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  1. #1
    sim magnifico L'avatar di *Life*
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    [Legacy - Sfida dell'incoscienza] Are you for real? - *12/05* UPDATE

    Salve bella gente!
    Ve la faccio breve breve: ho deciso di aprire una nuova legacy, per un semplicissimo motivo. Purtroppo, il mio computer è più che altro un vecchio rottame che sempre di più fatica a lavorare, per questo gli aggiornamenti della legacy del brutto anatroccolo sono diventati più rari (per farvi capire, ogni volta che gioco, a causa della lentezza, riesco a sento a fare 4-5 foto ). Ora, poiché un gentile benefattore ha messo a disposizione il suo computer e quindi il suo gioco (tra l'altro lui ha pure University, io no ), ho pensato di aprire una nuova sfida, così che nel frattempo posso giocare con quella e costruire un'altra storia.

    E, insomma, eccoci qui.
    Ultima modifica di *Life*; 12th May 2015 alle 18:50

  2. #2
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    Re: Are you for real?

    Ciao, ovviamente ti seguo anche qui, ci mancavano i tuoi aggiornamenti!
    (ed egoisticamente, direi pure commenti mi sa che non hai fatto in tempo a leggere le mie sfide )
    Una cosa però, manca il tipo di sfida

  3. #3
    sim magnifico L'avatar di *Life*
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    Re: Are you for real?

    Citazione Originariamente Scritto da rickynchains Visualizza Messaggio
    Ciao, ovviamente ti seguo anche qui, ci mancavano i tuoi aggiornamenti!
    (ed egoisticamente, direi pure commenti mi sa che non hai fatto in tempo a leggere le mie sfide )
    Una cosa però, manca il tipo di sfida
    Grazie per il supporto ^^
    Sì, pian piano sto recuperando tutte le legacy che seguivo. Vado un po' a rilento
    In realtà c'è: è una sfida dell'incoscienza

  4. #4
    sim magnifico L'avatar di *Life*
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    Re: Are you for real?

    1. C'era una volta...

    Questa che verrà raccontata a breve è una fiaba.
    Sì, perché le vere fiabe che si rispettino non sono quelle tutte rose e fiori,
    col principino azzurro e le fatine buone e le magie incantate e il vissero felici e contenti.
    No, le vere fiabe sono fatte da sirene che muoiono, mariti che uccidono sette mogli di fila,
    orchi, mostri, esseri orrendi, gente che muore di fame o viene mangiata.
    E questa è una fiaba, un racconto in cui la povera protagonista va incontro a un mondo di totale, assoluta incoscienza.



    C’era una volta una giovane donna di nome Sandra.
    Questa fanciulla era molto graziosa, non proprio una femme fatale ma comunque un esserino piacente e delicato.



    Ma la sua persona non si limitava a un bell’aspetto. No, si trattava di un’eroina moderna.
    Già, perché la nostra Sandra era ambiziosa, carismatica e perfezionista.
    Insomma, sapeva il fatto suo. Non a caso, aveva sviluppato un’abilità per il fai-da-te che le
    permetteva di risolvere senza bisogno di aiuti le situazioni più spigolose della quotidianità.
    Infine, amava prendersi cura degli altri, il che non la rendeva una reietta della società
    che preferiva rimanere da sola ad affrontare le infamie della vita.

    Con questi presupposti, una vita brillante le si parava dinanzi.
    Ma, dietro, ci doveva essere rigorosamente un passato di ingiurie e difficoltà.
    La povera Sandra era vissuta in una famiglia che le aveva dato tanto affetto.
    Ma a causa del suo carattere ambizioso e arrivista, la giovane fanciulla aveva deciso
    di non proseguire gli studi all’università, e invece di fiondarsi immediatamente nel mondo del lavoro,
    per diventare qualcuno e prendere in mano le redini della propria esistenza.
    In più, aveva deciso di farlo lontano da casa, trasferendosi in una cittadina lontana – chiamata
    Twinbrook – e prendendo in affitto la prima stanza resa disponibile da un residente.
    Ma i genitori, decisamente contrari alle intenzioni della loro unica figlioletta,
    avevano deciso di giocare sporco: le avevano tagliato tutti i fondi, lasciandola squattrinata.
    La povera Sandra, così, aveva potuto permettersi solo un misero pezzetto di terra su
    cui non era stato costruito assolutamente nulla, rimanendo poi senza un soldo.

    ---

  5. #5
    sim magnifico L'avatar di *Life*
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    Re: Are you for real?

    Ed è così che la sua vita avventurosa iniziò, in un modo decisamente fin troppo avventuroso per i suoi gusti.

