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  1. #311

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    Re: Sentieri di vita 2

    Non lasciarmi andare via

    48



    Martino era seduto nel suo ufficio, controllava le bollette da pagare tra le tante c'era anche l'ultimo stipendio di Maria.



    Non voleva farlo, ma quei mille euro erano l'ultimo stipendio che la donna avrebbe preso da Martino.
    “Sign. Martino” lo chiamò Maria.
    “Entri” rispose Martino.


    la donna entrò con una tazza di caffè bollente ed amaro,


    “Si sieda” la invitò Martino cortese,



    Maria lo guardò sapeva che era il giorno di paga ma mai l'uomo l'aveva invitata a sedere nel suo studio, era una cosa del tutto nuova per lei.

    “La ringrazio per tutto il lavoro che ha fatto con Peonia e soprattutto con le gemelle” iniziò badando alle parole,



    “E' un piacere per me averlo fatto” sussurrò Maria perplessa,



    “Ma temo che per il momento dovrà trovarsi un'altro lavoro. Conosce la situazione e non è giusto tenerla qui. La ringrazio per tutto quello che ha fatto” finì passandole la busta con lo stipendio,



    “Posso aspettare” gridò con le lacrime agli occhi.


    Martino la guardò senza capire.

    “Insomma mica è per sempre, resto con Peonia e poi quando la situazione torna normale mi paga” disse come sè quello fosse un desiderio.

    Martino scosse il capo “Le prometto che quando la situazione tornerà normale e sè lei sarà ancora disponibile la chiamerò” concluse Martino alzandosi, la donna singhiozzo e si alzò.
    Martino la accompagno alla porta ed aspettò che la donna raggiungesse la sua macchina, ammirando per l'ultima volta il suo lato B che lui non considerava più speciale.




    Anastasia si guardava in torno ancora spaesata, il divano su cui era stata parcheggiata non era tanto comodo, la schiena le doleva ed aveva un gran mal di testa.


    Di prima mattina una donna era piombata nella sua stanza d'albergo trascinandola fuori insieme alle sue cose, l'aveva parcheggiata sul divano imprecando contro il tempo tiranno ed era scappata a lavoro senza la minima spiegazione.

    Era ancora frastornata, non capiva dove si trovava, aveva sonno, fame ed aveva paura che fosse stata rapita da qualche amante pazza di Martino che l'aveva rapita in un modo più tosto buffo.
    Ma invece di scappare forse per lo stato ancora assonnato si chiedeva quando sarebbe arrivato qualcuno e l'avrebbe portato da mangiare, sospirò e si alzò guardando fuori la finestra,


    nel cielo un chiarore innato, qualche nuvola minacciosa prometteva pioggia, erano appena le sei del mattino.
    Sospirò aveva ancora il pigiama, le valigie aperte accanto alla porta, altre delle sue cose che Nanà aveva raccolto in dei sacchetti gettati in lungo è in largo per la stanza che era diventata un caos.

    La porta si aprì ed Anastasia resto immobile e spaventata. Electra entrò inciampando nelle valigie, si schiarì la gola guardandosi in torno, “Ma che c*** e successo” alzò il capo verso Anastasia.



    “Tu sei la ragazza di..” si bloccò, la madre le aveva spiegato una mezza relazione con Martino e le aveva anche detto di essere a casa prima delle cinque e mezzo.



    “Tu sei...” continuò senza trovare un aggettivo per la ragazza “Tu sei una ragazza” disse con imbarazzo.
    Anastasia annui, “Sono una ragazza” balbetto perplessa,


    “Sei una ragazza” ripeté imbarazzata Electra, mentre si alzava e si sistemava. Non era tanto brava a socializzare soprattutto con una sconosciuta in camicia da notte portata nel suo soggiorno ancora assonnata.


    “Sono una ragazza e.. Sono Anastasia” balbettò ancora cercando di uscire dall'imbarazzo,


    “Giusto.. Anastasia. Io sono Electra” si presentò, le due si guardarono per un'attimo, non avevano iniziato nel modo giusto.
    “Ok, Io sono Electra, figlia di Nana probabilmente la donna che ti ha portato qui” cerco di spiegare.



    “Ma perché sono qui?” chiese Anastasia, la ragazza la guardò.
    “Questa è dura da spiegare” sussurrò è l'ombra di silenzio ed imbarazzo ricadde di nuovo su di loro, Nanà aveva lasciato la parte teorica alla figlia che non sapeva come rapportarsi con la ragazza che non solo non era al corrente della situazione ma aveva un estremo bisogno di mangiare.


