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  1. #1

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    L'oscurità del sangue 2° capitolo

    L'oscurità del sangue



    Prologo
    Giuro che se mi avessero detto che lamia famiglia era strana non vi avrei creduto per niente, forse percheci vivevo dentro quindi non notavo nessuna differenza.
    Ma mai avrei creduto che intorno a meci fosserò creature cosi strane e soprannaturali...

    Indice

    Capitolo 1: Il viaggio
    Capitolo 2: 5 anni dopo

  2. #2

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    Re: L'oscurità del sangue

    Primo capitolo
    Il viaggio;


    Margheritaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
    Quand'ero bambina la gente miconsiderava strana,

    non parlavo, me ne stavo sempre dasola.
    Semplicemente non avevo voglia diconoscere nessuno, nè di scambiare quattro chiacchiere, nè di giocarecon le bambole o roba varia. Me ne stavo sull'altalena ad immaginarecome fossero i miei genitori, cercavo di capire dai miei lineamentidel viso come potessero essere e anche perché avevano deciso dilasciarmi di notte in un bosco.
    Non avevo nemmeno un cognome, ed era alquanto deprimente, perché tutti lo avevano nell'istituto mentre iovenivo chiamata per nome, quelle pochissime volte che qualcuno avevabisogno di me.
    “Margheritàààààààààààààààààààààààààààààà”

    Non penso che qualcuno mi volesse bene,le famiglie non mi adottavano, le mie amichette non mi volevano erodolce, tenera.. ma con qualche “rotella in meno”.
    Lo psicologo diceva che forse avevosolo bisogno di tempo, ma ormai tutti ci avevano perso le speranze.
    “Margheritaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aa”

    forse in tutto il giorno pronunciavobuon giorno o buona sera, la maggior parte delle volte avevo la golasecca o peggio dimenticavo quello che volevo dire.
    “Margherita” alzai il capo verso lasignora Simona, la preside della casa famiglia, era li sudata sottoil sole primaverile, aveva gridato tanto mi sa.
    “Quante volte devo chiamarti primache tu ti degni di rispondermi?”

    “Mi scusi, ero avvolta nei mieipensieri” risposi alzandomi.

    La badante scosse il capo, alzo gliocchi al cielo è fece un lieve sorriso.
    “Andiamo bambina”
    Mi portò nell'istituto con uno stranosilenzio, quando non rispondevo alle sue chiamate finivo sempre incamera senza cena e con una testa piena di chiacchiere, ma quellavolta fu strano.
    Ogni bambino si voltò al miopassaggio, stava succedendo qualcosa e questo era diretto a me, neicorridoi passavo sempre inosservata.
    La preside mi portò nel suo studio, emi fece sedere, tutto puzzava di strano, c'era tensione nell'aria chesi caricava minuto dopo minuto.
    La signora Simona diede uno sguardofuori dalla finestra osservando gli altri bambini giocare,chiedendosi perché io non ero come loro, avevo visto quello sguardodeluso e amareggiato milioni di volte, ogni volta che facevo qualcosache non andava, tipo nascondermi sotto il letto o in qualche postospaventoso dove nessuno poteva trovarmi.

    Fece un lungo sospirò e si voltòverso di me.
    “Margherita, ti annuncio che seistata adottata. Verrai prelevata domani sera dalla tua nuovafamiglia” mi disse.

    Rimasi per qualche istante a guardarla.
    “So che ci vogliono minimo tre mesiper poter richiedere l'adozione e un anno mi pare per altre pratiche.Perchè cosi presto per me?” chiesi.

    “Per te e diverso mia cara, non c'ène pratica e ne giudice, non possiamo più tenerti. Cerca diperdonarmi e capire la mia scelta. Preferisco darti a delle personeche conosco che a un altro orfanotrofio.” disse spazientita.
    Forse si aspettava che una bambina diappena dieci anni capisse quello che stava dicendo?
    “E' come farete con i mieidocumenti?” chiesi incuriosità.

