Avevamo lasciato i nostri eroi, Sid e Jen, alla nuova scoperta di Cloe diventata vampira.
Mentre il forum continuava la propria vita, mangiando i panettoni di Natale, festeggiando il Capodanno, partecipando alle feste di Carnevale, e s'accingeva ora a scartare le uova di Pasqua, loro sempre li sono rimasti, all'uscita del bar di vampiri, buoni-buoni ad aspettare che la Somma Creatrice si decidesse a pubblicare il capitolo U_U
Quindi eccoli in viaggio...
La moto di Sid frecciava a gran velocità tra le strade di Bridgeport, ancora vuote. Erano a stento le sei del mattino.
<<Non vedo l’ora di essere a casa e poter fare una doccia! Che schifo, penso ancora di avere addosso il puzzo di quel locale di vampiri! Vicious, quando una prossima volta vorrai trascinarmi per dubbi locali per tutta la notte, dimmelo prima alme-…HEY!!: Andry :>> si lamentò improvvisamente stingendosi di più a lui, dopo un’accelerazione improvvisa.
L’aveva fatto apposta, Sid: da quando aveva scoperto che a Jen spaventava l’alta velocità, non perdeva occasione di farle quello scherzetto, oltre per la soddisfazione di farla tacere, sentirne il seno che si schiacciava sulla sua schiena, e le mani che gli cingevano la vita, era ancora meglio!
<<Vicious! Va piano!!: Evil : E poi, che strada stai prendendo? Casa mia non è da questa parte!>>
<<Lo so>>
<<Allora sei doppiamente stupido, se sbagli pure in coscienza!!>>
<<Non ho sbagliato strada, dobbiamo fare una capatina a Twinbrook>>
<<A Twinbrook?!? :wowo!!:Ma sei impazzito? Fra tre ore dovremmo essere al lavoro! Io DEVO passare per casa prima!!>>
Sid frenò all’improvviso: <<Ok>> fece con un sorriso furbo <<Scendi allora!: Wink :>>
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<<Qui? Ma abbiamo lasciato il centro, dovrei fare il ponte a piedi, la metro più vicina è a due kilometri!!: Blink :>> si lamentò lei.
<<Capisco…allora temo non ci sia altra scelta, devi venire con me!: Chessygrin :>> fece fintamente dispiaciuto.
<<L’hai fatto apposta! Tu lo fai in continuazione!! : Andry : Ti odio. Profondamente. Sei l’essere più stupido e menefreghista che io abbia ma-…HEY!!! RALLENTAAA!!!>>
E due XDXD
Giunti alla Clips House, dopo due ore di viaggio, Jen non aveva ancora terminato la lusta lista di epiteti con i quali poteva appellare quello stupido essere che rispondeva al nome di Sid.
La giovane psicologa scese dalla moto, guardando l’abitazione ed indovinandone i proprietari, mentre Sid sistemava meglio il veicolo a motore spento.
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<<Bella casa>> fece lei osservando la parte frontale, soffermando poi la sua attenzione su di una seconda struttura, evidentemente aggiunta in un secondo momento.
A destare la sua curiosità, fu in effetti quella curiosa porta con l’oblò:
<<Cosa c’è li dentro?>> chiese spontanea, avviandosi già in quella direzione.
Sid le si parò davanti velocemente:
<<Nulla>> fece lui sorridente.
<<Allora posso vedere>> rispose lei superandolo, ma Sid la sorpassò nuovamente.
<<Nonono, qui non si entra!>> ripetè, più divertito che infastidito.
<<E perché mai?>>
<<Perché solo io e Cloe entriamo qui. E’…nostro.>>
<<Non essere ridicolo…>> fece lei ridendo, ma s’accorse subito di quanto, dietro quel sorriso beffardo, Sid fosse serio.
<<Posso sapere almeno cosa c’è?>>
<<No>> fece lui continuando a sorriderle in quel modo furbo: adorava dirle di no e farla arrabbiare, ma comunque non l’avrebbe fatta entrare li in ogni caso.
Né lei, né nessun altro.
<<Hey, ma buongiorno! Sid, quella moto ha bisogno di un silenziatore, hai dato la sveglia a tutto il vicinato!>> fece una voce dall’alto.
