bello spoilerino
bello spoilerino
Mi piace molto il tuo diario. Le foto sono curatissime, la trama intrigante e tu scrivi bene, senza troppi dettagli inutili. Ti faccio i miei complimenti, non vedo l'ora di leggere il continuo!!
Ad perpetuam rei memoriam
Mentre le tre fanciulle si scambiavano segreti e confidenze, Nova doveva assolvere i suoi doveri di regnante: come promesso a Sephiro, si recò nella grande sala del ciliegio, luogo mistico e accessibile solo alla famiglia reale, per richiamare a sé il potere delle fate, da inviare come supporto strategico nelle terre di confine insieme ai due cavalieri.
Al centro della sala cresceva un albero di ciliegio nel pieno della fioritura: gli appartenenti al casato dei Fiori, alla fine dei loro giorni terreni, subivano una trasmutazione e, a seconda della potenza loro spirito, rinascevano come splendidi fiori o maestosi alberi, che non appassivano e non perdevano mai i loro fiori.
Una volta trasmutati, mantenevano in sé lo spirito che li aveva generati e, proprio per questo motivo, nel regno veniva celebrato il culto dei Fiori, per rendere omaggio alla memoria delle persone care che avevano abbandonato la forma umana, ma continuavano ad esistere sotto altra natura.
Nova accarezzò con dolcezza il tronco nodoso del ciliegio e chiuse gli occhi.
Nova: Madre adorata, concedimi ancora una volta la tua benedizione per affrontare i nostri nemici..
AD PERPETUAM REI MEMORIAM!
Non appena Nova ebbe finito di pronunciare l'incantesimo, la corteccia dell'albero iniziò come a pulsare, prima piano, poi sempre più velocemente, finché ne scaturì una luce intensa che esplose in mille scintille che un attimo dopo si andarono a condensare una all'altra, fino a dare forma alla sagoma di una fanciulla dotata di bianchissime, luminose ali.
Il suo nome era Ametista, ambasciatrice del popolo delle fate residente nelle sconfinate valli di Acquaneve.
Malgrado la discendenza dal casato della Pietra, le fate erano indissolubilmente legate al casato dei Fiori da una antica alleanza stipulata in tempi assai remoti: avevano offerto il loro supporto incondizionato in cambio della possibilità di dimorare tra gli alberi (spiriti trapassati) e nutrirsi del nettare dei fiori, grazie al quale erano riuscite a sopravvivere anche in seguito alla devastazione delle loro terre, campo di battaglia tra i due casati per molti cupi anni.
In memoria di ciò, il casato dei Fiori non perdeva occasione di servirsi del loro immenso potere, capace di ribaltare le sorti di una guerra ormai persa, e il popolo delle fate, a discapito della loro stessa stirpe e della loro indole più pacifica, non poteva che onorare il patto, poiché era in gioco la loro sopravvivenza.
Sebbene avesse l'aspetto di una ragazzina poco più che adolescente, Ametista era una tra le più sagge e millenarie fate: aveva servito già in numerose occasioni la regina Emeraude, madre di Nova, ed ora era stata chiamata per scendere nuovamente in battaglia a fianco dei Fiori.
***
Nova condusse Ametista nel suo studio, facendo convocare anche Sephiro e Lestat.
Con l'aiuto dei due cavalieri, la regina illustrò alla fata la situazione - che già ella ben conosceva - rammentando quanto decisivo fosse stato l'aiuto offerto in passato dalle fate, ma anche sottintendendo una devozione senza compromessi, pena l'interdizione dei privilegi riguardo ad alberi e fiori.
Ametista, per quanto contrariata, non poté far altro che ascoltare ed accettare di buon grado le richieste della regina, inghiottendo il boccone amaro delle velate minacce.
Quando la fata rivolse la sua attenzione ai due cavalieri, i suoi acuti ma delicati sensi furono improvvisamente investiti da una quantità di sensazioni e pensieri che le provocarono non poco turbamento: attraverso le ferree armature aveva percepito il battito dei loro cuori, e la sua ancestrale esperienza le suggeriva che non era il battito di cuori sinceri.
