Discussione: [Legacy - Sfida delle sfide] MacIntyre Legacy

Originariamente Scritto da valuccia85

Ciao Angy! La tua legacy mi piace molto, quindi la seguirei con piacere se sei d'accordo
Leyla è una simmola stupenda ed anche se ancora non riesco a vederla benissimo con Clark, spero di potermi ricredere in fretta Sicuramente dipende dal fatto che non conosco ancora bene il personaggio ed il suo carattere ^^
Leyla sembra davvero tosta e molto solare... mi piace parecchio! Perciò aggiorna prestissimo perché vorrei conoscere meglio anche lei ^^
Complimenti ed aggiorna presto!

Grazie di essere passata a commentare e mi fa davvero piacere che tu voglia seguire la mia legacy
Clark e Leyla sono molto differenti caratterialmente. Fra poco posterò il nuovo aggiornamento. Spero che ti piaccia

Ciao! Per chi ancora non mi conoscesse io sono Leyla MacIntyre. La mia passione è la musica e sogno di diventare una musicista. La scorsa volta vi ho raccontato l’inizio della mia nuova vita a Cime Ruggenti. Dove eravamo rimasti? Ah si, ho trovato l’uomo della mia vita e ci siamo sposati. E siamo vissuti per sempre felici e contenti!

No ma questa non è una favola! E’ la vita! Ed il bello deve ancora iniziare.

La musica è da sempre parte della mia vita. Da piccola guardavo ammaliata i concerti musicali immaginandomi anch’io sul palco acclamata da migliaia di fan che urlavano il mio nome. Quando ho preso la decisione di intraprendere questa carriera ho pensato subito: «diventerò una chitarrista!» Suonare le corde di quello strumento mi portava con la mente ai momenti belli della mia vita, mi estraniavo completamente dal mondo esterno. Eravamo solo io e la mia chitarra.

Erano pochi giorni che Clark e io avevamo iniziato a convivere. Avevo sempre cercato di immaginare come potesse essere la vita matrimoniale. I miei genitori non credo siano stati mai molto innamorati. Lui era sempre in viaggio per lavoro mentre mia madre era impegnata nelle sue cene di beneficenza. Il mio matrimonio sarebbe stato diverso. Nella mia vita ci sarebbe stato amore, tanto amore.

Trascorsero due settimane dal nostro matrimonio quando Clark mi fece un bel regalo. Un giorno speciale da trascorrere noi due soli. Sarebbe stata la Luna di Miele che per motivi economici non avevamo potuto concederci.

Era un giorno di fine estate, il sole era ancora caldo. Io e mio marito ci alzammo presto, preparammo un pranzo al sacco e partimmo verso la spiaggia.
Mi pareva di essere tornata indietro nel tempo ai tempi di quando ero bambina e mi divertivo a fare i castelli di sabbia o a spruzzare i miei amici. Con Clark nella mia vita era ritornata anche l’allegria. Stavo davvero bene con quell’uomo. Nonostante i caratteri completamenti differenti, ero davvero innamorata di lui.

Da alcuni mesi avevano terminato la costruzione di un parco divertimenti sulla spiaggia, la gente era in fila per entrare e salire sulle tanto acclamate montagne russe. Clark non era un tipo molto coraggioso quindi fu davvero difficile convincerlo a fare un giro con me. «Soffro di vertigini!» continuava a ripetere.
Lui era un uomo da ufficio, la sua vita era all'insegna della sedentarietà e, forse la cosa più pericolosa che aveva mai fatto, era superare i limiti di velocità con la macchina.
Una volta saliti sulle montagne russe l’autocontrollo di Clark durò fino a che non arrivammo al punto più alto della corsa. Iniziò a gridare di quanto fosse pericoloso non afferrare saldamente la barra e che non sarebbe mai più salito su quell'aggeggio in vita sua.

Cercai di calmarlo e di convincerlo a fare un secondo giro con me ma fu irreprensibile. «Io non salgo più su quella macchina infernale! Preferisco la terra ferma!» bofonchiò e andò via.
Al contrario di mio marito io adoravo quelle macchina infernale come la chiamava lui. Così prima di raggiungerlo in caffetteria, dove aveva detto che mi avrebbe aspettato, feci altri tre giri.

