Discussione: [Legacy - Il volere popolare] Life is only a game

"LIFE IS ONLY A GAME"

Non conta il tuo passato o il tuo presente, conta il tuo futuro, e qui non sei certo tu a deciderlo.



Capitoli:

-Capitolo uno
-Capitolo due
lasciare Simone e trovare un nuovo ragazzo,
diventare obesa,
adottare un gattino,
organizzare una festa,
baciare qualcuno
-Capitolo tre
raggiungere il livello quattro di cucina,
ottenere una promozione,
lasciare il ragazzo di colore,
andare a letto con il ragazzo di colore,
conoscere cinque sim e stringere amicizia con uno famoso..
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PS: Oltre al gioco base, ho travel adventures, late night, generations, vivi la città, animali e co, seasons.

"Life is only a game"mi ripeto mentalmente, mentre guardo fuori dai finestrini del taxi.
Tra poco scenderò da lì e, ad aspettarmi, troverò una nuova realtà.
Ho paura, tanta paura, ma cerco di trattenermi da una crisi di panico. Inspiro ed espiro, più volte.
"Quanto manca?"chiedo al tassista, un uomo baffuto sulla settantina.
"Un paio di curve e siamo arrivati" mi dice in tono rassicurante. Io però sono leggermente seccata, è tutto il viaggio che mi ripete sempre la stessa frase. Possibile che Sunset Valley sia fatta solo di curve?Poi, dopo qualche minuto, ecco che scorgo un lotto verde, abbastanza grande, con una piccola casetta bianca.

Il tassista tossisce ed intuisco che devo scendere.
"Forza e coraggio" mi dico e poi scendo, sfoderando un finto sorriso a quell'uomo.
"Buona fortuna,tesoro" esclama, strascicando troppo la 'o'.
Non risponde e mi affretto a scendere. Appena i miei comodi stivaletti toccano l'erba provo una sensazione d'inebriante piacere. E' morbida, soffice e profumata, come quella del mio prato, del mio vecchio prato.
Ripenso alla mia casa, alla mia famiglia e poi al fatidico giorno. Quel giorno in cui venni scelta per questo reality, quel giorno in cui i miei genitori piansero come se fossi morta e, ancora, quel giorno in cui la mia città mi salutò triste, sapendo che non avrei fatto più ritorno da loro.
Molti, però, dicevano che non era male come programma. Quelli forse non sapevano che, d'oggi in poi, ogni cosa che avrei fatto mi sarebbe stata impartita da estranei, sciocche e frivole persone di Bridgeport che per puro divertimento avevano inventato tutto ciò. Come se non bastasse, l'intero mondo mi avrebbe vista. Avrebbe visto me alle prese con una vita che mia non era affatto, magari ridendo delle mie sventure, intenti a sgranocchiare uno snack davanti alla tv. Sarei stata ciò che tutti avrebbero guardato la sera, quel reality figo che fa tendenza, quello di cui tutti parlano, anche al supermercato. Chissà se, anche i miei genitori, prima o poi avrebbero finito per vedere la mia vita come un stupido reality, chissà.
Mando giù quel pesante nodo alla gola e mi decido ad entrare.

Per poco non svengo quando trovo quella casa semi vuota. Non sono mai stata povera ed è davvero strano esserlo tutto d'un tratto.
Avrei dovuto lavorare per guadagnare qualcosa e comprarmi anche solo l'essenziale, visto che quel poco che mi avevano dato era scadente. Avrei dovuto lavorare, già, e così la mia laurea in legge sarebbe finita appesa al muro, senza alcun significato. Magari, per puro divertimento, mi avrebbero mandato a pulire i cessi; soltanto per distruggere la mia autostima, oltre che la mia vita.
Oggi, fortunatamente,i sommi, così si facevano chiamare, mi avevano annunciato che avrei avuto la giornata libera.
"Fa ciò che vuoi, per l'ultima volta" aveva gracchiato una voce dal cellulare, mentre ero in viaggio.
Sono pessimista, ma questa volta decido di lasciare spazio all'ottimismo, e penso che tutto sommato quella giornata non sarà male.
Per prima cosa decido di cucinare qualcosa, ho un certo languorino.

Prendo delle verdure ed inizio a preparare una deliziosa insalata. Sono stata fortunata ad aver avuto almeno del cibo a disposizione, cucinare è la mia passione e rinunciare anche a quella sarebbe stato troppo.
Spero tanto che i sommi mi ordinino in futuro di andare a lavorare in un ristorante, magari anche solo come pelatrice di patate, per cominciare. Almeno avrei potuto parlare a dei veri cuochi, conoscere i segreti del mestiere e, chissà, usarli in futuro. Ah, già..non potevo decidere io del mio futuro.
Poi, però, mi viene in mente che quel giorno potevo fare ciò che volevo, così un'idea inizia a materializzarsi dal nulla.
Esco in veranda e prendo il giornale.