    Anastasia si schiarì la gola per coprire i lamenti del suo stomaco, Electra sorrise “Facciamo colazione?” propose in modo carino.





    Martino vedeva la tv sul divano con Peonia, per la prima volta guardava i cartoni animati con la bambina, la mattinata era stata tranquilla, si erano svegliati con calma, avevano fatto colazione, Martino aveva cercato di leggere il giornale e Peonia si era divertita a strappare le pagine...

    Mai erano stati cosi vicini e quella situazione quasi all'uomo piaceva.

    Peonia non sentiva la lontananza di Maria anzi era quasi contenta che Martino passasse tutto quel tempo con lei, anche se ancora doveva abituarsi a cambiarle il pannolino o fare il bagnetto ma sotto altri aspetti riuscivano a sopravvivere.

    “Spuntino” sussurrò Peonia, il padre la guardo erano appena le dieci del mattino, si alzò dal divano e si diresse al frigo, non sapeva cosa mangiava Peonia a metà mattina e quello lo metteva in imbarazzo perché era come perdersi nelle cose più semplici, sospirò e prese dei toast.



    Li mise nel forno per qualche minuto mentre preparò un caffè,



    sospirò controllando che Peonia non si muovesse dal divano.




    Come faccio senza Maria? Peonia ha bisogno di qualcuno che la curi come si deve, sono uno stupido, ma non capisco ancora cosa sia successo.
    Tutti i contatti che avevo sono scomparsi come il mio lavoro, c'è qualcuno in giro più pericoloso di me, c'è qualcuno che sta cercando di farmi soffrire, ma chi? Bruna è morta, forse Nina? No, l'ultima volta mi ha aiutato, Nina non può avere una mente cosi diabolica, avrebbe colpito Anastasia e non il mio conto in banca. Eppure se volevano farmi fuori potevano farlo tranquillamente, perché distruggermi la vita?



    il forno suonò facendo sobbalzare Martino, fece per aprire il portellino quando qualcuno busso alla porta.
    Spense la macchinetta del caffè ed intravide dalla porta a vetri una donna.



    Tentenno per qualche secondo ed aprì,
    “Salve” lo saluto la donna.

    “Salve” si schiarì la gola Martino.



    “Posso fare qualcosa?” chiese in modo cortese.
    “Mi chiamo Esmeralda Prince, sono un'assistente sociale” si presento la donna.
    Martino fece spazio per farla entrare.


    Tutti i suoi incubi si stavano avverando, cosa ci faceva un'assistente sociale a casa sua? Chi l'aveva mandata? Guardò perplesso la bambina sul divano,


    chiunque stava cercando di distruggerlo ci stava riuscendo, non poteva perdere Peonia. Ma intravide dagli occhi maligni della donna che si guardava in torno che il peggio stava solo per arrivare.
    “Il giudice ha inviato un'istanza, lei non è nelle condizioni di accudire una bambina piccola, serve una badante e una situazione economica...” non fini la frase, Martino si avvicinò a Peonia e la prese tra le braccia, la strinse forte e chiuse gli occhi.


    Non poteva allontanarsi da lei, non poteva permettere che qualcuno la portasse via,
    “Deve darmi la bambina, se opporrà resistenza dovrò portarla via con forza” disse la donna come se quella fosse una minaccia.
    “Chi l'ha mandata?” chiese Martino con voce tremante, un'ondata di rabbia lo investi al sol pensiero di stare senza la sua bambina,



    “Denuncia anonima” rispose la donna senza specificare.

    “Chi” grugni Martino, le mani li tremavano, stava perdendo la calma.

    “Sto perdendo troppo tempo, mi dia la bambina e si presenti in tribunale tra un mese. Ci sarà la prima udienza” ribatté la donna incurante del dolore dell'uomo.

    Alle sue parole il busto si irrigidì, scosse il capo “Ci sono due poliziotti qui fuori” lo avvertì la donna, Martino chiuse gli occhi e baciò il capo della piccola Peonia “Perdonami” le sussurrò,

    la donna si avvicinò strappando la bambina dalle braccia del padre.



    Peonia guardò Martino iniziando a piangere, mentre la donna la portava via.
    L'uomo si inginocchiò sul pavimento freddo.



    Sono solo, l'unica ragione per cui valeva la pena di vivere mi è appena stata strappata.
    Ho perso contro qualcuno che non conosco, ho perso.

    Martino sospirò, in quel momento il cuore parve spezzarsi in mille pezzi, mentre le vampate di calore aumentavano e la rabbia lo assaliva, aveva perso la sua bambina.