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Jen alzò gli occhi, e la versione adulta da li a vent’anni di Sid, le si parò nel campo visivo. Doveva essere il padre, come confermarono le parole del ragazzo poco secondi dopo:
<<Ciao papà! Lascia la porta aperta che saliamo subito! Guarda che bel pezzo di femminuccia che ho portato!: Chessygrin :>>
<<Sid!!:8)>> digrignò tra i denti Jen: non voleva certo essere presentata in quel modo!! Grrr, che odio!!
Eric, il padre di Sid, sorrise leggermente: almeno suo figlio portava un po’ d’allegria. Magari avessero potuto prendere esempio da lui, pensava l’uomo mentre rientrava, lasciando socchiusa la porta.
<<Vieni>> le fece Sid pratico, e Jen lo seguì.
Improvvisamente però, il ragazzo si fermò a metà scalinate:
<<Jen?>>
<<Si, Vicious?>>
<<Ehm…non devo dirglielo, vero? Di Cloe?>>
Jen sospirò…avrebbe dovuto capirlo che erano li per quello:
<<Ovviamente no. Non fare cose affrettate: sei ancora scioccato, oltre che a rivelare la nuova natura della tua amica ai suoi genitori, provocherà loro un trauma non indifferente.>>
<<Ok, allora…>>
<<Nemmeno ai
tuoi, di genitori>> lo interruppe lei metodica.
<<Certo…>> soffiò il ragazzo stringendo forte la ringhiera.
<<Temo inoltre…>> fece la bionda raggiungendolo sulle stesso scalino: <<…che tu stesso non abbia ancora metabolizzato bene la cosa. Se ti va di parlarne…>>
<<Parlare con te?>> ghignò lui lui sforzandosi di recuperare di nuovo un po’ d’ilarità:
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<<C’è tanto altro che potremmo fare, biondina, altro che due chiacchiere!>>
Jennyfer sorrise beffarda:
<<A volte quasi percepisco un cuore, una sorta di umana bontà, ma poi ovviamente mi rendo conto che alla fine rimani sempre il solito porco.>>
<<La fai suonare come una cosa brutta>> fece lui avvicinandosi in maniera pericolosa.
<<Molla l’osso, Vicious!>> ribattè la ragazza, sorpassandolo ed evitando accuratamente il minimo contatto fisico.
Entrati in casa, sia l’ingresso che la cucina si presentarono vuoti:
<<Ma dove sono tutti?>> chiese Jen sottovoce, pensando che probabilmente gli altri ancora dormivano.
<<Bho. Vuoi un caffè?>>
<<Oddio, si! E’ proprio quello che ci vuole adesso, sono distrutta.>> fece lei seguendolo in cucina, passando velocemente il proprio sguardo tra le foto di famiglia appese al muro.
<<Il caffè è già fatto, e la macchinetta è piena per metà. Ergo sono già tutti in piedi>> disse Sid versando due tazze, e poi porgendogliene una.
<<Si, però la casa è così silenziosa…>> mormorò Jen prima di fare una lunga sorsata.
<<Come immaginavo, papà e zio Marc sono fuori in giardino>> fece Sid appoggiato al vetro della finestra. Jen gli si avvicinò per guardare a sua volta.
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<<Come stanno tutti?>> chiese pacatamente, come le imponeva la sua formazione professionale di psicologa.
Sid si strinse nelle spalle:
<<Credo che riescano ad andare avanti solo perché Cloe agli atti è ancora scomparsa, e non…>>
<<…ho capito>> concluse lei aiutandolo.
Sid odiava stare in quel modo. Per sua natura, la sofferenza e il piangersi addosso erano cose che non lo riguardavano.
Bastava solo trovare qualcosa che potesse distrarre, non far pensare, e i problemi che tanto spaventano, possono diventare minuscoli.
Bastava non fermarsi. Bastava non perdere lo spirito.
Mentra Jen osservava dalla finestra le movenze di Eric e Marc, tentando di carpirne uno status psicologico, Sid la distrasse annusandole i capelli, e provocandole brividi su tutta la schiena.
Ma voleva proprio farla arrabbiare quel giorno?
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<<Ma che cavolo fai?: Andry :>> chiese rabbiosa voltandosi e trovandoselo nuovamente troppo vicino. Bhè, aveva trovato la persona sbagliata per giocare al gatto col topo!!
<<E’ l’odore dei tuoi capelli…mi istiga, sai?: Wink :>>
<<Ti regalerò il mio shampoo allora!:o.O:>> ribattè lei evitando di guardargli le labbra.
