Improvvisamente Kabir si vergognò delle sue parole. Suo fratello era ferito e forse aveva bisogno d’aiuto e lui non aveva proferito parola a riguardo. Aveva smesso di pensarci, come aveva smesso di pensare a sua madre e a tutto il periodo passato a Legorhold, ma non per questo non provava nulla verso di loro, verso i suoi ricordi da bambino, anzi, un forte senso di impotenza si impossessò di lui.
“Siamo ad un bivio, a quanto pare.” – disse Saana, guardando gli altri.
Kalos precisò: “ Royam è sulle sue tracce, lo troverà. ”
“In verità lo ha già trovato.” – tutti si girarono nella direzione in cui proveniva la voce. L’uomo dagli occhi azzurri, limpidi come una fonte rupestre, era in piedi davanti a loro, lo sguardo bonario si posava ora sull’uno ora sull’altro, senza sosta.
“Da quanto sei qui?”
“Abbastanza da sapere che bisogna prendere una decisione. E in fretta. Se avrete la compiacenza di voler ascoltare le parole di un vecchio” – si fermò guardando dritto in faccia Kabir – “ potrei avere la soluzione.”
“Allora parla!” – rispose spazientito il ragazzo.
L’uomo si avvicinò a Saana e prese le sue mani: “So che vuoi troverai tua sorella, lo farai. Il prode Kalos e l’impaziente Kabir ti aiuteranno nell’impresa. Potrei doverti chiedere di usare la magia.”
La ragazza annuì e il Saggio continuò: “Il ragazzo. Ha bisogno di un … diciamo, corso accelerato sull’ uso della spada. So che puoi aiutarlo.”
“D’accordo. Ma … Come farò a trovare mia sorella?”
“Kalos sa qual è la strada per il Regno Libero. Eris sarà già lì, pronta a compiere il suo destino.” – poi si rivolse ad Arya – “Noi, mia cara, andremo col fidato Royam a prendere tuo figlio Kerubin. Non temere: ho i miei anni, ma ricordo ancora come si maneggia un’arma affilata.” – dettò questo si scostò la veste e ne trasse due spade e un pugnale legati alla cintola. Porse quest’ultimo ad Arya, mentre a Kabir toccò la lama più lunga.
“Ma la Profezia?” – si azzardò a chiedere Kalos.
“Si sta compiendo sotto i nostri occhi e attraverso le nostre azioni. E’ così che doveva andare.”
“Ed è così che andrà.” – continuò Saana quasi senza rendersene conto.
Kabir si avvicinò a sua madre per salutarla, promettendole che si sarebbero nuovamente ritrovati e che con loro ci sarebbe stato anche Kerubin. Dopo essersi liberato dall’abbraccio raggiunse Saana che si era spostata in disparte poco più in là.
“Non posso lasciarlo andare di nuovo. E se gli succedesse qualcosa?” – disse Arya con voce tremante.
“Ci sono io a proteggerlo. Non permetterò che gli succeda nulla, a costo della mia vita. Te l’ho già promesso ed intendo mantenere la parola data.” – Kalos le prese una mano e la portò alle labbra, sfiorandola appena, ma quel tanto che bastò a procurarle brividi lungo la schiena.
Con gli occhi umidi, gli fece cenno di sì con la testa, poi l’uomo si staccò e raggiunse i due compagni di viaggio, sparendo insieme a loro nel folto del bosco.
Arya restò ancora a fissare il punto dove i tre si trovavano fino a qualche minuto prima: avrebbe potuto dire tante cose. Avrebbe dovuto dire tante cose, ma si era trattenuta, un po’ perché l’educazione rigida che le aveva imposto suo padre veniva fuori soprattutto in certi momenti, un po’ perché l’abitudine a non manifestare i propri sentimenti per tanti anni l’aveva frenata anche in questa occasione.
“Andiamo, mia signora. Da questa parte.” – poi aggiunse – “Ho una storia interessante da raccontarvi.”