    Per prima cosa, era necessario un lavoro. Assolutamente.
    Solo così avrebbe potuto guadagnarsi qualcosa.
    Le sue qualità caratteriali le avevano fatto capire fin da subito che lei aveva il fiuto per gli affari.



    Fu così che si avviò a chiedere un colloquio.
    La cara Sandra, come dicevamo, sapeva davvero il fatto suo,
    perché con le sue abilità oratorie e la sua determinazione nel fare la differenza
    riuscì ad ottenere un posto come Portatrice di caffè!
    Beh, non era la vetta, ma a quella ci sarebbe arrivata passo dopo passo.

    La seconda e ultima cosa da fare era molto più delicata e complessa:
    non c’erano dubbi, aveva bisogno di un marito che le portasse nelle tasche
    una discreta quantità di denaro. Da sola non avrebbe potuto andare avanti per molto,
    così doveva assolutamente trovare un uomo che la sposasse.

    In realtà, la povera Sandra non aveva intenzioni malvagie.
    Non voleva trovare un povero individuo da sfruttare e trattare male, no.
    Seppure non avesse tempo di trovare l’amore, cercava almeno qualcuno
    con cui condividere la propria esistenza, che almeno in parte la capisse e
    con cui andare magari d’accordo. E non doveva essere necessariamente
    ricchissimo… ma certo, non uno squattrinato.

    Fu così che Sandra iniziò a esplorare la città.
    Come prima tappa scelse la piazza del centro, il luogo d’incontro per eccellenza.

    Beh, in realtà non c’era poi chissà quanta
    gente, ma riuscì a scovare un uomo.



    Ora, non si poteva certo dire un adone:
    i capelli stavano inesorabilmente per finire,
    ma almeno il fisico sembrava reggere alle intemperie della vita
    e lo sguardo sembrava intelligente.

    Sandra decise di adottare una tattica ben precisa.



    Prima di ogni altra informazione, gliene servivano due ben precise:
    lavoro e situazione sentimentale.

    Alla prima domanda, l’uomo – che si scoprì chiamarsi
    Shamus () – rispose in maniera abbastanza soddisfacente.

    Shamus: Beh, ho iniziato da poco la carriera medica.
    Non posso ancora chiamarmi un dottore, ma spero di realizzare presto questo mio sogno.

    La cara Sandra era molto soddisfatta, ma non finiva qui.



    Pose presto il secondo quesito.

    Shamus: Beh, sì, sono sposato. Mia moglie è quella laggiù.

    L’uomo indicò una donna che li stava guardando in cagnesco.
    A Sandra non rimaneva che battere in ritirata.

    Mentre si allontanava dalla piazza, scorse un altro uomo.



    Era uno spettacolo semplicemente atroce.
    Naso e orecchie facevano a gara a chi spuntasse più prepotentemente verso l’esterno,
    lo sguardo era vagamente stupido e i capelli – per quanto
    avesse potuto scoprire il segreto dello swish – assolutamente disastrosi.

    ---

  6. #6
    sim magnifico L'avatar di *Life*
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    Re: Are you for real?

    Ma Sandra, che era una brava ragazza, si disse che l’aspetto esteriore non contava.
    Che avrebbero potuto comunque andare d’accordo e che forse quel look strambo
    stava a indicare che il tizio faceva parte di una famosissima e ricchissima rock band.

    Eppure, stavolta, Sandra decise di chiedere prima la situazione sentimentale,
    sperando sotto sotto in una risposta ben precisa.
    L’uomo, di nome Skeet, era sposato.

    Sopprimendo un sospiro di sollievo, Sandra si congedò e si
    allontanò definitivamente dalla piazza. Non prima però
    di essersi goduta un bello spiraglio di amore coniugale.



    Cercando di non pensare a quella sfortuna, decise di cambiare obiettivo.
    Era naturale che il posto più adatto per fare nuove conoscenze fosse il bar del paese!
    Come aveva fatto a non pensarci subito?

    Entrata nel locale, questo fu ciò che vide.



    Uno.



    Due.



    Tre.

    Erano tutti ammassati nell’ingresso, per questo il colpo fu tremendo.
    Stavolta, dovette sopprimere l’impulso di tornare a piangere
    e implorare pietà dai genitori, ma alla fine riuscì a trattenersi.

    ---

  7. #7
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    Re: Are you for real?

    Non ebbe però la forza di chiedere alcunché ai tre loschi individui.
    Sembravano sul punto di aggredire il primo malcapitato che decidesse di rivolgere loro la parola.

    Poiché anche il bar – esclusa la piccola combriccola
    di gangster – era deserto, Sandra uscì subito.

    Spinta dalla fame, andò a leggere i menù del ristorante vicino,
    di cui non poteva permettersi nemmeno il dessert.

