Quel bacio appassionato ci coinvolse anima e corpo.
Non avevo mai baciato una donna...
Il mio primo contatto con questa metà dell’universo fu inebriante.
Le nostre labbra si allontanarono lentamente; Nerea tremava lo sentivo.
I suoi occhi azzurri scintillanti,l’iride screziata da un biancore lucente mescolandosi all’azzurro con al centro la pupilla contratta,mi osservavano quasi ipnotizzati.
Le sue mani calde stringevano ancora i miei muscoli.
Uno splendido sorriso nacque dopo pochi secondi sul suo viso.
La sua pelle candida risplendeva alla luce della luna, le sue labbra carnose lasciavano intravedere l’avorio dei suoi denti perfetti.
Era bellissima...
Un silenzio appagante ci avvolge.
Dopo i primi attimi di paura mi sono lentamente abbandonata al bacio.
Convinta anche dalla stretta sicura e autoritaria di Roscoe.
Desideravo questo suo gesto da molto tempo...
Gli sorrido e lui ricambia.
I suoi occhi profondi,il suo odore...Tutto,immagazzino tutto dentro di me assaporando il momento; consapevole del fatto che questa notte nei miei sogni rammenterò tutto ciò che ora sta accadendo.
Disse timidamente.Nerea divincolandosi dolcemente dal mio abbraccio mi prese la mano, e accostandosi alla ringhiera guardò la luna che nel frattempo era sorta.
Mi ero ,intanto,avvicinato a lei e l’avevo circondata con le braccia attirandola a me.
Si voltò verso di me e io le posai un bacio sulla fronte candida.I suoi capelli emanavano una gradevole fragranza.
-Roscoe grazie per questa giornata magnifica.-
Poi rivolse nuovamente il suo sguardo alla luna nel cielo.
Un ombra,per un attimo, offuscò la sua espressione serena...
-Questo bacio ha un significato..Vero?-
Questa domanda a bruciapelo non me l’aspettavo.
Risposi dopo un pò.
-Tutto ha un significato Nerea...-
Immaginavo la sua paura; la condividevo ed era mia ferma intenzione tranquillizzarla.
-Vedi io non sono molto pratico con i discorsi e le cose romanzesche non fanno per me.-
Nerea mi guardò stupita.
-Ecco io..-
Poi prese la parola.
-Roscoe non voglio che ti metti in ginocchio e mi fai la proposta tranquillo!-
Rideva e risi anche io immaginando la scena comica.
-Uff mi hai tolto un peso dal cuore...A parte gli scherzi.Io provo qualcosa di intenso e voglio averti accanto..-
-Per me è lo stesso..-
Disse.
Si strinse a me; poco dopo fu lei a prendere l’iniziativa baciandomi.
Il suo bacio era sì dolce ,ma una punta di pepe nei suoi modi risvegliò in me certi impulsi assopiti dal tempo.
Dopo un pò decidemmo di attraversare la strada e di fermarci nel ristorante dalla quale proveniva il vociare della gente.
Entrai in cerca di un tavolo libero ma,dato che era affollato, uscì avvicinandomi a Nerea che era ferma poco distante.
-E’ stracolmo dentro!-
Dissi contraendo leggermente l’angolo destro della bocca.
-Beh sediamoci qui.-
Disse Nerea additando il tavolo alle mie spalle.
-Non preferisci aspettare che si liberi dentro?-
-No Roscoe va bene anzi!-
Mi preoccupavo per lei.
Non volevo che sentisse freddo ma, notando la sua indifferenza all’aria piuttosto frizzante lasciai fare.
Ci sedemmo; dopo pochi minuti un cameriere si avvicinò segnando su di un taccuino le nostre ordinazioni.
Poco distate ridevano spensierati un gruppo di amici sorseggiando cocktail alcolici.
Nerea sbirciava divertita, e ascoltava con interesse il flusso di parole comiche che ci investivano.
Era calato tra noi un pacifico silenzio.
Poi arrivarono le ordinazioni; entrambe scegliemmo un bel piatto fumante di risotto ai funghi.
Tra un boccone e l’altro chiacchierammo allegramente di cose futili e divertenti.
Nerea sapeva sempre come farmi sorridere a tal punto, e con una tale maestria, da farmi andare di traverso un boccone di riso.
Saliva leggero il vapore dal piatto, distribuendosi nell’aria e svanendo soavemente.