    “Voglio papa” sussurrò Peonia arricciando le labbra,
    “Sta tranquilla si sistemerà tutto” la rassicurò Lamu, “qui sei al sicuro”.

  2. #312
    L'avatar di mary24781
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    Re: Sentieri di vita 2

    Hai usato molto bene le pose, anche se c'è da sistemare qualcosa in grammatica, nelle foto sei migliorata Cosa vorrà fare Lamu alla povera Peonia D: Elettra è già la mia preferita U_U Hai reso bene la parte comica

  3. #313

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    Re: Sentieri di vita 2

    Citazione Originariamente Scritto da mary24781 Visualizza Messaggio
    Hai usato molto bene le pose, anche se c'è da sistemare qualcosa in grammatica, nelle foto sei migliorata Cosa vorrà fare Lamu alla povera Peonia D: Elettra è già la mia preferita U_U Hai reso bene la parte comica
    Grazie, in verità doveva essere una parte tragica però ci ho ripensato sarebbe stata una forzatura.

  4. #314
    sim dio L'avatar di Sonia
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    Re: Sentieri di vita 2

    mi ero persa molti capitoli...
    Non riesco a capire che cosa vuole concludere Lamù facendo soffrire Martino...
    che è una stronza lo sapevamo ma adesso sta esagerando, come si può togliere una bimba, orfana di madre, al proprio papà?
    E' senza cuore...

    Se è si, va bene...
    Se è no, vattene a quel paese

  5. #315

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    Re: Sentieri di vita 2

    Citazione Originariamente Scritto da Sonia Visualizza Messaggio
    mi ero persa molti capitoli...
    Non riesco a capire che cosa vuole concludere Lamù facendo soffrire Martino...
    che è una stronza lo sapevamo ma adesso sta esagerando, come si può togliere una bimba, orfana di madre, al proprio papà?
    E' senza cuore...
    Soniaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa da quanto tempo...
    Bhè la risposta alla tua domanda è facile, cosa voleva Lamù da Electra???
    ....Ecco solo che qui e diverso li c'era in mezzo un'assicurazione qui c'è in mezzo molto di più...

  6. #316
    sim dio L'avatar di Sonia
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    Re: Sentieri di vita 2

    Citazione Originariamente Scritto da dolceeris Visualizza Messaggio
    Soniaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa da quanto tempo...
    Bhè la risposta alla tua domanda è facile, cosa voleva Lamù da Electra???
    ....Ecco solo che qui e diverso li c'era in mezzo un'assicurazione qui c'è in mezzo molto di più...
    Si son mancata parecchio qui... ho visto che hai aggiornato pure la 3° torre, appena posso passo a leggere...
    un'idea di cosa vuole Lamù ce l'ho ma non riesco a capire dove vuole andare a finire... sta strozzina...
    aggiorna presto...

    Se è si, va bene...
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  7. #317

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    Re: Sentieri di vita 2 Cp: 48 Non lasciarmi andare via

    Ciao, sono senza internet.. non so per quanto c'è un guasto della linea, sono a scuola quindi sto usando questi pc.
    Non posso aggiornare nè questa storia nè la terza torre.
    Baci..

  8. #318
    sim dio L'avatar di Sonia
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    Re: Sentieri di vita 2 Cp: 48 Non lasciarmi andare via

    aspetterò allora...

    Se è si, va bene...
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  9. #319

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    Re: Sentieri di vita 2 Cp: 48 Non lasciarmi andare via

    Solo

    48


    “No aspetta, un'assistente sociale?” chiese Nanà con occhi spalancati, mentre si stiracchiava.

    Non aveva dormito per colpa della nuova arrivata in casa sua.

    Electra e Asia avevano parlato per tutta la notte facendo baccano in soggiorno.
    Odiava quando in casa sua non c'era tranquillità, ed era stanca di tutti gli avvenimenti che stavano succedendo al fratello.


    “Ha detto che c'è stata una denuncia anonima e la prima udienza ci sarà solo tra un mese” spiegò Martino per l'ennesima volta.

    Javier annui si passò una mano nei capelli frustrato,


    “E' successo tempo fa se ricordi.” ricordò il breve periodo di permanenza a casa della zia Lamu.
    “Cosa?” chiese Martino.


    “Prima che tu nascessi, mia madre Lamu disse che Electra ci maltrattava, siamo stati per un breve periodo a casa sua” ricordò con rammarico Nanà.



    “Ma cosa c'entra?” chiese ancora Martino.



