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  1. #21
    Super Moderatore L'avatar di polliciotta
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    Re: CAPITOLO III- RINASCITA...-

    Adoro le trame complicate dove alla fine si scopre che è tutto collegato, quindi non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo e vedere le foto.
    Complimenti per la fantasia!


  2. #22
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    Re: CAPITOLO III- RINASCITA...-

    Citazione Originariamente Scritto da polliciotta Visualizza Messaggio
    Adoro le trame complicate dove alla fine si scopre che è tutto collegato, quindi non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo e vedere le foto.
    Complimenti per la fantasia!
    Grazie!! Ho un po' rielaborato la mitologia nordica e poi ho deciso di sfruttare una figura di mostro che mi ha sempre affascinata(anche dopo che Twilight me l'ha rovinata): il licantropo!!
    E poi ho un'inesauribile fonte di aneddoti, storie e fatti realmente accaduti: mio nonno!!(infatti alcuni personaggi sono ispirati a lui...)

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  3. #23
    sim onniscente L'avatar di Vavi(:96
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    Re: CAPITOLO IV- SOGNI-

    CAPITOLO IV-SOGNI-

    “Nel mio popolo ci sono molte leggende sui gemelli. Per di più essi portano solo Morte alla loro genitrice. E’ nella loro natura l’ambiguità, l’ira e la presunzione. Sono esseri indomiti, difficili da controllare… Solo tu potevi spingerti a tanto… Potevi creare una forza così ...”




    Corro senza fermarmi. Corro nel fitto della foresta. Senza fiato. Senza fermarmi,perché se lo avessi fatto, sarei stata perduta. Sento riecheggiare le parole di Mathilde in quella sera di quasi un anno fa…



    “Mi pareva di averti detto di non andare a letto con lui! Ora prenderai più seriamente le mie parole e miei intrugli… quando due forze irrazionali si combinano niente di buono può nascere”




    Sento i loro passi dietro di me. L’abito che ho indosso m’intralcia il cammino, ma non posso fermarmi, loro non devono prenderli! Loro vogliono ucciderli! Non posso fermarmi.

    “Il tuo cuore ha già Scelto di chi saranno figli… e se il tuo cuore ha deciso… vuol dire che lo sa. E poi un’ Aracnide avrebbe avuto la forza di creare due indomiti esseri che hanno resistito pure alla morte? No, il seme del Lupo è forte… ma potrei anche sbagliarmi… te lo già detto una volta: se i capelli saranno neri o rossi la paternità sarà certa, se saranno biondi… si vedrà con il tempo…”

    Non riesco a respirare. Mi manca il fiato. Non riesco più a correre. No, un vicolo cieco… Stanno arrivando,sono perduta!


    “Tra il mio popolo si raccontava di due divinità, due gemelli, uno buono e l’altro malvagio, Narwain e Sersil. I due fratelli iniziarono a litigare fin dal grembo materno. Giunto il tempo di nascere, discussero anche di questo. 'Io nascerò come tutti gli altri' disse Narwain. Ma Sersil, avendo un animo malvagio, affermò che non era giusto che egli nascesse come tutti gli altri, voleva che la sua venuta al mondo fosse un evento eccezionale. Narwain nacque per primo in modo naturale, mentre Sersil uscì a forza dall’ascella della madre, uccidendola. Consapevoli del proprio potere, ognuno pretendeva di dominare sull’altro. , Narwain (che nella lingua degli Asi significa"Nuovo Sole") rivendicava il diritto di abbellire la terra, mentre Sersil (Lingua di Serpente, a causa degli occhi color dell’oro) era determinato a distruggerla. Narwain modellò il cielo con il palmo della mano e creò il Sole dal volto della madre morta, così che il suo viso sarebbe stato splendente per sempre, ma il malvagio fratello creò l’oscurità per far calare le tenebre.“