La brezza della sera serpeggiava tra noi infastidendo,dispettosa,la fiammella della piccola candela.
Le foglie ingiallite sospinte dal respiro del vento cadevano attorno a noi.
La serata era fantastica; nel cielo un tappeto luminoso di stelle seguiva il movimento della terra,che ruotava impercettibile.
Una foglia rossiccia posatasi sul capo di Roscoe mi fece esplodere.
Inizialmente Roscoe non si era accorto dell’intruso, e la ragazza al tavolo accanto se ne accorse sorridendomi.
Roscoe si rese conto dell’occhiata dei nostri vicini e ricambiò il sorriso, senza accorgersi minimamente del pregevole ornamento che l’abbelliva.
Mi sporsi delicatamente nella sua direzione, e godendomi il suo sguardo incuriosito ,presi tra le mie mani la foglia.
Solo allora Roscoe si rese conto del motivo per cui tutti attorno gli sorridevano e mi guardò divertito.
-Ah questa me la paghi..-
Le dissi sorridendo.
Nerea rideva di gusto giocherellando con la foglia.
Poi parlò..
-Roscoe quest’atmosfera mi ricorda casa...-
Appoggiando i gomiti sul piano del tavolo adagiò il viso tra le mani osservandomi mentre finivo il mio piatto.
-Ti mancano?-
Gli domandai versando nei bicchieri la rimanenza della birra.
-Beh si.. E’ stato traumatico lasciarli.-
Sospirò guardando le stelle.
-Vorrei tanto tornare a casa anche per un giorno e riabbracciare la mia famiglia.-
Disse alla fine.
Francamente non sapevo cosa risponderle...
Io non avevo nessuno che mi aspettava dall’altro capo del mondo,nessuno che mi telefonava quasi ogni sera per sapere come stavo, quindi in fin dei conti ignoravo il significato di questo stato d’animo.
Per non offenderla, gli risposi comunque improvvisando.
-Beh immagino..Deve essere dura da affrontare come cosa.-
Speravo che con questo mio commento stupido non si riaprisse una ferita nel cuore di Nerea...
Roscoe,lo sapevo,si sentiva a disagio.
Cambiando argomento gli chiesi del suo lavoro e quel velo di inquietudine sparì dal suo volto.
Mentre gli spiegavo le dinamiche del mio lavoro,le missioni estere a cui avevo partecipato,ci si avvicinò un cameriere ed ordinammo il dessert e un caffè per me.
Allontanatosi discretamente ripresi il discorso mentre Nerea mi ascoltava attentamente.
All’ improvviso un vuoto d’aria: mi sentivo svuotato completamente e i rumori attorno a me giungevano distorti.
Sembrava quasi di stare in apnea.
Sentivo un peso premere sul petto, i brividi scivolavano intensi sulla mia schiena.
Abbassai la testa, Nerea mi osservava inquieta,e mi voltai lentamente.
Un rumore inarticolato serpeggiava tra i timpani.
Poi chiara e squillante la voce mi chiamava.
-Roscoe!-
Vedo e sento qualsiasi cosa..posso in ogni istante sapere dove sei e cosa fai...
Alla fine eccoli.
Seduti,insieme al tavolo.
Riesco a sentire l’angoscia che pervade la sua anima.
Devo stare in guardia.
Qualcosa in lui non mi convince…
Trovo un tavolo libero poco distante e mi siedo con noncuranza gettando,ogni tanto,il mio sguardo su di loro.
La ragazza è molto bella.
Un invitante bocconcino.
Potrei saziarmi con lei.
Oppure usarla; giocarci o renderla mia schiava...
-Roscoe..Stai bene?-
E’ un attimo: tutto ritorna normale come se niente fosse accaduto.
Mi guardo le mani e dopo poco fisso Nerea.
-S-si va tutto bene, forse sarà stata la birra.-
Nerea prese tra le mani la bottiglia osservando l’etichetta.
-Roscoe ne abbiamo bevute due bottiglie, la gradazione è piuttosto alta...-
Mi guardò preoccupata.
-Sicuro che stai bene?Vuoi che guidi io al ritorno?-
-Tranquilla adesso mi passa..-
Mi stiracchiai mentre Nerea pensierosa continuava a fissare la bottiglia che conteneva ancora qualche goccia di liquido ambrato.