    Lì, incontrò un uomo.



    Era forse uno scherzo?
    Forse festeggiavano il carnevale in quel periodo, a Twinbrook?



    Più per una questione di curiosità che per altro,
    Sandra chiese all’uomo, Buck, se fosse impegnato.

    Buck: Mi dispiace, sono fidanzatissimo!

    Non avendo il coraggio di rivelare all’individuo che non gliel’aveva chiesto
    con l’intento di abbordarlo, e soprattutto estremamente sconfortata che persino uno così
    era riuscito ad accasarsi, Sandra batté in ritirata.

    Cose più importanti richiedevano la sua attenzione.
    Dove avrebbe dormito? Cosa avrebbe mangiato?
    Dopo qualche ora a zonzo per la città, riuscì a trovare ospitalità
    presso la stazione dei pompieri, che gentilmente misero a disposizione
    un letto, una doccia e un frigorifero.



    A letto, Sandra sognò tutte le tattiche possibili per impressionare i datori di lavoro.

    Il giorno dopo si svegliò presto per arrivare in orario.
    Non poteva sbagliare, nel suo primo giorno di lavoro.

    Fu un buon inizio. La sua datrice di lavoro si chiamava Pattina ( )
    e sembrava una donna corretta e simpatica.

    Appena uscita, continuò la ricerca di un eventuale marito.

    Aveva studiato una nuova tattica. Sarebbe andata al parco giochi,
    dove magari avrebbe trovato qualche padre single alla disperata ricerca di una nuova compagna.



    E invece tutto quello che trovò furono un uomo e una donna intenti a chiacchierare
    e il forte presentimento che stessero insieme.
    Ma poteva sbagliarsi, così alla prima occasione si avvicinò a lui.
    Si chiamava Bobby. Sandra apprese che era Caposquadra alla stazione militare.



    Presa dall’entusiasmo, intavolò una disinvolta conversazione sul tempo.

    Bobby: Sì, ora è bello, ma vedrai che presto arriverà un temporale…

    E in effetti il temporale arrivò.
    La donna con cui stava chiacchierando prima si avvicinò a loro.

    Donna: Amore! Dobbiamo andar via, forza!

    Subita l’ulteriore sconfitta, Sandra non si dette per vinta.
    Aveva un piano di riserva: sarebbe andata in palestra, dove avrebbe trovato
    solo pezzoni d’uomo pieni di muscoli e di attrattiva.

    ---

  8. #8
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    Re: Are you for real?

    Appena entrata, trovò lui.



    Sandra non riusciva a capire. Dov’erano gli uomini sudati e virili?
    Che ci faceva questo damerino lentigginoso vestito di tutto punto in una palestra?

    E non era finita lì, perché ne arrivò un altro.



    Grazie a questo, capì una cosa.
    A Twinbrook il baffo era di moda.

    Ma capì anche che sotto, sotto, sotto sotto sotto,
    quell’individuo poteva nascondere del potenziale.

    Avvicinandolo, Sandra partì con le solite domande.
    L’uomo, Clark, era single!

    Commossa, gli chiese di cosa si occupava.

    Clark, damerino Clark, con tanto di occhiali da sole,
    cravatta rosa shocking e improbabile giacca a quadri,
    faceva il commesso al supermercato locale.

    Sandra provò in tutti i modi a riprendersi dallo shock.



    Sandra: Ma davvero? Pensa che io ti avrei preso benissimo
    per uno sceriffo! Non hai mai considerato di diventare sceriffo?

    Il povero Clark non aveva mai considerato di diventare sceriffo,
    perché la sua professione lo soddisfaceva abbastanza.
    Nascondendo la sua perplessità, Sandra si congedò e si avviò
    verso l’ultima meta della giornata: la lavanderia.
    Insomma, meta di uomini che vivono da soli o comunque
    senza la presenza di una donna che lavi loro i panni, no?



    No. L’unica cliente era questa strana donna, che invece di sedersi
    ad aspettare la sua biancheria aveva deciso di mettersi per terra col suo pc.

    Sandra non ne poteva più, così tornò alla stazione dei pompieri.



    Quella notte sognò di essere molto fortunata a non
    dover dormire su una panchina fredda e pericolosa del parco.

    ---

  9. #9
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    Re: Are you for real?

    Il giorno successivo, dopo il lavoro, scelse come meta il museo d’arte contemporanea.
    Ormai andava un po’ a caso, ma si poteva dire che la motivazione fosse probabilmente
    “uomini intellettuali e acculturati, bella roba”.



    All’interno non c’era che una donna vecchia e gobba, ma all’esterno incrociò un suo collega del lavoro.
    Si chiamava Lenny, ma ci aveva parlato solo un paio di volte.