    Le miei mani grattano la superficie rocciosa della parete. Davanti a me si erge un monte. Lego i miei bambini alla mia schiena. Le mie mani si aggrappano e cercano qualche spuntone per poter salire. E’ inutile è tutto così scivoloso. Un fiume fuoriesce da un’orrenda faccia rocciosa che mi osserva. Mi Sento come braccata,intrappola. Respiro in modo affannoso. Scosto qualche capello dalla fronte e con tutte le mie forze cerco di salire. LORO stanno arrivando…Mi guardo in giro disperata in cerca di una via d’uscita. Ma i passi sono sempre più vicini…sempre più pesanti… devo salire… Mi prende un’angoscia tremenda. Perché non riesco a fermarmi. Perché non mi fermo e li affronto. Perché…


    “Allora, il gemello buono estrasse dal petto della madre la Luna e le stelle e le condusse a guardia del cielo notturno, quindi diede alla terra il resto del corpo della madre, da cui sarebbe nato tutto ciò che è utile: montagne, valli, foreste, alberi da frutto e animali buoni come il cervo. Ma Sersil creò i mostri che dimorano nel mare, gli uragani, le tempeste, le belve feroci, i rettili velenosi. Quando tutto fu completato Narwain concesse alle sue creature uno spirito protettivo, poi chiese al fratello di fare pace. Questi, in tutta risposta, lo sfidò per conquistare il dominio del mondo. Dopo una lotta furiosa, Narwain vinse e Sersil fu esiliato sottoterra, da dove non può uscire, ma da dove invia ancora dei servitori, che possono assumere qualsiasi aspetto, per continuare la sua opera di distruzione. Ma il buon Narwain continua a creare e aproteggere.”

    Il monte è così alto… Come farò?… Poi vedo due mani che si tendono Verso di me…. Alzo lo sguardo e vedo due donne avvolte nella luce... dai profondi occhi scuri… è l’unica cosa che vedo… ma è la fine, due mani mi prendono da dietro….e poi…epoi…




    ”Margareta…”


    Quella voce…Pepi! Sono al sicuro lui mi proteggerà da Loro… Ci proteggerà da LUI!


    CONTINUA
    Ultima modifica di Vavi(:96; 23rd April 2013 alle 16:11

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  4. #24
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    Re: Lacrime di Tenebra-CAPITOLO IV-SOGNI-

    CONTINUA
    Le prime luci dell’alba rischiararono ogni abitazione di Moonlight Falls e sembravano riflettersi con maggiore intensità sulla grande casa vittoriana dalle mura color crema, velandola di arancio. Il cielo era poco nuvoloso e un leggero vento soffiava per la strada,facendo ondeggiare le tende di pizzo della finestra aperta. L'aria autunnale impregnava ancora il piccolo prato che circondava la casa e l’erba tremolava simile a un mare tempestato di rugiada.



    Una casa comune, abitata da una famigliola che faceva di tutto per sembrarlo.
    Islea Adara Wolfsangel si svegliò di colpo, gridando. Era abituata agli incubi, da anni la notte la perseguitavano scene terrificanti di antiche battaglie passate, ricordi di morte accompagnati da nomi e luoghi.



    Chiuse gli occhi color pece. Le parve di risentire ancora il terrore, gli ululati degli inseguitori e la donna che scappava.
    Il suo viso era ancora nitido davanti a lei, mentre la fissava amorevolmente. Il suo dolce sorriso, i suoi occhi scuri.
    Non avrebbe mai potuto scordare quel volto, il volto di sua madre.
    La testa le girò e decise di bagnarsi il viso per riprendersi.




    L'acqua fredda le restituì quella capacità di ragionare fredda e distaccata che l'aveva resa indispensabile per gli Agentes. Aveva sognato sua madre e... sua madre era morta quando lei e suo fratello avevano cinque anni...
    E stava scappando da qualcuno... Ma chi?
    E chi era quell'uomo... Era lui suo padre?
    Fin da piccola questa domanda l'aveva perseguitata, ossessionata e infine era riuscita ad abbandonarla.
    Quando finalmente aveva trovato il coraggio di chiderglielo, lo zio Pepi l'aveva guardata a luongo con i suoi penetranti occhi scuri e le aveva risposto:"Ti do un cosiglio per la vita:non fare mai domande di cui non vuoi sapere la risposta".
    Le vecchi pettegole del paese sostenevano che fosse lui suo padre e quando gliene aveva chiesto conferma lui l'aveva riempita di botte per punirla della sua insolenza.
    Lo zio Pepi era così, duro, severo, cinico... tranne quando suonava il piano...
    Era cresciuta nell'immenso castello, conosciuto come "Il Palazzo delle Sfere di Luce".
    Ormai il clan era già in declino e il palazzo ne risentiva: era finita l'epoca dei grandi balli, dell'esercito di cameriere, cuochi, valletti era rimasto solo l'anziano maggiordomo, ed erano stati costretti a chiudere intere ale del castello.
    Erano in undici a viverci: I nonni, lo zio Pepi, la zia Mathilde, la madre, lei e suo fratello Xavier. In seguito dopo che la moglie lo aveva lasciato, vennero anche lo zio Michael e i suoi due figli: Lucius e Frieda.