    La signora Simona mi guardò, si stavairritando e ciò significava che quella conversazione sarebbe finitain fretta.
    “Quando sarai grande e se i tuoigenitori vorranno dirtelo lo saprai”.
    Cosi si concedo mandandomi via dal suoufficio.
    Non volevo andar via di li.
    Quella era la mia casa e nel suopiccolo anche la mia famiglia.


    Il giorno dopo la signora Sophia e ilsignor Marcus La Croix vennerò a prendermi, erano persone strane.
    Erano le sette e mezzo il sole era calatoda un pezzo e non avevo mai visto nessuna strada oltre a quella cheportava all'uscita, quindi il buio non mi aiutava a stare tranquilla.

    fu una o due ore di viaggio, nonricordo mi addormentai.
    Ma quando riaprì gli occhi vididavanti a me una casa vittoriana illuminata dalla luna,
    la signora Sophia e il signor Marcus mipresero per mano, accompagnandomi con passo lento, il vialettoprincipale era illuminato da piccole lanterne con luce e soffusamolto bassa,

    “Margerita, da oggi il tuo Nome saràLuna.” disse il signor Marcus, aveva una voce d'ura e giovanile.
    “Ci sono delle piccole e sempliciregole che dovrai rispettare in questa casa” riprese la signoraSophia, la sua voce era delicata e sottile, odorava di rose.
    “Si pranza e si cena insieme allafamiglia, verrai accompagnata nella tua nuova scuola da uno di noiadulti...” finì il signor Marcus.
    Mi lasciarono entrambi la mano perposizionarsi davanti a me, il signor Marcus appoggio la mano sullamaniglia guardandomi, non sapevo cosa mi aspettava una volta apertaquella porta, avrei preferito avere la possibilità di scegliere,avevo cosi tante domande, quale scuola? Avevo fratelli o sorelle?Sarei stata sola? Dov'era la mia stanza? I miei vestiti e il mioorsacchiotto?
    Ma ormai era tardi.

  3. #3
    L'avatar di mary24781
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    Re: L'oscurità del sangue

    Piuttosto sveglia sulle questioni legali Margherita Sono curiosa di vedere questa nuova famiglia, sono certa che ci saranno molte sorprese ^^

  4. #4
    sim dio
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    Re: L'oscurità del sangue

    Mi intriga questa storia
    Aggiorna presto ^.^


    Said where you goin’ ?what you gonna do? I been lookin’ everywhere I been lookin’ for you

    Eowyn

  5. #5
    sim dio L'avatar di KiraSim
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    Re: L'oscurità del sangue

    La storia sembra interessante!
    La bambina deve aver avuto un'infanzia difficile, ma a differenza di quello che dicono gli altri... non mi da l'aria di avere le rotelle fuori posto ^^'
    Anzi! E' molto attenta ai dettagli per avere solo 10 anni! Aspetto il secondo capitolo ;.)

    P.S. Nel primo post, al posto di "trama" non sarebbe meglio scrivere "prologo" o "introduzione"?

    ~ Mi dispiace, Diane. Non posso mantenere la mia promessa.
    Devi dimenticarti di me. Ma io non mi dimenticherò mai di te.

  6. #6
    simmino L'avatar di Reikaru124
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    Re: L'oscurità del sangue

    Un primo capitolo coi fiocchi, molto intrigante.
    Margherita è davvero matura per la sua età e anche sveglia!
    Aggiorna presto ^^

  7. #7
    sim veterano L'avatar di CareFree114
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    Re: L'oscurità del sangue

    Sono curiosa di leggere i capitoli seguenti.
    Anche a me non è sembrata strana questa bimba, anzi era molto attenta a ciò che le si presentava intorno.
    Ho paura solo che quella casa sia una sottospecie di casa degli orrori xD . Al prossimo aggiornamento!

