Era ancora lei,la ragazza che avevo incontrato la sera prima per strada, Celine.Per un attimo ci guardammo e ridemmo di gusto,non ridevo da troppo tempo e quella risata avrebbe dato una svolta alla mia giornata. Così per smuovere la situazione iniziai con il dirle “Ancora fra i piedi, va tutto bene?? e comunque perdonami ancora ,sono abbastanza distratta” e mi rispose” ehi sei tu che mi segui” e io replicai “bè effettivamente sono io che ogni volta ho la testa tra le nuvole, comunque ti lascio alla tua colazione,ci becchiamo in giro” la lasciai con il suo caffè , ma dopo qualche minuto la vidi comparire al mio fianco. Mi chiese di passare la mattinata insieme, le risposi di si, forse mi avrebbe fatto bene un po' di compagnia. Parlammo del più e del meno,ci scambiammo il numero di cellulare ed entrambe ritornammo a casa. Quella giornata passò velocemente, mi misi a letto: erano le 23 e mi arrivò un messaggio di Celine con scritto : Ho guardato nei tuoi occhi e ho visto il mio riflesso,sei una persona speciale e credo che conoscerci meglio possa fare bene ad entrambe,potremmo diventare buone amiche” mi aveva fatto piacere ricevere il suo messaggio e le sue parole mi lusingavano, ma l'ultima parola che faceva da coda a tutti quei pensieri mi ostacolava, m'impediva di esprimermi, così le risposi “Grazie per queste tue belle parole, le apprezzo molto”,spensi il cellulare e cercai di prendere sonno.
Mi addormentai e mi sembrò di sentire la voce di Mia che mi chiamava al telefono e che mi diceva di raggiungerla al più presto. Poco dopo un altra chiamata:" Non puoi fare più niente, sei arrivata troppo tardi,anzi non sei mai arrivata... ora sei libera di lasciarmi qui e di andare lontana dove troverai qualcuno che sia alla tua altezza e che possa aiutarti a vivere e ad amarti come io non sono riuscita a fare,un'amica che ti stia al fianco per sempre,io non posso farlo più,addio." Piangevo,sentivo calde lacrime bagnarmi il viso. Volevo scappare da quella realtà, volevo fermare le lacrime ma non sapevo come fare...volevo urlare e ci riuscivo. Mi svegliai di colpo: erano le 3 di notte, non ero in me,non ero io;sentivo una parte di lei girarmi intorno volteggiarmi dentro.
Non riuscii più a prendere sonno, pensai tutta la notte e capii che quel sogno,anzi quell'incubo era un messaggio: non dovevo continuare a sentire né vedere Celine,mi sentivo in colpa, non potevo tradire la mia vera e unica amica e condividere le mie giornate con lei .No, non era giusto. cosi decisi di scrivere la parola "fine" prima di scrivere il "c'era una volta".Arrivarono le 9, feci un bagno caldo e mi dedicai completamente al giardino e al mio adorato cucciolo. Dopo aver pranzato e sistemato la cucina mi sdraiai in giardino a leggere un libro. I libri,le parole riuscivano a farmi entrare in un altra dimensione. I miei occhi però iniziarono a chiudersi, cosi feci una doccia e andai a fare una passeggiata con Sammy. Questa volta presi una strada diversa per evitare incontri.. pensavo a tante cose (come al solito) e non mi accorsi che Sammy non era più al mio fianco. Lo chiamavo, lo cercavo, ma niente, non usciva fuori. Poi sentii delle risate ed un cane abbaiare. Mi affacciai da dietro un cespuglio e scorsi un ragazzo che giocava con il mio cucciolo...
Mi schiarii la voce per far capire che quello con cui stava giocando mi apparteneva e che doveva lasciarlo andare..si alzò improvvisamente, si scompigliò i capelli e mi disse : Ciao,è tuo? È molto affettuoso..comunque piacere mi chiamo Cristian..risposi con distacco: Piacere Kristel, ora devo andare, si è fatto tardi..Ciao...
Non m'ispirava molta fiducia anche se devo ammettere che era davvero bello...
Aveva i capelli corti,castani,gli occhi azzurri e un fisico abbastanza attraente, per molte ragazze avrebbe potuto rappresentare il principe azzurro,per me era solo da evitare,avevo già fin troppi pensieri!
Le mie giornate passavano in fretta, erano passati tre giorni da quando non sentivo Celine, e non avevo nessuna intenzione di sentirla,per me era un argomento chiuso ormai.
