fatelo adesso, altrimenti inizierò ad andare avanti.»
«Ricevuto.» rispondo. «Sawyer, sembri essere più forte di me. Carichi tu Lèonie sulle spalle? Io starò dietro e vi proteggerò nel caso in cui una di quelle creature si avvicini. Le stordirò ferendole con il coltello.»
Attendo una sua risposta.