    Lo zio Pepi si comportava con loro esattamente come suo padre aveva cresciuto lui e i suoi fratelli.
    Johann Amadeus Wolfsangel, la prova vivente che un pessimo padre spesso diventava un'ottimo nonno.
    Per anni aveva creduto che fosse perfetto...
    Era lui il capo del clan, all'epoca, il capo assoluto, incontrastato, forte delle sue origini non del tutto umane.
    Sua moglie, Raissa, era debole e stanca, distrutta dagli anni, nonostante recasse ancora tracce di un'antica bellezza. Guardando le vecchie foto, era facile capire perchè i due un tempo si fossero amati ed avessero deciso di sposarsi, ma quello era il passato: all'epoca, invece, la nonna aveva smesso di arginare il dispotismo del marito, che per sopravvivere alla depressione della moglie , preferiva concedersi lunghi periodi lontano da casa, che spesso avevano conseguenze: erano stati abituati ben presto a veder spuntare qualche nuovo parente quando meno se lo aspettavano. Ma alla fine lui tornava sempre da lei...
    Avevano sempre conosciuto bene il significato della parola "ossessione". Morì poco prima della figlia.

    E poi,durante l’autunno, poco prima che compisse cinque anni, successe qualcosa di imprevisto: la morte di sua madre.
    Fu un fulmine a ciel sereno, e, per quello che ne sapeva ancora oggi, si suicidò… non ci fu niente da fare. Per la famiglia fu un duro colpo: erano spietati, con gli altri e a volte anche tra di loro, ma non sopportavano l’idea di essere feriti dall’esterno.

    Dopo la scomparsa della figlia e del marito, Raissa si rinchiuse sempre più in se’ stessa e non passarono molti mesi che li lasciò anche lei… mentre lo zio Pepi reagì a modo suo, rendendo il loro mondo ancora più ristretto, ancora più limitato,tenendoli ancora più al guinzaglio. Come prima direttiva, dopo il funerale,diede ordine di far sgomberare il piano terra dalle cose appartenute alla mamma di sostituirle con mobili e suppellettili nuovi…
    Rimasero in sette in casa. A cena nessuno parlava, si sentiva solo il rumore delle posate contro i piatti.




    Ultima modifica di Vavi(:96; 5th April 2013 alle 20:39

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  5. #25
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    Re: Lacrime di Tenebra-CAPITOLO IV-SOGNI-

    Islea rimase a fissare il cielo che si illuminava d’oro, stretta nella sua vestaglia bianca. Aveva girovagato per il mondo cercando di dimenticare, ma non ci era mai riuscita. Nonostante gli anni che si portava ormai sulle spalle, aveva un’immensa voglia di fare cose terribilmente normali come mangiare una pizza, andare al cinema e uscire con le amiche a fare shopping il sabato pomeriggio, perdendosi dentro la folla dei grandi magazzini.
    Fino a quel momento però, non era mai riuscita a vivere come una normale. Ogni volta che aveva avuto degli amici umani, era sempre successo qualcosa che alla fine li aveva fatti scappare.
    Omicidi, ferite mortali e lotte all’ultimo sangue nel cuore della notte. Chiunque sarebbe fuggito dopo aver assistito a cose del genere.
    Islea aveva promesso a se stessa che questa volta sarebbe stato diverso... E ora lo zio era scomparso...



