<--Leggi la prima parte
“Non posso crederci…” aveva detto lei mentre lui non accennava a voler smettere di accarezzarla.
“Nemmeno io, forse sono io il più sorpreso dei due”
“Ora lo ammetto: sono gelosa, anzi…gelosissima!” a quelle parole lui era scoppiato a ridere e l’aveva baciata sulla punta del naso.
“Se ti consola non sei l’unica ad essere gelosa, lo sono anche io” aveva ammesso, più a se stesso che a lei.
“Almeno ora sembreremo una coppia più credibile” come aveva finito di pronunciare quella frase si era tappata la bocca con la mano e con sguardo spaventato “non volevo dire coppia in quel senso… insomma…”
“Totta… non sei una delle tante…sei l’unica”
Un altro bacio, un altro e un altro ancora… la serata era quasi totalmente finita e loro erano ancora lì.
“Forza mia finta fidanzata… torniamo alla festa”
“Va bene…” si era alzata e si era incamminata per poi voltarsi verso di lui e posarli le mani al petto “ah, stanotte puoi dormire nel letto… dici addio al divano”
“Evvai!” aveva esultato Dominik rubandole un ultimo bacio.
Negli ultimi giorni che restavano a Formentera Dominik aveva assaporato per la prima volta nella sua vita una gioia genuina. La solarità di Carlotta aveva scaldato anche lui, stare con lei probabilmente gli avrebbe fatto solo bene. I giorni, le notti… in compagnia sua volavano. Già prima passavano veloci, ma ora che erano una coppia(?) passavano sin troppo leste.
Si erano goduti passeggiate romantiche per il centro, scherzavano sempre… le risate non mancavano mai…
Lei lo aveva persino convinto ad andare a cavallo… gli insegnava con pazienza ed era stata in quell’occasione che lei gli aveva confidato il suo sogno di una vita in campagna, tra le colline verdi con un paio di cavalli e i suoi colori per dipingere. Avevano parlato molto, lui si era aperto con lei ancor più di prima. Gli aveva raccontato di come sua madre se n’era andata…ma con lei al fianco anche i ricordi più brutti diventavano sopportabili e, al tramonto in quella baia romantica e deserta, lui si sentiva un uomo fortunato. Lei stretta a lui cavalcando spensierati e raccontandosi i propri sogni.
E poi ovviamente le giornate al mare, spesso anche con Alinda e zia Ingrid. Adesso aveva legato un po’ di più con quell’anziana donna… e quasi gli dispiaceva averle mentito. Ma non spettava a lui vuotare il sacco e in parte lo consolava il fatto che almeno adesso era una mezza verità.
Alinda ci aveva continuato a provare velatamente, ma lui era stato chiaro il giorno dopo la festa e la ragazza pareva essersi arresa. Così non le era restato altro da fare che osservare a distanza l’idillio in cui Carlotta e Dominik si trovavano…
Insomma, la vacanza era stata fantastica. Ed era giunta al termine.
Dominik aveva finalmente messo piede in casa, aveva accompagnato Carlotta al suo appartamento e ci aveva messo un’ora buona a salutarla, a forza di ‘un ultimo bacio’. Era stanco… ma incredibilmente soddisfatto.
Non aveva neanche disfatto la valigia che si era buttato nel letto e aveva dormito per le 12 ore a seguire.
Quando si era svegliato aveva un fastidioso cerchio alla testa, aveva guardato l’ora… erano quasi 7 del mattino e il sonno ormai era andato.
Era sceso in cucina sbadigliando vistosamente e si era preparato una tazza di cereali per poi accendersi una sigaretta e fare zapping alla tv. Avrebbe dovuto chiamare Anton ma certo a quest’ora l’amico se la dormiva della grossa.
Ripensava a quella settimana a Formentera, a come le cose erano cambiate… Carlotta e lui… chi l’avrebbe detto? Con la coda dell’occhio vide il suo portatile e gli tornò in mente l’email di Yuna, forse avrebbe dovuto leggerla ma non ne aveva l’intenzione.
In fondo, chi se ne frega di sapere cosa faceva o voleva suo padre?! Alla fine anche con lui si era comportato esattamente come quando sua madre Savannah se n’era andata. Si era limitato a qualche sporadica, e poco convincente, telefonata e poi era rimasto con le mani in mano. Non si era preoccupato di cercarlo con più convinzione o fermezza, esattamente come non lo aveva fatto con sua madre… il motivo che aveva scatenato la sua rabbia nei confronti di suo padre.
Il campanello aveva suonato disturbandolo, Dom aveva roteato gli occhi al cielo chiedendosi chi diavolo fosse alle 8 di mattina.
Si era alzato di malavoglia ed era rimasto scioccato quando, dall’altra parte, aveva visto una donna asiatica… dai lineamenti familiari.
“Yuna…?” aveva bisbigliato quasi. Lei aveva sorriso appena e aveva annuito col capo “Dominik…”
Che ci faceva lì?? Soprattutto come aveva fatto a trovarlo a Madrid??
“Come sapevi il mio indirizzo?” aveva domandato ancora scombussolato.