    “Senza offesa, ma quella donna e affamata di soldi e vendetta” spiegò guardando Martino.

    “Non posso pensare che rifaccia la stessa cosa, poi perché con Martino? Con me poteva farlo, ma lui che c'entra?” chiese Nanà, i due fratelli si guardarono.

    “Forse è il momento che sappia la verità” sussurrò Javier.



    “Quale verità?” chiese Nanà innervosendosi.



    Martino ingoio un grumo di saliva amara, ormai le cose per lui stavano peggiorando, ormai l'uomo non aveva più niente da perdere.

    “Oh, no. Ancora quella storia della droga?” chiese Nanà, guardando Javier che annui.

    “Ca***, sicuramente c'era dentro anche quella st***” si toccò il mento esausta.



    “Quindi la bambina la tiene lei?” chiese Martino.



    “Non lo so, ma c'è una probabilità, la già fatto con nostra madre, ha tentato di ucciderla e adesso sta facendo la stessa cosa con te” rispose perplesso Javier.

    Martino lo guardò, avrebbe trovato la donna, si sarebbe ripreso la sua bambina, i suoi soldi e avrebbe chiuso la questione uccidendo Lamu.



    “Ci conosciamo?” chiese Electra alla bambina.



    “Sono tua sorella” sussurrò Lamu.



    “Non parlo con te” rispose fredda Electra,

    “Ha i miei stessi occhi” sussurrò accarezzando la bambina.



    “Anche io volevo i tuoi occhi” rispose Lamù.



    “Tu non sei come noi” ribatté con malignità.



    “I tuoi occhi sono belli” sussurrò avvicinandosi “Perfetti” continuò con imbarazzo guardando la bambina.



    “Noi siamo perfette” sussurrò ancora sorridendo Electra.



    “Ed io?” chiese Lamu, la sorella scosse il capo.

    Lamu arricciò il labbro, in cerca di attenzioni.



    Martino era solo, guardava la strada buia e vuota, la sua casa era silenziosa, questo particolare lo rendeva ancora più disperato.



    Il vuoto dentro di lui aveva preso il sopravvento sulla disperazione, non aveva più Peonia con se.



    Il vento soffia piano, spostando in modo lento quasi ad accarezzare gli alberi soddisfatti per il tempo tiepido, c'è qualcosa dentro di me che non so ancora descrivere;
    disperazione?
    Rabbia? No! Paura, Peonia e nelle mani di una pazza ed io guardo la luna sola e triste come me.




    Martino bevve un'altra goccia di vino, aveva preso la bottiglia con la speranza di poter dimenticare la solitudine anche per qualche ora, ma il contenuto non aveva fatto altro che ricordarli che era padre e che aveva perso sua figlia, sospirò, chiuse gli occhi per un'attimo.

    Quante volte durante il lutto aveva pensato di mandare via Peonia ma adesso che era successo realmente voleva solo uccidere chi l'aveva portata via, iniziando dall'assistente sociale a Lamù.
    Aveva sempre risolto cosi i suoi guai, eliminando il problema in qualunque modo, con la coscienza sporca l'uomo continuava a vivere, riaprì gli occhi e guardò il cancello.


    Intimorita e imbarazzata Anastasia aspettava un cenno di Martino per salire.



    Lei è qui? Perché? Sospirai e gli feci cenno con la mano di salire, non avevo chiuso a chiave la porta, non avevo voglia di fare niente e tra poco mi sarei trovato davanti una ragazza di sedici anni che non vedo da mesi.

    Vorrà spiegazioni, vorrà capire perché la mia casa è vuota. Ed io non saprò cosa dirli, nè come spiegarli che dovrà tornare alla casa famiglia.

    “Ciao” sussurrò Anastasia.



    voltai la testa verso di lei, era più rinvigorita dall'ultima volta, aveva l'aria di una che aveva mangiato e dormito,



    ciò che non sembravo io, accennai un salutò con il capo e tornai a guardare la luna.
    Anastasia si sedette silenziosa accanto a me.




    “Non dovresti bere” sussurrò con una vena di preoccupazione.



    “Sai cosa è successo?” chiesi guardandola.



    Asia scosse il capo.

    “Allora sta zitta” le risposi brusco.



    Asia scosse il capo e si alzò “Notte” sussurrò aspra ed incazzata.

    “ferma” sussurrai fermandola per la coscia mi aggrappai a lei come se fosse la mia unica ancora di salvezza.



    Mi guardò truce “Non puoi trattarmi male e poi fermarmi” disse dura.