In prima pagina c'è una foto di un ristorante. E' davvero bello, anche se non molto famoso. E' un ristorante di un piccolo paese come Sunset ma mi basterà per cominciare. Cerco allora il numero di telefono e, subito, lo digito su quel catorcio di cellulare che mi hanno dato.
"Sono Brooky Jordan, chiamo per il posto.."
Una voce femminile m'interrompe, senza darmi il tempo di finire.
"Inizia oggi stesso, anzi no, che dico, oggi e domani il ristorante è chiuso. Quando riaprirà un auto verrà a prelevarla a casa sua al mattino, si goda questo tempo e migliori la sua abilità di cucina. Arrivederci" dice e poi riattacca.
Sono entusiasta all'idea, troppo entusiasta. Ho paura, però, che i sommi mi obblighino a lasciare quel posto. Ho paura come mai in vita mia ce l'ho avuta.
Non voglio pensarci, per il momento, così accendo la tv per distrarmi.

Cerco, tra quei pochi canali a colori sbiaditi, qualcosa riguardante la cucina, voglio imparare il più possibile in materia, ma purtroppo noto che non c'è nulla.
Poco m'importa, è estate, il sole picchia a più non posso, e guardare la tv non è certo una delle idee più belle.
Il caldo afoso inizia a darmi fastidio, così, appena vedo passare il furgoncino dei gelati, corro fuori.
Sembro una bambina che aspetta le caramelle, tanto sono felice.
Mi avvicino ed ordino ad una donna un pò cicciotta un gelato alla fragola.

Soddisfatta del mio acquisto, che però mi è costato un bel pò, decido di rientrare.
Ma, poi, alla vista di un gruppo di ragazzini in costume, penso alla spiaggia.
E' proprio un luogo adatto per una giornata così, allora corro a prendere dalla valigia l'unico costume che ho potuto portarmi, uno bianco piuttosto sexy. Mi sta bene, davvero,così lo indosso e mi avvio fiera verso la spiaggia.
"Che peccato aver potuto portare un tipo di vestiti per ogni genere" esclamo triste.
La tristezza svanisce però alla vista di un sim alquanto attraente.
E' intento a fare un picnic con un ragazzino, che ipotizzo è suo figlio, e perciò non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Allora, per farmi notare, prendo posto in una sdraio accanto a lui.

Pensavo che il mio fisico mozzafiato lo avrebbe attratto ma non è così. Continua a parlare con il figlio come se niente fosse.
Capisco che si chiama Simone Bianco.
"Brooky Bianco" dissi a bassa voce. "Suona bene"
All'improvviso si gira verso di me, noto che il figlio se n'è andato, e capisco subito le sue intenzioni.
Mi alzo in piedi, scrollandomi la sabbia di dosso, e mi presento.
"Sono Brooky Jordan, sono nuova qui" esordisco.
"Io sono Simone Bianco, piacere"
C'è una stretta di mani impacciata e poi iniziamo a parlare come se ci conoscessimo da sempre.

Suo figlio, nel frattempo, torna, ma per fortuna non ci è d'intralcio.
Simone mi parla ininterrottamente. Parliamo del più e del meno, avviandoci poi a scambiarci piccolo segreti e dettagli sulle nostre vite.
Ha due figli ed è sposato, me lo dice subito ed apprezzo la sua sincerità.
"Non sono felice però.." esclama e poi cambia discorso "E tu? Come sei messa con i ragazzi?" mi domanda, quasi fossi una ragazzina.
Abbasso lo sguardo. Sono messa male, davvero male. Ho passato l'ultimo anno a Bridgeport, tra vari studi di registrazione e psicologi che mi preparavano a quello che avrei dovuto affrontare. Per i ragazzi tempo non ne ho avuto.
"Una come te non dovrebbe essere single" mi sussurra all'orecchio.
Poi si fa più vicino a me e, quando i nostri corpi sono separati solo da qualche centimetro, mi bacia.
Un brivido mi percorre il corpo.
Non è il freddo, dovuto alla pioggia che ha iniziato a cadere, ma qualcosa di nuovo.
Non l'ho mai provato prima d'ora e mi spaventa.
Termino il bacio appassionatamente, poi mi stacco e corro via, prima però gli stampo un bacio sulla fronte. Non è un saluto che avrebbe gradito, ma di più non mi sentivo di andare.