Il parco divertimenti era davvero immenso, e senza rendercene conto il tempo era trascorso ed era arrivato il tramonto. Clark aveva prenotato una cena a lume di candela nel ristorante del posto, ma prima volevo assolutamente una foto ricordo di quel giorno stupendo. Non starete pensando male? Giuro che si è trattato solo di foto!

La cena fu davvero romantica, una violinista suonava per noi una musica dolcissima mentre il cameriere nel suo completo elegante ci serviva champagne. Saranno state le bollicine o il sole che avevo preso ma dopo cena mi sentii veramente male, così la serata dovette terminare forzatamente.

Purtroppo tutta la notte stetti davvero male e non chiusi occhio. Diedi la colpa al cibo del ristorante.
Quella mattina ero davvero uno zombie, neanche il trucco riuscì a coprire le occhiaie sul mio pallido viso. Clark mi convinse ad andare dal dottore per escludere un’eventuale gastrite.

Quindi, armata di occhiali da sole, mi diressi verso lo studio del mio medico curante, il Dottor Flash (in verità non è il suo nome ma io lo chiamo così per la sveltezza con cui fa le visite).

Arrivata in studio c’erano una decina di persone prima di me. Mi sedetti sulla sedia accanto alla porta dello studio e afferrai una rivista di moda. Non terminai neanche di leggerla che in meno di un’ora toccò già a me. (L’avevo detto io che era veloce nelle visite). Il dottor Flash mi chiese gentilmente i sintomi del mio malessere, e dopo aver descritto nei dettagli il mio malore, lui si avvicinò a me con aria allegra e disse: «Signora, io non credo proprio che lei abbia una gastrite! Le consiglio di andare in farmacia e comprare un bel test di gravidanza. Secondo me lei è in dolce attesa.»
Uscita dallo studio del dottore andai immediatamente alla più vicina farmacia, chiesi un test di gravidanza e tornai a casa. Il test risultò positivo. Ero davvero incinta!

Preparai mentalmente il discorso da fare a mio marito al suo rientro da lavoro. Per tutta la giornata pensai e ripensai a quale sarebbe stato il miglior modo di dargli la notizia. Quando però fui faccia a faccia con lui dimenticai tutto il discorso che avevo organizzato, così in modo molto diretto (forse troppo) lo guardai negli occhi e gli dissi: «Amore, sono incinta! Diventeremo genitori!»

Credo proprio di averlo spiazzato, sarebbe stato meglio essere meno diretti. Per più di 5 minuti lui rimase fermo a guardarmi come se fossi un’aliena appena arrivata da Venere (preferisco i venusiani, i marziani hanno quel colorito verdognolo che non mi piace).
Improvvisamente il silenzio che si era creato fu rotto e mio marito passò ad uno stato di palese agitazione iniziando a sproloquiare senza senso.
«Davvero? Diventerò papà? Devo subito a mettermi a lavorare. Un bambino costa tanto. C’è bisogno della culla, del fasciatoio, del girello, del seggiolone dei vestitini, dei pannolini….»

Continuò così per venti minuti abbondanti, mentre io lo osservavo divertita. Quando finalmente si calmò venne verso di me e rivolgendosi alla pancia del tutto inesistente disse: «Non ti preoccupare piccolino! Il tuo papà non ti farà mancare nulla.»

Detto questo, corse via, afferrò il suo notebook e si mise subito a lavoro. Lavorò per sei ore di fila senza mangiare e, ovviamente, una volta che si rese conto di ciò, inizio a lamentarsi dei crampi allo stomaco. Mi alzai e li preparai dei toast con la marmellata. Lo tranquillizzai dicendogli che mancavano ancora sette mesi alla nascita dell’erede e che aveva tutto il tempo per preparare il necessario per suo figlio. Non doveva però lavorare così tanto rischiando anche di compromettere la sua salute e fortunatamente fui ascoltata o no?

Originariamente Scritto da saphira_84

Che carino questo capitolo,
Clark è davvero un marito premuroso ma è troppo fifone
posso capire le montagne russe...ma come si fa ad avere paura della casa dei fantasmi... poi è sicuro di aver visto la bisnonna Clara
Bene bene quindi già erede in arrivo... chissà se è maschio o femmina.-))

Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo. Si Clark è un gran fifone, è assurdo Leyla è uscita davvero con quella faccia sorridente dalla casa dei fantasmi mentre lui vomitando.
Grazie per il tuo commento