    Ora, poiché l’alternativa era il macabro Skeet – sullo sfondo – trovò
    molto più piacevole intrattenersi con Lenny.

    Parlarono per un po’ del lavoro, poi si spostarono su argomenti più generici.



    Sandra gli confessò che sarebbe stato bello trovare l’amore in una nuova città,
    così si sarebbe potuta stabilire per sempre a Twinbrook.
    Poi, sempre casualmente , gli chiese se era impegnato.
    Lenny rispose che era single, e poiché Sandra già conosceva la sua occupazione,
    spostò la conversazione altrove, soddisfatta di quanto aveva appreso.
    Lenny non era decisamente un adone, né tantomeno giovanissimo, ma uno dei pochissimi single
    della città che aveva almeno l’opportunità di fare carriera,
    a differenza dei commessi dei supermercati.



    Si confrontarono sull’arte, quindi sulla pittura in particolare,
    ma all’improvviso una giovane donna si attaccò a loro,
    mentre i suoi pensieri vagavano palesemente in ambiti ben precisi.
    Confusa, Sandra non sapeva che pensare. Lenny aveva affermato di essere single,
    ma la giovane non sembrava volersi allontanare da loro.
    In più, una evidente protuberanza lasciava intuire che fosse in dolce attesa.

    Congedatasi, Sandra si ritirò alla stazione dei pompieri.

    L’indomani, dopo il lavoro, tornò al bar. Era alquanto avvilita
    dalla sua infruttuosa ricerca, così decise semplicemente di svagarsi un po’.

    Coincidenza volle che la giovane della sera prima si trovasse proprio in quel locale.



    Vedendola meglio, si accorse che la gravidanza era in stato decisamente avanzato.
    Ma la donna non si faceva problemi a riguardo; infatti,
    le chiese se poteva giocare anche lei a biliardino e iniziò
    a raccontare dei suoi ultimi acquisti per il bebè.

    Sandra ascoltò con piacere. Era una donna simpatica e per niente ostile,
    anche se la sera prima si era creata quella strana situazione.
    Forse aveva semplicemente capito male, e lei e Lenny non formavano una coppia.

    In fondo, perché l’uomo avrebbe dovuto mentirle sapendo
    che la fidanzata si trovava al museo?



    Ma la curiosità era forte. Alla fine della partita, Sandra le chiese se fosse impegnata.
    La donna, Jenni, rispose di no. Evidentemente, lei e Lenny erano solo amici.

    ---

  10. #10
    sim magnifico L'avatar di *Life*
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    Re: Are you for real?



    Sandra, spinta dall’espansività dell’altra, si mise ad ascoltare il pancione.



    Poi confidò come desiderasse fare un bel bagno,
    lasciando trapelare semplicemente che da quando si era trasferita non
    aveva ancora tutti i tipi di comfort
    (evitando di specificare che non ne aveva nessuno, in realtà).

    Jenni rimase colpita, e la consolò dicendole che presto avrebbe rimodernato casa,
    grazie ai guadagni sul lavoro. Era solo questione di tempo. Poi le lasciò l’indirizzo di casa,
    dicendole di andarla a trovare quando voleva.



    Soddisfatta, Sandra tornò a giocare, mentre dietro di lei si materializzavano Bobby e compagna,
    intenti stavolta a fare qualcosa di più sdolcinato di una chiacchierata,
    facendole perdere la voglia di finire la partita.


    Qualche tempo dopo, Sandra ricevette la sua prima promozione sul lavoro.
    Era al settimo cielo, e decise di andare a trovare la sua nuova amica Jenni.

    Arrivata, però, trovò due sorprese: Lenny e un piccolo bebè.
    I due, anche se non stavano insieme, vivevano sotto lo stesso tetto. In più, Jenni aveva partorito!
    Non trovandosi a casa, Sandra si fermò a parlare con Lenny.

    Lenny: Sandra, ciao! Ma cosa ci fai qui?!

    Sandra: Ciao Lenny! In realtà sono venuta a trovare Jenni, ma mi fa piacere incontrarti!

    Era sincera. Nonostante la grande sorpresa e la sempre crescente confusione,
    le piaceva parlare con Lenny. Era un uomo intelligente.



    Gli confidò della promozione, mentre il collega inaspettatamente non
    sembrava avere un’alta opinione di come l’avesse ottenuta.

    Per fortuna, però, alla fine si congratulò comunque.



    Sandra, poi, gli fece vedere un video divertente sul loro lavoro, sicura che avrebbe apprezzato.
    Dopo averci riso su per parecchi minuti, chiese di poter vedere il piccolo.

    ---
    Ultima modifica di *Life*; 24th February 2015 alle 15:53

 

 
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