Torno a casa correndo, bagnata fradicia, e con il cuore a mille per tutto il miscuglio d'emozioni che ho provato quel giorno.
E' stata una sola giornata, solo ventiquattro ore, eppure mi hanno cambiato la vita. Avrei potuto scappare, ribellarmi e continuare a vivere per sempre così ma sapevo che non era possibile. Avevo un chip impiantato sotto pelle, con localizzatore, ed un branco di cameraman che mi seguivano per filmarmi.
Pure in bagno venivano, era davvero imbarazzante, ma penso che ci avrei fatto l'abitudine.
Avrei potuto aspettare che si distraessero e poi fuggire, ma non avrebbe avuto senso, visto che mi avrebbero trovato subito. Avrei soltanto fatto incrementare gli ascolti, gli avrei soltanto fatto un favore, a quelli.
Arrivata a casa mi infilo subito a letto, con il costume ed i capelli fradici. Non m'importa se mi prenderò l'influenza, non m'importa più di nulla.

Il sonno arriva subito, contrariamente a quello che pensavo. Dormo male però, sognando Simone e la nostra storia, che quasi sicuramente i sommi avrebbero rovinato. Mi agito nel letto come un indemoniata. Non mi resta più nulla, soltanto fragili pensieri, destinati forse a sparire anche essi.
"E' solo un gioco, è solo un gioco" ripeto. Si, in fondo lo è, peccato che dura tutta la vita.
​FINE.

Uh, un'altra legacy del volere popolare! Mi piace un sacco questo tipo di sfida E la tua mi piace pure molto. Scrivi bene, per cui è sempre un piacere leggere storie del genere, sono le mie preferite
Povera Brooky, mi ricorda la mia Indie. Anche lei all'inizio era super depressa, ma, vedrai, più avanti le cose andranno meglio. Si spera

La mia prima direttiva, come immagina Brooky, è di lasciar perdere Simone e di cercare un altro ragazzo. Ma non lo faccio per cattiveria, lo faccio per lei. Simone fisicamente non mi piace per niente, e poi è sposato. Meglio un uomo tutto tuo, Brooky, ascolta a me ù_ù

Una nuova legacy!!!!!
Mi piace molto^^ E hai avuto una idea originalissima quella del Reality show!
Ma ti dico già una cosa U_U:
Io sono cattivo in queste sfideU_U e la mia prima direttiva è:
Brooky dovrà ingrassare come una balena!
Per oggi, sono stato abbastanza buono U__U
Ciao!!!!

benvenuto nel culb del volere popolare! U_U
sono d'accordo con dia! simone è vecchio e brutto U_U
stefano, tu non sei mai buono un po' di pietà!
brooky è un po' sola.... la mia direttiva è di adottare una gattina
aggiorna presto!

Che bella legacy!! Mi piace Brooky e vedo che già sà cosa gli aspetta . Io non ho mai partecipato a questo tipo di legacy quindi sarò un pò "buona". Brooky deve organizzare una festa Aggiorna presto!!

ciao!!
ball'inizio! come direttiva ti dico di baciare qualcuno!

Ciao Giugiu!
Innanzitutto benvenuta in sezione! Hai scelto una sfida molto divertente, ma dubito che Brooky la pensi allo stesso modo
Prima di darti la direttiva volevo dirti un paio di cosette: scrivi molto bene, mi piace come hai impostato il primo capitolo. Non sei la prima che ha pensato ad un reality show, ma dimmi per caso ti sei ispirata ad Hunger Games? Mi ci ha fatto pensare soprattutto la prima parte, dove racconti dei genitori in lacrime che vedono partire la figlia, e degli spettatori del reality, sciocchi abitanti di Bridgeport che per divertimento la spiano e la obbligano ad eseguire le loro direttive. Non so mi ha ricordato molto la trilogia della Collins!
Volevo anche darti un consiglio per quanto riguarda le foto: in una legacy (così come anche in un diario) sono molto importanti per cui secondo me dovresti prestare un pochino più di attenzione quando le scatti. Un esempio sono i muri: prova a rialzarli quando scatti e vedrai che differenza nel risultato!! Poi prova a giocare di più con le inquadrature, per esempio non ci hai ancora fatto un primo piano di Brooky!
Per farti un'idea di ciò che parlo, potresti dare un occhio alle varie legacy aperte in sezione
Detto questo veniamo subito alla direttiva. Vedo che alla nostra Brooky piace cucinare, bene allora vediamo un pò di arrivare al livello 4 dell'abilità di cucina!