Mulan tornò a casa, con il volto di chi ha appena subito una pesante sconfitta, la madre e la nonna che la seguivano non erano da meno, viste da fuori assomigliavano ad un corteo funebre.
Sulla soglia della porta c’era il signor Fà, il quale attendeva trepidante il resto della famiglia, quando la figlia lo vide, abbassò lo sguardo, camminò in silenzio, la sua espressione non lasciava dubbi sull’esito del colloquio, Mulan chiuse gli occhi per trattenere le lacrime, ma con il piede destro inciampò in una pietra e sbattè contro l’imponente albero di ciliegio nel cortile.
La ragazza si ricompose subito,si tolse quella maschera di trucco che le ricopriva il viso con la manica dell’abito cerimoniale, aprì il cancello che conduceva al giardinetto e andò a sedersi su di una vecchia panca di pietra.
Dopo alcuni minuti arrivò anche suo padre, si sedette accanto a lei e volse lo sguardo verso l’alto
“Pipi…pipi….pi….”
“Papà hai bisogno del bagno?”
“No Mulan… vo volevo diiiire pi pi piiiiccola mia, guarda in alto!”
La ragazza alzò il capo : “Si…e…poi?”
“gua gua..gua gua….”
“No papà gli uccelli fanno cip cip… le oche qua qua, non gua gua!”
“Guuuarda i fiori di ciliegio, alcuni non sono sbo.. sbooociati ancora!”
“Già sono tardivi!”
“Ma fiori..ri…riranno anche lo lo loro, e sarannnn nnnn nno i più belli di tuuutti!”
Anche se ci impiegò 10 minuti per pronunciare questa frase, Mulan si sentì molto colpita dalla tenerezza che il padre le stava mostrando, così dopo aver ricevuto una sua carezza lo abbracciò forte. All’improvviso si sentirono dei rombi di motore provenire dalla strada, seguiti dalle sirene imperiali, quelle che annunciavano il passaggio dell’imperatore o dei suoi funzionari. Tutti nel quartiere si riversarono immediatamente in strada, l’auto si fermò ed un omuncolo vecchio e con la faccia rattrappita scese con goffaggine...
Srotolò una lunga pergamena, tipo il rotolone della carta igienica che non finisce mai, solo che qui non c’era il cucciolo di labrador a rincorrerlo.
L’uomo iniziò a leggere : “Cittadini vi porto un proclama dalla città imperiale, gli Unni hanno invaso la Cina e per ordine dell’imperatore un uomo di ogni famiglia deve servire l’esercito imperiale, la famiglia Xiao, la famiglia Jii, la famiglia Fa… “
A quelle parole il capostipite della famiglia Fà si impettì, e s’incamminò verso l’omuncolo zoppicando, per riceve la sua pergamena, Mulan vista la scena corse incontro loro :”Padre non puoi andare, ti prego signore mio padre ha già combattuto con coraggio..”, fù interrotta dal vecchio “Silenzio, non t’intromettere!”
“Ma mio padre è anziano”
“Deve rispettare gli ordini”
“Ma cammina tutto storto, ha una gamba che sembra di legno…”
Ti ho detto di fare silenzio!”
“Ma è balbuziente, sbiascica quando parla, ecco papà fa sentire loro come dici piccolina..”
“Signorina Fa se non la smette immediatamente la farò arrestare!”
“E’ anche incontinente!”
A questo punto intervenne il padre di Mulan: “Vai a..a...a casa, tu mi diso...so...nori!”
La ragazza sentite queste dure parole, scappò nella sua stanza, lasciando che il padre raccogliesse l’ordine dell’imperatore!”
Presto giunse la sera, mentre Mulan era intenta a rassettare la casa, sentì dei rumori provenire da una stanza, così si affacciò all’uscio… vide il padre esercitarsi con l’antica spada di famiglia, un colpo a destra… uno a sinistra, una tenda squarciata, il tappeto tagliato, l’anfora della dinastia ming distrutta… proprio non era più in grado.
A tavola tutti erano in silenzio, la nonna versava l’acqua nei bicchieri, e tutti mangiavano senza rivolgersi lo sguardo, Mulan stufa della tensione, per l’ennesima volta non riuscì a frenarsi, si alzò di scattò ed urlò : “Non dovresti andare, ci sono i giovani a proteggere la Cina!”
“Mu..mu..Mulan, per me è uuu uuu un onore pro pro poteggggere il mio paese e la mia faaa faaa famiglia!”
“Allora morirai per onore!”
“Morirò fa fa facendo quello che è giu giu giusto..”
“Ma se…”
“Io so qual è il mio posto, è ora che tu impari qual è il tuo!”
Mulan lo guardò attonita, sia per la pesantezza delle parole, sia perché non aveva cacagliato per una volta, non resse allo sguardo inquisitore di tutta la famiglia e lasciò la stanza di corsa, uscì fuori dove ormai pioveva da ore e rimase sotto un albero rannicchiata fino a tarda sera. Erano passate le 23:00 quando rialzò lo sguardo, intravide attraverso le tende le sagome di genitori stringersi in un ultimo abbraccio, prima di andare a riposare…