    Sospirò...
    Belial, suo marito, sosteneva che ora era compito suo occuparsi degli affari, ma lei si era sempre rifiutata di mettere anche un solo piede dentro la Wolfsangel Corporation e le sue associate. E lo stesso avevano fatto suo fratello e i suoi cugini.
    Erano anni che ormai di loro, la ditta, aveva solo il nome.
    Pian piano Peer Bergschrunde, il segretario personale dello zio, aveva scavato loro una fossa sotto i piedi: un'immensa voragine fatta di debiti e pessimi investimenti.
    E così aveva rilevato la società e, ora vecchio e stanco, aveva incaricato il figlio Peter di continuare l'opera.
    Nessuno sapeva perchè avesse permesso a Pepi di continuare a lavorare lì e gli versasse un piccolo stipendio mensile per aiutarlo a sopravvivere. Nessuno lo sapeva, nessuno tranne lei e Lucius.
    Un segreto che li aveva uniti indissolubilmente.
    Islea sentì la rabbia pulsarle nelle vene e oscurarle i pensieri, un brutto segno.
    L'unica cosa che riusciva a calmarla era camminare, vagare senza meta per un bel po'.



    Si spogliò, e quando rimase in intimo davanti allo specchio dalla cornice barocca, si giròdi profilo per osservare il tatuaggio dietro la sua spalla sinistra: il costante ricordo di ciò che aveva scelto di essere.
    Ma era una piccola macchia, a turbarla ogni volta che la vedeva, una voglia sul palmo della mano destra: una specie di zeta stilizzata, la runa wolfsangel, sacra al dio Vidar, il segno del Lupo. Il ricordo indelebile di ciò che era.





    Passare, mentre tutti la scrutavano mormorando parole che non riusciva a sentire, era una delle esperienze che dopo decenni ancora la innervosiva.
    Indossò un soprabito blu e un paio di occhiali da sole scuri. Erano gli abiti più anonimi che avesse; non voleva attirare troppo l’attenzione, desiderava solo confondersi tra le persone. Fingere, almeno per qualche istante, di essere come tutti gli altri, scordarsi di essere una figlia degli dei.
    FINE
    Ultima modifica di Vavi(:96; 23rd June 2013 alle 20:39

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  6. #26
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    Re: Capitolo V- PADRI E FIGLI

    Padri e Figli

    La primavera di Wolfburg era splendida: il sole riscaldava con i suoi tiepidi raggi le montagne e le vallate ora ricoperte di prati lussureggianti, i primi fiori gialli lo punteggiavano di gioia e gli uccellini cinguettavano allegri. I grandi alberi secolari del bosco di St. Karl intonavano una canzone alla sottile brezza che li accarezzava. L’aria profumava di vita.




    <<Mi racconti ancora quella fiaba, padre…>> mormorò un bambino dai capelli corvini.



    <<Va bene, Joseph…>> sospirò l'uomo, visibilmente infastidito dalla richiesta del suo secondogenito.




    Ultima modifica di Vavi(:96; 24th June 2013 alle 23:02

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  7. #27
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    Re: Capitolo V- PADRI E FIGLI

    << La madre di Sigfid, Edda, era una donna che viene descritta come “di straordinaria bellezza”… Il padre, invece, era una creatura di enormi dimensioni chiamata Fenris. Incatenato dagli Dei a causa della sua grandezza e della sua ferocia, Fenris giace su in isola aspettando la fine dei tempi, aspettando la vendetta.
    Quando giungerà la fine del mondo la catena che lo lega si scioglierà, e il lupo spalancherà la bocca con tanta ferocia che la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo.
    Il sangue umano di Edda e quello divino della creatura si erano mescolati… e da lì era nata la nostra stirpe!