“Mi sono informata… Hai tenuto corrispondenza con alcuni dei tuoi amici e ho chiesto a loro dove vivessi”
“Ora so che non dovrò più dare i miei dati personali in giro”
“Anche io sono felice di vederti” aveva detto sarcastica “Mi fai entrare o devo restare sulla porta tutto il giorno?”
Senza dire niente si era fatto da parte facendola entrare.
La guardava, era cambiata tanto. Della ragazzina punkettona, con i capelli corti e la cresta con ciuffi rossi, non c’era più traccia. Ora davanti a lui c’era una donna dai lunghi capelli monocromatici e ondulati. Vestita di tutto punto, elegante e impeccabile che si muoveva spedita su quel tacco a spillo.
“Immagino che tu non abbia letto la mia email, altrimenti la prima cosa che mi avresti detto sarebbe stato altro” aveva detto sistemandosi a sedere.
“Cosa avrei dovuto dire?”
“Intanto mi piacerebbe sapere come stai, è parecchio tempo che io non ho più tue notizie. Non sapevo nemmeno che abitassi a Madrid…”
“Già, ho viaggiato parecchio!” aveva detto accedendosi la seconda sigaretta. Ne aveva decisamente bisogno. “sono stato parecchio tempo a Firenze, ad Amsterdam e ho visto molti altri posti. Faccio il flair bartender e sono contento così. Tu come stai?”
“Cavolo, hai fatto proprio un sunto della tua vita negli ultimi anni” aveva detto afferrando la spremuta d’arancia che lui le aveva offerto.
“Sai che odio i convenievoli” aveva tagliato corto. Ora tutto ciò che voleva sapere era cosa intendesse dire con quella frase che se avesse letto l’emai l’avrebbe chiesto altro.
“Certo… comunque per rispondere a come sto io, sto bene. Se avessi letto l’email avresti saputo anche i perché…”
“Non mi interessa aver notizie di mio padre… è malato? Sta per morire? Ha problemi di salute?”
“No, niente di tutto questo!” aveva detto lei sventolando le mani per dar maggior vigore alla sua affermazione.
“Allora non mi riguarda” era andato verso il frigo a prendere una birra, cominciava a sentire il bisogno di affogare i pensieri.
Ma era rimasto con la porta del frigo aperta, scioccato più di prima.
“Io e tuo padre stiamo per sposarci” Yuna era rimasta seduta, impassibile. Il tono asettico… la bottiglia gli era caduta per terra facendo si che i vetri e la bevanda si sparpagliassero ovunque.
“Che cosa??” anche lui era rimasto fermo nella sua posizione con ancora il frigo aperto.
“Mi dispiace dovertelo dire così Dominik, ma non c’è modo di parlare con te appena si nomina Mike…” non sapeva perché, ma quella nota di complicità nella sua voce come avevano fatto il nome di suo padre lo aveva fatto infuriare. “BASTA!” aveva gridato richiudendo il frigo con un tonfo e si era avvicinato a lei a passo deciso “Tu ti sposi con mio padre?! Mi stai prendendo per il culo??”
“Ti prego Dominik, cerca di calmarti… lui era molto giù da quando te ne sei andato e io mi son ritrovata a stargli vicino. Ovviamente solo in maniera innocente, ma l’anno scorso è nato un sentimento e non posso ignorarlo.”
“Ma ti rendi conto che stai parlando di mio padre?? Un uomo che ha quasi trent’anni più di te?!”
“Chi sei tu per giudicare?!? Sai quanto ho sofferto quando te ne sei andato?? Quando semplicemente mi hai abbandonata?? Io ero innamorata di te e tu te ne sei sbattuto di me! Hai tagliato i ponti con tutti…me compresa! Non hai idea dell’inferno che ho passato e tuo padre è l’unica cosa che mi ha fatto tornare il sorriso!” i toni si erano fatti accesi… era inevitabile se l’argomento era suo padre.
“Mi dispiace averti fatto star male, Yuna… non avrei voluto”
“Ormai è andata… ad ogni modo tuo padre ci terrebbe molto che ci fossi anche tu al matrimonio. Ci sposeremo tra un mese, a fine giugno.”
“Stai scherzando?!”
“Non pretendo una risposta ora… anzi, non voglio che tu me la dia adesso. Prenditi qualche giorno, calmati. E pensa se vale la pena buttare via il rapporto con tuo padre… quando morirà ti potresti pentire del tempo che hai sprecato restando arrabbiato con lui. Io resterò a Madrid ancora tre giorni, se vuoi parlare ancora con me mi troverai all’hotel Rosa.” Dicendo questo aveva lasciato sul tavolino il suo biglietto da visita con il suo numero di telefono e se n’era andata.
Quella sera Carlotta era stata provvidenziale. Per tutto il giorno Dom non aveva fatto che ripensare a quell’incontro con Yuna, già digerire il rivederla, già digerire il sentire di nuovo il nome di suo padre e in più digerire che si sarebbero sposati era troppo da fare tutto insieme.