  8. #8

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    Re: L'oscurità del sangue 1° capitolo

    Grazie a tutti per i commenti, ci sto mettendo tanto a preparare il primo capitolo perche e abbastanza lungo quindi mi serve tempo.
    Grazie anche per i suggerimenti.
    Sono impaziente di postare per sapere cosa ne pensate.
    Grazie ancora

  9. #9

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    Re: L'oscurità del sangue 1° capitolo

    Secondo capitolo
    5 anni dopo


    L'oscurità prese forma di nuovo.
    Ero di nuovo sola,abbandonata a me stessa, mi guardavo in torno e l'ambiente era buio.
    Avevo paura, avevo freddo.
    Ero sola.
    “No, non ti permetterò di farle del male tu sei un mostro” sobbalzai, chi aveva gridato? Era una donna, piangeva, lentamente percepivo la sua disperazione.
    “Tu non capisci,non sappiamo cos'è non sappiamo se ci scoprono moriremo” le parole erano sussurri.
    Sussurri di un uomo dalla voce dura e con esperienza.
    Lentamente l'oscurità prese forma.
    Una donna era in lacrime inginocchiata su se stessa, percepivo la sua disperazione.
    C'era qualcosa che teneva con se, che non voleva perdere.

    l'uomo camminava avanti e indietro davanti a lei, nervoso e disperato.. le sue sensazioni erano più forti più marcati.. se la donna soffriva lui soffriva il doppio di lei.

    “Vi chiedo solo di perdonarmi” sussurrò l'uomo.
    La donna lo guardò, scosse il capo
    “Mai” pronunciò con voce roca e rotta dal pianto.

    riaprì gli occhi nell'oscurità, un nuovo sogno con gli stessi protagonisti.
    La cosa iniziava a spaventarmi.
    Mi alzai e mi sedetti sul letto,

    erano appena le quattro del mattino.
    Dovevo capire chi erano quelle due persone e perchè io le sognavo.
    Mi guardai intorno, il sonno ormai era lontano quindi mi alzai e mi rivesti in fretta, eravamo in pieno inverno le vacanze di natale stavano per finire quindi sfruttavo qualunque un momento per starmene con bianca.

    Usci dalla mia stanza, camminai lentamente o i miei genitori mi avrebbero sentito,ormai ero abbituata all'oscurità della casa.

    Non so perchè, main questa casa non c'era mai una finestra aperta, la luce del sole toccava solo l'esterno vittoriano e non l'arredamento misto che vi era.. per ogni stanza vi era un arredo, gotico, moderno, antico.. mia madre aveva dato la possibilità di scegliere ad ognuno di noi, la nonna Amelia aveva preferito la sua vecchia camera da letto che aveva nell'altra casa, mia sorella Mia bhè lei era dark ma con sharm.. quindi la sua stanza si divideva tra il modaiolo e il gotico anche perchè i nostri genitori non le avevano permesso di dipingere le pareti ed i mobili neri quindi si era dovuta accontentare trafarfalle fuxia e qualche teschio... non era lo stesso discorso per mio fratello Abyss era un dark convinto..ma a differenza di Mia la sua stanza era molto stile antico l'unica cosa che si poteva trovare di elettronico era il grande sterio nero, poco tempo fa ero convinta anche che si tagliasse, scambiai della salsa di pomodoro che aveva sulla sua camicia per sangue.. spesso mi prende ancora in giro. Scesi in cucina e vi trovai la luce accesa, l'unica persona che poteva essere sveglia a quell'ora era mia nonna Amelia.

    “Luna, cosa ci fai sveglia a quest'ora?” mi chiese.
    Entrai in cucina.
    I suoi occhi erano stanchi, la vecchiaia e la malattia la stavano divorando giorno dopo giorno,
    percepivo il suo dolore a volte mi solleticava la pelle come se stesse raggiungendo il picco più alto.
    “Ho fatto un brutto sogno” risposi sedendomi accanto a lei.

    “Vuoi parlarne?”mi chiese.

    La nonna era brava ad interpretare i sogni, spesso glie li avevo raccontati, quando ero più bambina quando stava bene e mi portava al parco dopo la scuola e giocavamo li per tutto il tempo.

    Scossi il capo,“Non li ricordo” mentì.