    Sigfrid era dunque quello che gli antichi greci avrebbero definito un semidio. E, in effetti, era in grado di compiere imprese straordinarie… Ma non era soltanto invincibile: secondo la tradizione era in grado di leggere nel pensiero… In più era un taumaturgo: poteva curare ogni malattia… Storpi, ciechi, zoppi si rivolgevano a lui certi che sarebbero guariti… I frammenti delle sue vesti venivano tenuti come potenti amuleti, e, secondo la tradizione bastava guardare un suo ritratto per trarne beneficio…
    La Stirpe del Lupo continuò. Ma con l’andare del tempo, cominciarono a manifestarsi i caratteri recessivi di Fenris…




    Il primo fu un piccolo segno… una voglia che i discendenti di Fenris portavano su una parte del corpo… Una piccola macchia sul palmo della mano destra… un simbolo indelebile marchiato sulla pelle: una piccola zeta stilizzata. La runa wolfsangel, simbolo della nostra discendenza divina.
    Il secondo invece si manifestava con terribili accessi di violenza e… >>
    Ultima modifica di Vavi(:96; 23rd June 2013 alle 22:02

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  8. #28
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    Re: Capitolo V- PADRI E FIGLI

    <<ALEXANDER!!>> tuonò l'uomo rivolto al suo primogenito.



    <<Che vuoi, padre?>> rispose il bambino, annoiato, alzando appena la testa dalla lucertola che stava torturando.



    <<Cosa stai facendo?>> fece il padre con il tono dolce che usava quando era veramente arrabbiato e pericoloso.
    Il piccolo Joseph divenne ancora più pallido di quello che era: sapeva già quello che stava per succedere.
    Alexander, invece, ostentava una calma arrogante e sosteneva lo sguardo di fuoco del padre con una scintilla determinata nelle sue pupille color oro.

    Ultima modifica di Vavi(:96; 24th June 2013 alle 23:03

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  9. #29
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    Re: Capitolo V- PADRI E FIGLI

    "Il secondo invece si manifestava con terribili accessi di violenza…"
    Come tutti quelli della sua linea di sangue, Johann Amadeus Wolfsangel non ne era immune...



    Nessuna lacrima bagnò il visino del piccolo Alexander, nessun urlo o gemito uscì dalla sua bocca: perchè sapeva che avrebbero solo irritato ulteriormente il padre.
    E quando una voce infantile si levò per chiedere pietà, non era certo la sua: era troppo orgoglioso per farlo.
    <<Basta, padre! Basta!>> Joseph implorava misericordia per il fratello, come sempre.
    Ma Johann non era certo il tipo da cedere ai sentimentalismi.
    <<Come puoi? Come può un figlio mio comportarsi così? E’ questo che ti ho insegnato? TU NON SEI MIO FIGLIO!>>



    <<No, padre! La prego!>>
    <<Se non lo sono io… non lo è neanche Joseph, allora…>>
    <<Ancora, parli? Osi parlare ancora?!>>



    Ultima modifica di Vavi(:96; 24th June 2013 alle 23:04

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  10. #30
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    Re: Capitolo V- PADRI E FIGLI



    <<Stia calmo, padre…>>
    <<Ho speso la mia vita ad insegnare a te e tuo fratello il rispetto, anche per le creature inferiori… e tu non fai che straziarle ignobilmente! So perché lo fai: per insultarmi!>>



    <<Tu puoi picchiare me, ma io non posso giocare con una lucertola! E’ così? Io per te valgo meno della più insignificante creatura di questa terra maledetta!>>

    ***
    Deine kranken Gefühle
    geben ihm keine Chance
    Deine Wut will nicht sterben
    nur dafür lebst Du noch

    Du kannst, Du willst und wirst nie vergeben
    und Du verteufelst sein ganzes Leben
    treibst in den Wahnsinn von
    maßlosem Zorn, Vernichtung und Rache
    Du bist zum hassen gebor'n

    Meine Wut will nicht sterben
    Meine Wut will nicht sterben
    meine Wut stirbt nie

    I tuoi sentimenti malati
    non gli danno nessuna possibilità
    La tua rabbia non vuole morire
    solo per quello vivi ancora

    Puoi, vuoi e non perdonerai mai
    e denigri tutta la sua vita
    sei spinto alla pazzia da
    ira smodata, distruzione e vendetta
    Sei nato per odiare

    La mia rabbia non vuole morire
    La mia rabbia non vuole morire
    la mia rabbia non muore mai
    ***

    FINE
    Ultima modifica di Vavi(:96; 10th July 2013 alle 21:35

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