    Era arrabbiata e la causa ero io.

    La tirai verso di me e si mise a cavalcioni sulle mie gambe.

    il suo jeans attillato lasciava far vedere le belle curve, le gambe sottili e toniche,

    il suo fondoschiena perfetto.

    Ma io non riuscivo proprio a concentrarmi. Forse per colpa dell'alcol, forse per i troppi pensieri, forse per i miei sensi di colpa.



    Eravamo vicini cosi come non lo eravamo mai stati... troppo vicini.

    Lo avevo sempre desiderato. Asia mi guardava imbarazzata. Sulle sue guance apparve un leggero rossore, tremava eppure l'aria era calda.

    Le accarezzai il braccio, la pelle era leggermente arrossata. Al mio tocco gemette: capivo dal respiro affannato e dallo sguardo chino che era eccitata.

    Avvicinai il capo al suo è la baciai,



    come non avevo mai fatto, come avevo sempre desiderato, perché l'amavo e perché lei amava me. Le sfilai la maglia e la guardai sotto la pallida luce della luna.



    Sospirò, si toccò le labbra accennando un sorriso, erano leggermente rosse, abbassò il capo, una sua ciocca rossa di capelli cadde scivolando sul mio petto, nè volevo ancora di lei, le misi la mano dietro i capelli e la tirai a me, con dolcezza le sbottonai i pantaloni.

    Ed in quella notte ascoltai i suoi gemiti ed il suo calore che emanava tutt'altro che insicurezza.





    Sospirai mentre i raggi del sole accarezzavano Asia, era stata una lunga notte era crollata stanca e ancora ansimante qualche ora fa.

    Le baciai la guancia e mi alzai lentamente, le misi il completo intimo che aveva indossato poche ore prima.
    Avevo bisogno di una doccia e di rilassarmi.


    Feci scivolare l'acqua sulle mie spalle,



    era rilassante, forse il primo momento di calma, ma avrei preferito che Peonia fosse qui e non chissà dove.





    Chrystel aspettò qualche minuto, sospirò e provò ad aprire la porta che si aprì, controllo che non ci fosse nessuno ed entrò, pensò che forse Martino dormiva ancora, voleva parlarli e chiederli scusa per quello che gli aveva detto l'ultima volta.

    Arrivò alla camera da letto è busso, non ci fu risposta allora entrò, ma la stanza era vuota vide la finestra a vetri della veranda, decise di uscire fuori ed aspettare, l'aria era calda.



    Anastasia emise un lamento per la luce del sole ma non si sveglio.

    Chrystel inarcò le sopraciglia e si voltò incredula vedendo la ragazza mezza nuda sul divano.



    Martino usci dal bagno, si avvicinò alla finestra ed afferrò Chrystel per un braccio trascinandola nella sua camera, chiuse la porta a vetri e si volto,

    “Quella è minorenne” balbettò incredula.



    “Che c*** ci fai qui?” chiese infuriato.



    “Una minorenne.” sussurrò ancora Chrystel.



    “Chrystel” sussurrò Martino a braccia conserte prossimo ad un attacco di rabbia.



    “Volevo chiederti scusa per quello che avevo detto e per come mi ero comportata” si scusò ancora perplessa.



    “Quella è una ragazza” continuò.

    “Minorenne” rispose Martino adirato per la conversazione imbarazzante passandosi una mano nei capelli.



    “Meglio che vada” vociferò Chrystel coprendosi il viso per la vergogna.

    Non riusciva a guardare il fratello, non capiva nemmeno cosa ci faceva una minorenne sul suo divano, voleva solo andare via di li chiamare il fratello e raccontargli tutto.



    “Chrystel” la chiamò Martino, “Non ti chiedo tanto, ma solo almeno per una volta, di non criticarmi” continuò duro.



    “Cercherò” rispose la donna uscendo dalla stanza.

    Martino sospirò è guardo il soffitto, l'aria iniziava ad infuocarsi, usci fuori e prese Anastasia tra le braccia,



    la adagio nel letto coprendola con un pleid.

  10. #320
    sim dio L'avatar di Sonia
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    Re: Sentieri di vita 2 Cp: 48 Non lasciarmi andare via

    oh finalmente hanno fatto quello che da mesi desideravano di fare...
    Che alla fine come coppia mi piace parecchio, dai si amano non c'è cosa più bella al mondo di due persone innamorate
    Chrystel non crearere qualche guaio...
    Spero che riescano a riprendersi Peonia visto che adesso hanno capito il perchè Lamu si sia comportata così...

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