Si era martoriato tutto il giorno tra birra e partite di basket, baseball…ma niente lo distraeva.
Ma Carlotta lo conosceva bene e quando lo aveva sentito al telefono aveva subito capito che qualcosa non andava così era corsa da lui.
Era arrivata con in mano 4 borse della spesa e lui l’aveva subito aiutata a posarle sul bancone.
“Cos’è? Vuoi sfamare l’intero esercito?” aveva riso lui, per la prima volta in quel giorno.
“Maddai è l’occorrente per farti una cena spagnola che meriti questo nome” aveva ribattuto iniziando a tirar fuori gli ingredienti e prendendo l’occorrente per cucinare. Vederla così, intenta a preparare una cena per lui, gli aveva stretto il cuore. Poi aveva guardato meglio il suo abbigliamento “Ehy!” aveva esclamato Dom con una finta aria indignata “La camicia che hai addosso è la mia!”
“Sì…l’avevi messa nella mia valigia e mi sta benissimo…” aveva riso ammiccando contagiando anche lui che non poteva far altro che condividere. Si era avvicinato a lei e scostandole una ciocca di capelli dal volto l’aveva guardata negli occhi azzurri.
“Sei bellissima…” le aveva detto prima di baciarla.
Avevano riso come bambini, non aveva ancora toccato l’argomento che lo tormentava… preferiva affrontarlo dopo e intanto godersi quei momenti con lei in cui si erano divertiti a cucinare insieme facendosi i peggio dispetti, in special modo tirandosi la farina. La cena era stata altrettanto piacevole, avevano parlato molto e scherzato… il tutto intervallato da altri baci.
“Ah c’è una cosa che devo dirti” aveva detto ad un certo punto lei “mio fratello Esteban… forse dovremmo…”
Lui l’aveva interrotta già spaventato all’idea “No! Aspettiamo a dirlo a Esteban… lui mi conosce! Mi ammazzerà appena saprà che io e te…insomma…”
“Insomma cosa?... io e te…?” il sorrisino beffardo che aveva Carlotta faceva ben intendere che voleva portare Dominik a dire una certa cosa. Ancora non avevano fatto l’amore (cosa che a lui pesava ma che faceva per farle capire che con lei non sarebbe stato solo sesso). “Io e te stiamo insieme…?” aveva detto abbozzando un sorriso e lei era saltellata felice correndogli in braccio e riempiendolo di baci.
L’aveva detto davvero… l’aveva fatto… era impegnato con Carlotta.
Dopo che aveva risistemato si erano spostati sul divano con una ciotola di pop-corn e un dvd… ma com’era finito aveva iniziato a parlare e lui le aveva raccontato dell’incontro con Yuna.
“Dom, forse dovresti riparlare a tuo padre… io non ho mai toccato l’argomento perché scatti come lo nomino…ma Yuna ha ragione, rischi che questa lontananza con lui diventi un rimpianto più avanti” aveva detto mentre lui continuava a tenerla abbracciata a se. Era la sua ancora.
“Non lo so… mi ha destabilizzato questa storia di mio padre che sposa Yuna…”
“Sei forse geloso?” aveva chiesto lei con aria interrogativa e preoccupata.
A quella domanda bislacca si era messo a ridere “No! No, davvero! Mi sconvolge perché mio padre ha 52 anni!”
“Al di là del matrimonio, a cui io ti consiglio di andare, cerca di trovare la forza di parlare con tuo padre. Dovresti affrontarlo una volta per tutte, con calma questa volta. Senza urlare, insultare e sbracciare come fai te quando ti arrabbi.”
“Se, e dico se, decidessi di andare tu verresti con me?” aveva bisogno di lei… non riusciva nemmeno a pensare alla possibilità da solo. Lei era il suo sole e riusciva a farlo ridere anche quando non ne aveva voglia… come quella sera ad esempio.
“Io sarò sempre al tuo fianco”
“Lo sai che ti adoro..?”
“Sì…ma mi piace sentirtelo dire”
Senza aggiungere altro l’aveva baciata…e per il resto del tempo non avevano fatto altro.
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SCENARIO A: VA AL MATRIMONIO DI SUO PADRE E YUNA
Forse Carlotta e Yuna hanno ragione: se non chiarisce con suo padre potrebbe pentirsene… anche se certo ora non ne sente la mancanza o la necessità. Ha paura che andare al matrimonio significhi più che altro liti e travasi di bile. Ma deve forzarsi e vedere se è possibile risolvere la sua precaria situazione familiare.
SCENARIO B: NON VA AL MATRIMONIO
No, non se ne parla. Se se ne pente lo valuterà quando accadrà, per il momento si pentirebbe solo di esserci andato. E’ abominio che suo padre sposi Yuna. Non è gelosia, per lei non prova niente ormai…ma certo Yuna era un suo ricordo e suo padre aveva rovinato anche quello. Al di là di tutto non approvava i trent’anni di differenza tra i due. Non avrebbe partecipato a quella farsa e sicuramente il suo fegato avrebbe ringraziato. Al diavolo Yuna e al diavolo suo padre.