  10. #10

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    Re: L'oscurità del sangue 1° capitolo

    Mi alzai e mipreparai la colazione,

    tra poche ore si sarebbe svegliato mio padre e non mi avrebbe fatto uscire sapendo che fuori nevicava, la nonna rimase li a guardarmi ogni tanto sussurrava qualcosa in francese la sua lingua madre, ogni tanto sorrideva e mi accarezzava.
    Fini la colazione,salutai mia nonna ed usci di casa.
    E una falsa speranza cercare di riscardarsi con la corsa quando nevica, il cuore mi batteva all'impazzata, non mi importava se faceva freddo ed ero da sola. Mi importava di bianca aprì la stalla e lei era li.
    Mi stava aspettando, mi avvicinai per accarezzarla, la sellai e sali sopra.

    gli misi la sella e c'è ne andammo in giro a correre,

    per i prossimi tre giorni non ci sarebbe stata la scuola quindi avrei potuto dedicarmi alei ogni ora come avevo già fatto per tutta la settimana.
    Iniziammo a camminare in lungo su tutta la costa, la spiaggia di inverno non era un granchè quindi salimmo sulle colline e scoprimmo qualche nuova radura, un nuovo posto dove saremmo andate in estate per un picnick.
    Arrestai la corsa di fretta quando mi squillo il cellulare, aspettai qualche minuto,sicuramente era mia madre che mi avvertiva dell'orario e di tornare a casa.
    Se rispondevo avrei dovuto tornare a casa se non avrei risposto sarei poi stata controllata a vista per tutto il mese. Scesi da cavallo e risposi.
    “pronto” cercai di apparire tranquilla e non eccitata per la corsa.
    “Sono le undici e mezzo torna a casa” chiusi il cellulare e guardai bianca.
    Ci incamminammo lungo il sentiero per tornare a casa anche se non sapevo minimamente dov'èro.

    la camminata fu rilassante, ritrovai subito la via di casa posai bianca in stalla è me ne tornai in casa camminando.

    Entrai in casa era l'unica via in cui non vi erano ne traffico e ne vicini, le finestre erano sempre sbarrate e da fuori non vi si sentivano tutte le urla che spesso Mia e Aby la maggior parte delle volte non sapevo perchè litigassero ma era sempre bello veder farli una finta pace per mano di papa.
    “Sono tornata” gridai sull'uscio di casa.
    adesso potevo far più rumore che potevo per farmi sentire, era capitato svariate volte che mia madre mi chiamasse nonostante fossi in casa solo perche non mi aveva sentito.
    Sali le scale e mi diressi in bagno avevo bisogno di una doccia una lunga doccia prima del pranzo soprattutto perchè le pressioni sulla povera Mia erano ormai al limite. Mamma e papa volevano sapere cosa ne voleva fare della sua vita visto che tra poco avrebbe compiuto 21 anni, si era presa qualche anno di pausa appena aveva finito la scuola, ma mamma e papa volevano sapere se voleva continuare gli studi o trovarsi unlavoro. Giustamente, entrambi la volevano all'università con voti alti e laureata in pochi anni.

    “Luna”
    mia madre entrò in bagno.

    “Mamma” la salutai, di questi tempi era isterica, mi controllava a vista, forse aveva paura di qualcosa?
    Usci dal bagno senza dire una parola, io continuai a fare la mia doccia in santa pace, usci e mi rivestì.

    “A tavolaaaaaaaaaaaaaaaaa” gridò mia sorella Mia, sapevamo entrambe che quel tipo di comportamento avrebbe fatto infuriare nostro padre ma lei, da sorella ribelle quasi quasi si divertiva.
    Rimani i capelli sciolti e scesi per il pranzo, si sentiva un odorino niente male dalla cucina, presi subito posto ero affamata
    cosi come tutto il resto della famiglia.

    A tavola non era possibile vedere la tv, secondo mio padre era un momento di discussione famigliare, anche se la maggior parte dei discorsi venivano intrattenuti da mamma e papa o finivano in grandi litigate con Mia che non voleva ne lavorare ne continuare gli studi.
    Forse nemmeno lei sapeva cosa voleva, la maggior parte del tempo lo passava davanti alla tv o usciva con le amiche.
    “Luna, cos'hai fatto stamani?” mi chiese mio padre.

    “Sono stata in giro con Bianca” risposi.

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