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Il mondo di yayachan! Dove i pasticci sono di casa

[LoD] Che mossa farò? Interludio| Girl from Mars

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Di , 17th August 2012 alle 21:04 (290 Visite)
Chi sarà la misteriosa marziana? Scoprilo leggendo il nuovissimo capitolo della mia Lod!
Citazione Originariamente Scritto da yayachan Visualizza Messaggio
Girl from Mars.
Per una colonna sonora consigliata apri questo link in una nuova finestra!
{Do you remember that time I knew a girl from Mars?}
Perfetto ingresso nel parcheggio seminterrato, posteggio adeguato dieci metri a destra.



Due manovrine per allineare bene le ruote e là… ci siamo: freno a mano, tirato; luci, spente: perfetto!



Oh mannaggia, mi sono cadute le chiavi della macchina.
Ci credo, sto tremando! Anche oggi, nonostante sia la decima seduta. Il dottore è un uomo rassicurante, ma ogni volta sono terrorizzato come la prima… sarà anche questo sotterraneo così asettico, con queste luci sparate da obitorio: ho sempre l’impressione che dietro i pilastri si nasconda qualche folle pronto ad accendere l’auto, accelerare e schiacciarmi contro un muro! Dopo tutto siamo nel seminterrato di una clinica psichiatrica riabilitativa e io ho diminuito la dose di zyprexa da pochi giorni. Forse dovrei chiedere al dottore di darmi qualche altro sedativo.
Il parcheggio deserto non fa che aumentare la mia ansia quindi affretto il passo fino a trasformare la mia andatura in una corsa leggera. Ok, mentivo, ho corso tanto che quando arrivo alle porte scorrevoli dell’ accettazione ho il fiatone e sono coperto di sudore.



La segretaria carina dietro il banco mi sorride sorvolando sul mio aspetto stazzonato mentre cerco invano di tergere la mia fronte lucida e, con la sua voce professionale, mi invita ad accomodarmi al piano superiore. So di essere in anticipo: parto sempre due ore prima, non si può mai sapere quanti ingorghi stradali e incidenti mortali si possano incontrare in ben 15 km di strada e poi è meglio che sia io ad aspettare il dottore e non viceversa.



Mi piace avere tempi morti, quindi sono attrezzato: ho l’ipad pieno di musica e di e-book, posso aspettare per molte ore senza annoiarmi.
Infatti quando l’assistente del dott. Giraldi viene a chiamarmi sono talmente sprofondato nelle avventure di Scout e Jem che se non mi avesse sfiorato la spalla con la sua mano affusolata non l’avrei minimamente sentita.



Mi alzo lentamente dalla poltroncina azzurra in cui ho impresso la forma della mia schiena, ripongo le mie cose insieme all’impermeabile in un armadietto numerato che si trova in fondo alla sala d’aspetto, infilo la chiave nel taschino della camicia assicurandomi che non possa andare smarrita e mi incammino lungo il corridoio ben arredato e rischiarato da eleganti applique inspirando profondamente fino all’ufficio L5, il più ampio e accogliente. Da che mondo è mondo, i titolari amano trattarsi bene.



-“Buonasera, signor Miyagi!” – mi saluta il mio strizzacervelli con cordialità. Il suo sorriso caldo però non mi distende affatto, inizio a sentire minuscole gocce di sudore che stillano dietro la mia nuca, so per certo che, nel giro di cinque minuti, il dorso della camicia sarà zuppo e adeso alla mia povera schiena.
Per favore, una xanax!
Facciamo due!
La mano scatta, nel gesto automatico di ogni farmacodipendente, verso il portapillole che non abbandona mai la tasca dei miei pantaloni. Sento la sua forma scaldarmi la pelle della coscia e mandare brividi di piacere al resto del corpo per la semplice consapevolezza di averlo lì, con dentro la sua scorta di sedativi prescritti dal medico di base a insaputa del dottor G. (come lo chiamo per brevità nei miei monologhi interiori).



Ma lui ha l’occhio lungo, purtroppo: mi fulmina con un lampo dei suoi occhi nocciola e mi chiede con espressione autoritaria: -“Cosa nasconde in quella tasca, Konosuke? Pensavo di essere stato chiaro quando ha avuto quella crisi catatonica: niente più manipolazioni della mia terapia. Mi consegni il portapillole, adesso”.

Il gesto che doveva rincuorarmi mi butta nella disperazione: le dita sfiorano la salvezza per consegnarla nelle mani del nemico, incuranti della mia volontà, brutte traditrici! Il sudore mi imperla ormai la fronte mentre inerme osservo il dottore che analizza il contenuto della preziosa scatolina per poi chiuderla di scatto facendomi sobbalzare.
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