Non appena i due cavalieri si furono congedati, Ametista non poté trattenersi dall'esprimere alla regina le sensazioni negative che i due cavalieri le avevano trasmesso, sostenendo che entrambi nascondevano qualcosa di oscuro ed avevano mentito sulle loro reali intenzioni.
La regina, alquanto indispettita, non volle nemmeno ascoltare le ragioni della fata che per lo più erano basate su percezioni che i sensi di un comune mortale non potevano comprendere.
Ribadendo ancora una volta il vincolo che assoggettava il popolo delle fate alle sue decisioni, Nova impose il suo volere e la fata fu costretta a reprimere con tutta se stessa il proprio disappunto.
Il suo animo nobile non le impedì però promettere a sé stessa di vegliare sulla regina e scoprire cosa i due cavalieri tramassero alle sue spalle.
Prima di lasciare la stanza, Ametista formulò sottovoce poche semplici parole, che insieme generavano però un potente incantesimo di protezione: quella notte Nova sarebbe stata protetta da qualsiasi maleficio, oscuro presagio che aveva poco prima accarezzato gli attenti sensi della fata.
***
Sia Sephiro che Lestat avevano subito notato l'atteggiamento ostile di Ametista nei loro confronti: quasi certamente la fata aveva percepito la menzogna nelle loro parole, e se fosse riuscita a convincere Nova della disonestà delle loro intenzioni, non solo i due cavalieri avrebbero sopportato quel lungo viaggio invano, ma avrebbero probabilmente passato il resto della loro esistenza rinchiusi nelle segrete della prigione, accusati di alto tradimento nei confronti della famiglia reale.
Mentre il cielo si sfumava di rosa, sospesi su una terrazza ai piani alti del palazzo, lontano da orecchie indiscrete, Lestat espresse la sua preoccupazione all'amico e compagno d'armi.
L'unica soluzione che si prospettava era di accelerare notevolmente i tempi di attuazione della missione che si erano preposti, nonché allontanare quanto prima la fata dalla compagnia della regina.
Finché Ametista fosse rimasta a fianco di Nova, Sephiro non sarebbe stato libero di portare a termine il suo compito, ma anche affrettando troppo gli eventi, la regina avrebbe potuto sospettare della veridicità dei sentimenti del cavaliere, quindi la situazione andava gestita con molta cautela..
Lestat: ..anche se mi sembra che portare a termine la missione sia l'ultimo dei vostri pensieri ora, caro Sephiro, amico mio..
L'attenzione del bel cavaliere era stata infatti rapita da un profumo improvviso che aveva colto quasi impercettibile nell'aria umida della sera.. un profumo soave, delicato e famigliare.
Ultima modifica di archisim; 1st March 2012 alle 11:53
Bravissima archi, è appassionante sta storia
Metterai poi magari a fine diario le foto delle varie stanze del palazzo? mi piace un sacco
muhahah è la reggia che posterò per il concorsoOriginariamente Scritto da ManuTheBest
ho già* perso allora
comunque secondo me centra qualcosa l'incantesimo che gli fa la fata, magari combinano qualcosa quei 2 e grazie all'incantesimo non succede nulla boh
mai parole furon piu azzeccateOriginariamente Scritto da ManuTheBest
dipende solo da chi intendi per "quei due"
Archi, come sempre, brava, brava, BRAVA!
Io lo dicevo che quel Lestat mi puzzava, e infatti....ecco perchè gli piace il profumo di Luce...
Scrittura incantevole e deliziosa, rendi la lettura un vero piacere, e ovviamente, il corredo delle immagini è sempre ad alto livello...sperò di diventare brava almeno la metà* di te un giorno! 'notte archi e ancora complimenti!
stavo per sputare l'aranciataOriginariamente Scritto da Maru1e1a
C-C-COSA??? sputa tutto subito!!! non sai che qui è vietato bere quella robaccia????Originariamente Scritto da ManuTheBest
*versa un buon bicchiere di spinoncello per Manu*
grazie Maru mi fa piacere che sia apprezzata anche la scrittura, quella mi pesa assai, molto meglio fare mille foto piuttosto che scrivere tre righe XDXDXD