<<Vengo a prendermelo a casa tua?: Cool :>>
<<Cough-cough…>>
Un tossicchio divertito attirò la loro attenzione verso l’entrata della cucina.
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<<Mamma…ma buongiorno! E saresti qui da…quanto?>>
Star ghignò, facendo chiarezza in Jen da quale dei due genitori Sid avesse preso più tratti:
<<Da poco prima dell’inizio del vostro simpatico téte-a-téte, ma immagino che per togliere la tua amica dall’imbarazzo, dovrei rispondere diversamente…quindi risponderò che sono arrivata solo ora! Tesoro? Hai una vaga idea di quante volte ha cambiato colore la tua faccia?>> chiese Star ricolta alla psicologa, che manco a dirlo, avrebbe desiderato morire dalla vergogna. In quell’istante.
<<Io-io, mi chiamo Jennyfer, signora Logan, sono una collega di lavoro di Sid :ansioso>> balbettò frettolosamente andando a stringerle la mano.
Quell’idiota (che aveva pure il coraggio di ridacchiare della faccenda!) le aveva fatto fare un’altra figuraccia!
Prima col padre, e ora con la madre! Stupido Vicious!
<<Non mi pare proprio che tu lavori con me…decisamente no! : Lol :>> fece lui di rimando, godendo nel metterla ancora di più in imbarazzo, mentra Star passava lo sguardo dall’uno all’altro, lievemente curiosa.
<<Ehm…sono una psicologa di fantasmi! : Blink :>>
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<<Che lavoro…allegro. :,,>> rispose Star stentando un sorriso.
<<Mamma, la zia Maddie s’è alzata?>>
<<Ero giusto venuta a prenderle del caffè, si sta vestendo di la.>>
<<Glielo verso io!!>> squittì Jen svelta, approfittandosene per sfuggire allo sguardo della cantante, che manco a dirlo, era identico a quello del figlio.
Quest’ultimo, mentre Jen era di spalle, lanciò uno sguardo divertito alla madre:
“Ti piace la mia nuova vittima?” sembrava chiederle beffardo con lo sguardo.
Star scosse il capo. Aveva proprio fatto un figlio con un’enorme faccia da schiaffi.
Con gesti meccanici da burattino, Jen porse a Star la tazza di caffè.
<<Ti frequenti con mio figlio?>> domandò beffarda.
Eccola di nuovo, quella voglia di sotterrarsi:
<<No, signora! :imbarazzo>>
<<Uhm…fai bene, perché è proprio un mascalzone! U_U>>
<<Mamma!!>> fece Sid ridendo fintamente e spingendola con delicatezza fuori dalla cucina: <<Su-su, che il caffè si fredda!! : Evil :>>
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<<Ma come sei gentile, a preoccuparti della temperatura del caffè!>> ghignò Star prima d’incamminarsi verso la stanza di Maddie.
Sid sentì Jen riprendere a respirare…le fece così un fischio per richiamare la sua attenzione. Gesto che lei non prese bene. Per niente.
<<Mi ha scambiato per il tuo cane?: Andry :>>
<<Il “mio” cane, che definirei immaginario, scommetto che si fionderebbe da me scodinzolando e leccandomi la faccia, certo, magari non è proprio sexy, per cominciare, ma se preferisci, io mi adatto…: Thumbup :>>
<<Che schifo!:|>>
<<Perfetto. Prima di tutto…>> fece il ragazzo risolutivo <<…seguimi, devi vedere una cosa.>>
Era da parecchio che non entrava nella stanza di Cloe...Jen lo vide cambiare espressione, guardarsi attorno, chiudere forte gli occhi, e sforzarsi di far tornare il volto disteso.
Realizzò in quel momento, che il giovane acchiappafantasmi non faceva altro che portare una maschera, 24 ore su 24: era quella una strada che portava all'auto-distruzione.
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Jen cominciò a guardarsi attorno, mentre lui si appoggiò al comò, osservandola addentrarsi in quello che, agli occhi di quest'ultimo, era un covo pieno zeppo di ricordi.
Ma se per Sid quei ricordi erano troppi e confusi, forse Jen avrebbe potuto estrapolarne un profilo logico.
E mentre attendeva, poteva divertirsi ad osservarla apertamente...non contava più le volte che quella minigonna l'aveva distratto, quella notte!