Quel martedì non feci niente di particolare, la giornata era uggiosa cosi decisi di starmene al calduccio e leggere qualcosa,mi addormentai e a svegliarmi fu lo sbattere di qualcosa, mi alzai sospettosa e guardai in tutte le stanze..erano le 2 di notte e non ero proprio tranquilla, nonostante i film dell' horror fossero la mia passione..Alla fine trovai l'intoppo:era la porta posteriore che si era aperta a causa del forte vento,avevo dimenticato di chiuderla. Presi il cellulare per vedere se vi era qualche novità e sullo schermo comparve “1 nuovo messaggio”,l aprii...era Celine che mi chiedeva spiegazioni,il suo messaggio iniziava con “Magari non hai gradito la mia compagnia oppure preferisci stare da sola,anche se questo mi sembra alquanto strano,vorrei incontrarti per sapere qualcosa in più di te e cercare di eliminare questa barriera che hai posto fra me e te..ti auguro una buonanotte. Ah dimenticavo, i tuoi occhi parlano e so che quella mattina stavano bene. P.s non puoi mentire a te stessa...” Aveva capito tutto, era davvero incredibile,era riuscita ancora una volta a leggermi dentro, iniziavo a pensare che avesse dei poteri..Le risposi la mattina seguente, le scrissi “Non preoccuparti, ho avuto delle cose urgenti da fare, possiamo vederci quando vuoi e dove vuoi, a presto, buona giornata”.
Decisi di affrontare la situazione ,non avrei risolto nulla standomene a pensare e a fare congetture inutili su quell'incubo. Mi rispose in fretta “Oggi pomeriggio alle 5 vicino al parco della biblioteca, ti aspetto, baci”.Non sembrava finire mai quella giornata, forse perchè non facevo altro che aspettare le 5, quasi come un bambino che aspetta la propria mamma dopo una giornata di scuola.
Arrivate lì ci sedemmo su una panchina,parlammo dei giorni passati e poi arrivammo alla parte più difficile, iniziava a farmi delle domande alquanto strane..tipo..”Perchè sei venuta qui? I Tuoi occhi sembrano tristi,malinconici e nascondono una ferita profonda..Se c'è qualcosa che non va puoi parlarne tranquillamente,io sono qui per ascoltarti”.All'inizio non volevo, poi però mi lasciai andare e le descrissi tutte le difficoltà che avevo affrontato dopo quel maledetto 23 luglio..lei non fece altro che ascoltare e annuire in silenzio, mi guardava con gli occhi lucidi. Rimanemmo lì a parlare sino a sera...
Alla fine di tutto mi diede un lungo abbraccio e ribatté: “Ora capisco cos'è che ti fa star male,cos'è che rende buie le tue giornata,ora so cosa nascondono i tuoi occhi,devi capire che ogni persona è insostituibile ed unica io non sono qui per sostituire nessuno, non devi vedermi come una minaccia per il tuo cuore. Anzi, è aprendo il tuo cuore agli altri che puoi superare queste tue paure, paure che vanno affrontate insieme e se vorrai io potrei aiutarti, mi è bastato uno sguardo per capire qualcosa di te e questo non accade con chiunque. Accade solo con quelle persone che hanno un trascorso, una vita fatta di sofferenza e tanto amore. Occhi che vedono,che sentono e che sono lo specchio della tua anima, perciò se vorrai io sarò al tuo fianco ”
Le sue parole erano riuscite a commuovermi, ma non volevo mostrare un'altra parte di me, mi ero già “denudata” abbastanza.
Le risposi “Grazie, anche i tuoi occhi raccontano storie che non si possono leggere in semplici libri di biblioteca..."
Da quella sera passarono i giorni, i mesi e lei ed io diventammo sempre più unite. Eravamo felici se stavamo insieme, la base delle nostre giornate eravamo diventate noi,le nostre risate,le nostre piccole cose, gli abbracci ,le battute squallide, eravamo diventate come quando si parla del fuoco e del ghiaccio. Si dice ghiaccio e si pensa automaticamente fuoco, si racconta del fuoco e ci s'immagina ghiaccio. Due opposti indissolubili.
Decidemmo di vivere insieme, eravamo completamente in sintonia, e entrambe avevamo voglia di viverci..Con lei ero serena e non pensavo a nulla, se non a stare bene.
Ero felice e mi stupivo di me stessa ,ero riuscita a superare le mie paure senza nemmeno rendermene conto e questo lo dovevo soprattutto a lei che mi aveva fatto sentire qualcuno e che aveva cercato in tutti i modi di aiutarmi ad accettare me stessa .E' anche grazie a lei che ho capito cosa significa essere “leggere”, avevo eliminato quel macigno che avevo posto su di me e sul mio cuore.
Capii che Mia sarebbe stata sempre con me e che una parte di me sarebbe stata con lei. L'avrei ricordata così : con i suoi sorrisi esagerati, con i suoi occhi dolci, con le sue mani gelide, con il suo imbarazzo, con la sua voglia di nascondersi e di divertirsi nello stesso tempo. Si, la ricorderò ,anzi credo che questa vita la vivrò con lei ,perché tutt'ora la sento vicina, sento le sue mani sulle mie spalle, sento cingermi intorno al collo le sue braccia...è lei e mi sta dicendo che non mi lascerà mai e che vedermi cosi non può che renderla felice. In fondo,vivrò questa vita che mi è stata regalata anche per lei.
Tutto sembrava perfetto, mi sentivo completa. Ma a quanto pare la vita mi riservava altre sorprese...dopo un lungo pomeriggio trascorso con Celine a correre, persi di vista il mio cucciolo..non riuscivo a trovarlo da nessuna parte e non potevo rientrare a casa senza di lui. Era l'ultimo regalo che Mia mi aveva fatto, non potevo vivere senza di lui. Era mezzanotte e dopo averlo cercato dappertutto senza ottenere nessun risultato, decisi che era meglio rientrare. Passai la notte in bianco,mi addormentai solo verso le 8 ed erano le 10 quando il suono del citofono mi prese alla sprovvista..Mi precipitai alla porta e nell'aprire mi ritrovai davanti ad un bell'imbusto.
Era quel ragazzo che avevo incrociato per strada,Cristian...in braccio aveva il mio adorato cucciolo, lo presi e lo coccolai. Dopo qualche minuto gli proposi di entrare, sarebbe stato il mio modo per ringraziarlo. Rifiutò, ma in compenso mi chiese di passare la serata insieme nella pizzeria vicino casa. L'idea non mi allettava molto,però gli dovevo un favore, cosi accettai. Al risveglio spiegai la situazione a Celine ed era molto entusiasta. Arrivata la sera, decisi di vestirmi come di consueto: un jeans, una camicia e le immancabili converse. Il citofono mi chiamava ,mi precipitai fuori dalla porta e c'era lui con la macchina ad aspettarmi.
Passammo una bellissima serata e devo ammettere che riuscì a stupirmi...a primo impatto, mi era sembrato uno di quei ragazzi sbruffoni che vogliono fare colpo su mille ragazze per poi vantarsene con gli amici. Lui invece non era così, era un ragazzo apposto, amava gli animali, aveva la passione per la scrittura,nel tempo libero si dedicava alla sua chitarra ,gli piaceva comporre delle melodie...Rientrata a casa, parlai con Celine di questo Cristian e decisi di non interrompere la“conoscenza”.Continuammo a vederci,a sentirci. I giorni passavano e la situazione si faceva mooooltooo interessante.
Fino a quando arrivò il fatidico giorno...eravamo in macchina, mi stava accompagnando a casa e arrivati sul ciglio della porta mi baciò e mi disse “ da stasera sarai la mia cantante , farai vibrare il mio cuore con i tuoi occhi,le tue labbra,le tua mani,le tue parole. Da stasera sarai la canzone della mia vita. La mia musa”. Entusiasta,stavo per sciogliermi come neve al sole...il cuore sembrava esplodermi dal petto,ma facendo finta di niente gli risposi:" Sarò lieta di essere la tua cantante,musa e qualsiasi fonte di ispirazione purché sia solo tua,buonanotte”.E tutto cambiò da quella notte...
La mia vita é totalmente cambiata nel giro di un solo anno..Ora ho un ragazzo e un'amica con cui condividere tutto. Ed è così bello prendersi cura di due persone speciali come loro, sono davvero importanti per me... erano il tassello mancante della mia vita e ora che sono presenti la mia non è una semplice vita, la mia è una vita traboccante di felicità.
Fine I° racconto
Primula
Nel linguaggio dei fiori simboleggia l'amicizia nascente.
La primula fiorisce annunciando l'arrivo della bella stagione. E' una bella piantina erbacea perenne, che si presenta puntuale all'appuntamento con la primavera.
Cresce spontanea e rigogliosa nelle zone di montagna e ha i fiori di numerosissimi colori.